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SEMINARIO “OFFICINA 2014” SUL TEMA AMBIENTE

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Lo scorso 28 giugno si è tenuto il settimo seminario organizzato nel quadro del progetto Officina 2014 – Italia in Europa volto alla preparazione della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. Il dibattito si è svolto presso la sede della Rappresentanza della Commissione europea a Roma ed ha riguardato le politiche legate all’ambiente e ai cambiamenti climatici. Al seminario sono intervenuti il dott. Andrea Vettori della DG Ambiente e la dott.ssa Luisa Pierantonelli del Ministero dell’Ambiente; a moderare il dibattito, l’Ambasciatore Rocco Cangelosi ed il dott. Stefano Milia, rispettivamente Vice Presidente e Segretario generale del CIME. Al dibattito hanno preso parte esponenti delle istituzioni e della società civile, nonché rappresentanti del mondo sindacale e imprenditoriale.

 


Il dott. Milia ha introdotto il seminario illustrando gli obiettivi del progetto Officina 2014 e sottolineando in particolare l’importanza, a questo stadio della preparazione del semestre europeo, del coinvolgimento degli stakeholders nell’individuazione delle priorità della Presidenza italiana.

Il dott. Vettori ha presentato le priorità generali del VII programma d'azione ambientale che indica le linee principali per la politica ambientale europea dal 2014 al 2020 ed ha proseguito esponendo le proposte legislative della Commissione attualmente in discussione e quelle in programma per il 2014 con un focus particolare sui principali dossier legislativi che potrebbero essere sul tavolo della Presidenza Italiana nella seconda metà del 2014.

Living well, within the limits of ourplanet
Le priorità ambientali dell’Unione europea 2014 – 2020 sono contenute nel piano d’azione europeo per l’ambiente Living well, within the limits of our planet, unico documento strategico delle priorità politiche dell’Unione europea ad essere adottato in co-decisione. La Commissione ha proposto il testo legislativo a fine novembre 2012 e sotto l’impulso della Presidenza irlandese si è giunti ad un accordo in sede di trilogo che prevede modifiche all’atto molto limitate che ne accrescono il livello di ambizione in particolar modo in relazione all’efficienza nell’utilizzo delle risorse, alla qualità dell’aria, ai prodotti chimici, etc.
In sede COREPER, tuttavia, Polonia e Ungheria hanno espresso la loro posizione contraria all’accordo per i riferimenti ai cambiamenti climatici contenuti nel testo. Il 10 luglio è previsto il voto della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, mentre l’adozione definitiva dovrebbe avvenire verosimilmente nella sessione plenaria in autunno.
Il testo focalizza l’attenzione sul tema della crescita sostenibile e sulle opportunità che essa offre. Il fatto di includere tutte le politiche ambientali, inclusi i cambiamenti climatici in un unico quadro normativo consente di valorizzare le sinergie tra le varie politiche e di fornire un approccio più coerente per la loro attuazione.

Il documento individua nove obiettivi prioritari di cui tre di tipo tematico (1. Resilienza ecologica/capitale umano; 2. Crescita verde e competitiva – economia a basse
emissioni di carbonio ed efficiente nell'impiego delle risorse; 3. Salute e ambiente, benessere dei cittadini). Le priorità così delineate necessitano di un quadro di sostegno da realizzarsi attraverso il miglioramento dell’attuazione della legislazione esistente, nonché della conoscenza scientifica; la coerenza degli investimenti previsti dai fondi delle altre politiche comunitarie con gli obiettivi di sostenibilità; l’incremento delle eco-innovazioni per far sì che anche il settore finanziario premi l’eco-sostenibilità. Infine, il testo fa riferimento a due dimensioni spaziali: una è a livello urbano e si concentra sulle sfide ambientali (rifiuti, traffico, qualità dell’aria, etc.) che dovranno essere affrontate dai grandi agglomerati urbani in cui - si prevede - abiterà circa l’80%dei cittadini europei. Quanto alla dimensione internazionale, essa attiene principalmente ai rapporti con gli Stati terzi in materia ambientale, siano essi partner tradizionali dell’Unione europea (Stati Uniti, Canada, Brasile, Cina, India), siano essi paesi che rientrano nella politica di vicinato (paesi del sud del Mediterraneo, dell’Est Europa, dei Balcani).

