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Newsletter n.8/2021 - Carta dei diritti fondamentali

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Continuando la panoramica relativa al tema della solidarietà, a cui è dedicata un titolo della Carta dei diritti fondamentali, dedichiamo la nostra attenzione all'articolo 33, consacrato alla vita familiare e professionale. Nella situazione attuale, in cui la chiusura delle attività, la riduzione del PIL e dei fatturati aziendali pone dei seri punti interrogativi sul futuro, è bene ricordare che l'Unione riconosce come diritto fondamentale quello alla protezione della famiglia. Nel primo comma si elencano gli ambiti in cui vada garantita questa tutela, cioè quello giuridico, ma anche quello economico e sociale. Come sempre, a partire dall'enunciazione dei principi in sé, si potrebbe poi dedicare ampio spazio alla dissertazione sullo stato dell'arte e sul modo in cui essi abbiano trovato attuazione nel diritto dell'Unione europea. Quello che però qui preme sottolineare è più che altro il fatto che i tre livelli di protezione trovano attuazione insieme: tutelare i diritti della sfera familiare significa anche tutelarne il benessere economico, quale finalità non solo limitata al perimetro del nucleo familiare, ma imprescindibile al fine affermare anche gli aspetti sociali di questo tipo di protezione. 

L'articolo 33 passa poi ad illustrare, al secondo comma, la modalità attraverso cui possa attuarsi la conciliazione tra sfera familiare e sfera professionale: “Ogni individuo”, afferma, “Ha il diritto di essere tutelato contro il licenziamento per un motivo legato alla maternità e il diritto a un congedo di maternità retribuito e a un congedo parentale dopo la nascita o l’adozione di un figlio”. È un tema delicato, in cui si possono innescare controversie; per esempio, nella scorsa newsletter, si era riportato il caso di una causa risoltasi in sede di Corte di Giustizia dell'Ue relativa proprio alle modalità di calcolo dell'indennità di licenziamento e dell’indennità per congedo di riqualificazione spettanti a una lavoratrice francese licenziata per motivi economici, a causa della sua assenza dal lavoro per poter prestare le cure parentali ai suoi figli. Un caso del genere appare di particolare interesse per comprendere una situazione realmente verificatasi e che ha riguardato anche l'articolo 33 della Carta. Considerato il fatto che lo sviluppo della legislazione sociale europea, come afferma il Segretario Generale del Movimento europeo, Paolo Ponzano, sia “Manifestamente ridotto”, e considerato il fatto che, a tre anni dalla Dichiarazione tripartita di Göteborg, del 27 novembre 2017, per il Pilastro sociale europeo, molto rimanga ancora sulla carta, non c'è da augurarsi che nel prosieguo dei lavori delle istituzioni europee, magari a partire dall'emergenza in corso che sta cambiando le nostre vite, possano emergere nuovi livelli di tutela sociale, concretamente operanti e non solo dichiarati, per tutti i cittadini europei.

 

 

 

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