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Newsletter 31 Maggio/2021 - ULTIME DA BRUXELLES

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Il rilancio dell’economia reale attraverso ricerca, digitalizzazione e turismo

La sessione del 28 maggio del Consiglio Competitività ha affrontato temi importanti per il rilancio della economia europea. Per i non addetti ai lavori, potrà essere utile una breve spiegazione. Il Consiglio competitività è una delle postazioni consiliari, che ha come compito quello di rafforzare la competitività e la crescita in Europa. A differenza del Consiglio Ecofin che si occupa più degli aspetti finanziari e monetari il Consiglio Competitività tratta questioni riguardanti l’economia reale. Ha dunque un ruolo importante nel rilancio dell’economia europea. Proprio per questo, la sua funzione è complessa e copre diverse politiche, riguardanti tre settori principali: mercato interno, industria e commercio, innovazione-ricerca e spazio.  Alle sue riunioni partecipano pertanto i vari ministri competenti per area. I temi in discussioni nella sessione del 28 maggio verranno divisi secondo il settore di riferimento:

A. Settore Ricerca innovazione e spazio

È stato adottato un ‘general approach’ (accordo di massima) sulla revisione del Regolamento che disciplina “the European high performance computing joint undertaking (HPC)”, ossia il progetto comune europeo di calcolo ad alte prestazioni. Ciò consentirà all’interno dell’Unione europea una nuova generazione di tecnologie digitali, per realizzare supercomputer e computer quantistici, per rafforzare l’economia dei dati e lo sfruttamento di tecnologie quali l’intelligenza artificiale, analisi dei dati, e la cybesecurity. Tutto ciò, fornirà applicazioni che permetteranno sviluppi di settori strategici quali quello della salute e dei cambiamenti climatici e non solo.

Questo regolamento si inserisce in un contesto già predefinito, che ha visto prendere decisioni importanti quali: il Regolamento Horizon Europe – il programma europeo per lo sviluppo e l’innovazione in Europa; il Regolamento sul programma digitale europeo per il supporto di programmi digitali di interesse comune; il Regolamento “Connecting Europe facility” per il sostegno in progetti comuni riguardanti i trasporti, le telecomunicazioni, e l’energia, quindi anche infrastrutture digitali; la Comunicazione della Commissione ‘Una strategia europea per i dati’, con lo scopo di creare uno spazio comune europeo per i dati, infrastrutture cloud sicure; la Comunicazione della Commissione sul futuro digitale dell’Unione europea; la nuova Strategia Industriale, che auspica che l’Unione  europea diventi leader nella transizione verde e digitale; e da ultimo la Comunicazione della Commissione ‘”Europe’s moment: Reapir and Prepare for the Next Generation”.

È evidente, pertanto, che la revisione del regolamento è assolutamente essenziale per il rilancio dell’economia europea, soprattutto in alcuni settori quali quello ambientale e digitale, ma sicuramente con effetti positivi anche su tutti gli altri settori, come ad esempio sulla salute. Il Covid ha infatti messo in luce l’importanza di una gestione sicura, pronta e condivisa di dati e della loro analisi per prevedere ad esempio andamenti delle pandemie e decidere interventi adeguati. Questa è anche la ragione per cui il Regolamento sarà in parte finanziato dal bilancio pluriennale dell’Unione europea 2021-2027 e dovrebbe con una durata di  12 anni, dal 2021 (entrata in applicazione) sino al 2033, dotare l’Unione europea di un’infrastruttura sicura ed iperconnessa di super calcolo e relative applicazioni con standard di qualità a livello mondiale.

Altro tema affrontato per la parte ‘Ricerca’ del Consiglio, è stato quello di rendere la ricerca attrattiva per i “cervelli”. Il Consiglio ha infatti adottato nelle sue conclusioni una serie di indicazioni strategiche allo scopo di creare migliori condizioni di lavoro, sviluppo professionale e di mobilità all’interno dell’Unione europea, tali da favorire l’attrattività per i giovani ricercatori. Questo tema, sollecitato anche dalla pandemia, non è certo nuovo per i ministri dell’Unione europea. Già a partire dal 2003 era stata sottolineata la necessità di garantire ai ricercatori condizioni adeguate di lavoro e di sviluppo professionale; nel 2008 si era parlato addirittura di una quinta libertà: quella di rendere il mercato del lavoro dei ricercatori più libero e competitivo attraverso adeguate condizioni di lavoro offerte nei vari Stati membri. Queste richieste, reiterate nel corso degli anni insieme alla richiesta rivolta agli Stati membri di attuare politiche e piani per favorire la circolazione dei cervelli all’interno dell’UE al fine di creare un c.d. open science system, non hanno però dato esiti significativi.

La pandemia ha rinnovato l’urgenza di intervenire. Per questo il Consiglio ha coinvolto la Commissione per lo sviluppo di strumenti e misure che possano favorire l’impegno e la mobilità dei ricercatori, anche attraverso una maggior collaborazione tra Stati ed ha chiesto ai governi di impegnarsi nell’attuare riforme nazionali adeguate grazie anche al supporto di programmi dedicati. Occorre combattere il precariato, restituire dignità ai ricercatori, abbattere le numerose barriere che ancora esistono, che potrebbero ostacolare l’incontro ottimale tra domanda ed offerta di lavori qualificati. E in questo settore, rivolto ai giovani, un’attenzione particolare va data alle donne. Ovviamente per realizzare la nuova impostazione dell’ERA (European Research Area) sarà necessario intervenire sulle qualifiche accademiche e anche sulle scuole superiori, in generale sui vari percorsi formativi. Obiettivo fondamentale è permettere l’accesso delle “eccellenze” con promozione del talento e riduzione delle diseguaglianze.  I ministri hanno avuto anche uno scambio di vedute sulle prospettive future della ricerca in Europa. Il Consiglio è stato inoltre informato dalla Commissione sulle attività di cooperazione internazionale in corso.

