Newsletter n.15/2020 - No taxation without representation

Stampa
Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

 

 Lettera aperta ai deputati europei

Il Movimento europeo in Italia si felicita per la risoluzione adottata venerdì 15 maggio sul MFF, le risorse proprie ed il piano di rilancio e per l’ampia maggioranza raggiunta. Avremo tempo nei prossimi giorni di esaminare gli elementi essenziali che sono condivisi dal nostro Movimento. Speriamo che la Commissione europea abbia il coraggio di sciogliersi dall’abbraccio letale con il Consiglio.

La linea forte del Parlamento europeo è perfettamente in linea con l’azione svolta dall’Assemblea nella prima legislatura con l’impegno essenziale di popolari, liberali, socialdemocratici e anche conservatori britannici, comunisti e radicali italiani e con l’impulso di Altiero Spinelli:

-   Prima delle elezioni dirette, nel dicembre 1978  il Parlamento impose al Consiglio e alla Commissione il primo ammontare del Fondo regionale (il predecessore del Recovery Fund),

-   Nel dicembre 1979 l’Assemblea respinse il bilancio europeo per l’esercizio 1980, bloccato dal “I want my money back“ di Margaret Thatcher,

-   Il Parlamento propose quindi una riforma profonda del sistema delle risorse proprie (aprile 1981) chiedendo coerenza con il principio “no taxation without representation

-   e infine la commissione affari istituzionali elaborò fra il gennaio 1982 e il settembre 1983 e  l’Assemblea approvò nel febbraio 1984 il “progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea” ispirandosi alla iniziativa del “coccodrillo“ di cui celebreremo tutti insieme il 9 luglio il quarantesimo anniversario.

La maggioranza ampia che si è creata ieri da sinistra a destra passando per il centro ha le caratteristiche tipiche di uno schieramento costituente perché le costituzioni non si fanno o disfano a colpi di maggioranze semplici.

Di fronte al doppio lockdown del Consiglio Europeo e del Consiglio sul bilancio (e cioè sulle politiche future dell’Unione europea) e sulla riforma del sistema europeo (e cioè sul futuro delle sue politiche) noi siamo convinti che il Parlamento europeo abbia ora l’opportunità storica di svolgere quel ruolo di leadership rivendicato nelle risoluzioni del 15 gennaio e del 17 aprile, aprendo in tal modo una nuova fase costituente.

Al Tribunale costituzionale tedesco, che insiste  sulla natura sostanzialmente confederale dell’Unione europea, rispondiamo dicendo: passiamo da una comunità “sui generis” ad una comunità genuinamente federale.

Per far questo è essenziale  il sostegno delle cittadine e dei cittadini europei attraverso delle agorà transnazionali - e non solo attraverso delle consultazioni online - e di ampie maggioranze innovatrici nei parlamenti nazionali attraverso delle assise interparlamentari come quelle che ebbero luogo a Roma nel novembre 1990 alla vigilia delle Conferenze sull’Unione politica e sull’UEM promosse dal Parlamento europeo, dal Parlamento italiano e dalla Camera dei Rappresentanti belga.

Restiamo a disposizione per definire eventuali iniziative comuni, anche rivolte ai consigli nazionali del Movimento europeo negli altri paesi membri, e vi salutiamo con viva cordialità e auguri di buon lavoro.

 coccodrillo

 


 

Iniziative della settimana

REscEU”, la nuova iniziativa del Movimento Europeo in corso tra il 2020 e il 2021, sarà presentata durante la prossima riunione di coordinamento, prevista per martedì 19 maggio alle 10h30. Per poter coglierne il senso, bisogna riportarne il titolo completo: “Escape Room - What would life be without EU?!”. Essa si colloca nell’ambito dei progetti della società civile per un’Europa dei cittadini e coinvolge ben 11 partner di Italia (come capofila), Slovenia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Lettonia, Grecia, Estonia, Austria, Bulgaria, Spagna. Lo scopo dell’iniziativa è quello di presentare a giovani cittadini uno scenario ipotetico in cui l’Unione europea si è dissolta, in un “gioco” interattivo e con funzioni ludo-pedagogiche in cui il compito dei partecipanti è quello di interpretare un determinato ruolo; ciascun cittadino dovrà risolvere il compito assegnatogli in un contesto in assenza dell’Unione europea. Come ovviare all’inflazione, come dirimere particolari questioni internazionali legate alla sicurezza o ai rapporti tra Stati, come impostare le relazioni con i Paesi terzi, senza l’Unione europea? Rapidamente emergeranno difficoltà a cui si potranno ottenere risposte da parte degli esperti, difficoltà che, fortunatamente e in realtà non esistono.

