Newsletter 14 Marzo/2022 - ULTIME DA BRUXELLES

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NON C’È PIÙ TEMPO!

‘Non c’è più tempo’ sembra essere il vero messaggio lanciato dal Consiglio europeo di Versailles lo scorso 10-11 Marzo.

Le principali indicazioni emerse dal vertice sono state in sintesi il rafforzamento della capacità di difesa europea, la necessità di una pronta riduzione della dipendenza energetica (e alimentare) dell’Unione da paesi terzi e la costruzione di una solida base economica. Queste indicazioni saranno il presupposto per presentarsi realmente uniti difronte ad un contesto mondiale in forte evoluzione, il cui equilibrio non appare ancora definito e chiaro. Occorre dunque essere in grado di dimostrare nei fatti che la sovranità europea non è più solo una speranza o uno slogan o una semplice dichiarazione di intenti, ma una realtà.

Per raggiungere questo obiettivo però è indispensabile affrontare anche alcune questioni fondamentali. La prima - e più essenziale - è come reperire le risorse finanziarie necessarie senza le quali il raggiungimento degli obiettivi non è scontato soprattutto in tempi brevi, la seconda è una politica fiscale europea, oltre al completamento dell’unione bancaria e del mercato dei capitali, quali basi necessarie al rafforzamento economico.

Inoltre, come sostiene il Pres. Draghi è indispensabile ‘riconsiderare l’aspetto regolatorio’ di Bruxelles ormai non più adeguato all’attuale situazione economico-sociale, intervenendo sugli aiuti di stato e sul patto di stabilità per ora sospeso fino al primo gennaio 2023. Su questi due punti la Commissione dovrà presentare una proposta al prossimo Consiglio Europeo.

Sicuramente sono stati fatti dei passi importanti, ma è opportuno fare alcune considerazioni.  In particolare, occorre tener conto dell’impatto delle sanzioni decise dall’Unione europea alla Russia. Queste molto probabilmente sono destinate a continuare nel tempo e ad avere un effetto (non positivo) sulle economie europee, le quali sono ancora non completamente stabilizzate dopo la recente crisi pandemica malgrado il forte sostegno finanziario del NextGenerationEU (NGEU). Questo boomerang economico di cui già possiamo sentire gli effetti in termini di aumento dei prezzi dei prodotti energetici e dell’inflazione potrebbe causare all’interno dell’Unione tensioni economico-sociali, in grado di minare la strada dell’unità europea, tensioni, che bisognerà essere pronti ad affrontare ben consapevoli del fatto che quel benessere sociale ed economico auspicato, non potrà facilmente essere raggiunto e garantito almeno nel breve periodo. 

Inoltre, nel riorientare gli approvvigionamenti energetici (e alimentari), l’Unione Europea dovrà considerare il contesto mondiale, dove si preannunciano cambiamenti negli equilibri tra potenze/alleanze, dovuti a diversi fattori quali aumento della popolazione e quindi dei consumi, aumento del PIL di alcuni Stati, scarsità di risorse, ecc. Non siamo certi che nella nuova riorganizzazione mondiale, l’occidente ed in particolare l’UE potrà mantenere il suo ruolo e la sua posizione economica, tecnologica e strategica.  Sarà quindi ancora più necessario essere pronti e resilienti nell’affrontare crisi sempre meno improntate alla cooperazione tra paesi, quanto piuttosto suscettibili di generare conflitti spaventosi e distruttivi, come quello che stiamo vivendo.

In questo contesto in evoluzione e non ancora ben definito, sarà quindi essenziale che l’Europa oltre alla resilienza, sviluppi un ruolo autonomo di mediatore e facilitatore di dialogo tra diverse posizioni che si verranno a delineare.  

Questa neonata unità europea, che sicuramente rappresenta un notevole passo in avanti nel progetto di integrazione europea, è quindi non solo molto fragile perché soggetta a forti sollecitazioni esterne ed interne, ma ha anche difronte a sé un compito non facile. 

Inizia ad essere ben chiaro a tutti quindi che ‘non ci sono rimaste più alternative possibili rispetto a quella di unirci per poter giocare in un prossimo futuro un ruolo che punti a risolvere ogni tipo di conflitto con dialogo e cooperazione. E questo è forse un secondo messaggio (anche se nascosto) del Vertice di Versailles.  

Anna Maria Villa