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“OFFICINA 2014” SI INTERROGA SU OCCUPAZIONE E POLITICA SOCIALE

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Il seminario tematico sui temi del CONSIGLIO, OCCUPAZIONE POLITICA SOCIALE, SALUTE E CONSUMATORI (per le parti relative all’OCCUPAZIONE e POLITICA SOCIALE), secondo della serie di questi incontri previsti dal progetto “Officina 2014: l’Italia in Europa”, che si è svolto a Roma il pomeriggio del 28 novembre presso la sede nazionale della Unione Italiana per il Lavoro (UIL). Esso ha evidenziato la complessità ma anche la funzione strategica di tali due politiche per ricostruire un rapporto tra istituzioni europee e cittadini in questo particolare momento di crisi.

 

La discussione è stata introdotta dal Dott. Pietro Tagliatesta (Coordinatore del Desk Italia presso la
Direzione Generale EMPL della Commissione Europea) e dal Dott. Paolo Reboani ( Presidente e AD di Italia Lavoro) e dal Min. plen. Gabriele Altana (Coordinatore dell’Unità di preparazione del
Semestre italiano di Presidenza – Ministero degli Affari Esteri). Sono stati invitati a portare le proprie istanze sindacati, organizzazioni imprenditoriali eorganizzazioni della società civile attive su temi del sociale (20 rappresentanti accreditati) .

Gli esperti, chiamati a descrivere la situazione nei due settori e a circoscrivere i dossier che più probabilmente ricadranno tra le questioni che si troverà a dover affrontare anche la Presidenza italiana hanno subito utilizzato come principale parametro di riferimento l’impegno preso da tutti gli Stati membri per la realizzazione della Strategia EUROPA 2020.


In particolare, il Dott. Tagliatesta ha dettagliatamente analizzato l’attuale scarsa ambizione e le difficoltà che l’Italia sta mostrando nei confronti del raggiungimento di gran parte degli obiettivi previsti. Come problemi più urgenti da affrontare per il nostro paese ha evidenziato, la disoccupazione giovanile e quella femminile, l’utilizzo adeguato dei fondi europei. Tra le principali opportunità su cui puntare, invece, ha fatto riferimento allo sviluppo dell’apprendistato, il miglioramento della qualità dei servizi per l’impiego, la silver economy e gli ICT jobs oltre che a un utilizzo migliore della prossima nuova programmazione dei fondi FSE che saranno prevedibilmente più orientati all’inclusione sociale.


Il Dott. Reboani invece ha messo in evidenza come l’Italia dovrebbe contribuire ad un rilancio del Consiglio occupazione dell’Unione, poiché tale formazione appare, da qualche anno, fortemente entrata in crisi a causa di due limiti fondamentali: la debolezza delle basi giuridiche dei Trattati e il fatto che in tali materie si sta facendo particolarmente sentire le logiche di difesa delle sovranità nazionali. Questo ha come conseguenza una rarefazione dei dossier legislativi nei settori occupazione e affari sociali e una sempre minore propensione della stessa Commissione a interventi strategici in questo settore.
Raccomanda quindi di riflettere su alcuni temi forti su cui puntare le priorità. Ad esempio: migliore funzionamento dell’FSE, evoluzione del concetto di flexicurity (anche in uscita) e di mobilità del lavoro (anche nelle fascie medio-basse), sviluppo di pilastri pensionistici più avanzati con un maggiore protagonismo dei fondi pensione e un nuovo livello di partecipazione dei lavoratori, maggiore protagonismo e ruolo delle parti sociali in dimensione europea, individuazione di precisi obiettivi politici che vengano anche appoggiati attivamente dal Parlamento Europeo.

Prima dell’apertura del dibattito generale il Min.plen. Altana, ha inoltre fornito un rapido quadro della preparazione del Semestre italiano, assicurando che occupazione e crescita dovrebbero essere tra le priorità che verranno scelte insieme a ricerca, ambiente, politiche migratorie e asilo, politiche di vicinato (in particolare verso il Mediterraneo), alimentazione e agricoltura.
Ha ricordato che comunque il Semestre italiano si collocherà anche in momento particolarmente delicato sul fronte delle nomine dei nuovi protagonisti istituzionali UE e che tale circostanza prevedibilmente impegnerà molte energie negoziali.

Il dibattito generale è stato caratterizzato in particolare dagli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali presenti, che manifestano una preoccupazione crescente riguardo alle attuali ricette dell’UE nell’affrontare la crisi. Specialmente evidenziando il fatto che le politiche occupazionali e sociali vengano quasi esclusivamente analizzate ormai in sede ECOFIN e con un ottica essenzialmente volta alla diminuzione della spesa pubblica, modalità con la quale ritengono che non possa essere risolto alcuno dei gravi problemi esistenti. Nuove proposte in tema di governance europea di questi settori, maggiore coinvolgimento delle parti sociali, migliore utilizzo dei fondi pensione, misure fiscali innovative e comuni, ruolo attivo delle autonomie locali con politiche sociali anticicliche, sono tra le soluzioni che emergono nel dibattito.

Viene, inoltre, evidenziata la necessità, ma anche la difficoltà attuale, della regolamentazione europea nel settore occupazionale, dove i diversi stadi di ratifica di alcune Convenzioni stanno creando forti tensioni e le revisioni di direttive fondamentali tardano talmente tanto da essere spesso già superate nel momento della loro entrata in vigore.

Chiaramente oltretutto emerge che, nel complesso, se la Presidenza italiana volesse avere un ruolo propositivo e attivo su queste politiche durante il proprio semestre, preliminarmente dovrà ancora fare un grande lavoro di recupero di pesanti ritardi ancora esistenti rispetto a molti standard europei.

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