Newsletter 27 Febbraio/2023

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CARE LETTRICI E CARI LETTORI

La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee del maggio 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre 2022 anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- Attiriamo la vostra attenzione - PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 


 L'EDITORIALE

NON BASTA DIRE “BASTA!”

L’ennesima strage nel Mediterraneo al largo delle coste calabresi sulla spiaggia di Cutro - con decine di bambini, donne e uomini in un barcone partito da Izmir carico di migranti provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iraq, dal Pakistan, dalla Somalia e dall’Iran – ha suscitato le ennesime e ipocrite dichiarazioni di cordoglio a cominciare da quelle del capo del governo italiano Giorgia Meloni e quelle vergognose del Ministro degli Interni Matteo Piantedosi.

Per frenare le stragi, il governo italiano propone di “bloccare le partenze” dei migranti dai loro paesi di origine e l’Italia si è mossa in questa direzione approvando il cosiddetto “Decreto contro le ONG” ora trasformato in legge dello Stato che impedisce alle organizzazioni non governative di agire in mare per soccorrere le imbarcazioni in pericolo.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato invece che i migranti fuggono da paesi dove si muore di guerre, di terrorismo, di persecuzioni e di disastri ambientali: queste sono le cause del pull factor e non la presenza delle ONG nel Mediterraneo che applicano e rispettano le convenzioni internazionali.

La petizione al Parlamento europeo

E’ questo lo spirito che ha mosso il Movimento europeo insieme a oltre cento altri soggetti collettivi – fra cui i movimenti europei in Francia, Polonia e Spagna, Emergency, MEDEL, Last Twenty, Open Arms, Concorde, Migrantes - e a mille cittadine e cittadini europei nel lanciare una proposta di petizione urgente al Parlamento europeo  per il  rispetto del diritto internazionale, dei valori dell’Unione europea e dei diritti fondamentali.

Lo strumento della petizione fa parte dei diritti attribuiti dall’Unione europea alle sue  cittadine e ai suoi cittadini ma anche alle associazioni e a tutte le persone provenienti da paesi terzi che risiedono sul territorio dell’Unione ed il Movimento europeo – che lo ha utilizzato con successo in passato per la difesa dello stato di diritto – ha deciso di agire dopo il Consiglio europeo del 9 febbraio 2023 per denunciare davanti al Parlamento europeo il fatto che

Il Movimento europeo ha anche deciso di denunciare il fatto che l’Unione europea non ha ancora adottato un piano ambizioso per lo sviluppo del continente africano e che nulla è stato detto sul valore aggiunto per le economie europee e per la ricchezza delle nostre culture dall’ospitalità dei migranti economici e sulla necessità di mobilitare risorse umane e finanziarie da mettere a disposizione in particolare dei poteri locali per garantire politiche di inclusione considerandole come gli unici strumenti efficaci per garantire la sicurezza di chi arriva e la sicurezza di chi accoglie.

E’ evidente che lo strumento della petizione non basta perché la richiesta del Consiglio europeo alla Commissione di “investire immediatamente ingenti risorse finanziarie” per chiudere le frontiere esterne dell’Unione europea si basa su una interpretazione distorta di un regolamento adottato dal Consiglio e da Parlamento europeo nel luglio 2021 che consentirebbe alla Commissione di usare in una logica di respingimenti oltre sei miliardi di euro iscritti nel bilancio europeo dal 2023 al 2027.

Il regolamento non si limitava a fornire una base giuridica per finanziare infrastrutture di protezione delle frontiere esterne ma prevedeva di dedicare risorse alla accelerazione delle procedure per la concessione dei visti e dello status di rifugiato, di aiutare le organizzazioni non governative e di formare risorse umane per l’accoglienza.

Un osservatorio permanente di monitoraggio

Per queste ragioni ed insieme alle organizzazioni che hanno deciso di sostenere la proposta di petizione abbiamo deciso di creare un osservatorio permanente di monitoraggio delle modalità di applicazione della decisione del Consiglio europeo del 9 febbraio e dell’esecuzione del Regolamento 21/1148 sul controllo delle frontiere esterne.

