Newsletter n.10/2021 - Carta dei diritti fondamentali

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Chiudiamo con l’articolo 28 della Carta dei diritti fondamentali la rassegna dedicata al tema dei diritti dei lavoratori e della sezione della stessa dedicata alla solidarietà. In particolare, i diritti a cui si fa riferimento sono in questo caso quelli alla negoziazione e alle azioni collettive. In poche parole, si sintetizza chi siano gli attori e come si possano affermare tali loro istanze: l’articolo infatti fa riferimento non solo ai lavoratori, ma anche ai datori di lavoro e, per entrambi, alle rispettive organizzazioni sindacali. Come è noto, essi agiscono in base alla legge: come infatti riporta l’articolo trattato, il diritto di negoziare e di concludere contratti collettivi è esercitato “Conformemente al diritto comunitario e alle legislazioni e prassi nazionali”. Proprio in questi giorni si è potuto riscontrare, in Italia, un esempio di come si attui tale iter e della valenza che esso assume per garantire tutele per la perequazione e rispondere alle nuove necessità poste in essere dalla sopraggiunta crisi. Attraverso la concertazione, le parti sociali possono raggiungere l’obiettivo di vedersi tutelate ciascuna per la propria parte nell’ambito dei contratti collettivi. Attraverso l’esercizio di questo diritto, ne vengono affermati anche altri: per esempio, quelli alla conciliazione tra vita familiare e vita professionale, alla sicurezza e l’assistenza sociale, alla salute.

C’è un secondo aspetto trattato nell’unico comma dell’articolo 28 ed è quello relativo alla possibilità di ricorso, per le parti sopra menzionate, “In caso di conflitti di interessi, ad azioni collettive per la difesa dei loro interessi, compreso lo sciopero”. In merito a ciò, riteniamo interessante soffermarci  su una controversia in atto che riguarda i lavoratori italiani di Amazon: è il primo sciopero al mondo che coinvolga l’azienda e interesserà il non facile aspetto della mediazione tra le parti. In era di pandemia, infatti, Amazon ha incrementato il suo volume d’affari, ma non proporzionalmente il personale ingaggiato, rendendo così più onerose le condizioni di lavoro. Si è aperta quindi con Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt una vicenda in cui si evidenzia un diverso modo di intendere i rapporti di lavoro. Infatti, come ha affermato il segretario nazionale Filt Cgil Michele De Rose, “La multinazionale americana deve prendere atto, suo malgrado, che il sindacato fa parte della storia del nostro paese e con le rappresentanze dei lavoratori deve confrontarsi, nel rispetto di un sistema corretto di relazioni sindacali e delle tutele e regole previste dal contratto nazionale Logistica, trasporto merci e spedizione”. I sindacati hanno annunciato lo sciopero per il prossimo 22 marzo, ma già si intuisce che la trattativa non sarà semplice e che, interessando anche l’articolo 28 della Carta, potrebbe anche evolvere in un ricorso alla CGUE.