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Il 4 aprile 1949, a Washington, con la firma del Trattato del Nord Atlantico, nasce l'alleanza militare e politica che ha segnato la storia dell'occidente.

La North Atlantic Treaty Organization da allora garantisce la sicurezza dei Paesi occidentali, ed in particolare dei Paesi del continente europeo, costituendo un ulteriore e determinante collante politico, forma di deterrenza contro gli insistenti tentativi di influenza esterna.

Per garantire la sicurezza in Europa non è più sufficiente lo sforzo unilaterale del pilastro statunitense, è necessario che i popoli europei trovino il modo di costituire un secondo pilastro dell'organizzazione, il pilastro europeo della difesa.

L'Unione europea è l'unica organizzazione in grado di rispondere alla duplice necessità di garantire che l'alleanza tenga fede alle sue finalità difensive e agendo da catalizzatore per gli intenti dei paesi membri.

Tali obiettivi possono essere raggiunti ancorando la difesa comune europea ai valori fondamentali tutelati dai Trattati e costituendo gli strumenti istituzionali e finanziari attraverso i quali integrare le strategie e gli apparati difensivi dei Paesi membri, razionalizzando la spesa, incrementando gli investimenti e armonizzando la ricerca e lo sviluppo nel settore militare.

 

 

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Logo ME IT CIMENegli ultimi due anni il Movimento europeo in Italia sta intensificando le proprie attività nell'ambito del programma Erasmus Plus, con l'obiettivo di poter coinvolgere le giovani cittadine ed i giovani cittadini europei nel processo di integrazione culturale e sociale della nostra Europa.

Con l'approvazione a fine 2023 del progetto Erasmus Plus KA2 “EUth: Strengthening Youth and Democracy in Europe”, abbiamo finalmente la possibilità di coinvolgere in maniera più diretta le nostre organizzazioni membre, rivolgendoci direttamente a voi per la ricerca di una giovane interessata, di età compresa fra i 18 ed i 35 anni, che voglia fungere da supporto all’attuale project manager del ME–IT nell’ambito di suddetto progetto.

Tale attività volontaria verrebbe esercitata, in particolare, nel corso degli eventi internazionali previsti ed organizzati sia all’estero che in Italia e delle attività preparatorie legate agli stessi.

A tal proposito siamo lieti di annunciarvi l'apertura del bando per l’individuazione di uno Staff-support member volontario nell’ambito del progetto Erasmus Plus KA2 “EUth: Strengthening Youth and Democracy in Europe”.

Le candidature resteranno aperte fino al giorno 5 aprile 2024.

Il link per accedere alla candidatura si trova nella parte finale del testo del bando, QUI ALLEGATO.

 

 

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Volume PVD Bonino

Ci serve davvero l’Europa? Non staremo perdendo tempo ed energie dietro a un’idea? Quella di oggi è la terra dei diritti immaginata a Ventotene? Mentre l’Unione è sotto attacco da più parti, accusata di essere una matrigna distante dai problemi reali dei cittadini, Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli, protagonisti indiscussi del progetto europeista, scelgono di intraprendere un viaggio nella memoria personale e collettiva che ci riguarda tutti da vicino. Ripercorrono lotte e progressi, sconfitte e conquiste, recuperano le tracce delle esistenze e delle aspirazioni di tante donne e tanti uomini che si sono battuti per costruire e difendere questo ideale, e invitano a prendere coscienza di quanto ancora resta da fare, senza però commettere l’errore di dimenticare, o peggio di gettare via, l’enorme lavoro svolto finora.

Il risultato è un dialogo serrato e coinvolgente, stimolato dalle ricostruzioni del documentarista Luca Cambi, in cui si dà conto delle innumerevoli tappe di questo processo, si ravviva il dibattito sulle nuove sfide che ci attendono, e si offre il ritratto appassionato e avvincente di Altiero Spinelli, vero padre fondatore capace di intuire e ispirare con lungimiranza, in un continente lacerato dalla guerra, quei principi di fratellanza, pace e libertà a cui ancora oggi dobbiamo tendere.

COPERTINA.

A che ci serve l'Europa

di Emma Bonino, Pier Virgilio Dastoli

Prefazione di Corrado Augias, postfazione di Romano Prodi, con la collaborazione di Luca Cambi

(edito da Marsilio NODI)

 

DATE DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO

8 marzo Nuoro

11 marzo Rai 3 ("Quante Storie")

15 marzo Foligno

16 marzo Norcia

22 marzo Barcellona

24 marzo Roma, Auditorium Parco della Musica    

9 aprile Bruxelles

17 aprile Genova

18 aprile Parma

3 maggio Pavia

9 maggio Torino

 

 

 

 

                             

11 maggio Trento

21 maggio Bologna

22 maggio Teramo

15 giugno Salerno

26 giugno Fano

10 luglio Polignano a Mare

3 settembre Ventotene

7 settembre Mantova

9 settembre Mestre

18 settembre Pordenone

 

 

      

 

                      

 

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Post Foibe

 

Oggi, 10 febbraio, ricordiamo il massacro etnico sulle popolazioni italiane di Istria e Dalmazia fra il settembre 1949 ed il febbraio 1947.

