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Newsletter n.8/2021 - Covid-19 al centro delle Istituzioni europee

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 di Anna Maria Villa

La scorsa settimana si sono tenute due riunioni importanti: il Consiglio del mercato interno e il Consiglio Europeo. Tema comune ad entrambi sono state ulteriori azioni da mettere in campo per contrastare le gravi conseguenze del Covid-19 da un punto di vista sanitario ed economico.

I ministri del mercato interno infatti hanno rivendicato il loro necessario coinvolgimento nella valutazione dei Piani di ripresa e resilienza presentati dagli Stati, in particolare per quegli investimenti strategici che dovranno garantire la ripresa economica dell’unione. Un mercato interno funzionante, un’autonomia strategica dell’unione e un accresciuto ruolo dei consumatori sono elementi necessari per una ripartenza duratura e resiliente difronte a possibili altre crisi. I capi di stato e di governo dal canto loro, dopo un’analisi aggiornata della situazione sanitaria europea e delle principali criticità rimaste ancora da affrontare, hanno approvato una dichiarazione congiunta in cui hanno indicato le linee guida da seguire per un contrasto deciso e quanto più possibile immediato alla persistente diffusione del virus e di sue varianti molto contagiose. Tra gli obiettivi principali quello di poter contare presto su un vaccino, possibilmente europeo, per non dipendere esclusivamente da produttori esteri.

Gli ultimi dati – economico-sociali – all’interno dell’unione rimangono allarmanti, anche se ci sono in determinati settori timidi segnali di una leggera ripresa. Il tasso di occupazione della popolazione compresa tra i 20 ed i 64 anni, sebbene cresciuto, non è ancora a livelli sperati e soprattutto registra un persistente divario tra i vari Stati. Nell’ambito di questi valori, rimane ancora un forte gap occupazionale di genere e generazionale a sfavore soprattutto di donne e di giovani. A questo ovviamente corrisponde un tasso di disoccupazione ancora alto soprattutto in quei settori – che impiegano principalmente giovani e donne – quali turismo, arte e ristorazione.

Da qui una serie di riflessioni. Oltre alla necessità di una indipendenza europea nella produzione dei vaccini, emerge l’urgente necessità di attuare politiche sociali europee coordinate ed uniformi a sostegno della crisi sociale dei 27 paesi.  Senza interventi coordinati non potrà esserci il corretto funzionamento del mercato interno e la situazione economica dell’unione continuerà a mostrare pericolosi squilibri macroeconomici che potrebbero compromettere una ripresa organica e generalizzata.

Notevoli progressi nel senso di una maggiore solidarietà europea sono stati compiuti con il Recovery plan, grazie al quale sono state messe a disposizione ingenti risorse finanziarie – in parte ‘grants’ – per contrastare la pandemia. Ma questo da solo non basta. Occorre rimettere al centro dell’azione europea ‘l’uomo’. Come ha affermato il commissario Dombrovskis, occorre rimettere l’economia al servizio delle persone per una crescita inclusiva e sostenibile. La transizione ecologica e quella digitale debbono essere realizzate in un’ottica sociale, dal momento che crescita e benessere sono strettamente connessi al benessere di tutti i cittadini. La questione sociale non può infatti essere considerata un mero corollario ai Piani di ripresa e di resilienza, ma deve essere l’ottica in base alla quale intervenire: non un qualcosa di estraneo, dunque, ma qualcosa che è alla base di ogni azione.

A questo riguardo la Commissione europea lancerà in settimana il Piano di azione per l’attuazione del Pilastro sociale. Quest’ultimo, voluto dalla Commissione nel 2017 per contrastare gli effetti sociali della crisi finanziaria e dei debiti sovrani del 2008, indica attraverso l’enunciazione di 20 principi chiave, articolati in tre categorie di intervento (pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; condizioni di lavoro sicure ed eque; protezione sociale ed inclusione) le linee di azione che debbono guidare istituzioni europee, stati membri e parti sociali, a sostegno della questione sociale.

Il Pilastro sociale non è mai stato completamente attuato dai tre attori principali, che ne sono anche i responsabili. Ma oggi più che mai è necessario agire. Occorre applicare quei principi attraverso azioni condivise e coordinate, ad esempio per sostenere il mercato del lavoro, garantire sistemi di protezione sociale comuni, equi e funzionanti, avviare concretamente un processo di convergenza che assicuri migliori condizioni di vita a tutti i cittadini europei. I 20 principi del Pilastro sociale sono, infatti, di grande attualità in questo periodo di crisi economica-sociale e sanitaria, ad esempio la parità di genere, l’assistenza all’infanzia per permettere alle lavoratrici-madri di essere protagoniste nel mondo del lavoro, la garanzia di un reddito o di una pensione minima, l’accesso a servizi essenziali, ecc.

Il rispetto di questi principi non solo garantisce a livello UE lo stato di diritto, il c.d. rule of law, ma assicura anche quelle condizioni di contesto economico uniformi per le imprese che operano nel mercato unico, e ciò a vantaggio della concorrenza e di una migliore distribuzione delle risorse. La pubblicazione del Piano di attuazione del Pilastro sociale sarà quindi essenziale anche ai fini della redazione finale dei Piani di ripresa e resilienza, in quanto inciderà su uno degli elementi essenziali dei progetti: la forza lavoro.

Ci auguriamo dunque che questo sia l’avvio di una diversa ottica di intervento a livello europeo e a livello nazionale per rimettere in moto l’economia, assicurando quelle migliori condizioni di vita che ormai tutti i cittadini europei esigono e si aspettano dall’Europa, per tornare e/o continuare a credere e sperare nel progetto europeo.

Anche la Presidenza Portoghese nel suo programma ha ascoltato questa esigenza e ha dato particolare risalto al tema sociale, prevedendo, il 7  maggio, a Porto una conferenza ad hoc, come seguito del Vertice sociale di Göteborg del 2017, durante il quale venne proclamato dagli Stati membri dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea, il Pilastro sociale, considerato dalla Presidenza portoghese un elemento chiave per realizzare un’equa ed inclusiva transizione ambientale e digitale.

Tutte queste iniziative avranno anche riflesso sulla ‘Conferenza sul futuro dell’Europa’, che verrà lanciata quest’anno in occasione della festa dell’Europa, e dalla quale – si spera - emergeranno proposte concrete e condivise anche per una nuova governance europea, sempre più attenta al progresso sociale dei suoi cittadini per assicurare che nessuno rimanga indietro.

 

 
 

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