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PRESE DI POSIZIONE SULL’IMMIGRAZIONE CONDIVISE E APPROVATE DAL CIME

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In vista della riunione a Strasburgo della Commissione il prossimo 8 settembre e del vertice straordinario dei ministri dell’Interno il 14 settembre che affronterà l’“emergenza” dei flussi migratori, il CIME ha esaminato e condivide una serie di posizioni espressione di iniziative dei Movimenti Europei in vari paesi e di altre organizzazioni legate alla sua attività. Inoltre il Consiglio di Presidenza del Movimento europeo ha approvato il 7 settembre, la seguente dichiarazione sulla politica di immigrazione:



CAMBIAMO ROTTA
DICHIARAZIONE DEL CIME sulla politica di immigrazione


Un nuovo vertice straordinario dei ministri dell’interno si riunirà a Bruxelles il 14 settembre per affrontare l’“emergenza” dei flussi migratori e il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha chiesto ai rappresentanti degli Stati membri di discuterne nel quadro dell’Assemblea generale il prossimo 30 settembre.

Quel che sta avvenendo fra l’Africa e l’Europa attraverso il Mediterraneo, nelle Americhe e in Asia non è tuttavia un’emergenza umanitaria ma è un mutamento demografico epocale e permanente nei rapporti fra le popolazioni nel mondo come conseguenza della radicalizzazione delle crisi a cui le istituzioni internazionali e gli Stati non hanno voluto dare risposte adeguate ed urgenti.

Nel corso degli anni si è rarefatta la protezione dei diritti fondamentali e il riconoscimento della dignità dell’Uomo, la difesa dell’ambiente, la garanzia di beni comuni come l’acqua, l’alimentazione, la salute, l’educazione, la democrazia, la convinzione che i contrasti fra gli Stati e all’interno degli Stati devono essere risolti in modo pacifico per cancellare la paura degli orrori delle guerre, il rispetto delle diversità culturali e religiose.

Oggi la vera sfida sta in un rapido cambiamento di rotta per rispondere al mutamento demografico, per mettere fine alle crescenti rarefazioni e creare le condizioni di un sistema internazionale governato democraticamente che garantisca a tutti beni comuni.

Facciamo nostro il grido di Papa Bergoglio: “Globalizziamo la solidarietà”.

Gli Stati e le istituzioni internazionali hanno preso in questi anni impegni collettivi e hanno creato strumenti politici, giuridici e finanziari riassunti negli “Obiettivi del Millennio” che sono all’ordine del giorno della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite.

L’Unione europea ha innovato con il Trattato di Lisbona le politiche europee di asilo e di immigrazione fondandole sui valori del rispetto della dignità umana, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti dell’Uomo.

E’ necessario che l'UE svolga una politica estera più incisiva, anche attraverso interventi straordinari, verso i paesi e le aree di crisi più coinvolte non nel processo di emigrazione, ma di spostamenti biblici a cui stiamo assistendo. Un fenomeno così straordinario non si risolverà con i soliti interventi "ordinari".

Cambiare rotta oggi si deve e si può.

L’Unione europea deve confermare:

- che le politiche di controllo alle frontiere, di asilo e di immigrazione sono comuni,
- che esse sono fondate sul principio di solidarietà, applicato a tutte queste politiche e non solo all’accoglienza dei rifugiati,
- che queste politiche comuni sono elaborate, decise e applicate su proposta della Commissione e su decisione del Consiglio a maggioranza e del PE,
- che essa è una “comunità di diritto” fondata sul ruolo esteso e rafforzato della Corte di Giustizia

Noi chiediamo:

- come misure immediate che la Commissione proponga e il Consiglio e il PE decidano: l’interruzione delle misure di respingimento individuale e collettivo (conformemente alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e al protocollo del 31 gennaio 1967), l’apertura di vie d’accesso legali, la tutela dei minori non accompagnati e la facilitazione dei ricongiungimenti familiari, l’accelerazione delle procedure per la concessione di visti umanitari e di permessi di protezione temporanea, l’aumento dell’attività di ricerca e salvataggio in mare, il rafforzamento in risorse finanziarie e umane dei quattro Fondi europei (per le frontiere esterne, per l’integrazione di cittadini di paesi terzi, per i rifugiati e per i rimpatri),
- come misure a medio termine, la creazione dell’Agenzia Europea d’asilo, programmi di resettlement obbligatori per gli Stati membri, politiche di inclusione che coinvolgano anche le aree interne in via di spopolamento, la revisione del Regolamento di Dublino-3 basata su una coerente politica di asilo europea,
- come misure a lungo termine, il diritto del suolo (ius soli) come regola comune nell’Unione europea, il passaggio della cooperazione allo sviluppo e della politica degli aiuti alimentari dalle competenze concorrenti a quelle esclusive, l’estensione della procedura legislativa ordinaria e dunque del potere di decisione del PE all’adozione delle misure urgenti in caso di afflussi improvvisi di immigrati,
- come posizione comune dell’Unione europea nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la predisposizione e il presidio congiunto UE-ONU delle vie di accesso legale per chi fugge dalle guerre e dai disastri climatici ed economici, la centralità dello sviluppo del continente africano negli Obiettivi del Millennio, l’impegno al rispetto dei principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo e delle Convenzioni che hanno consacrato nel tempo diritti collettivi.

 

 

icon Dichiarazione CIME - vers. italiano (50.08 kB)

icon Dichiarazione CIME - vers. inglese (42.93 kB)

 

 

Tra gli altri documenti di cui il CIME condivide lo spirito e le proposte, vi sono anche:

- Le prese di posizione del Movimento Europeo tedesco e quella in comune tra Movimento Europeo tedesco e danese


- La lettera aperta delle organizzazioni partecipanti al progetto europeo LADDER


- L’appello del Civil Society Europe (icon Call Migration- CSE (41.94 kB) )

 

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