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Newsletter 23 Settembre/2024 - L'EDITORIALE

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COMMISSIONE EUROPEA: UN BICCHIERE MEZZO VUOTO E SIGNFICATIVI SILENZI

Suddivido le mie riflessioni in tre punti:

  • il primo riguarda gli aspetti istituzionali che sono evidentemente anche politici,
  • il secondo riguarda quello che si potrebbe chiamare un bicchiere mezzo pieno,
  • il terzo riguarda quello che è invece un bicchiere mezzo vuoto con molti interrogativi.

Per quanto riguarda gli aspetti politici e istituzionali siamo di fronte ad una evidente evoluzione delle regole previste dal Trattato perché Ursula von der Leyen

  • ha affermato un suo ruolo preminente che va al di là del principio di primus inter pares,
  • ha corretto e qualche volta modificato i suggerimenti che le sono pervenuti dai governi sui “portafogli”,
  • ha usato a suo vantaggio la politicizzazione nella formazione della Commissione,
  • ha definitivamente accantonato la ripartizione delle competenze attraverso un dibattito fra i membri della Commissione escludendo quindi la collegialità di una decisione che avveniva in passato e fino alla Commissione Santer,
  • e ha lavorato alla ricerca un equilibrio politico con l’obiettivo di rafforzare la sua posizione verso il Parlamento europeo.

Nonostante l’ostilità dei governi, Ursula von der Leyen è riuscita nell’intento di mantenere un relativo equilibrio fra uomini e donne (11 donne rispetto alle precedenti 12 su 27) con 4 donne Vicepresidenti e 2 uomini.

Ursula von der Leyen si è adattata volenterosamente al fatto che in questi cinque anni sono considerevolmente aumentati i governi di centrodestra e che il PPE si è rafforzato nelle elezioni europee con la conseguenza che ci saranno ora quattordici commissari del PPE e cioè che essi costituiscono la maggioranza della squadra rispetto ai nove della precedente legislatura.

I commissari di area socialista ottengono tuttavia due posti “di peso” fra i sei Vicepresidenti e cioè la prima Vicepresidente Teresa Ribera sarà responsabile della giusta transizione ecologica con l’obiettivo della realizzazione del Patto Verde europeo e della decarbonizzazione a cui si aggiunge la responsabilità della concorrenza, mentre la commissaria romena Roxana Mînzatu avrà la responsabilità della formazione professionale insieme a cultura ed educazione ma soprattutto al Pilastro Europeo dei Diritti Sociali con l’incarico di presentare una posposta nella primavera 2025.

Sono stati istituiti alcuni nuovi portafogli e in particolare quello della sicurezza economica affidato al socialista slovacco Maros Šefčovič, dell’economia circolare affidata alla popolare svedese Jessika Roswall, della casa collegato all’energia al socialista danese Dan Jørgensen, dell’equità intergenerazionale al socialista maltese Glenn Micallef, della semplificazione al popolare lettone Valdis Dombrovskis che sarà responsabile dell’economia e produttività sotto il controllo della presidente, del Mediterraneo alla popolare croata Dubravska Šuica, della protezione civile con riferimento alla resilienza e alla preparazione della gestione delle crisi alla liberale belga Hadja Lahbib.

In molti casi i commissari dovranno rispondere direttamente alla Presidente essendo stato fortemente indebolito, se non addirittura annullato, il ruolo di quelli che erano nella precedente Commissione i Vicepresidenti “di coordinamento” e non essendo chiaro se saranno mantenuti i cosiddetti cluster.

Nell’indicare le missioni dei commissari, Ursula von der Leyen ha assegnato compiti precisi che riguardano i primi cento giorni di lavoro della Commissione e che si possono leggere nelle ventisei lettere di missione.

Dovremo naturalmente aspettare l’esito delle audizioni attualmente previste dal 4 al 12 novembre che potrebbero - come in passato quando sono “caduti” otto candidati - riservare delle sorprese e quindi portare ad una modifica della composizione del Collegio prima del voto in plenaria sull’intera Commission che dovrà avvenire alla maggioranza dei voti espressi.

Fin qui il bicchiere quello che potremmo chiamare con una buona dose di ottimismo un bicchiere mezzo pieno.

