Il trilogo sulla politica migratoria europea: meno diritti e più respingimenti

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Il Movimento europeo in Italia attira l’attenzione sui risultati che emergerebbero dal raggiungimento di un accordo sul Migration Pact come maturati nel trilogo fra Parlamento europeo, Ministri degli Interni e Commissione europea.

A prevalere sarebbe stata dunque la linea del Consiglio, ed in particolare del Consiglio affari interni e giustizia: una linea che vede come principali promotori i Ministri degli Interni degli Stati membri. Si continua a ripetere l’annoso errore di considerare quella delle politiche migratorie come una questione di sicurezza, mentre al contrario essa riguarda prevalentemente l’ambito sociale, educativo, culturale, economico e lavorativo di ogni singolo paese.

Sembrerebbe che i risultati principali di tale accordo abbiano portato al riconoscimento e supporto, a livello europeo, delle controverse pratiche di esternalizzazione del controllo dei flussi.

Una pratica ben nota a noi italiani che prevede l’elaborazione di accordi di partenariato con Paesi terzi atti a contenere e gestire i flussi in transito verso gli stessi o a esternalizzare le procedure di identificazione, domanda di asilo o respingimento negli stessi paesi terzi. Tutto questo con il rischio di non garantire il rispetto dei diritti fondamentali nei paesi terzi ed in mancanza di una definizione condivisa di Paese terzo sicuro, un criterio che la Corte di Giustizia indica invece come limite assoluto all’esecuzione di un mandato di cattura europeo.

Non sarebbero stati fatti passi in avanti neanche sullo sviluppo dei criteri del regolamento di Dublino III, ritenuta ormai da anni un’urgenza. Ancora non si ha traccia del superamento del criterio del cosiddetto “Paese di primo approdo” né tantomeno dell’ampliamento della compagine dei requisiti previsti per il ricongiungimento familiare con il riconoscimento dei legami significativi.

Come affermato nella lettera indirizzata al Consiglio da oltre 50 organizzazioni della società civile operanti nel settore “sarebbe stato meglio non concludere alcun accordo, piuttosto che un cattivo accordo”.

Roma, 20 dicembre 2023