Newsletter 10 Maggio/2021 - PILLOLE D'EUROPA

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Acqua, vino e Unione europea

Agli inizi del secolo scoppiò un vivace dibattito in Italia sulla cioccolata e sulla pasta: si diceva allora che l’Europa (e, per essere più precisi l’Unione europea e a suo nome la Commissione europea) aveva deciso di imporci il consumo di prodotti a basso contenuto di cacao provenienti dal Regno Unito e di spaghetti di grano tenero fabbricati dai cugini francesi che, per di più, sostenevano di aver inventato il sugo alla bolognese.

Dopo settimane di feroci accuse agli eurocrati rei di voler attentare ai gusti dei consumatori italiani, il dibattito è affogato in un bicchiere d’acqua o, meglio in una pentola per la pasta o in una tazza di cioccolata calda perché è risultato evidente che gli eurocrati non volevano attentare ai gusti degli italiani che, assaporata una volta l’immangiabile cioccolata inglese e mal digeriti degli spaghetti scotti, sono tornati rapidamente ai migliori prodotti italici.

Da alcuni giorni l’Europa (o meglio l’Unione e per essa la Commissione) è accusata di voler annacquare i nostri vini.

Per chi segue da vicino le vicende europee è noto che è in atto un negoziato complicato su un’ennesima riforma della Politica Agricola Comune che dovrà entrare in vigore alla fine del 2023 e fra le cose da riformare ci saranno le organizzazioni comuni di mercato, fra cui quella del vino.

Le ricerche fatte sulle proposte della Commissione hanno escluso che ci siano sui tavoli (dei negoziati, non quelli imbanditi) proposte per annacquare il vino e in particolare quelli DOC o di eccellenza (anche se tempo fa alcuni produttori italiani di apparenti pregiati vini toscani hanno tentato di vendere agli americani vino annacquato rovinando il mercato per vari anni).

Quel che si sa è che alcuni governi del nord Europa vorrebbero rendere possibile la commercializzazione di vini con una percentuale più elevata di acqua per combattere (dicono loro) l’alcolismo e che circola fra alcune organizzazioni di produttori l’idea di autorizzare la commercializzazione extra-UE di vini de-alcolizzati da destinare ai mercati arabi.

Pensiamo che i buongustai italiani ma anche francesi possano dormire sogni tranquilli, dopo aver bevuto naturalmente un buon bicchiere di vino…alla salute dell’Europa.

 

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Ecco la risposta di Ursula Von der Leyen alla lettera dell'euro-deputato verde Sven Giegold, che le aveva chiesto che cosa farà la Commissione Europea dopo la sentenza del Tribunale costituzionale di Karlsruhe, che ha posto gravemente in questione la supremazia del diritto europeo su quello nazionale. Ha detto che ci sarà una analisi "in dettaglio" della sentenza e valuterà i prossimi passi, inclusa una eventuale infrazione. Parole molto esplicite. E utili.

“Egregio Deputato,

Condivido la sua opinione che la recente sentenza della Corte costituzionale federale solleva questioni che toccano il nucleo stesso della sovranità europea. Questioni importanti non solo per la politica monetaria dell'Unione, ma anche per lo Stato di diritto nell'UE. Ve lo posso assicurare: La politica monetaria dell'Unione è una questione di competenza esclusiva. Il diritto dell'UE ha la precedenza sul diritto nazionale, e naturalmente le sentenze della Corte di giustizia europea sono vincolanti per tutti i tribunali nazionali. La Corte di giustizia europea di Lussemburgo ha sempre l'ultima parola sul diritto dell'UE. Prendo la questione molto seriamente. La Commissione sta ora analizzando in dettaglio la sentenza di oltre 100 pagine della Corte costituzionale federale tedesca. Sulla base di questi risultati, stiamo valutando i possibili passi successivi, comprese le procedure d'infrazione.

L'Unione Europea è una comunità di valori e di diritto, che difenderemo e difenderemo in ogni momento e in ogni direzione. Questo è ciò che ci tiene uniti.

Con i migliori saluti

Ursula VON DER LEYEN

Presidente Commissione Europea"