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Newsletter n.5/2021 - Carta dei diritti fondamentali

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La crisi pandemica ha posto seri interrogativi nel mondo del lavoro. Nello scenario attuale, alcuni settori stanno subendo le conseguenze della riduzione dei fatturati e altri stanno beneficiando dell'opportunità di un riposizionamento strategico. È però fuori discussione il fatto che, al di là degli accresciuti vantaggi limitati ad alcuni settori, la crisi in corso sta costringendo una vasta platea di lavoratori a ricollocarsi. Ecco perché questa settimana trattiamo il diritto di accesso ai servizi di collocamento gratuito. Come afferma l'articolo 29 della Carta dei diritti fondamentali, tale diritto vale per qualsiasi individuo; anche la versione inglese del testo della Carta pone la questione non in termini di scenario prospettico futuro, ma di concreta e attuale opzione, utilizzando l'indicativo presente.

I servizi di collocamento aiutano i lavoratori ad iniziare un percorso lavorativo oppure ad attuare modifiche nel corso della propria carriera. Vista con le lenti d'ingrandimento, la materia è tutt'altro che semplice, anzitutto per la differenziazione delle modalità attraverso cui operano tali servizi. In Italia, per esempio, possono essere strutture pubbliche (Centri per l'Impiego) o private (Agenzie per il lavoro) a gestire i servizi per l'impiego e anche le modalità di intervento sono differenziate: infatti, le Agenzie per il Lavoro si differenziano a seconda che si occupino di lavoro in somministrazione, di intermediazione nella ricerca di una occupazione, di ricerca e selezione del personale ovvero di supporto alla ricollocazione professionale. Sono numerosi gli interventi del legislatore che si sono susseguiti in tale ambito, già dagli anni '90, con dei graduali correttivi posti in essere. Nonostante le energie profuse, permane una debolezza in tali strutture: le difficoltà nel servizio da esse svolte sono oggettive, poiché hanno il compito da un lato di informare il prestatore di lavoro sui suoi obblighi e sui suoi diritti, rispondendo al contempo alla necessità di raggiungere l'obiettivo del suo impiego, dall'altro di interpretare le esigenze di un mondo del lavoro sempre più mutevole e soggetto a frequenti riposizionamenti delle imprese a livello non solo europeo, ma globale. Il mondo del lavoro presenta inoltre notevoli differenze tra gli Stati membri, perciò i risultati raggiunti dai servizi di collocamento si differenziano all'interno degli stessi. Non vi è però dubbio alcuno sul fatto che, a maggior ragione in uno scenario quale quello attuale, offrire sempre più risposte adeguate a chi cerca lavoro perché lo ha perduto, indipendentemente dalla propria volontà, diventa una priorità per la classe politica, anche avvalendosi dell'attività svolta dai servizi di collocamento e potenziandone gli strumenti a disposizione.

 

 

 

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