Newsletter 17 Maggio/2021 - L'EDITORIALE

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Apriamo subito i cancelli del cantiere europeo
Documento di lavoro in vista della prima sessione plenaria
della Conferenza sul futuro dell’Europa del 19 giugno 2021

Come omaggio alla Francia e al suo Presidente Emmanuel Macron che ha lanciato l’idea della Conferenza il 4 marzo 2019 con la sua lettera ai cittadini europei “per un rinascimento europeo”, è stato deciso che la maggior parte dei lavori sul futuro dell’Europa si svolgeranno nell’emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo nel Palazzo dedicato a Louise Weiss, un palazzo inaugurato nel 1999 per ospitare l’Assemblea della nuova Unione ampliata ai paesi dell’Europa centrale.

La scelta di Strasburgo è del resto simbolicamente significativa perché in base al Trattato di Lisbona è la sede ufficiale del Parlamento europeo, l’unica istituzione che rappresenta l’insieme delle cittadine e dei cittadini europei.

Come sa chi sta seguendo l’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa, la principale innovazione rispetto alle precedenti esperienze (sei conferenze intergovernative dall’Atto Unico al Trattato di Lisbona e due Convenzioni sulla Carta dei diritti fondamentali e sul Trattato-costituzionale) dovrebbe risiedere nell’apertura del cantiere europeo ai “non addetti ai lavori” e cioè alle cittadine e ai cittadini con un’attenzione particolare ai giovani nel quadro della democrazia partecipativa.

Nel passare dagli auspici ai fatti affidando questo passaggio ad un ristretto comitato di rappresentanti delle istituzioni (Executive Board), la preparazione della Conferenza ha fino ad ora subito alcuni tentativi di modifiche sostanziali ed altri tentativi rischiano di aver luogo in un complesso o complicato esercizio di democrazia partecipativa dove l’orientamento di alcuni governi sembra quello di trasformare il confronto fra la società civile ancora inadeguatamente organizzata e le istituzioni in una vasta consultazione lasciando poi alle stesse istituzioni il compito di trarre le conseguenze del confronto.

È stata innanzitutto creata dalle tre istituzioni europee ma gestita dalla Commissione una piattaforma online (https://futureu.europa.eu) per offrire alle cittadine e ai cittadini uno strumento di circolazione di idee, commenti, eventi e condivisioni.

Alla data del 17 maggio 2021 e cioè un mese dopo il suo lancio sono stati creati meno di tredicimila profili largamente individuali (l’accesso delle associazioni è ancora molto problematico anche se il Movimento europeo in Italia è stata la prima organizzazione a creare un suo profilo il 19 aprile [1] seguito dal Movimento Federalista Europeo il 22 aprile [2]) se si considera che mediamente il 78 % della famiglie europee ha accesso a internet  e che sono stati  per ora creati meno di seicento eventi in tutta l’Unione europea.

Il multilinguismo non è ancora assicurato totalmente e automaticamente, l’accesso alla piattaforma non è per ora consentito ai cittadini non-UE che vivono nell’Unione europea escludendo dunque il 5% della popolazione europea residente così come dal dibattito sul futuro dell’Europa (e non dell’Unione europea) sono stati per ora esclusi i paesi dei Balcani candidati all’adesione cosa che non avvenne nella Convenzione sul trattato-costituzionale.

Per assicurare un’ampia partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla piattaforma – che la Commissione considera come “il cuore della Conferenza” - è necessaria e urgente una campagna di comunicazione, informazione e sensibilizzazione perché la mobilitazione delle opinioni pubbliche sarà uno dei criteri per misurare il successo del dibattito sul futuro dell’Europa e per aprire dopo la Conferenza una fase di riforma dell’Unione europea che il Movimento Europeo ritiene debba essere costituente con al centro il ruolo del Parlamento europeo.

