Via Angelo Brunetti, 60   06.36001705  06.87755731  segreteriacime@tin.it  segreteria@movimentoeuropeo.it

Newsletter n.13/2021 - PILLOLE D'EUROPA

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

 

Settimana elettorale in Bulgaria e Groenlandia

Questa settimana si sono tenute le elezioni in due Paesi molto diversi geograficamente e culturalmente, ma entrambi legati alla storia comune europea: la Bulgaria che è entrata nell’UE nel 2007 e la Groenlandia territorio danese autonomo che ha abbandonato la CEE nel 1985.

Con il record di persone ricoverate negli ospedali del Paese e oltre sessantamila persone in quarantena su una popolazione totale di circa sette milioni, la Bulgaria va al voto in un clima di tensione e sfiducia nei confronti del precedente governo conservatore guidato da Boiko Borisov, al governo dal 2009 e leader del Partito Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria.

Nonostante l'ampia partecipazione popolare alle manifestazioni antigovernative svolte nel corso del 2020 e nonostante la predisposizione di sistemi di voto mobili ad hoc per i cittadini bulgari ricoverati ed in quarantena, la partecipazione alle urne non ha comunque superato il 45% degli aventi diritto al voto ed i risultati sembrano aver consegnato al Paese balcanico un quadro parlamentare caotico.

Le manifestazioni antigovernative, che accusavano il precedente esecutivo di corruzione, sembrano aver fatto presa sull'opinione pubblica: il partito conservatore di Borisov resta il primo partito ma perde oltre otto punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni, mentre i partiti di opposizione avanzano, seppur in modo assolutamente frammentato.

Come seconda, terza e quarta forza parlamentare del Paese si impongono tre compagini molto diverse fra loro: vera novità di queste elezioni è il partito populista, anti-sistemico, del famoso showman Slavi Trifonov, che  ha sfiorato il 17% dei consensi, seguito dal grande antagonista di Borisov, il partito socialista bulgaro, prima forza di opposizione nella precedente legislatura ed, infine, il partito di destra democratica promotore delle proteste contro lo stesso Borisov.

Anche la Bulgaria, dunque, seppur con un ritardo di qualche anno rispetto agli altri Paesi dell'Unione, sembra esser stata colpita in parte dall'ondata populista di un partito, "C'è un popolo come questo" di Trifonov, che parla all'elettorato al di fuori dei canali istituzionali, ricercando un rapporto diretto attraverso i social media, parlando alla pancia del Paese. Ma quello di Trifonov non è l'unico movimento populista che sembra avanzare nella società civile bulgara, anche il partito "Alzati! Fuori la mafia!" sostenuto dal movimento di protesta "Trio velenoso", promotore di numerose manifestazioni anticorruzione e antisistema.

Vista l'eterogeneità delle quattro principali forze politiche risultanti da queste elezioni, sembra lontana l'ipotesi di una formazione di un governo di coalizione guidata dal precedente premier Borisov, prospettandosi una situazione di duratura instabilità politica che, secondo molti analisti, potrebbe risolversi solo con un’ulteriore tornata elettorale entro l'anno. Non è chiaro, dunque, se la posizione filoeuropea del Paese balcanico possa di fatto risultare compromessa.

Molto più netto invece il risultato delle elezioni anticipate tenutesi in Groenlandia, la più grande isola del mondo, autonoma dalla Danimarca dal 1979. Il Paese artico di soli cinquantaseimila abitanti ha effettuato una scelta elettorale nettamente verde, portando alla vittoria il Partito Ambientalista GroenlandeseLeitmotiv delle elezioni anticipate è stata la vicenda del Monte Kuannersuit, uno dei più grandi giacimenti di uranio al mondo, per il quale il precedente governo avrebbe concesso un’autorizzazione preliminare allo sfruttamento alla società australiana Greenland Minerals, partecipata dal colosso minerario cinese Shenghe Resources Holding, ed al cui sfruttamento si opponeva fortemente il partito Ambientalista vincitore delle elezioni.  La scelta verde dei groenlandesi rappresenta una vittoria per l'intera comunità internazionale in quanto mirata alla tutela di un bene comune, l’Artico, fortunatamente poco sfruttato dall'uomo ma inesorabilmente vittima delle attività antropiche che avvengono a migliaia di chilometri da esso a causa del riscaldamento globale. Le elezioni in Groenlandia ci mostrano come la democrazia continui ad essere l'unico, fondamentale strumento di controllo del bene comune in ogni società civile umana. 

Erasmo Mancini

 

 

 

 

Registrati per ricevere le nostre newsletter.
 

Sostieni le iniziative del Movimento Europeo con una piccola donazione


© Movimento Europeo - Via Angelo Brunetti, 60  ||  Realizzato da logoims

Search