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Newsletter 6 Dicembre/2021 - L'EDITORIALE

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Confederalismo, federalismo e sovranismo europeo

C’è qualcosa di paradossale e grottesco nel cosiddetto “europeismo gollista” della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Il gollismo, nato con il generale Charles de Gaulle nella lotta contro ogni forma di fascismo e in Francia contro il governo a trazione nazista di Philippe Pétain, non ha nulla a che fare con le origini ideologiche di Fratelli d’Italia che è un partito nato dalle ceneri del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante di cui vale la pena di ricordare il suo impegno nella “Difesa della razza”.

Come sanno gli studiosi dell’integrazione europea, il processo di unificazione del continente - inizialmente limitato ad una parte dell’Europa occidentale con l’esclusione in particolare dei regimi fascisti in Spagna di Francisco Franco e in Portogallo di Antonio Salazar - è stato avviato con il confronto fra tre scuole di pensiero politico:

  • quella funzionalista di Jean Monnet che considerava il metodo comunitario come una fase sulla via della federazione europea,
  • quella federalista di Altiero Spinelli concepita nel 1941a Ventotene con il Manifesto per un’Europa libera e unita
  • e quella confederale di Winston Churchill il cui interesse britannico era di mantenere la divisione dell’Europa occidentale in Stati nazione per continuare a garantire al suo paese il ruolo di global player nel mondo

Nessuno - fino alla grottesca rivendicazione di un conservatorismo riformatore di Giorgia Meloni che si accompagna in Europa con i polacchi al governo che contestano il primato del diritto europeo e con l’estrema destra spagnola di Vox - ha mai pensato di considerare i sostenitori del metodo confederale fra gli “europeisti” perché chi vuole trasformare l’Unione europea in una Confederazione vuole di fatto e di diritto smantellare le basi essenziali del sistema comunitario.

Sappiamo che la cultura federalista non è ancora e pienamente parte integrante delle correnti di pensiero del popolarismo cristiano universalista, del socialismo internazionalista, del liberalismo cosmopolita e ora dell’ambientalismo.

Sappiamo che tutta la storia dell’ integrazione europea fa a pugni con l’idea di accogliere fra gli europeisti i cosiddetti conservatori riformisti che appartengono al partito polacco di “Diritto e Giustizia” (sic!), a Vox spagnolo e a Fratelli d’Italia in cerca di ospitalità nel neo-gollismo ma per ora respinti dai “Républicains” francesi eredi di Charles de Gaulle che siedono a Strasburgo e a Bruxelles nel gruppo del popolarismo cristiano e europeista del PPE.

Aggiungiamo una considerazione sul “confederalismo” di Giorgia Meloni che la leader di Fratelli d’Italia vorrebbe condire con una improbabile salsa gollista.

La differenza fra il federalismo e il confederalismo non sta nei temi di cui si deve occupare l’Unione europea ma su chi deve avere il potere di occuparsene.

Secondo il modello confederale, il governo europeo deve essere anarchico e cioè deve essere affidato alla decisione o meglio alle non-decisioni dei governi degli Stati-nazione di cui ciascuno deve mantenere una apparente sovranità assoluta.

Secondo il modello federale, il governo dei temi di interesse comune deve essere sopranazionale, deve avere poteri limitati ma reali e deve rispondere ad una autorità legislativa e di bilancio su una base paritaria  composta da una Assemblea parlamentare che rappresenti le cittadine e i cittadini e un Consiglio o Senato che rappresenti gli Stati e che decide a maggioranza e non all’unanimità.

Sarebbe bene che, nella ricerca di un ampio accordo per l’elezione del prossimo inquilino del Quirinale, le forze politiche convintamente europeiste non sdoganino il sovranismo europeo che cerca una casa più accogliente nell’Unione europea.

coccodrillo

 

 

 

 

 

 

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