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Newsletter 13 Ottobre/2021 - L'EDITORIALE

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Altiero Spinelli, Ventotene e la schola federalista di educazione alla cittadinanza attiva
A quaranta anni dal 9 ottobre 1981

Altiero Spinelli tornò per la prima volta a Ventotene nel 1973, trent’anni dopo la sua liberazione dal confino, per celebrare la fondazione del Movimento federalista europeo avvenuta a Milano nell’agosto 1943 a casa di Mario Alberto Rollier.

Da tre anni era entrato nelle istituzioni europee come commissario italiano, nominato grazie all’azione dei suoi antichi compagni del Partito d’Azione, essendo stato capace di forzare la mano alla Commissione europea e ai governi per avviare un embrione di alcune politiche comuni che apparivano già allora necessarie per offrire alle cittadine e ai cittadine dei Sei e poi dei Nove paesi membri delle Comunità europee dei beni – come uno sviluppo sostenibile, per usare un’espressione entrata oggi nel linguaggio comune – che gli Stati ciascuno per conto proprio non erano in grado di garantire.

Su questi aspetti vale la pena rileggere il discorso che pronunciò a Venezia alla conferenza sulla politica industriale europea nel 1972 che è ancora di grande attualità e che pubblichiamo qui allegato.

Coerente con la sua convinzione che il federalismo non è un’ideologia fumosa ma un modo di organizzare il potere democratico fra Stati apparentemente indipendenti al fine di superare il pericolo dell’anarchia insita nel conflitto permanente fra sovranità assolute e nazionalismi esasperati, Altiero Spinelli aveva inutilmente tentato di spingere la Commissione ad usare la forza del suo diritto di iniziativa per proporre ai governi delle soluzioni alle sfide dell’integrazione europea agli inizi degli anni ’70:

  • l’unione economica e monetaria dopo il mercato comune come parte essenziale di un’unione politica,
  • la dissoluzione del sistema di Bretton Woods decisa da Richard Nixon il 15 agosto 1971 (seguita esattamente cinquanta anni dopo dalla dissoluzione dell’alleanza euroatlantica decisa da Joe Biden con la fuga da Kabul),
  • gli interessi strategici europei nei conflitti medio-orientali,
  • la necessità di un bilancio europeo di natura federale,
  • e – last but not least – l’obiettivo di una vera democrazia europea da costruire intorno al ruolo del Parlamento europeo ancora non eletto.

Consigliamo di rileggere con attenzione i “Diari” scritti da  Altiero Spinelli fra il 1970 ed il 1976 e pubblicati da Il Mulino così come il discorso che pronunciò a Bruxelles al congresso di unificazione dei federalisti europei il 13 aprile 1973 per avere conferma della sua convinzione che “l’Europa non cade dal cielo”, che occorreva mettere insieme costantemente il pensiero e l’azione per realizzare l’obiettivo della federazione europea e che non esistevano scorciatoie funzionaliste o gradualiste per raggiungerlo.

Altiero Spinelli è tornato di nuovo a Ventotene il 9 ottobre 1981 - grazie all’iniziativa di Gabriele Panizzi insieme all’impegno di Raimondo Cagiano e Gianni Ruta - da deputato europeo, eletto come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano nel giugno 1979: entrando nell’emiciclo del Parlamento europeo a Lussemburgo, dove vi era stato dal 1970 al 1976 come commissario e poi come deputato designato dalla Camera italiana dall’ottobre 1976 al giugno 1979, disse con evidente emozione “entro nella cittadella della democrazia europea”.

Dal suo posto di commissario aveva assistito all’evoluzione europeista dei comunisti italiani e in particolare a quella di Giorgio Amendola che egli aveva fatto entrare nella gioventù comunista – lui che era di famiglia liberale – nel 1926 e che da Amendola era stato espulso nel 1937 a Ponza per “deviazione piccolo borghese” perché aveva scelto il principio della libertà contro il totalitarismo dell’ideologia comunista.

