OFFICINA 2014: L’ITALIA IN EUROPA – Il Nuovo Meccanismo Europeo di Protezione Civile

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Lo scorso 13 dicembre si è tenuto il seminario “Il Nuovo Meccanismo Europeo di Protezione Civile. Presentazione della Decisione che disciplinerà la cooperazione di protezione civile a livello europeo” presso lo Spazio Europa, spazio gestito dall'Ufficio d'Informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. L’incontro, promosso dal Consiglio Italiano del Movimento Europeo in collaborazione con la Protezione civile, si iscrive nel quadro del progetto “Officina 2014: L’Italia in Europa”, volto al coinvolgimento della società civile nell’attività preparatoria del semestre di Presidenza Italiana.


Dopo i saluti di apertura di Luigi D’Angelo, Responsabile Relazioni Internazionali del Dipartimento della Protezione Civile e di Pier Virgilio Dastoli, Presidente del Movimento Europeo - Italia, si è aperta la prima sessione di interventi dedicati nello specifico ad illustrare la proposta della Commissione Europea. Hans Das, Capo Unità politiche di protezione civile, Direzione Generale Aiuto Umanitario e Protezione Civile (DG ECHO) della Commissione Europea e l’On. Elisabetta Gardini, relatrice al Parlamento europeo per la Decisione sul nuovo Meccanismo europeo hanno condotto una riflessione sulla riforma dei meccanismi della Protezione civile a livello europeo recentemente approvati dalla plenaria a Strasburgo e in attesa dell’approvazione definitiva, prevista per fine mese, del Consiglio.
La riforma, adottata per la prima volta nel settore della protezione civile secondo la procedura legislativa ordinaria, contiene delle disposizioni che mirano da un lato, al rafforzamento della prevenzione, del coordinamento e della risposta comunitaria a catastrofi naturali e di origine umana, come terremoti, maree nere o incendi boschivi; dall’altro, fornisce maggiori finanziamenti a disposizione degli Stati membri. Il budget della Protezione civile per il periodo 2014-2020 è stato, infatti, aumentato a 368,428 milioni di euro.
La proposta di Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio su un meccanismo unionale di protezione civile sostituisce le due decisioni del Consiglio relative al Meccanismo comunitario per la protezione civile e allo Strumento finanziario per la protezione civile, riunendole in un unico atto giuridico.
Le nuove regole aggiornano il meccanismo di protezione civile dell'UE, assicurano maggiori finanziamenti e semplificano la procedura per mettere in comune risorse quali squadre di soccorso e aerei, facilitando interventi anche per catastrofi al di fuori dell'UE.
Per prevenire efficacemente le catastrofi, i paesi europei potranno dunque coordinarsi meglio per rispondere ai disastri e condividere, su base regolare, le informazioni sulla valutazione dei rischi, sullo scambio di migliori pratiche nonché individuare congiuntamente i punti che richiedono ulteriori sforzi.
Gli addetti alla protezione civile che operano al di fuori dei loro paesi d'origine potranno avvalersi di più formazione e saranno previste più esercitazioni per testare le capacità di reazione, quali squadre di ricerca e di soccorso e ospedali da campo. Verrà inoltre istituito un pool di forze di soccorso in "stand by" sempre pronto in caso di emergenza, che sarà finanziato con risorse degli Stati membri su base volontaria.
Gli esperti del secondo panel - Jan Alhadeff, Capo Unità Protezione Civile del Segretariato Generale del Consiglio UE e Tatjana Milkamanovic, Capo della Divisione pianificazione delle emergenze, Dipartimento Vigili del Fuoco e Soccorso in rappresentanza della Presidenza lituana del Consiglio UE – hanno inquadrato il tema della protezione civile e della riforma in via di approvazione dal punto di vista degli Stati membri.
Sono stati evidenziati le principali modifiche alla disciplina normative vigente e gli elementi di innovazione. In primo luogo, è stato sottolineato che la base legale della decisione è l’art. 196 TFUE che prevede la procedura legislativa ordinaria per questa materia. Il nuovo meccanismo di protezione civile si applica alle catastrofi naturali e di origine umana che avvengo sul territorio europeo ed extra europeo. Il legislatore europeo ha inteso porre una maggiore enfasi sul braccio preventivo delle catastrofi, sulla gestione dei rischi e preparazione attraverso una serie di strumenti ad hoc che rendano il sistema più prevedibile e gestibile in modo efficiente, grazie anche al coinvolgimento delle autorità locali e regionali.
Le Decisioni del Consiglio 2007/779 EC e 2007/162/EC si fondono in un’unica Decisione del Consiglio e del Parlamento europeo che contiene norme generali sul Nuovo Meccanismo Europeo di Protezione Civile e norme che regolano lo strumento finanziario. Il Nuovo Meccanismo Europeo di Protezione Civile entrerà in vigore il 1 Gennaio 2014 e coprirà il periodo 2014-2020. Rispetto al budget previsto per il periodo 2007 – 2013 pari ad un ammontare di 189.3 milioni di euro, lo strumento finanziario per la protezione civile conoscerà un incremento per il prossimo settennato, avendo predisposto un bilancio pari a 368.3 milioni di euro.
Il Meccanismo Europeo di Protezione Civile è aperto ai paesi EFTA, ai membri dell’EEA, ai paesi candidati e ai paesi candidati potenziali. Questi ultimi potranno beneficiare dell’assistenza finanziaria anche se decideranno di non partecipare al meccanismo unionale di protezione civile.
La nuova disciplina contiene misure che mirano a migliorare la prevenzione delle catastrofi attraverso una più approfondita e coordinata conoscenza dei rischi tra gli Stati membri; mediante valutazioni di rischi che includeranno: un quadro generale dei rischi preparato a livello comunitario; un piano per la gestione dei rischi; una valutazione della capacità di gestione dei rischi e le peer review.
Il cuore operativo del Meccanismo è rappresentato dal Centro di Coordinamento di Risposta all'Emergenza (ERCC), ossia la componente operativa in grado di reagire immediatamente 24 ore su 24.
L'ERCC prevede lo sviluppo di sistemi di rilevamento e di allerta rapida per le catastrofi che possono colpire il territorio degli Stati membri; il sostegno per ottenere l’accesso alle risorse di attrezzature e di trasporto; lo sviluppo di moduli di protezione civile, ovvero unità specializzate di intervento composte da personale, mezzi e attrezzature messi a disposizione dai Paesi membri e “confezionati” secondo la funzione da svolgere e secondo specifici criteri.
La riforma prevede anche un programma di formazione (corsi congiunti), reti aperte a centri di protezione civile, altri attori rilevanti e istituzioni competenti, programma delle “lezioni imparate”.
L’attuazione del nuovo meccanismo europeo di protezione civile porterà ad un approccio più coerente alle catastrofi naturali e originate dall’uomo. Si potranno comprendere più a fondo i rischi, migliorare il livello di preparazione, pianificare delle risposte più efficaci a costi più contenuti.
Le conclusioni sono state affidate, infine, a Vincenzo Spaziante, Direttore dell’Ufficio Relazioni Istituzionali presso il Dipartimento della Protezione civile il quale ha sottolineato la necessità di creare una prassi costante per fare il bilancio di ciò che funziona e ciò che non funziona per migliorare la capacità di immediatezza, comunicazione e prospettiva di verifica, e salvaguardare lo strumento normativo per evitando derive burocratiche.