La parte del Consiglio competitività dedicata allo Spazio invece - sulla base di una nota preparata dalla Presidenza Portoghese - ha discusso uno dei temi più importanti all’attenzione dei leader mondiali del settore dello spazio, quello della gestione del traffico spaziale, che deve essere indirizzata ad un uso sostenibile dello stesso pur nel rispetto delle competenze dei vari attori.

B. Mercato interno e competitività

I ministri sono stati informati sui progressi realizzati in merito alla proposta di Regolamento per un mercato unico per i servizi digitali, dato lo sviluppo dell’e-commerce accelerato dalle restrizioni causate dalla pandemia. La proposta ha lo scopo di garantire il corretto funzionamento del mercato interno per i servizi di intermediazione digitali attraverso regole comuni per operare in un ambiente informatico sicuro, prevedibile e dove i diritti fondamentali dei cittadini siano rispettati. Il Consiglio europeo del 25 marzo scorso ha infatti invitato la Commissione a lavorare rapidamente sul Digital Service Act e sul Digital Markert Act per formulare una proposta di regolamentazione per un ambiente digitale che favorisca innovazione e competitività, ma anche rispetto dei valori europei. Lo scorso 9 marzo la Commissione ha presentato il Digital Compass che segna la visione della trasformazione digitale europea con target precisi da raggiungere al 2030.

Il dibattito tra ministri ha sottolineato dunque la necessità di far leva sulla competitività e sull’influenza a livello globale dell’Unione europea, attraverso un ambizioso pacchetto di servizi digitali (secondo il Digital Services Act e il Digital Market Act) che permetta di approvare una serie di regole chiare e idonee per agire nel mercato digitale del futuro, assicurando contemporaneamente una cornice legale e flessibile che favorisca innovazione e competitività, ma anche rispetto dei diritti fondamentali. È importante che l’Unione europea abbia una propria sovranità digitale - indipendente ed aperta.  Il digitale infatti sta cambiando radicalmente il modo di vivere dei cittadini e sicuramente giocherà un ruolo fondamentale nelle sfide future in ogni settore, È importante dunque che ciò avvenga nel rispetto dei valori e libertà fondamentali europee, tra le quali ovviamente la protezione dei dati e le norme sulla privacy.

Strettamente connesso ai due precedenti temi è quello della Nuova Strategia Industriale europea, su cui si è tenuto un dibattito tra ministri. Questi ultimi hanno sottolineato la necessità di una sempre maggiore integrazione del Mercato interno, per sostenere la resilienza soprattutto delle piccole medie imprese, e la necessità di una diversificazione degli approvvigionamenti di materie prime necessarie per i settori strategici (farmaceutico, semi conduttori ecc.).

Il Consiglio ha quindi adottato delle conclusioni sul settore del Turismo, che sottolineano il ruolo del turismo per i prossimi dieci anni nel l contribuire al rilancio economico dell’Unione europea. Il turismo dovrà però essere sostenibile, resiliente, digitale, globale e sociale. Già nel marzo 2019, il Consiglio aveva sottolineato come il turismo rappresenti un volano di crescita, di creazione di posti di lavoro e coesione sociale in Europa, concetti peraltro ribaditi anche in altri contesti, per esempio nell’European Green deal e nel Piano di investimenti per un’Europa verde e sostenibile. Il turismo vedeva infatti nel 2019, 20,3 milioni di persone impiegate solo in Europa, contribuendo al 9,5% al PIL europeo. La pandemia lo ha fortemente colpito. Necessita quindi di interventi consistenti ed immediati, anche per il ruolo di integrazione sociale che svolge nel mercato interno. Questi interventi, però, riguardano anche settori ad esso strettamente collegati e da cui il turismo di fatto dipende (per es. il settore dei trasporti). Le catene di valore delle attività turistiche sono infatti complesse e possibili criticità di un settore collegato possono avere un forte impatto sul turismo stesso.

I ministri hanno quindi ribadito la necessità di cooperazione, trasparenza, formazione professionale per una condotta responsabile nella gestione delle attività turistiche, sostenibilità delle attività turistiche soprattutto costiere, la digitalizzazione, la resilienza, e la maggior connettività con tutte le aree territoriali. Il Consiglio chiede alle autorità competenti di dare vita a programmi di sviluppo turistico in linea con i principi del Green Deal europeo e sollecita l’utilizzo dei fondi del Quadro finanziario Pluriennale e del Next generation EU. Chiede infine alla Commissione di predisporre un’Agenda per il Turismo 2030-50, da presentare entro il 2021, con obiettivi da raggiungere e una sorta di cruscotto di monitoraggio delle iniziative. Ma è importante considerare il turismo una politica rilevante per la ripresa economica dell’Unione europea nel rispetto non solo dell’ambiente ma anche della cultura e dei valori delle comunità locali. 

Un Consiglio, dunque sicuramente importante che ha visto sottolineare, di nuovo e in modo coerente con altre decisioni prese a livello UE, l’assoluta necessità di attuare celermente le indicazioni strategiche sui vari temi, in linea agli obiettivi fondamentali del Recovery Plan (di transizione verde e digitale). Le decisioni sono state prese, le indicazioni date, le risorse sono ormai disponibili, non rimane che un’attuazione coerente e soprattutto rapida da parte dei 27 governi. 

 

Anna Maria Villa

 

 

 

 

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