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Newsletter 3 Giugno/2024 - L'EDITORIALE

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Scelte europee e futuro dell’Unione

Che cosa è in gioco dal 6 al 9 giugno

Nel ricordare il risultato del referendum del 2 giugno 1946 quando le italiane (a cui il 10 marzo 1946 fu attribuito finalmente il diritto di elettorato attivo e passivo) e gli italiani voltarono una pagina della storia scegliendo la Repubblica e la democrazia nate dalla resistenza al fascismo, Sergio Mattarella ci ha ricordato che le elezioni del Parlamento europeo consacreranno “la sovranità dell’Unione europea a cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente”.

Andiamo a votare per rafforzare la legittimità dell’unica istituzione europea che parla e decide a nome delle cittadine e dei cittadini che la eleggono a suffragio universale e diretto aprendo la strada ad una fase costituente di un’Unione più democratica, sostenibile e solidale, per costruire ponti e abbattere i muri “svendere la sicurezza a detrimento dei diritti” e per contribuire alla pace e alla giustizia nel Continente e nel mondo.

Scegliamo le forze politiche che si battono per la sovranità europea respingendo la fallace propaganda dei nazionalisti che vorrebbero riportare pericolosamente all’indietro le lancette della storia europea.

Hanno detto che le elezioni europee saranno un referendum per scegliere fra due visioni opposte dell’Europa:

  • quella dei “sostenitori delle Nazioni sovrane, essenziale per la nostra sopravvivenza ” come sostiene Marine Le Pen su il Giornale usando le stesse parole di Giorgia Meloni a Madrid, quella che intende cancellare il Patto Verde e con esso il futuro delle nuove generazioni, creare muri abolendo la libertà di movimento in tutta Europa per i migranti, proteggere le imprese contro i lavoratori, annullare i vantaggi di un mercato unificato e paralizzare l’azione internazionale dell’Unione europea (che “non è uno Stato e deve stare al suo posto” ha sentenziato Marine Le Pen)
  • quella che i nazionalisti identificano negli standard, nei divieti e nelle limitazioni imposte da un “gigante burocratico” (l’espressione è di Giorgia Meloni).

Per far prevalere l’Europa delle Nazioni, Marine Le Pen e Giorgia Meloni stanno lavorando ad un accordo fra tutte le destre europee con l’obiettivo di un unico gruppo parlamentare che superi “le sinistre” (nostalgiche, sostiene Giorgia Meloni, dell’Unione sovietica) e che competa con i popolari “complici delle politiche tossiche e antidemocratiche di Ursula von der Leyen e totalmente lontani dall’Europa delle Nazioni” (ha detto Marine Le Pen).

Non riusciranno nell’intento di riunire in un’unica maggioranza “tutti i patrioti” - di destra e di sinistra purché euro-critici che appartengono ora agli “identitari”, ai “conservatori” e ai “ribelli” (insoumis) ma che affolleranno momentaneamente i numerosi non-iscritti inizialmente senza casa europea, tutti facilmente attratti dalle ingerenze politiche e finanziarie esterne - per cambiare l’Unione e “renderla uno spazio di libera cooperazione tra nazioni sovrane d’Europa” (l’espressione è sia di Marine Le Pen che di Giorgia Meloni).

E’ più probabile invece che la fusione in un unico gruppo eteroclito senza programma ma alle immediate spalle del PPE e prima dei socialisti possa svolgere una costante azione di “sabotaggio” (l’espressione è stata usata, non a caso, in campagna elettorale da Matteo Salvini e da Roberto Vannacci mutuandola dal linguaggio militare) nelle attività parlamentari europee ma anche un pull factor nei confronti di una parte dei popolari e dei liberali che hanno già manifestato la loro sensibilità europea e nazionale verso le pulsioni populiste della destra.

C’è una terza Europa che dovrebbe emergere invece dal voto europeo e che contrapponga al racconto immaginario delle destre (e delle sinistre euro-critiche) l’idea di un modello europeo fondato su un’Unione capace di garantire i diritti delle persone e la loro dignità, di programmare il loro futuro, di plasmare una conversione ambientale della società, di stare al posto della pace e non dei conflitti, di elaborare e creare le condizioni per un duraturo consenso verso una reale democrazia sovranazionale.

Si tratta di un’Europa che dovrà uscire dalle nebbie dei programmi elettorali europei per fondarsi sull’azione delle donne e degli uomini che arriveranno a Bruxelles e a Strasburgo legittimati dal voto popolare, pronti a battersi per contrastare con spirito partigiano il tentativo di sciogliere l’Unione europea in un coacervo di permanenti conflitti potenzialmente distruttivi.

Noi siamo convinti che questa terza Europa appartiene alla visione del futuro che hanno la maggioranza delle cittadine e dei cittadini europei e che saranno pronti a condividerla se un’alleanza consistente nel Parlamento europeo saprà tradurla in una Legge Fondamentale Europea insorgendo contro l’immobilismo delle apparenti sovranità nazionali.

Roma, 2 giugno 2024   
coccodrillo

 

  

 

 

 

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