David Sassoli ha detto, nel suo discorso da neo-presidente del Parlamento europeo, che “dobbiamo essere tutti impegnati, comunque la pensiamo, nel costruire la casa della democrazia europea” e che bisogna “affermare la centralità del Parlamento europeo, la sua autonomia e il valore della democrazia che esso rappresenta”.
Ursula von der Leyen ha promesso di impegnarsi per mantenere e, se possibile, migliorare in futuro il meccanismo degli Spitzenkandidaten.
La democrazia si costruisce attraverso un’equa separazione dei poteri fra esecutivo, legislativo e giudiziario. In un sistema tendenzialmente federale come non può non essere un’unione di stati e di cittadini, deve prevedere anche un meccanismo costituzionale di check and balance necessario per salvaguardare i diritti dei cittadini.
La riforma dell’Unione
In attesa della riforma dell’Unione, ci sono alcuni passaggi politicamente rilevanti su cui il Parlamento europeo può affermare la propria centralità già nella fase che dovrà condurre all’entrata in funzione della nuova Commissione sapendo che il (la) presidente deve ottenere la maggioranza assoluta dei membri (376) con un risultato non scontato se si tiene conto dei malumori nel gruppo S&D e del voto contrario dei gruppi I&D di Le Pen e Salvini e ECR (i conservatori) mentre il voto di fiducia sull’intera Commissione avviene alla maggioranza assoluta dei votanti, che potrebbe comprendere i deputati della Lega e i polacchi del PiS a sostegno dei loro commissari ma escludere una parte di S&D contrari all’allargamento della maggioranza alla destra sovranista.Sovranisti divisi all'Europarlamento
Dovendo raggiungere la maggioranza assoluta dei membri, Ursula Von der Leyen dovrà presentarsi con un “suo” programma in cui affermi l’autonomia della Commissione davanti al Consiglio europeo che l’ha proposta e la centralità del rapporto politico con il Parlamento europeo per uscire dalla logica prevalentemente intergovernativa e intraprendere via della democrazia parlamentare.
Cinque impegni da prendere
Ciò vuol dire:
- Presentare un’agenda strategica 2019-2024 sostanzialmente diversa dall’inaccettabile compromesso unanime adottato dal Consiglio europeo il 20 giugno (vedi la proposta di agenda strategica suggerita dai movimenti europei in Italia, Spagna, Francia, Germania, Grecia, Malta e Cipro: movimentoeuropeo.it)
- Indicare date e priorità per la presentazione delle proposte legislative necessarie alla realizzazione dell’agenda strategica
- Affermare la sua volontà di cambiare la struttura della Commissione scegliendo solo tre vicepresidenti (sviluppo sostenibile; democrazia, diritti e cittadinanza; affari esteri, della sicurezza e della difesa) e sostituendo il segretario generale nominato da Jean Claude Juncker in pieno dispregio dello statuto
- Annunciare che presenterà una nuova proposta di prospettive finanziare pluriennali fondate su una periodicità quinquennale 2021-2025) e non più settennale
- Affermare che proporrà un accordo interistituzionale sul miglioramento del metodo degli Spitzenkandidaten e su una procedura di concertazione finanziaria fra Consiglio, PE e Commissione relativa alle risorse proprie in attesa che la riforma del Trattato introduca il principio no taxation without representation. Fra l’elezione del(la) Presidente e il voto di fiducia sull’intera Commissione ci saranno le audizioni dei candidati commissari la cui proposta di “portafogli” da parte di Ursula von der Leyden sarà il segno della sua volontà – o mancanza di volontà – di affermare la sua autonomia da Consiglio e la sua decisione di sbarrare la strada ai sovranisti e dunque chiudere la porta ad un allargamento della maggioranza parlamentare verso i gruppi I&D e ECR.
Spetta invece al PE affermare la propria centralità dichiarando che esso intende essere un “legislatore del futuro”, riprendendo il cammino costituente avviato da Altiero Spinelli e dal suo Club del Coccodrillo a Strasburgo il 9 luglio 1980.
5 Luglio 2019
Pier Virgilio Dastoli