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Newsletter 3 Luglio/2023 - ULTIME DA BRUXELLES

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Il 10 Luglio partirà la raccolta di firme per l’ICE sui migranti Stop border violence.

Il Movimento Europeo italiano aderisce all’Iniziativa.

        1. Il Movimento europeo ha promosso, dopo il Consiglio europeo straordinario del 9.2.2023, una Petizione al Parlamento europeo ([1]) ritenendo che le decisioni, ed ancor prima l’impostazione metodologica di questo Consiglio, costituisse un pericolo di alterazione dell’equilibrio che, secondo le stesse disposizioni dei Trattati (soprattutto se interpretate alla luce della Carta dei diritti), deve sussistere tra le esigenze di controllo delle frontiere esterne e di governo dei flussi migratori e quelle di protezione dei diritti fondamentali dei cittadini di paesi terzi costretti o indotti a lasciare i loro paesi nella ricerca di una speranza di futuro. Il Movimento europeo chiedeva al P.E. di respingere le conclusioni del Consiglio e soprattutto il suo punto n. 23) con il quale si invitava la Commissione europea a mobilitare fondi e mezzi per rafforzare le capacità  e le infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza- compresa la sorveglianza aerea- e delle attrezzature. Chiedeva al Parlamento di pretendere di conoscere l’utilizzazione di questi fondi e di sapere quale parte sarebbe stata destinata anche al miglioramento dei sistemi di accoglienza.

La Petizione ha avuto un numero di adesione notevole, soprattutto tra universitari, magistrati ed avvocati nonché tra esperti ed attivisti dei diritti umani.

Lo sviluppo successivo nell’attività politica- istituzionale sovranazionale non ha fugato la  preoccupazione ([2]) che, in vista dell’approvazione del tanto atteso Migration pact (certamente atto complesso e pluridimensionale)- venga unilateralmente promossa la sola parte dell’attesa Riforma delle politiche dell’immigrazione riguardante il controllo delle frontiere con la costruzione di barriere sempre più invalicabili e senza la predisposizione di strumenti di sostegno ai migranti che necessitano di aiuto (persino in mare) o che chiedono di attivare quel diritto di richiedere asilo e le altre forme di protezione internazionale solennemente riconosciuti agli artt. 18 e 19 della Carta dei diritti, con respingimenti in massa o rimpatri verso mete insicure  o con la delega a paesi terzi (la cosidetta esternazionalizzazione delle frontiere) di dubbio affidamento umanitario. Mentre sotto i nostri occhi si sono consumate le più gravi tragedie del mare degli ultimi anni, nella plateale dimostrazione che l’Unione non ha costruito una politica comune di una qualche effettività che consenta di assicurare ai migranti la possibilità di far valere in condizioni di sicurezza e di mancanza di pressioni, intimidazioni  e ricatti quei diritti protetti dalla Carta e richiamati all’art. 78 TFUE anche con riferimento al diritto internazionale, gli ultimi vertici dell’Unione hanno insistito sui meccanismi di espulsione, di blindature delle frontiere, di accordi con paesi dello scacchiere mediterraneo sotto osservazione per non rispettare i valori fondanti della democrazia e dello stato di diritto nei loro territori. Certo si è parlato di una maggiore solidarietà tra stati membri, peraltro prevista dall’art. 80 TFUE, ma la solidarietà per chi cerca di sfuggire da tragedie e da guerre non ha trovato spazio alcuno, nemmeno nella forma più elementare della predisposizione di mezzi di soccorso idonei in caso di naufragio in mare.

Naturalmente la partita della  riforma complessiva delle politiche dell’immigrazione è ancora aperta perché è ancora pendente la proposta della Commissione europea (Migration Act) ma ci sembra che nel frattempo le iniziative di sostegno agli stati membri in non meglio identificate operazioni di rafforzamento delle frontiere esterne, le continue erogazioni di aiuti monetari a paesi terzi per compiti non sempre chiari e senza verifiche obiettive sovranazionali preventive e successive, l’ipotesi già approvata di rimpatri anche verso paesi di passaggio etc., sottolineano l’urgenza di un riequilibrio della visione generale dell’Unione in questa materia che sia orientata (con procedure efficaci) anche al rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini migranti, alla loro protezione, al loro inserimento o al loro trattamento secondo criteri di umanità e rispetto  nei paesi ove vengono accolti.