Questa iniziativa è stata selezionata come vincitrice di un bando europeo perché il suo obiettivo è di dimostrare quanto l’Unione europea contribuisca ad un livello di qualità della vita che sarebbe destinato a peggiorare in sua assenza. Il “gioco” termina raccogliendo impressioni e considerazioni dei partecipanti e distribuendo materiale informativo.

Ci si rivolgerà ad attori e volontari con il compito di realizzare varie scene che animeranno i diversi "escape room" allestiti nei vari paesi. Inoltre, al termine del progetto, si prevede di realizzare un videogioco da diffondere sul web.

Questa prima riunione costituisce l’evento di lancio e di primo coordinamento e si svolgerà in una webconference rivolta ai partner. A novembre 2020, si realizzerà poi un primo evento, in Italia, per la formazione dei volontari selezionati dagli stessi. Inoltre, si darà il via all’impostazione del “gioco” e alla sperimentazione, attraverso modalità che ricordano le “escape rooms”. La seconda fase si svolgerà in tutti gli Stati partecipanti, tra gennaio e maggio 2021.

Lo svolgimento della fase finale è previsto per luglio 2021 in Slovenia, durante il semestre di presidenza del Consiglio dell’Ue. Sarà questa l’occasione per i partecipanti di confrontarsi sull’esperienza svolta, di commentare i risultati del “gioco” nel proprio Stato, di discutere sul futuro dell’Europa, formulando raccomandazioni per la Commissione e per la Conferenza sul futuro dell’Europa.

Alle ore 18 del 19 maggio, è poi previsto un nuovo webinar italo – tedesco promosso dai parlamentari Alexandra Geese, Sven Giegold e Franziska Brantner: “Un pericolo per il nostro diritto europeo? - Discussione sulla decisione della Corte costituzionale federale tedesca in merito alla BCE”. L’evento prevederà interventi di rilievo, quali quello della prof.ssa Chiara Favilli, professore associato di Diritto dell'unione europea presso l'Università di Firenze, del prof. Sabino Cassese, già giudice della Corte Costituzionale, già Ministro della Pubblica Amministrazione e attualmente Professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa, del prof. Christoph Möllers, titolare della cattedra di diritto pubblico e filosofia del diritto presso l'Università Humboldt di Berlino. Per questa occasione, si avrà anche la partecipazione del Presidente Dastoli, al fine di presentare la tribuna dei movimenti europei italiano e francese, pubblicata sul nostro sito e riportata anche nei documenti chiave di questa newsletter.

In merito al tema, segnaliamo anche, mercoledì 20 maggio, il seminario “La Corte Costituzionale tedesca e la politica monetaria dell’Unione europea – dialogo tra le Corti e indipendenza della Bce”, che sarà presieduto da Antonio Tizzano, magistrato, già giudice della Corte della di Giustizia europea e Vice Presidente della stessa dal 2015 al 2018. Sarà fruibile in webstreaming; maggiori informazioni sono disponibili cliccando qui.

 


 

Attiriamo la vostra attenzione

My freedom

 

17 maggio scorso: l’Europa è unita anche nella lotta contro l’omofobia, che si traduce in rispetto, empatia e solidarietà

 


 

Un glossario per l'Europa

Vi ricordiamo, per orientarsi nell’ambito delle istituzioni europee, questa guida del cittadino. Scaricabile su tutti i numeri della newsletter, è stata realizzata all’interno di un programma di formazione promosso dalla DG Comunicazione della Commissione Europea. Tramite questo strumento, è possibile risalire al ruolo delle istituzioni e degli organi dell’Unione e ricostruire il cammino svolto in questi settant’anni, attraverso i principali cenni storici.

Indicata sia per neofiti che per addetti ai lavori.