Tra i principali messaggi chiave della proposta legislativa, si sottolinea in particolare:
i. L’urgenza di migliorare l’attuazione della legislazione esistente e le strategie già adottate.A tal proposito, un elemento innovativo è costituito dalla previsione di azioni per la protezione del suolo e del territorio;
ii. La necessità di attuare le azioni delle tabelle di marcia sull'efficienza delle risorse e dell'economia a basso tenore di carbonio, per aumentare l'innovazione, ridurre le emissioni di gas a effetto serra, creare un'economia circolare, minimizzare gli impatti ambientali. Tra le innovazioni, vi è il focus sull’analisi delle conseguenze del ciclo di vita del prodotto in modo da avere sistemi di produzione e di consumo più sostenibili e coerenti tra di loro;
iii. L’obiettivo di intensificare gli sforzi per migliorare la qualità dell’aria e per affrontare efficacemente gli effetti combinati delle sostanze chimiche e i rischi relativi ai perturbatori endocrini;
iv. La necessità di lavorare sulle informazioni per migliorare l’attuazione della legislazione; a tal proposito, la Commissione sta vagliando l’ipotesi di impiegare contratti di partenariato come dei sistemi complementari alle proceduredi infrazione. Sul tavolo della Commissione vi è anche una proposta che mira a realizzare un sistema di sorveglianza più uniforme all’interno dell’Unione europea.

Semestre di Presidenza italiana: quali priorità per la politica ambientale?
Il work program della Commissione per il 2014 è attualmente in fase di discussione, per cui sarà possibile conoscere in modo più dettagliato le proposte legislative del prossimo anno solo nell’autunno 2013. Il semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea coinciderà, inoltre, con un forte periodo di transizione e di mutamenti istituzionali (elezioni del Parlamento europeo a maggio; insediamento della Commissione Europea a novembre). La Commissione fisserà una data oltre la quale non presenterà più nuove proposte legislative che non siano di routine o preventivamente concordate per evitare quanto accaduto in precedenza con la direttiva Bolkestein.

Principali proposte legislative e non-legislative già presentate
La revisione della Direttiva sulla Valutazione d'Impatto Ambientale - COM(2012)628 rientra tra le priorità della Presidenza lituana; la sua approvazione in prima lettura è tuttavia incerta.
L’adozione della proposta di Regolamento sull'accesso alle risorse genetiche – COM(2012)576 dipenderà anch’essa dai progressi che la presidenza lituana riuscirà a compiere.
Quanto alla proposta di Direttiva su spazio marittimo e gestione integrata delle zone costiere – COM(2012)133, alcuni Stati membri hanno espresso delle perplessità sotto il profilo del rispetto del principio di sussidiarietà. La Commissione ha nondimeno sottolineato l’importanza di una gestione integrata delle zone costiere in riferimento ad esempio all’utilizzo dei minerali presenti.
Sul tavolo vi è ancora la proposta di Regolamento relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio (CITES) - COM(2012)403, nonché la proposta di Regolamento che modifica il regolamento (UE) n. 528/2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all’uso dei biocidi per quanto riguarda determinate condizioni per l’accesso al mercato – COM(2013)288. Quest’ultimo è un regolamento già adottato ma non entrato in vigore per incorrettezze tecniche cui la Commissione sta cercando di rimediare con un emendamento.
Infine,la Direttiva quadro sul suolo – COM(2006)232 è rimasta bloccata in Consiglio per l’opposizione di una minoranza di blocco.

Principali proposte legislative e non-legislative in preparazione (soggette a valutazione d’impatto)
Per quanto riguarda la Revisione della strategia tematica sulla qualità dell'aria e pacchetto di misure legislative associate (2013), una eventuale valutazione d’impatto positiva porterebbe alla presentazione della proposta da parte della Commissione nel mese di dicembre e potrebbe costituire uno dei principali dossier legislativi discussi durante il semestre di Presidenza italiana. Analogo discorso può esser fatto relativamente allaproposta legislativa su ispezioni e controlli relativi alle spedizioni di rifiuti, nonché alla proposta legislativa sulle specie invasive.
Un’altra proposta in preparazioneè quella riguardante la valutazione ambientale, energetica e climatica per l'estrazione sicura di idrocarburi non convenzionali (e.g. gas di scisto). A fronte di una situazione di forte disomogeneità tra Stati membri, la Commissione sta valutando l’adeguatezza del quadro normativo attuale a garantire una gestione accurata del rischio ambientale e climatico dell’estrazione degli idrocarburi non convenzionali.
Una delle priorità della Presidenza italiana potrebbe essere la Revisione della strategia sui perturbatori endocrini. In sede di approvazione del VII programma quadro, l’Italia ha fortemente sostenuto l’analisi dell’impatto di tali prodotti chimici sulla salute, in particolare su alcune categorie della popolazione (donne, bambini).
In preparazione è anche la Revisione del quadro legale sulle ispezioni ambientali. La Commissione sta valutando l’ipotesi di garantire e rendere obbligatori dei livelli minimi per rendere più uniforme il sistema delle ispezioni.
La Roadmap sull'efficienza nell'uso delle risorse prevede la redazione di Comunicazioni sull'uso sostenibile del fosforo, sulle costruzioni sostenibili e sul cibo sostenibile; nonché sui rifiuti alimentari e sulla riduzione dell'uso di imballaggi di plastica.
Infine, il grandePacchetto legislativo su monitoraggio, reporting e verifica delle emissioni di CO2 del trasporto marittimofarà seguito al Libro verde presentato dalla Commissione nei mesi scorsi.

