Newsletter 15 Novembre/2021 - ULTIME DA BRUXELLES

Stampa
Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

 

La situazione economica migliora, ma occorre attenzione

La scorsa settimana si sono tenute due importanti riunioni, quella dell’Eurogruppo e quella del Consiglio Ecofin, per il futuro dell’Eurozona e dell’Unione europea.

I ministri delle finanze hanno avuto uno scambio di vedute sull’attuale situazione macroeconomica dell’Unione europea e sulle sue proiezioni future, anche sulla base sulla base delle previsioni di autunno pubblicate dalla Commissione europea.

I risultati, ottenuti dalle misure introdotte per arginare gli impatti negativi della pandemia su crescita ed occupazione, sono per ora incoraggianti. Le misure di contenimento del diffondersi della pandemia, prima tra tutte una tempestiva campagna vaccinale, e gli investimenti promossi grazie alle risorse del Recovery and Resilience Facility hanno permesso di far ripartire l’economia e sostenere quei cambiamenti strutturali che hanno avuto impatti positivi sull’occupazione (+ 1,5 milioni di posti di lavoro) con relativa diminuzione del tasso di disoccupazione (attualmente pari al 6,8%); disavanzi di bilancio inferiori rispetto a quelli previsti nelle previsioni di primavera con effetto positivo sul rapporto debito/pil, una stabilizzazione di quest’ultimo già da quest’anno ed una sua diminuzione a partire dal prossimo anno.

Un quadro dunque sostanzialmente positivo su cui però aleggiano tre possibili turbolenze: l’evoluzione dei casi Covid-19 con un loro deciso aumento in molti paesi europei e quindi il relativo spettro del ritorno a chiusure parziali;  l’aumento dei prezzi al consumo ( attualmente pari al +4,1%), soprattutto per quanto riguarda i prodotti energetici che però dovrebbero attestarsi a livelli più bassi già a partire dal 2022; le interruzioni delle catene di approvvigionamento in particolare in alcuni settori strategici, questione che rimanda alla assoluta necessità di una autonomia strategica dell’Unione europea.

Ci si trova dunque in una fase di espansione economica, non meno importante e delicata delle precedenti fasi di lotta alla pandemia, che possono essere definite emergenziali e di ripresa. In questa terza fase appare importante rimanere vigili per evitare che le turbolenze sopra descritte o altre criticità ad oggi non ancora previste possano compromettere la completa attuazione dei programmi di rilancio economico e sociale dell’Unione europea.

In questo contesto, il Consiglio Ecofin ha approvato le conclusioni sul futuro del Semestre europeo, in cui i ministri delle finanze concordano a partire dal 2022 un ritorno alla normale procedura, in particolare alla redazione da parte della Commissione europea delle ‘Country Specific Recommendations – CSR’ e dei ‘Country Reports- CR’, quali strumenti per favorire una migliore sorveglianza e generale coordinamento delle politiche economiche della zona euro.

Nel corso del 2020 e nel 2021, infatti, le procedure del semestre europeo erano state temporaneamente limitate alla sola sorveglianza delle politiche fiscali al fine di facilitare gli Stati membri nelle loro politiche di contrasto alla pandemia e alle conseguenze che questa aveva generato in ogni paese.

Il miglioramento del contesto economico permette dunque di tornare ad una sorveglianza anche sulle altre politiche, soprattutto ora che nei vari Stati si stanno utilizzando le risorse del Recovery and Resilience Facility, strumento chiave del NextGenerationEU.

Appare opportuno e necessario quindi monitorare l’utilizzo di queste risorse in sinergia con quelle nazionali e le relative riforme, per il raggiungimento dell’obiettivo comune di una crescita europea sostenibile, verde e digitale.

Il rilancio dell’economia è influenzato da un sistema bancario che deve essere sicuro e resiliente. I ministri hanno quindi discusso la proposta dell’implementazione degli Accordi di Basilea III ottobre. A questo riguardo, lo scorso 27 ottobre la Commissione europea ha adottato due importanti atti normativi (the Capital Requiremets Regulation e the Capital Requirements Directive) che dovrebbero contribuire a rendere il sistema bancario europeo più sicuro e resiliente. Il pacchetto dovrà essere ulteriormente completato rendendo ancora più resiliente il sistema bancario e facendolo contribuire alla transizione verde, integrando nel risk management criteri di valutazione della sostenibilità ambientale, sociale e della governance degli interventi da finanziare, oltre che i normali criteri finanziari ed economici.

Circa la governance economica, si attende invece per fine anno la proposta della Commissione Europea.

Siamo dunque ritornando ad una situazione precrisi pandemica, ma non dobbiamo dimenticarci che già prima della pandemia la governance europea presentava punti di criticità che avevano avuto come effetto devastante una diminuzione di fiducia da parte dei cittadini verso le istituzioni europee, portando alla nascita di movimenti contrari all’Unione europea e ad una maggiore integrazione.

Grazie agli interventi solidali messi in campo dalle istituzioni europee per contrastare la crisi, si è riusciti a recuperare in parte la fiducia persa, ma siamo ancora in una situazione che rimane precaria non solo per il Covid-19 - non ancora debellato e le sue possibili nefaste conseguenze - ma anche e soprattutto per le esistenti diseguaglianze economico e sociali di partenza tra gli Stati, che se non opportunamente considerate rischiano di ampliarsi ed accrescere nuovamente la sfiducia verso l’Unione europea.

Se il vero obiettivo è mettere al centro dell’attenzione ‘l’uomo’ e raggiungere una reale integrazione europea, allora si deve partire proprio da queste differenze nel proporre e discutere le nuove regole e i nuovi criteri di valutazione dei sistemi di governance, per poter sostenere superare chi in questo momento ha maggiori difficoltà nel rispetto dei principi democratici dell’Unione europea e dello stato di diritto. Non farlo, rischierebbe infatti di costare in termini di crescita dell’Unione europea e di stabilità dell’intero sistema.

Anna Maria Villa