 


 

Documenti chiave

 


 

Testi della settimana

 


 

Carta dei diritti fondamentali

La famiglia, luogo di formazione della personalità, considerata “istituzione primaria”, nel lessico sociologico, trova il suo inquadramento giuridico nella Carta dei diritti fondamentali all’articolo 9, che garantisce “Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia […] secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio”. Similmente, tali diritti sono richiamati anche dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, all’articolo 12, che recita: ”A partire dall’età minima per contrarre matrimonio, l’uomo e la donna hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali che regolano l’esercizio di tale diritto” con una differenza fondamentale fra la Carta che fa riferimento alla persona e alla Convenzione che fa riferimento a uomo e donna. La Carta menziona poi all’articolo 33 la garanzia della protezione della famiglia, sotto il piano giuridico, economico e sociale. A pochi giorni dalla Giornata Internazionale della Famiglia del 15 maggio scorso, vogliamo qui soffermarci su un particolare aspetto, riguardante il rapporto tra le leggi nazionali menzionate nell’articolo 9 e le istituzioni europee. Queste ultime, infatti, nonostante il richiamo alla competenza degli Stati membri nel garantire i diritti sopracitati, hanno visto accrescere il proprio ruolo nel tempo. Afferma infatti Lina Panella, docente ordinario di Diritto internazionale presso l’Università degli Studi di Messina: “L’integrazione tra storie, culture, identità, ma nel rispetto della democrazia e dei valori degli Stati membri, ci sembra che trovi un esempio significativo in quanto è avvenuto nell’ambito della protezione della“famiglia” o per meglio dire nell’evoluzione del diritto di famiglia”[1].

Discipline come la sociologia e la filosofia aiutano, assieme alla giurisprudenza, a comprendere il valore etico di questi diritti, ancor di più in un mondo sempre più interconnesso e, come direbbe Zygmunt Bauman, in una “società liquida”. Le parole del filosofo possono essere facilmente fraintese, se la lettura non fosse attenta: il senso delle analisi di Bauman non è in realtà affatto di rassegnazione di fronte alla “liquidità” delle esistenze e alla volatilità di molte esperienze, nell’epoca del tempo sospeso e delle ricorrenti crisi di sistema. L’idea di fondo, sottostante alle numerose pubblicazioni di Bauman, è che vada ricercata l’integrità e la lealtà nei rapporti e nella vita e che, a tale scopo, proprio di fronte ad una dimensione fuggevole, sia molto importante poter coltivare rapporti solidi, durevoli nel tempo, di amicizia e di amore. È per dare consistenza a questa possibilità che il diritto europeo interviene sempre più di frequente. Continua in merito la prof.ssa Panella, “Con la direttiva 2004/38 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, si è, infatti, provveduto a disciplinare il diritto dei cittadini dell’Unione europea e dei loro familiari extracomunitari a circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, precisando, a tal fine, che nella nozione di “familiare” sono inclusi non solo il coniuge, ma anche il partner che abbia contratto con il cittadino europeo un’unione registrata sulla base della legislazione di uno Stato membro che la equipari al matrimonio, nonché i discendenti diretti di età inferiore a ventuno anni o a carico e quelli del coniuge o partner e, infine, gli ascendenti diretti a carico e quelli del coniuge o partner (art. 2)”. Come si può notare, ci troviamo di fronte ad uno scenario in cui si può verificare una pluralità di situazioni che sempre più frequentemente richiedono di essere trattate in una dimensione sovranazionale. Per quanto riguarda il ricongiungimento familiare, per esempio, il discorso è da intendersi in un’ottica che sempre più di frequente travalica i confini degli Stati. Ce ne parla ancora nelle conclusioni del suo saggio Lina Panella, sottolineando che “La Corte di cassazione (italiana, ndr) si dimostra sempre più aperta verso i principi di diritto internazionale e di diritto europeo, quando afferma che l’interesse preminente da tutelare è quello del minore”, istanza che a sua volta si ricollega sia all’art. 3 della Convenzione di New York che all’art. 24 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

 

[1] Le citazioni sono tratte dal saggio “LO SPAZIO DI LIBERTÀ, SICUREZZA E GIUSTIZIA E LAFAMIGLIA NELLA PLURALITÀ DEI MODELLI CULTURALI”, all’interno di “Lo Spazio Europeo di Libertà, Sicurezza e Giustizia a vent’anni dal Consiglio europeo di Tampere”, a cura di Angela di Stasi, Lucia Serena Rossi, Napoli, Editoriale Scientifica, 2020, pp.  215 – 231.