Principali proposte legislative e non-legislative in preparazione (soggette a valutazione d'impatto e alla decisione sul programma di lavoro 2014 della Commissione)
Sul lungo termine, si menzionano, inoltre, il pacchetto di proposte sull'economia circolare (target e revisione della legislazione sui rifiuti, Beyond-GDP, indicatori e obiettivi per l'efficienza delle risorse), nonché una serie di proposte adottate a seguito del Libro Verde "Un quadro per le politiche dell’energia e del clima all’orizzonte 2030 – COM(2013)0169".
Si segnala, infine, la preparazione della Conferenza delle parti della Convenzione sulla biodiversità che avrà luogo nell’ottobre 2014 in Corea e sulla quale la presidenza italiana dovrà trovare un accordo sul mandato per le negoziazioni, nonchéquella della Conferenza delle parti della UNFCC (Convenzione sul clima) nel dicembre 2014.

Diplomazia ambientale

L’Ambasciatore Cangelosi è successivamente intervenuto sottolineando l’importanza dell’ambiente come elemento propulsivo della politica europea in campo internazionale. L’Ambasciatore ha espresso l’auspicio che la Presidenza italiana possa dare un forte impulso alle tematiche ambientali ed ai relativi investimenti i quali risultano strategici anche sotto il profilo occupazionale. Il tema della crescita, che prende un nuovo slancio con la decisione del Consiglio europeo di stanziare otto miliardi contro la disoccupazione giovanile, è strettamente connessa all’ambiente e alla green economy.
Un altro importante spunto di riflessione è costituito dall’estrazione dello shale gas, questione che sta suscitando un dibattito vivace tra gli esperti che tendono a valutare da un lato, l’impatto ambientale del fracking, ossia della tecnica di esplorazione ed estrazione dello shale gas e dall’altro, le enormi potenzialità in termini di indipendenza energetica e le conseguenti implicazioni da un punto di vista geopolitico.
Si è, infine, ricordata la centralità dell’ambiente nelle relazioni con il Mediterraneo come elemento insieme di sviluppo e di cooperazione per la pacificazione e la stabilità regionale.

Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Sviluppi recenti
Il 16 aprile 2013 la Commissione europea ha adottato la strategia di adattamento ai cambiamenti climatici con l’obiettivo di limitare l’impatto dell’aumento delle temperature globali. Nella strategia gli Stati membri vengono invitati ad adottarne delle proprie a livello nazionale, tenuto conto delle specifiche vulnerabilità e coerentemente con le scadenze fissate nel Libro bianco della Commissione europea "Adattarsi ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo”.
Il Ministero dell’Ambiente ha da sempre promosso delle iniziative e delle azioni nel più ampio contesto delle politiche esistenti di tutela dell’ambiente, di prevenzione dei disastri naturali, di gestione sostenibile delle risorse naturali e di tutela della salute. Tuttavia, in linea con quanto stabilito nel Libro bianco della Commissione, il Ministero ha ritenuto necessario avviare un processo per l’elaborazione della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici in modo da garantire la tempestiva ed efficace adozione delle misure di adattamento necessarie, coerentemente con i vari settori e livelli di governo interessati.
A tal proposito, il Ministero ha convocato nel febbraio 2012 un tavolo tecnico con i rappresentanti dei principali istituti di ricerca per predisporre una road map finalizzata alla redazione della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
Il primo passo per l’elaborazione della strategia ha previsto una preventiva fase di consultazione con scienziati, ricercatori ed esperti nazionali. La fase di consultazione ha permesso di disporre di risultati scientifici attendibili e aggiornati attraverso la somministrazione di un questionario finalizzato alla raccolta delle valutazioni degli stakeholders sulle necessità specifiche e le barriere per eventuali azioni e misure di adattamento. Il dialogo con le parti interessate è risultato di fondamentale importanza per l’elaborazione della strategia nazionale la cui attuazione implica importanti ristrutturazioni in alcuni settori socio-economici particolarmente dipendenti dalle condizioni meteo-climatiche o in comparti particolarmente esposti ai cambiamenti climatici.
Sulla base di tali consultazioni, il Ministero sta predisponendo una prima bozza di strategia nazionale che verrà pubblicata onlineentro fine luglio per raccogliere le osservazioni degli stakeholders in un secondo round di consultazioni. Entro fine anno è prevista la redazione della versione finale della strategia.
Inoltre, si tratterà di coinvolgere le istituzioni a livello nazionale e locale per stabilire un ordine di priorità nell’individuazione delle misure e delle azioni sostenibili da un punto di vista ambientale ed economico. L’attenzione rivolta nei confronti delle tematiche connesse ai cambiamenti climatici e più in generale all’ambiente ha, infatti, delle ricadute positive sul piano della sostenibilità ambientale in un paese, come l’Italia, soggetto a forti vulnerabilità, quali il dissesto idrogeologico e la siccità. Le misure green rappresentano poi un elemento fondamentale e strategico per rilanciare l’economia e l’occupazione.
Perché la strategia nazionale non si traduca in una mera dichiarazione di principi, è necessario destinare maggiori risorse per finanziare gli investimenti in tale settore. In questo senso, i fondi strutturali europei giocheranno un ruolo fondamentale, dal momento che il 20% delle risorse a disposizione per il prossimo settennato verranno destinate al lotta ai cambiamenti climatici. La dott.ssa Pierantonelli ha concluso il suo intervento auspicando altresì l’introduzione di meccanismi che rendano meno rigido e più celere l’impiego stesso dei fondi strutturalifinalizzati al finanziamento di interventi a favore della protezione ambientale e del rilancio occupazionale.