Nel novembre 1978 Altiero Spinelli aveva presentato al Convegno del PCI “I Comunisti e l’Europa” il suo programma elettorale – che è stato ripubblicato nel volume “Discorsi al Parlamento europeo” edito da Il Mulino - confermando la coerenza del suo pensiero e della sua azione durante tutta la sua vita di federalista:

  • il contenuto di un progetto per passare dal gradualismo delle Comunità al salto verso gli Stati Uniti d’Europa,
  • il metodo parlamentare costituente che per Altiero Spinelli era l’unico in grado di superare l’ostacolo del metodo intergovernativo del negoziato diplomatico a cui si univa l’agenda del lavoro del Parlamento eletto come spazio politico del compromesso democratico fra le principali culture del continente (l’universalismo cristiano, l’internazionalismo socialista e il cosmopolitismo liberale a cui si associava il radicalismo italiano mentre il movimento ambientalista come partito arrivò al Parlamento europeo alla fine degli anni ’80 e nacque in Italia nel 1985).

Nella concezione di Altiero Spinelli, la via costituente doveva essere fondata sulla condizione che il Parlamento europeo si impegnasse a scrivere un nuovo trattato destinato a sostituire integralmente i trattati esistenti perché la via delle modifiche parziali ai trattati esistenti avrebbe avuto come inevitabile conseguenza di dover consegnare le proposte del Parlamento nelle mani dei governi, non avrebbe consentito all’assemblea di inviare il suo progetto direttamente ai parlamenti nazionali sulla base della Convenzione di Vienna sui trattati internazionali e sarebbe stato un lavoro difficilmente comprensibile per l’opinione pubblica europea soprattutto nell’ipotesi che fosse stata successivamente scelta la via di un referendum  paneuropeo confermativo.

Su questa base Altiero Spinelli giunse a Ventotene il 9 ottobre 1981 non solo da deputato europeo eletto a suffragio universale e diretto ma soprattutto da promotore dell’iniziativa del “Club del Coccodrillo” costituitosi il 9 luglio 1980 e forte del suo primo successo dell’approvazione in aula, il 9 luglio 1981, di una risoluzione per la creazione di una commissione ad hoc incaricata di redigere un nuovo trattato e non di proporre delle modifiche ai trattati esistenti.

Altiero Spinelli era altresì convinto della necessità di mobilitare le giovani generazioni sulla base di un metodo di educazione alla cittadinanza attiva europea come un impegno troppo serio per essere affidato a delle affabulazioni il cui scopo fosse solo quello di persuadere senza suscitare nei giovani uno spirito critico, affabulazioni spesso autoreferenziali rivolte soltanto a sé stessi e non ai giovani a cui bisognava trasmettere la voglia di pensare e di agire.

Per Altiero Spinelli la scuola di Ventotene non doveva trasformarsi in una palestra di esibizioni personali ma tutta l’isola doveva diventare una schola permanente di educazione alla cittadinanza attiva (europea). Sulla base di quest’idea, a partire dal primo seminario federalista del 1982, si è sviluppata una positiva contaminazione fra i giovani federalisti e i ventotenesi e sono nate negli anni molte iniziative che hanno fatto dell’isola il luogo della memoria europea per eccellenza e la porta d’Europa verso la federazione europea.

A quarant’anni dall’evento di Ventotene l’Europa – al suo interno il Parlamento europeo e intorno ad esso le forze federaliste – si trova davanti alla stessa sfida e alla stessa scelta che condussero la prima assemblea eletta a seguire la via indicata da Altiero Spinelli:

  • piegarsi all’apparente realismo di proporre alcune modifiche al trattato di Lisbona firmato da venticinque governi quattordici anni fa,
  • o rilanciare il metodo parlamentare costituente che consentì il 14 febbraio 1984 l’approvazione di un nuovo trattato globale e coerente che ha influito sulla storia dell’integrazione europea e sul dibattito politico europeo.

Il Movimento europeo in Italia è convinto che le giovani generazioni non si piegheranno all’apparente realismo di modifiche parziali ai trattati esistenti ma saranno pronte a battersi per una nuova fase costituente secondo il pensiero e l’azione di Altiero Spinelli.

 coccodrillo

 

 

 

 

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