 


 

L’Europa dei diritti

In merito al diritto di famiglia, spesso la Corte di Giustizia europea è chiamata ad interpretazioni dei Trattati. Ne è un esempio la recente sentenza del 27 febbraio 2020, riguardante la possibilità di violazione dell’articolo 20 del TFUE nel caso del matrimonio “tra un cittadino marocchino di maggiore età e una cittadina spagnola di maggiore età che non aveva mai esercitato la propria libertà di circolazione all’interno dell’Unione”, avvenuto il 13 novembre 2015. A seguito di ciò, l’uomo presentava domanda di permesso di soggiorno temporaneo, in qualità di familiare di un cittadino dell’Unione, ma tale richiesta veniva respinta, il 20 gennaio 2016, dall’autorità amministrativa competente “sulla base del rilievo secondo cui la moglie non aveva dimostrato di soddisfare i requisiti di cui all’articolo 7 del regio decreto 240/2007. Più in particolare, si considerava che la moglie non aveva dimostrato di disporre di risorse economiche sufficienti per provvedere ai bisogni del coniuge mentre, ai sensi di detto articolo 7, l’obbligo di disporre di tali risorse incombeva esclusivamente ad essa”. Il marito presentava contro tale decisione un ricorso amministrativo, che veniva accolto considerando che l’articolo 7 del regio decreto 240/2007 non era applicabile a lui, familiare di una cittadina spagnola. Tuttavia, l’amministrazione dello Stato proponeva a sua volta appello avverso tale decisione dinanzi al giudice del rinvio. Quest’ultimo sollevava in merito alla controversia una serie di punti, tra cui la violazione dell’articolo 20 del TFUE da parte dello Stato spagnolo. Come si può leggere nella ricostruzione dei fatti:

Ecco quindi che in tali circostanza il Tribunal Superior de Justicia de Castilla-La Mancha (Corte superiore di giustizia di Castiglia-La Mancia, Spagna) decideva di sospendere il procedimento e di consultare la Corte. Nella dettagliata sentenza del 27 febbraio scorso, essa ha affermato, da un lato, che l’articolo 20 TFUE osta alla prassi spagnola di cui sopra e, dall’altro, che l’articolo 20 TFUE “deve essere interpretato nel senso che non sussiste un rapporto di dipendenza, tale da giustificare la concessione di un diritto di soggiorno derivato ai sensi di detto articolo, per la sola ragione che il cittadino di uno Stato membro, di maggiore età e che non abbia mai esercitato la propria libertà di circolazione, e il coniuge, di maggiore età e cittadino di un paese terzo, sono tenuti alla convivenza, in forza degli obblighi derivanti dal matrimonio secondo il diritto dello Stato membro di provenienza del cittadino dell’Unione europea”.

Il testo integrale della sentenza è disponibile cliccando qui.

 


 