Aiuti economici a paesi terzi o contributi agli stati membri per rafforzare le frontiere sono scelte che sono state adottate o implementate con richiamo a disposizioni aperte e molto flessibili, non sempre connesse a discipline organiche di settore che lasciano ampia discrezionalità alla Commissione. Tuttavia queste scelte e la loro attuazione devono rispettare le norme, i valori ed i principi della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che- rispetto all’azione di organi o organismi dell’Unione- è sempre obbligatoria. L’azione è illegittima e può comportare per chi l’ha realizzata anche una responsabilità per danno, se compromette direttamente o indirettamente il nucleo essenziale dei diritti della Carta di Nizza. Va ricordato sul punto la sentenza della Corte di giustizia Ledra del 20.9.2016, C-8/2015 con la quale la Corte dell’Unione, precisando quanto precedentemente affermato sulla sindacabilità (esclusa) delle misure di austerity per violazione dei diritti della Carta, rilevava che nel caso di misure adottate da Cipro in esecuzione di Protocolli sottoscritti con la Troika su aiuti per le banche di quel paese, sebbene queste misure non potessero considerasi di  diritto dell’Unione” perché il Mes e le sue regole sono state approvate da un Trattato internazionale estraneo all’ordinamento europeo, tuttavia avendo la BCE e la CE agito come organi dell’Unione nel prevedere tali misure gli stessi avrebbero dovuto rispettare i diritti della Carta, sicché si poteva ipotizzare la responsabilità per danni (poi esclusa ma con un accertamento di merito) di questi organi laddove avessero pregiudicato i diritti di cittadini europei ledendo i loro fundamental rights. Si tratta di una giurisprudenza che ha trovato poi ulteriori conferme e che stabilisce con nettezza che la Carta obbliga le istituzioni dell’Unione anche laddove queste agiscano persino al di fuori del raggio d’azione del diritto dell’Unione ([3]). Non si possono erogare fondi o prendere accordi anche informali con paesi terzi laddove questi, ad esempio, conducano a rendere impossibile per i migranti azionare il diritto di asilo o portino anche indirettamente a misure di espulsione collettiva o anche limitino illegittimamente il diritto alla libertà di cittadini migranti incolpevoli etc.

La prospettiva di “più Europa nelle politiche dell’immigrazione“, di una maggiore responsabilità diretta dell’Unione in questa incandescente materia, dell’attuazione di un sistema comune di sicurezza delle frontiere insieme a politiche comuni di accoglienza e di trattamento dei diritti dei migranti ci vede del tutto concordi, ma le tappe di realizzazione integrale degli obiettivi già previsti dai Trattati devono essere tracciate in profonda coerenza con i diritti dei cittadini di paesi terzi in situazione di rischio di rischio esistenziale, cosa che non ci pare stia accadendo .

       2. In questa prospettiva l’Assemblea generale del Movimento europeo del 26.6. 2023  ha approvato all’unanimità dei partecipanti la decisione di aderire alla Iniziativa dei cittadini europei (ICE), promossa da un rete di cittadini europei attivisti per i diritti fondamentali costituitesi nell’associazione Stop Border Violence, sul tema dei diritti dei migranti ([4]. L’associazione ha presentato alla Commissione europea il testo dell’ICE, incentrata sulla piena applicazione dell’art. 4 della Carta dei diritti fondamentali, che ha autorizzato il 12.1.2023 la raccolta di firme, che in effetti partirà il 10 luglio di quest’anno per concludersi il 9.7.2024. Si sta registrando una notevole confluenza di altre associazioni, ONG e  gruppi di cittadini in tutt’Italia.

L’ICE si propone questi obiettivi:

Chiediamo all’Unione Europea:

un’azione concreta tesa a garantire il pieno rispetto da parte dei suoi Membri dell’art. 4 della Carta UE dei diritti fondamentali, che prescrive l’obbligo non solo di repressione ma anche di prevenzione di atti di tortura, trattamenti disumani e degradanti nei confronti di TUTTI gli individui.

Chiediamo di proteggere le persone migranti o richiedenti asilo, attraverso:

l’istituzione di meccanismi di monitoraggio volti a rilevare e fermare gli abusi dei diritti fondamentali e gli atti lesivi della dignità umana, tanto alle frontiere che nello spazio comune europeo; il recesso ovvero la NON stipulazione pro futuro di accordi internazionali in materia di contenimento dei flussi migratori con Stati terzi colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani; la definizione di standard minimi di accoglienza validi per tutti i Paesi membri e per l’interno periodo di permanenza sui loro territori; l’eventuale previsione di sanzioni specifiche in caso di violazione delle normative UE.

Il Testo dell’ICE richiama pertinentemente l’art. 4 della Carta dei diritti in quanto l’art. 4 cosi come l’art. 3 della Cedu (in tutto simile) dovrebbero godere, secondo la concorde giurisprudenza delle due Corti europee (del Lussemburgo e di Strasburgo), di una sorta di privilegio applicativo ed assiologico. L’art. 4 della Carta dei diritti, che proibisce la tortura e i trattamenti inumani e degradanti  ha un ruolo centrale nel sistema garantistico apprestato dal Bill of rights dell’Unione perché le sue prescrizioni hanno un carattere assoluto (stessa logica segue la Convenzione europea così come interpretata dalla Corte di Strasburgo) rappresentando uno sviluppo analitico del principio dell’inviolabilità della dignità della persona (art. 1) e non possono essere bilanciate con esigenze di ordine generale o per tutelare altre pretese individuali e collettive. Nessuno può richiamare nobili fini, situazioni emergenziali o prerogative di terzi per rompere il tabù dell’intangibilità della zona di rispetto dovuta ad una persona, indipendentemente dalle sue condotte: si tratta di prerogative assolute che il diritto internazionale, dal secondo novecento, vuole proteggere in ogni comunità politica e che le Corti  europee di diritti recepiscono pienamente.