Non è previsto un coinvolgimento diretto nella Conferenza dei poteri locali e regionali  - al di là della partecipazione del Comitato delle Regioni - affinché all’ipotesi della democrazia partecipativa si affianchi la democrazia di prossimità e non è stato concepito il coinvolgimento diretto del mondo accademico e dei centri di ricerca, come era invece avvenuto al tempo della Convenzione sulla costituzione europea, o della rete delle fondazioni culturali in Europa [3] o delle organizzazioni che partecipano a Europa creativa.

La dimensione culturale non era stata compresa del resto fra i temi indicati nella “dichiarazione comune” del 10 marzo ma è stata aggiunta – insieme alla salute – dalla Commissione sulla piattaforma online.

Sarebbe utile in questo quadro coinvolgere nel dibattito sul futuro dell’Europa l’associazione degli istituti culturali degli Stati membri dell’Unione europea, creata a Bruxelles nel 2007 (EUNIC European Union National Institutes for Culture).

Rientra in questo quadro l’ipotesi di un progetto su cui sta riflettendo il Movimento europeo di proporre ai promotori dei molti festival culturali che s i svolgeranno in Italia nei prossimi mesi di introdurre nel programma un evento dedicato al dibattito sul futuro dell’Europa [4].

Varrebbe anche la pena di riflettere sulle modalità di un coinvolgimento diretto dei partiti europei, il cui ruolo è specificatamente previsto nel Trattato di Lisbona e la cui partecipazione dovrebbe andare al di là dei parlamentari europei e nazionali poiché ai partiti europei è attribuita la missione di “formare la coscienza europea dei cittadini” (art. 10 TFUE).

Il dialogo transnazionale in cui saranno coinvolti i cittadini, selezionati per sorteggio da una società incaricata dalla Commissione europea, sarà limitato a quattro panel tematici su temi non ancora scelti fra le dieci priorità indicate sulla piattaforma con il coinvolgimento totale di ottocento persone di cui un decimo sarà invitato ad entrare nel cantiere di Strasburgo insieme ad una cittadina o a un cittadino per paese per un totale di 108 pari al numero dei parlamentari europei e dei parlamentari nazionali.

Se ci si basa sulle esperienze di democrazia partecipativa vissute più recentemente ma con alterne fortune in Belgio, Irlanda e Islanda in processi di scrittura collettiva di riforme costituzionali vediamo una differenza sostanziale non soltanto dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo che avvalora il timore di chi ritiene che il coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini sarà di fatto limitato ad una vasta consultazione (citizen’s dialogue o citizen’s consultation) ben lontana dall’idea di un ampio dibattito pubblico.

Poiché i temi dei panel non sono ancora stati scelti, le cittadine e i cittadini non sono stati sorteggiati e gli ottanta predestinati ad entrare nel cantiere europeo saranno verosimilmente selezionati solo a conclusione dei panel, l’emiciclo di Strasburgo si aprirà ai “non addetti ai lavori” in autunno e la prima sessione plenaria del 19 giugno potrebbe essere aperta solo alle istituzioni nella misura in cui i parlamenti nazionali e i governi avranno scelto preventivamente i loro rappresentanti.

Per quanto riguarda i giovani, che avrebbero dovuto essere i protagonisti del loro futuro, l’idea iniziale dei tre co-presidenti del comitato esecutivo era quella di far entrare nel cantiere solo un giovane e cioè il presidente del Forum europeo della gioventù.

Quest’idea inaccettabile è stata immediatamente e parzialmente corretta dal Comitato esecutivo che ha chiesto di introdurre nel sorteggio degli ottanta predestinati al cantiere un terzo di giovani al di sotto di 25 anni portando la percentuale dei giovani nella Conferenza dallo 0,23% al 6,23% e comunque meno della metà della percentuale di giovani europei fra i 15 e i 25 anni (12,7%) sul totale della popolazione europea.

In questo quadro si pone la questione del coinvolgimento delle scuole e delle università (docenti e discenti) anche attraverso iniziative europee come il programma del Parlamento europeo rivolto al mondo educativo (Scuola Ambasciatrice del Parlamento Europeo – EPAS) o le reti che partecipano al programma Erasmus Plus e il coinvolgimento degli studenti universitari in mobilità transfrontaliera attraverso Erasmus Student Network [5].