Economia in pillole

Ci troviamo in un momento cruciale per il futuro. Si tenta al contempo di uscire dall’emergenza e di disegnare una prospettiva e le politiche economiche rappresentano una priorità. Un primo segnale positivo deriva dal voto a larga maggioranza sulla risoluzione presentata in sessione plenaria, per un intervento economico adeguato, il recovery fund di 2mila miliardi di cui abbiamo già parlato nell’editoriale. Le numerose iniziative messe in atto dalle istituzioni europee per soccorrere gli Stati potranno ovviare al disagio di questi mesi, nell’attesa di una rapida soluzione del problema coronavirus, grazie all’individuazione di un vaccino. Ma si naviga a vista in uno scenario in cui non mancano né proposte, né ostacoli, individuabili riportando tre punti di vista autorevoli. In primo luogo, il Presidente dell’Eurogruppo Mário Centeno, al termine della riunione dei ministri dell’economia di venerdì, ha teso a sottolineare che gli interventi attuati in questi mesi rappresentano “misure di emergenza” e che “abbiamo bisogno di qualcosa di più, per velocizzare la ripresa economica e assicurare una crescita comune e non separatamente” [...]. “Sento un ampio consenso sull'uso della ripresa come opportunità per accelerare la modernizzazione delle nostre economie, in Italia in particolare, la transizione verso un'economia verde e digitale. Anche le politiche per riavviare il mercato unico e preservare l'integrità delle catene di approvvigionamento, che dimostrano l'interdipendenza delle nostre economie, rappresentano una priorità”. In merito al recovery fund, segnaliamo poi una proposta originale formulate dal Presidente della Open Society Foundations, George Soros, che, intervistato sul “Sole 24 Ore” di questa domenica, sostiene che per attuare le sue politiche di intervento sull’economia, la BCE dovrebbe optare per “l’emissione di bond perpetui […] anche se ora penso che andrebbero chiamati consols (titoli consolidati) perché è con questo nome che le obbligazioni perpetue sono state utilizzate con successo dalla Gran Bretagna a partire dal 1751 e dagli Stati Uniti dagli anni settanta del  1800. I bond perpetui sono stati confusi con i “coronabond”, che il Consiglio europeo ha respinto – e a ragion veduta poiché implicano una mutualizzazione del debito accumulato che gli stati membri non sono disposti ad accettare. Tale confusione ha avvelenato il dibattito. Ritengo che la situazione attuale rafforzi la mia proposta relativa ai titoli consolidati. La corte tedesca ha dichiarato che gli interventi della Bce erano legali in quanto rispettavano il requisito di proporzionalità degli acquisti di titoli rispetto alla partecipazione degli stati membri nel capitale della Bce. Ma l’implicazione ovvia era che gli acquisti non proporzionali allo schema di sottoscrizione del capitale potessero essere messi in discussione e considerati ultra vires dalla corte. I bond da me proposti aggirerebbero questo problema poiché verrebbero emessi dall’Ue come entità complessiva, sarebbero automaticamente proporzionali e tali resterebbero. […]  La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dice che l’Europa ha bisogno di circa un trilione di euro per combattere questa pandemia, a cui andrebbe aggiunto un altro trilione di euro per il cambiamento climatico. Se venissero autorizzati dagli Stati membri, i titoli consolidati potrebbero coprire questi importi. Purtroppo, la Germania e gli Stati della “Lega anseatica” guidata da Paesi Bassi sono nettamente contrari.Ma dovrebbero rivedere la loro posizione”. È qui che si riscontra il nocciolo duro del problema attuale, come affermato anche dal Vicedirettore del Corriere della Sera, Federico Fubini, ieri: “In cinque non fanno la popolazione dell’Italia, contano per un decimo di quella dell’Unione europea e un sesto del suo reddito. Eppure sono l’ostacolo più grande nella più grande delle tragedie. Olanda, Austria, Danimarca, Finlandia e Svezia, in ordine di sprezzante intransigenza, sono emerse in queste settimane a Bruxelles come le grandi riduttrici: schierate a colpi di veti per rendere il più piccolo e inutile possibile ciò che va sotto il nome di Recovery Initiative, in realtà un arcipelago di programmi che dovrebbero formare la risposta europea alla più profonda e imprevedibile recessione in tempo di pace. Non solo questi cinque Paesi riescono a contenere e sfilacciare i contorni di questo pacchetto per l’Unione europea che, ormai è chiaro, sarà un bel po’ sotto i mille miliardi. Tornano anche a scucire quanto già tessuto. In questi giorni sono intenti a ridurre il celebrato programma di garanzie per 200 miliardi della Banca europea degli investimenti”. Una situazione superabile, aggiungiamo in conclusione, eliminando in questi casi il potere di veto, che paralizza la possibilità di scelte coraggiose.

 


 

Consigli di lettura

Questa settimana, riteniamo interessante proporre la lettura di questo testo, “Il lungo addio – La fine dell’alleanza tra Europa e Stati Uniti”, per due motivi. Il primo è che, come si può intuire dal titolo, tratta le dinamiche globali contemporanee e lo spostamento dell’asse delle interrelazioni secondo logiche un tempo impensabili. Inoltre, considerato il fatto che pone all’attenzione l’unilateralismo della politica americana di Trump, sarà interessante monitorare le evoluzioni che ci saranno da qui a quando, nei prossimi mesi, la campagna elettorale statunitense entrerà – compatibilmente con l’emergenza coronavirus – nella sua fase più calda.

Questo testo, da un lato, disegna un’Europa costretta a stringere rapporti d’interesse con Russia e Cina e dall'altro si sofferma su un nuovo bipolarismo tra USA e Cina, riscontrabile specialmente nel settore delle nuove tecnologie, in cui si assiste oggi ad un'aspra competizione.

 


 

 Agenda della settimana

18-23 May 2020

 

Monday 18 May

Tuesday 19 May

Wednesday 20 May

Thursday 21 May