Ma il bicchiere è invece certamente mezzo vuoto perché la ripartizione delle competenze e le lettere di missione evidenziano

  • la frammentazione del tema della democrazia e della lotta alla corruzione insieme alla protezione dello stato di diritto (Virkkunen, Brunner, McGrath)
  • la sciagurata reiterazione dell’unificazione fra le responsabilità degli affari interni e quella della politica migratoria con la conseguenza della conferma dell’approccio prevalentemente securitario che emerge con chiarezza nella lettera di missione al commissario popolare austriaco Magnus Brunner (già contestato nel Parlamento europeo) e ai riferimenti al controllo delle frontiere nelle altre deleghe,
  • la separazione fra il tema della giustizia e lo stato di diritto da una parte e degli affari interni dall’altra, indebolendo o rendendo molto difficile il completamento dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia,
  • la dispersione delle competenze in materia ambientale fra 4-5 commissari (Ribera, Kadis, Jorgensen, Tsitzikostas e soprattutto l’olandese Hoekstra) anche se Ursula von der Leyen ha promesso di voler confermare il Patto Verde europeo, la decarbonizzazione, le scadenze del 2040/2050 e l’importanza degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Come si comporterà Raffaele Fitto, se sarà confermato come commissario, fra l’impegno della sua nuova presidente e il tentativo demolitore della sua presidente uscente ?

Come era prevedibile, il tema della difesa apparirebbe limitato alle questioni industriali affidando alla vicepresidente Kallas il ruolo di “garante” del ponte fra le politiche interne ed esterne e del ruolo geopolitico della Commissione ma il commissario popolare lituano Andrius Kubilius, a cui è stato affidato, questo portafoglio si è lasciato andare a bellicose dichiarazioni sui temi militari che vanno al di là delle sue competenze.

Concludo per ora con tre punti:

1.   Il commissario popolare polacco Piotr Serafin è stato incaricato non solo del bilancio, della lotta alle frodi e della Pubblica Amministrazione, ma anche di preparare il quadro finanziario pluriannuale con la competenza delle risorse proprie sotto il controllo della presidente ma nessun impegno è stato preso per trasformare gli obiettivi indicati nel rapporto di Mario Draghi in adeguati strumenti finanziari ed anzi Ursula von der Leyen si è  affidata alla “buona volontà” degli Stati membri

2.   Nonostante il mandato dato dal Consiglio europeo alla Commissione sulla preparazione di un rapporto sulla riforma dell’Unione entro la primavera del 2025 come follow up della Conferenza sul futuro dell’Europa, il tema non è stato affidato a nessun commissario con la conseguenza della responsabilità personale della Presidente della Commissione che dovrà indicare nel suo discorso di investitura del Collegio quale risposta vorrà dare sulla revisione dei Trattati anche in vista dell’allargamento tenendo conto che anche Mario Draghi ritiene che le modifiche istituzionali non sono una “precondizione” per realizzare gli obiettivi indicati nel suo rapporto

3.   Per quanto riguarda il candidato italiano e contrariamente alla propaganda diffusa in Italia, vale la pena di ricordare che l’Italia ha sempre avuto un Vicepresidente ad eccezione della prima Commissione Ursula von der Leyen in cui Paolo Gentiloni non era Vicepresidente ma aveva un consistente portafoglio di peso, che a Raffaele Fitto  non sono state attribuite le competenze suggerite dal Governo italiano e cioè l’economia e il PNRR e che egli erediterà invece il portafoglio dalla commissaria socialista portoghese Ferreira sulle politiche di coesione e quelle regionali che regolano i fondi “a gestione indiretta” il cui ammontare è stato già pre-allocato nel Bilancio europeo 2021-2027 con la prospettiva di una sua proroga al 2028 e forse al 2029, che la commissaria Ferreira non ha avuto nessun ruolo per quanto riguarda l’attuazione del Next Generation EU, che è stato confermata da Ursula von der Leyen la sua chiusura al 31 dicembre 2026 e che la gestione del nuovo “Patto di stabilità” sarà affidata alla responsabilità del “falco” Dombrovskis con la sua partecipazione alle riunioni dell’ECOFIN e dell’Eurogruppo dove era normalmente affiancato dal Commissario Paolo Gentiloni.

Il voto sui singoli Commissari avverrà a scrutinio segreto nelle commissioni parlamentari di merito e nella commissione giuridica: salvo dichiarazioni estemporanee, non sappiamo come i parlamentari europei si esprimeranno a conclusione delle audizioni poiché il voto sarà espresso per gruppi politici mentre sapremo come si esprimeranno singolarmente e come gruppi i parlamentari in aula nel voto relativo all’intero Collegio.

23 settembre 2024

coccodrillo

 

 

 

 

  

 

 

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