La sentenza, ancora non resa pubblica, del tribunale costituzionale polacco - di cui si sa quanto la maggioranza dei suoi membri e della sua presidente siano sottomessi al governo di quel paese al contrario dei giudici costituzionali tedeschi che se sbagliano sbagliano in proprio e non per conto terzi - rappresenterebbe un grave atto di rottura dell’ordine giuridico europeo.
Diciamo “rappresenterebbe” se il testo della sentenza confermasse il contenuto di un comunicato stampa di cui dei giuristi dovrebbero vergognarsi e se il governo decidesse di avallarlo formalmente mettendo in discussione i fondi europei.
Dopo aver giudicato i giudici di Varsavia varrebbe la pena di giudicare le mancanze del Trattato di Lisbona che - dopo un accordo fra Angela Merkel e Tony Blair nella primavera del 2007 - ha abbandonato una serie di innovazioni del trattato costituzionale fra cui la “costituzionalizzazione” del primato del diritto europeo scegliendo la via di un semplice riferimento ad una dichiarazione non vincolante della Conferenza intergovernativa.
Insieme a strumenti più forti per difendere lo stato di diritto si tratta di una questione politica prima che giuridica che dovrà essere affrontata dalla Conferenza sul futuro dell’Europa di cui abbiamo parlato l'11 ottobre al Festival dello sviluppo sostenibile.
(Movimento europeo Italia, 11/10/2021)
*******
Giorgia Meloni si avventura pericolosamente (per lei) sul terreno scivoloso del primato del diritto dell’Unione rispetto ai diritti nazionali, nei settori di competenza della stessa Unione e nelle norme del Trattato europeo che gli Stati membri hanno considerato superiori a quelle nazionali quando hanno ratificato il Trattato e hanno riconosciuto il carattere vincolante della Carta dei diritti fondamentali.
Giorgia Meloni non sa o fa finta di non sapere che molte costituzioni nazionali a cominciare da quelle tedesca, francese, belga, spagnola e italiana fra le altre hanno introdotto delle norme per adeguarsi alla nuova situazione creata dai trattati che hanno modificato quelli di Roma a cominciare dal Trattato di Maastricht e che tutti i governi hanno sottoscritto una dichiarazione comune (n. 17) in cui riconoscono il primato del diritto dell’Unione ivi compresi i governi polacco e ungherese.
Il popolo polacco del resto ha ratificato per referendum a larga maggioranza l’adesione all’Unione europea, ai sui principi, ai suoi valori e alle sue regole comuni.
(Movimento europeo Italia, 08/10/2021)
- Polish court rules EU laws incompatible with its constitution, di Jon Henley Europe e Jennifer Rankin (The Guardian – 07/10/2021)
- Polonia, verso l’uscita dall’Ue? Corte costituzionale contro il primato del diritto europeo, di Roberto Castaldi (EURACTIV Italia – 07/10/2021)
- Assessment of the conformity to the Polish Constitution of selected provisions of the Treaty on European Union (Trybunał Konstytucyjny – 07/10/2021)
- POSITION OF THE NATIONAL COUNCIL OF THE JUDICIARY of 30 July 2021 regarding CJEU judgment dated 15 July 2021
- COMMUNIQUÉ DE PRESSE: La vice-présidente de la Cour rejette la demande de la Pologne de rapporter l’ordonnance du 14 juillet 2021 qui exige la suspension immédiate de l’application de dispositions nationales relatives notamment aux compétences de la chambre disciplinaire de la Cour suprême (Cour de justice de l’Union européenne – 06/10/2021)
- Punto di non ritorno. Le due armi della Commissione Ue per accelerare (o frenare) una Polexit, di Vincenzo Genovese (Linkiesta – 11/10/2021)
- The Exit Door, di Maximilian Steinbeis (Verfassungsblog – 08/10/2021)
- ISPI Daily focus - Polonia: sfida all’Unione Europea (Redazione ISPI Online Publications - 08/10/2021)
- LA “BALKANISATION" DE L’EUROPE, di Jean-Guy Giraud (10/10/2021)
- Le droit qui dérange, di Jean Dominique Giuliani (10/10/2021)
- Controversial ruling in Poland: change of direction needed to protect the rule of law, di Daniel Freund (08/10/2021)
- La crisi aperta dalla Corte di Varsavia potrebbe far cadere il governo e rafforzare l’Unione, di Fabio Squillante (Agenzia Nova - 09/10/2021)