Un fondo per l’accoglienza e l’inclusione

Inoltre intendiamo avviare una riflessione su una proposta di modifica del bilancio dell’Unione europea per l’esercizio 2024 e per la revisione del Quadro Finanziario Pluriennale fino al 2027 per inserire uno strumento finanziario che si ispiri alla operazione “Mare Nostrum” decisa dal governo italiano nel 2013 dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre per il pattugliamento e il soccorso dei migranti utilizzando mezzi aerei e unità navali adeguatamente attrezzati stabilendo a monte le regole di ingaggio e la lista dei porti sicuri più vicini, un sistema di verifica immediata sulle unità navali dello status di rifugiato e un accordo sulla ricollocazione dei richiedenti asilo o dei migranti economici sulla  base del Migration Pact del 2020.

L’operazione Mare Nostrum ebbe un costo globale per tutti i  ministeri italiani coinvolti di una media di dieci milioni di euro al mese ed è possibile immaginare che un’operazione Mare Nostrum europea possa costare per tutto il Mediterraneo duecentocinquanta milioni di euro all’anno per un totale di un miliardo e mezzo di euro in cinque anni pari ad un quinto del bilancio previsto dal Regolamento 21/1148.   

Un’iniziativa di cittadini europei

A proposito del Regolamento 21/1148 noi riteniamo che tutte le organizzazioni che hanno sostenuto e promosso la proposta di petizione al Parlamento europeo dovrebbero riflettere sull’opportunità di lanciare una iniziativa di cittadini europei per invitare la Commissione europea a sottoporre al Consiglio e al Parlamento europeo un progetto di revisione di quel regolamento al fine di renderlo conforme all’idea di un’Unione europea che accoglie e che include e che sia fondato sul rispetto dei valori comuni e della Carta dei diritti.

Un Consiglio Jumbo per le politiche migratorie

Last but not least, Il Movimento europeo sostiene da tempo che le politiche migratorie non fanno parte o non fanno solamente parte degli affari interni e della giustizia e che lo sviluppo di queste politiche richiede un approccio olistico – come è stato sostenuto più volte dalla Commissione europea – che unisca le questioni sociali e dell’occupazione, della cultura e delle relazioni esterne immaginando che le politiche migratorie vengano discusse due volte all’anno in un Consiglio Jumbo al fine di sottrarre il potere di decisioni dalla sola responsabilità dei ministri degli interni come se il governo dei flussi migratori fosse esclusivamente una questione di sicurezza interna.

Roma, 28 febbraio 2023

 

coccodrillo

 

 

 

 


ATTIRIAMO LA VOSTRA ATTENZIONE

PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO SUL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE, DEI VALORI DELL’UNIONE E DEI DIRITTI FONDAMENTALI
CON CARATTERE DI URGENZA

Noi cittadine e cittadini dell’Unione europea, associazioni, persone fisiche di paesi terzi residenti nell’Unione europea

Riteniamo che il Parlamento europeo debba respingere  le conclusioni del Consiglio europeo - usando tutti gli strumenti istituzionali di cui l’assemblea dispone - in particolare il paragrafo 23.e in cui si afferma:

chiede alla Commissione europea di mobilitare immediatamente ingenti fondi e mezzi dell’Unione europea per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza – compresa la sorveglianza aerea – e delle attrezzature. In tale contesto, il Consiglio europeo invita la Commissione a mettere a punto rapidamente la strategia di gestione europea integrata delle frontiere”.

Chiediamo di sapere – in quanto movimento di cittadine, cittadini e persone contribuenti – se saranno esclusi finanziamenti per la costruzione di muri e fili spinati, su quale linea di bilancio saranno prelevati questi fondi, se sarà necessario un bilancio suppletivo e rettificativo su cui l’assemblea avrà l’ultima parola, come si verificherà la pertinenza e la necessità delle spese effettuate, poiché tali ingenti fondi dovrebbero essere prelevati dal bilancio dell’Unione europea, che è finanziato dalle cittadine e dai cittadini europei nonché da tutte le persone che risiedono nell’Unione europea.

Roma, 27 febbraio 2023

 

Vedi la lista completa degli attuali firmatari

 

E' ANCORA POSSIBILE SOTTOSCRIVERE LA PETIZIONE - ENTRO IL 27 FEBBRAIO

INVIANDO UN’EMAIL ALL'INDIRIZZO  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

o direttamente su CHANGE.ORG

 

 


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