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Newsletter 14 Giugno/2021 - ULTIME DA BRUXELLES

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Una ritrovata solidarietà

La scorsa settimana le sette grandi economie mondiali - G7 - (Regno Unito, Italia, Francia Germania, USA, Giappone, Canada insieme all’Unione europea) si sono riunite a CarbisBay in Cornovaglia, sul mare d’Irlanda per affrontare i principali temi a livello globale.

L’incontro è stato caratterizzato soprattutto dal riavvicinamento di vecchi alleati atlantici – Usa e paesi Europei – da molti auspicato, grazie ad una nuova direzione impressa alla politica estera americana del Presidente John Biden.

Obiettivo principale di questa ritrovata alleanza è soprattutto il contrasto all’azione espansionistica di alcuni regimi autoritari, reso ora possibile da un rinnovato patto tra paesi che condividono gli stessi principi e valori democratici, quali lo stato di diritto eil rispetto dei diritti umani.

L’accordo assolutamente condiviso nella sua generale enunciazione sui principi e anche per la posizione da assumere nei confronti della Russia, non ha però al momento  previsto alcun puntuale e definitivo impegno verso la Cina.

Pur condividendo le preoccupazioni degli Stati Uniti, infatti, i paesi europei hanno espresso una posizione più articolata, non appoggiando pienamente la proposta americana di chiaro contrasto alla ‘ Via della Seta’, iniziativa fortemente voluta e finanziata dalla Cina per 37 miliardi di dollari, che prevede una serie di progetti che coinvolgono circa 100 paesi, per realizzare la politica espansionistica di Pechino attraverso il rilancio dei propri scambi commerciali in Asia e Africa.

Considerando l’importanza dell’Africa non solo per l’Europa, ma anche per gli Stati Uniti, il Presidente Biden ha proposto la realizzazione di una serie di progetti senza alcun onere per i paesi più bisognosi, iniziativa  - etica e verde - denominata ‘Build Back a Better World’ o anche B3W.

Malgrado la positiva generale accoglienza da parte degli altri paesi, alcuni tra questi – tra cui anche il Presidente Italiano Draghi - hanno sollecitato una maggior approfondimento a salvaguardia  di un necessario coinvolgimento della Cina nelledecisioni riguardanti la lotta ai cambiamenti climatici, che rimane ad oggi il principale e immediato obiettivo da raggiungere.

Altro tema dove non si è registrato un pieno accordo a margine del G7 riguarda i rapporti tra UK ed Irlanda del Nord, territorio considerato dai britannici nazionale e quindi con implicazioni riguardanti il transito delle merci alle frontiere con l’Eire rimasta ovviamente membro dell’Unione. Si auspica una soluzione condivisa, malgrado la posizione irremovibile espressa dal premier britannico, Boris Johnson, soluzione resa possibile grazie ad un probabile intervento mediatore degli Stati Uniti, che per la prima volta hanno elogiato l’operato dell’Unione europea, soprattutto durante la pandemia.

Punto in agenda dove invece si è trovata la massima sintonia è stato il contrasto alla pandemia, assolutamente necessario a livello globale, attraverso la massima diffusione dei vaccini anche verso i paesi più svantaggiati da un punto di vista economico-sociale. A questo proposito, l’Unione europea si è posizionata quale leader attraverso diverse iniziative, quali l’esportazione del 50% della sua produzione di vaccini, la decisione della cessione a titolo gratuito di 100 milioni di dosi entro quest’anno, la partecipazione al programma COVAX ecc.

C’è quindi stato uno scambio di vedute sulla situazione economico sociale a livello globale. La pandemia come noto ha causato una forte crisi, che è stata caratterizzata da ingenti perdite economiche e da pesanti risvolti sociali.

Nell’affermare che è il momento di utilizzare politiche espansionistiche di bilancio, non più per sostenere imprese e persone, come fatto durante la fase più acuta della pandemia, ma per investimenti produttivi, capaci di produrre quel reddito necessario per controllare i bilanci pubblici, il Presidente italiano Draghi  ha inoltre sottolineato l’improrogabile attenzione che deve essere data in questo contesto alle politiche sociali.

Il momento congiunturale, infatti, anche se sicuramente positivo rispetto a qualche mese fa è ancora caratterizzato da una grossa fragilità di molti paesi, dovuta anche al permanere di una forte incertezza politica a livello globale in aree strategiche.

Si può dunque concludere affermando che il principale risultato positivo, raggiunto da questo vertice, è stato quello di rimettere al tavolo i ‘vecchi’ partner di un tempo, per rilanciare il multilateralismo, in una rinnovata collaborazione tra le due parti dell’Atlantico, allo scopo di affrontare insieme sfide future ancora molto impegnative, agendo sulla base di valori democratici da sempre condivisi.

Anna Maria Villa

 

 

 

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