Dibattito conclusivo

Dal dibattito successivo agli interventi, è emersa una generale insoddisfazione principalmente nei confronti della fase discendente del processo legislativo. Sono stati lamentati ritardi nel recepimento della legislazione europea a livello nazionale e locale. Tali ritardi hanno un impatto negativo sulla capacità di attuare le direttive ai diversi livelli e si riflettono sull’elevato numero di procedimenti di infrazione a carico dell’Italia. Il recepimento delle direttive in ambito ambientale è ulteriormente complicato dal fatto che esso richiede il coinvolgimento di più ministeri, essendo un settore orizzontale. Per porre rimedio a questo problema, cui la recente approvazione della legge 24 dicembre 2012, n. 234 tenta di dare una risposta, si ritiene necessario un ulteriore rafforzamento degli organi di coordinamento quali la Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza Unificata. A questo proposito, la dott.ssa Pierantonelli ha evidenziato come l’elaborazione della strategia nazionale ai cambiamenti climatici risponda proprio all’esigenza di migliorare l’attuazione della legislazione europea esistente fornendo un quadro normativo coerente declinato in ogni settore. In altri termini, la strategia nazionale avrà la doppia valenza di fortissimo stimolo all’attuazione delle direttive e di vincolo nel recepimento delle direttive in modo da garantire la coerenza con le diverse pratiche settoriali. In questa prospettiva, infine, il Ministro Orlando ha accolto la richiesta per la ricostituzione del Consiglio economico e sociale per le politiche ambientali che raccoglie rappresentanti del mondo imprenditoriale e sindacale. Tale organismo avrà anche la funzione di discutere dei capitoli di spesa che si vuole affrontare coerentemente con le politiche elaborate.
E’ stato notato, invece, che la valutazione d’impatto introdotta dal Trattato di Lisbona ha sortito effetti positivi sia sulla fase ascendente sia sulla fase discendente del processo legislativo. In particolare, essa risolve in modo preventivo la questione della sussidiarietà e della proporzionalità dell’intervento del legislatore europeo, al contempo rendendo più semplice il lavoro di traduzione delle direttive da parte del legislatore nazionale e subnazionale.
Un tema attorno al quale si è manifestato un grande consenso da parte degli stakeholders, oltre che dei relatori è quello dell’educazione ambientale e della formazione professionale concernente i cosiddetti green jobs. Si è auspicato un maggiore coinvolgimento delle scuole attraverso la promozione di iniziative (premi, giornate dell’ambiente, coltivazione di piante) per sensibilizzare le nuove generazioni rispetto alle politiche ambientali, con particolare riferimento alla biodiversità, alla gestione dei rifiuti e ai cambiamenti climatici. Tale questione è strettamente connessa a quella più ampia dell’informazione e della prevenzione: eventi e campagne di sensibilizzazione difettano di visibilità e hanno poca presa sull’opinione pubblica.
Si è riflettuto, infine, sul ruolo dell’Unione europea nella predisposizione di un’agenda maggiormente ispirata all’ambiente e alla green economy sulla scorta della svolta effettuata di recente dai governi cinese e statunitense. Si è espressa la necessità che l’Unione europea coltivi con maggiore convinzione e maggiori investimenti l’innovazione in questo settore e sostenga lo sviluppo di nuove tecnologie, in tal modo facendo dell’ambiente il volano dell’economia e l’elemento cardine del rilancio della competitività con prodotti più tecnologici, più innovativi e a basso costo.

 

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