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Newsletter 13 Ottobre/2021 - SPECIALE POLONIA

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La sentenza, ancora non resa pubblica, del tribunale costituzionale polacco  - di cui si sa quanto la maggioranza dei suoi membri e della sua presidente siano sottomessi al governo di quel paese al contrario dei giudici costituzionali tedeschi che se sbagliano sbagliano in proprio e non per conto terzi - rappresenterebbe un grave atto di rottura dell’ordine giuridico europeo.

Diciamo “rappresenterebbe” se il testo della sentenza confermasse il contenuto di un comunicato stampa di cui dei giuristi dovrebbero vergognarsi e se il governo decidesse di avallarlo formalmente mettendo in discussione i fondi europei.

Dopo aver giudicato i giudici di Varsavia varrebbe la pena di giudicare le mancanze del Trattato di Lisbona che - dopo un accordo fra Angela Merkel e Tony Blair nella primavera del 2007 - ha abbandonato una serie di innovazioni del trattato costituzionale fra cui la “costituzionalizzazione” del primato del diritto europeo scegliendo la via di un semplice riferimento ad una dichiarazione non vincolante della Conferenza intergovernativa.

Insieme a strumenti più forti per difendere lo stato di diritto si tratta di una questione politica prima che giuridica che dovrà essere affrontata dalla Conferenza sul futuro dell’Europa di cui abbiamo parlato l'11 ottobre al Festival dello sviluppo sostenibile.

(Movimento europeo Italia, 11/10/2021)

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Giorgia Meloni si avventura pericolosamente (per lei) sul terreno scivoloso del primato del diritto dell’Unione rispetto ai diritti nazionali, nei settori di competenza della stessa Unione e nelle norme del Trattato europeo che gli Stati membri hanno considerato superiori a quelle nazionali quando hanno ratificato il Trattato e hanno riconosciuto il carattere vincolante della Carta dei diritti fondamentali.

Giorgia Meloni non sa o fa finta di non sapere che molte costituzioni nazionali a cominciare da quelle tedesca, francese, belga, spagnola e italiana fra le altre hanno introdotto delle norme per adeguarsi alla nuova situazione creata dai trattati che hanno modificato quelli di Roma a cominciare dal Trattato di Maastricht e che tutti i governi hanno sottoscritto una dichiarazione comune (n. 17) in cui riconoscono il primato del diritto dell’Unione ivi compresi i governi polacco e ungherese.

Il popolo polacco del resto ha ratificato per referendum a larga maggioranza l’adesione all’Unione europea, ai sui principi, ai suoi valori e alle sue regole comuni.

(Movimento europeo Italia, 08/10/2021)

 

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