 La giurisprudenza delle due Corti europee ha certamente conosciuto un’evoluzione che ha nel tempo allargato la sfera di protezione dei soggetti dalle situazioni più estreme, come sono quelle delle pratiche di tortura o delle violenze sistematiche nei confronti dei detenuti o delle persone in custodia, a trattamenti crudeli che mortificano programmaticamente le persone che vi sono sottoposte umiliandole anche al fine di fiaccarne il carattere e la capacità di resistenza. Inoltre la norma è  stata progressivamente orientata alla prevenzione del rischio di dover subire situazioni come quelle prima descritte anticipando la soglia di attenzione delle autorità giurisdizionali ([5]). La giurisprudenza delle due Corti, in particolare di quella della Corte di Strasburgo che comunque deve essere presa prioritariamente in considerazione ex art. 52.3 della Carta di Nizza anche per interpretare i diritti di quest’ultima se di contenuto simile, ha enucleato nel tempo i doveri “positivi“ che hanno gli stati nel prevenire queste violazioni così estreme e gravi: non basta punire chi le compie anche severamente ma occorre mettere in campo ogni mezzo per anticipare la commissione di atti che contravvengono così radicalmente al senso di umanità.

Avere posto a base dell’ICE l’art. 4 della Carta vuol dire quindi da un lato riaffermare che gli stati e l’Unione non possono accampare alcun interesse generale o altri diritti concorrenti per giustificare la commissione di questa atrocità di cui siano responsabili anche indirettamente o per omissione; dall’altra che non basta la repressione di simile condotte laddove sia evidente che gli stati o l’Unione sapevano del rischio (serio) di una loro commissione e non hanno fatto nulla per impedirla (potrebbe essere il caso degli accordi con paesi terzi sospettati di non rispettare i diritti umani dei migranti).

Nelle richieste del testo ICE alla Commissione rilevano (anche se non citati) anche altri diritti della Carta come l’art. 1 sulla dignità della persona; l’art. 2 diritto alla vita, l’art. 6 diritto alla libertà, gli artt. 18 e 19 di cui si è già parlato, l’art. 47 sul diritto ad un ricorso effettivo (che tipo di tutela è assicurata  per il richiedente asilo ove sia obbligato a fare domanda in Libia?).

In conclusione chiederemo alle organizzazioni nostre aderenti di partecipare alla raccolta delle firme offrendo ogni informazione sull’andamento della campagna ivi compreso il calendario delle iniziative in Italia ed in Europa; contatteremo gli altri Movimenti europei spiegando le ragioni di questa adesione. Costruiremo in appoggio alla campagna ICE iniziative di discussione e riflessione sul tema di politiche dell’immigrazione dell’Unione coerenti con il principio di umanità e con il rispetto dei diritti del Bill of rights dell’UE.

Giuseppe Bronzini

Segretario Generale Movimento Europeo

 

 

[1] https://movimentoeuropeo.it/blog/le-nostre-notizie/2432-petizione-al-parlamento-europeo-sul-rispetto-del-diritto-internazionale-dei-valori-dell-unione-e-dei-diritti-fondamentali

[2] Cfr. l’Editoriale di Piervirgilio Dastoli L’accordo di Lussemburgo è antistorico e un pessimo segnale per l’Europa, Newsletter del Movimento europeo  12.6.2023

[3] Cfr. G. Bronzini Corte di giustizia, Verso la sindacabilità delle misure di austerity, in Rivista italiana di diritto del lavoro n. 2/2017 p. 220 ss.

[4] Notizie e testo completo dell’ICE sono disponibili del sito https://www.stopborderviolence.org/; l’ICE è in tutto simile ad un’altra promossa dalla città francese di Rennes attraverso una consultazione della cittadinanza anch’essa già autorizzata dalla Commissione e la cui raccolta di firme è già iniziata.

[5] Cfr. Corte di Giustizia (Grande Sezione),  18 aprile 2023, C-699/2021, EDL. Rimando al mio G. Bronzini Le due Corti europee e l’inviolabilità della dignità umana. Quale conseguenze nelle politiche per i  “migranti”?, in Newsletter del Movimento europeo 4.5.2023

 

 

 

 

 

 

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