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Newsletter 2 Settembre/2024 - ATTIRIAMO LA VOSTRA ATTENZIONE

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Per me non c’è cosa più importante nella mia vita di quello che ho fatto in questi giorni; sono tornato dove mi avevano salvato 7 anni fa per salvare i miei fratelli e le miei sorelle. Sono tornato nel deserto dove muoiono all'anno migliaia di persone.

Ringrazio molto  Mediterranea Saving Humans che mi ha regalato questo possibilità di salire a bordo con loro. È stato un viaggio di tristezza ma anche di gioia, pieno di ricordi. Quando siamo partiti al largo di Lampedusa ho cominciato a guardare il mare e lì ho rivissuto il mio viaggio dal Senegal fino l'Italia  ricordando il deserto del Sahara, i lager libici, il mare Mediterraneo. Guardavo le onde del mare e non riuscivo a chiudere i miei occhi  pensando agli  amici che sono morti nel mare come Bara, Moussa che era insieme a me nelle prigioni libiche e che sognava di diventare un giocatore di calcio. Papito kara che rischiava di essere arrestata  dal nostro  ex governo pure lui è finita in mare. Ricordando quanti fratelli e sorelle sono in fondo a questo mare cercavo di nascondere i miei dolori per poter sorridere a volte mi nascondevo nelle cabine o in bagno per buttare fuori tutto il dolore e quando guardavo il mare mi veniva voglia di buttarmi dentro per chiedere ai pesci di raccontarmi storia con nome e cognome delle persone che sono finite lì cosi quando tornerò in Africa lo potrò raccontare ai loro cari che da anni hanno la speranza di rivederli ma non torneranno più perché sono finiti in mare. I miei occhi erano pieni di lacrime, ho rivissuto il dolore rifacendo il viaggio. Ho sentito l'urlo dei miei fratelli e delle mie sorelle che avevano perso la speranza, giravo i miei occhi e vedevo il mare deserto dove non c'era nessuno però puntavo i miei occhi sulle onde e mi tornavano tutte le immagine che avevo vissuto quando avevo 16 anni. La cosa che mi ha colpito di più è vedere l'equipaggio che salva loro e lo fa con il cuore con tanta voglia di non lasciare  nessuno in mare, con delle lacrime e questo mi ha riempito di forza per tenere duro. Ho guardato il mare e ho pensato alle centinaia che sono morti il il 03 ottobre 2013 e a tutte le altre tragedie che ci sono stati.

In questi giorni è affondata una barca a vela, è stata una grande disgrazia, sono morte 7 persone tra cui una ragazza giovane, piena di sogni per la sua vita, però questo tragedia mi ha insegnato che il mondo è diviso in due che le vite dei ricchi hanno un altro valore rispetto a quelle delle migliaia di altri esseri umani che quotidianamente affondano senza nome, senza memoria, senza diritti e con sogni negati.

Ringrazio molto  tutte le persone che salvano vite umane partendo dalla mia ONG Mare Jonio, combattendo ogni giorno nel mar Mediterraneo che è diventato un campo di guerra e un cimitero allo stesso tempo, una catastrofe...nascosta, una guerra  silenziosa dove la più potente arma è l'indifferenza e la totale assenza di diritti... Ma ...mi viene una domanda: siamo tutti figli dello stesso Dio?

Ibrahima lo

Insieme con fratello Danny Castiglione

 

 

 

 

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