L’Europa che vogliamo, e soprattutto l’Europa di cui abbiamo più bisogno, deve essere garante di pace, sicurezza e solidarietà fra i popoli.

Il futuro dei popoli europei dipende da quanto l’Unione europea riuscirà ad assolvere a questo ruolo di soggetto garante e promotore dei valori democratici, fondamentali per il completamento del progetto di pace iniziato a Ventotene negli stessi, terribili, anni.

 

 

 

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Ricordo David Sassoli

Il Movimento europeo in Italia ricorda il Presidente del Parlamento europeo David Maria Sassoli, a due anni dalla sua scomparsa, con il suo discorso di commemorazione dell’eccidio nazista di Cibeno [Campo di Fossoli (Carpi) 11 luglio 2021].

"Un saluto alle cittadine e ai cittadini di Carpi, al sindaco Bellelli, alle famiglie dei martiri di Cibeno, alle autorità civili e religiose, alle Associazioni partigiane, alle Associazioni degli ex internati nei campi di concentramento, alle rappresentanze comunali presenti.

Un saluto ai rappresentanti del governo - il ministro Bianchi, il sottosegretario Amendola - e un ringraziamento al presidente della Regione, e al caro amico on. Pierluigi Castagnetti e a tutta la Fondazione Fossoli che lui presiede.

Grazie per l’onore che mi è stato concesso di prendere la parola in questa cerimonia che anno dopo anno non smette di interrogarci e di aiutarci nella riflessione per declinare la memoria rispetto al contesto che stiamo vivendo.

Un ringraziamento speciale alla Signora presidente della Commissione. Grazie per essere qui e per quello che ha appena detto.

Con  la sua presenza si ribadisce che le nostre Istituzioni, insieme, sentono la responsabilità di non dimenticare e riaffermare che la nostra Europa nasce dal punto più basso di dolore della nostra storia contemporanea, dal degrado morale di società che si credevano immuni a scatenare l’orrore e non hanno percepito il pericolo del nazismo e del fascismo, dal grido delle madri che in tutti i nostri paesi, a qualunque fronte appartenessero, ogni qualvolta hanno ricevuto la notizia di un figlio morto hanno urlato ‘mai più la guerra’.

Ma quante volte, cara Ursula, in questi anni ci siamo sentiti dire da tanti cittadini, “ma in fondo cosa è l’Europa… ma via, l’Europa non esiste, e poi, a cosa serve l’Europa?”

Poi si viene qui - o nei cento, mille luoghi della disumanità prodotta dalla cultura europea - e le risposte arrivano. Domande semplici, per risposte impegnative per tutti.

Non vi è dubbio che in luoghi come questi riecheggi la voce muta degli uccisi, degli innocenti, il grido “viva la libertà, viva l’Italia” spezzato dalle fucilate a Cibeno dove vennero assassinati importanti dirigenti della Resistenza. Qui a Fossoli.

Mi hanno sempre colpito gli occhi delle vittime, la fissità degli occhi che guardano, ma non vedono. Sì, gli occhi dell’umanità privata di umanità. E, guardate, gli occhi delle vittime sono sempre gli stessi. Sono quelli delle foto nei lager, dei condannati a morte, quelli che ritroviamo sempre, in ogni guerra, in ogni persona violentata, annientata, in tutti coloro che cercano di salvarsi, nelle donne umiliate, nelle colonne di famiglie che scappano, nei bambini smarriti, in coloro che annegano, che si aggrappano alla vita e la perdono.

Gli occhi di Mauthausen, come gli occhi di Srebrenica, dei profughi siriani, delle mamme riprese sui gommoni prima di annegare nella corsa verso una felicità che non arriverà mai per la nostra indifferenza.

Gli occhi che vediamo nelle fotografie delle vittime e dei prigionieri ogni qualvolta viene a mancare la libertà e il diritto, e tutte le volte che libertà e diritto non si sposano con la giustizia.

Il mio pellegrinaggio oggi qui ha un solo motivo.

Ricordare che non basta credere di essere al riparo, e ribadire che l'orrore che ci travolse nasceva dentro grandi culture democratiche, liberali, progressiste anche, in un tempo di grandi invenzioni tecnologiche, di scoperte, di artisti, letterati e filosofi cosmopoliti e pieni di ingegno, ma tutti, tutti, incapaci di fiutare per tempo il pericolo del fascismo e del nazismo.

Culture sicure che non fosse possibile un capovolgimento dei valori fondamentali di umanità e civiltà.

Quello che accaduto è il risultato di società consapevoli dei diritti, ma incapaci di farli prevalere contro i pregiudizi e gli odi. Società dal temperamento anche pacifista, ma incapaci di sradicare la pandemia della guerra. Società che si credevano migliori del proprio vicino, esasperando un antagonismo che ha trasformato l’amore per la propria terra in nazionalismo fanatico e criminale.

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