Il Movimento europeo ritiene che sia nello stesso tempo un errore ed un segnale negativo organizzare la prima sessione plenaria della Conferenza il 19 giugno senza la partecipazione diretta delle cittadine e dei cittadini e non avendo ancora dato una risposta alla richiesta delle reti europee della società civile (in particolare Civil Society Convention) e delle organizzazioni europeiste (UEF, MEI e JEF) di essere associate alla Conferenza ed è convinto che il cantiere debba essere immediatamente aperto alla democrazia partecipativa con una prima selezione fra le cittadine e i cittadini che hanno creato un loro profilo sulla piattaforma online.

Il Movimento europeo propone inoltre di ampliare la composizione della Conferenza ad alcune organizzazioni europee dei poteri locali e regionali come il CCRE, Eurocities, la rete delle città europee della cultura e una delegazione del Patto dei Sindaci per il clima e l’energia.

Il Movimento europeo attira inoltre l’attenzione sulle seguenti modalità che appaiono indispensabili per allargare il coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini insieme alla società civile europea in via di organizzazione e rafforzare la democrazia partecipativa:

Contemporaneamente all’apertura immediata del cantiere alla democrazia partecipativa e di prossimità il 19 giugno, il Movimento europeo invita tutti i suoi membri collettivi e chi ha aderito alla “piattaforma italiana” nata il 6 settembre 2019 in cooperazione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL):

Il Movimento europeo intende coinvolgere altri attori della società italiana che appartengono ai corpi intermedi in una dimensione europea [7], le organizzazioni che operano nell’economia sociale e i promotori italiani delle iniziative dei cittadini europei (ICE) in collaborazione con EUMANS [8].

Per mantenere e arricchire la partecipazione a livello italiano e dopo la giornata del 30 aprile - dedicata alle nostre priorità, alla democrazia partecipativa, al ruolo e agli interessi dell’Italia, al cantiere delle riforme - il Movimento europeo ha deciso di promuovere una seconda giornata di riflessione sul futuro dell’Europa il 18 giugno alla vigilia della prima sessione plenaria della Conferenza del 19 giugno.

coccodrillo

 

 

1) https://futureu.europa.eu/profiles/movimento_europeo/

2https://futureu.europa.eu/profiles/movimento_federalist/activity?locale=it

3) Molte delle quali fanno parte di European Foundations Centre

4) Citiamo per memoria i più importanti festival culturali che, COVID permettendo, avranno luogo in Italia nel 2021-2022: Festival Internazionale della Storia di Gorizia, Festival dei diritti Umani di Milano, Festival della Comunicazione di Camogli, Festival della Mente di La Spezia, Festival della Scienza di Genova, Festival dell’Economia di Trento, Festival Internazionale di Ferrara, Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS, Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, Festival della Letteratura di Mantova, Festival della Filosofia di Modena, Fiera del Levante di Bari, Forum PA di Roma, Meeting per l’amicizia dei Popoli di Rimini, Più Libri più liberi di Roma, Pordenonelegge di Pordenone, Salone Internazionale del Libro di Torino, Festival Leggere&Scrivere di Vibo Valentia ma potremmo citare anche alcuni festival del cinema che sono occasioni di dibattiti culturali come il MedFilmFestival di Roma e il Festival del Cinema del Mediterraneo di Lecce 

5) A EPAS si aggiungono le iniziative Euroscola, European Youth Event, Insieme-per-eu, la Casa della storia europea, il Parlamentarium e il Premio europeo Carlo Magno della Gioventù.

6) www.raduni.org

7) Illuminanti a questo proposito gli studi dell’ASTRID e in particolare quelli su “corpi intermedi nella democrazia di oggi e di domani” (Franco Bassanini, Tiziano Treu e Giorgio Vittadini)

8) www.formyrights.eu