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DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DEL CIME SUI RISULTATI DELLA RIUNIONE MIGRAZIONE DEL 14 SETTEMBRE

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Il Presidente Pier Virgilio Dastoli ha commentato con la seguente dichiarazione i risultati:

"Molte e autorevoli voci si sono levate in questi mesi in Europa e nel mondo per chiedere ai 28 Governi degli stati membri dell'Unione europea di rispettare i trattati a partire dai valori e dai principi che essi hanno sottoscritto e che i loro popoli hanno ratificato.


A queste voci si era unito anche il Cime con la sua dichiarazione del 7 settembre.

Il Consiglio dei ministri degli interni si è chiuso ieri nel modo peggiore presentando alle opinioni pubbliche una immagine pietosa di fronte alla quale possiamo solo gridare: "vergogna!".


Le proposte pur modeste della Commissione Juncker sono state gettate con disprezzo alle ortiche.

Per questa ragione la Commissione europea dovrebbe dimettersi collettivamente davanti al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria chiedendo ai rappresentanti dei cittadini europei di rinnovarle la fiducia sulla questione essenziale (e cioè legata alla essenza dell'Unione) del rispetto dei valori della dignità umana e della solidarietà e smentendo solennemente con questo voto il fallimento dei governi.

Poiché il Consiglio ha ripetutamente violato il Trattato e la Carta dei diritti fondamentali, le organizzazioni della società civile dovrebbero ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per chiedere una condanna urgente del Consiglio dell’Unione europea".

Roma, 15 settembre 2015

 

 

Segnaliamo a questo proposito un'intervista al Presidente Dastoli di Nicola Vallinoto (europainmovimento.eu):

 

NV. Abbiamo appena ricevuto la dichiarazione del Presidente del Consiglio Italiano del Movimento europeo con la richiesta di dimissioni collettive della Commissione europea in seguito al rigetto delle proposte di Juncker da parte del Consiglio DEI MINISTRI DEGLI INTERNI appena conclusosi. Quali sono state le decisioni dei 28 governi per affrontare il problema di profughi e migranti? Quale il fronte dei paesi che si sono rifiutati di accettare le proposte seppure modeste della Commissione europea ?

VD: I governi hanno confermato la decisione, presa a giugno, di "attaccare militarmente gli scafisti". Tutti sanno che si tratta di un'operazione impossibile da realizzare (salvo la distruzione degli scafi sbarcati in Italia o Grecia), inutile e potenzialmente pericolosa. E' un'operazione demagogica che non nemmeno condivisa dalla Marina Militare.

I governi hanno inoltre confermato il penoso accordo sulla redistribuzione di un numero drammaticamente limitato di profughi. Come ha scritto Andrea Bonanni su "La Repubblica", il rinvio della decisione (che il Consiglio avrebbe potuto prendere a maggioranza !) sulla nuova proposta della Commissione è il primo passo verso il suo fallimento.

Il fronte del rifiuto era formato dalla minoranza dei paesi della "nuova Europa" che dal 2004 hanno ampiamente usufruito della solidarietà corposa dell'Unione europea.

Infine è gravissimo che la maggioranza del Consiglio non abbia ufficialmente denunciato l'orientamento fascista del governo Orban.

NV: L'immagine che l'Europa sta offrendo fa gridare "Vergogna". Di fronte alla tragedia umanitaria i cittadini europei si sono mobilitati nell'ultimo weekend scendendo in piazza in centinaia di città con la Marcia delle donne e degli uomini scalzi. Possibile che i governi continuino a non capire che la situazione dei profughi sta esplodendo e che se non si trova una soluzione comune europea l'unica alternativa è quella dello sgretolamento del progetto di integrazione così come lo abbiamo vissuto finora ?

VD: I governi sono nello stesso tempo succubi e protagonisti delle tendenze populiste razziste e nazionaliste nei loro paesi. E' la ri-prova della necessità di un governo europeo ben al di là della gestione dell'Eurozona

NV: La condanna del Consiglio dell'UE alla Corte di Giustizia per la violazione DEL TRATTATO E della Carta dei diritti è un passo forte che servirà solo se ci sarà una forte condanna della società civile europea. Da quali forze partire per creare un fronte di indignazione verso un comportamento vergognoso dei governi nazionali ?

VD: Le organizzazioni per gli immigrati e più in generale della società civile devono preparare con urgenza una procedura che conduca il Consiglio davanti alla Corte di Giustizia se necessario attraverso le Corti e i Tribunali nazionali. Non è difficile fare l'elenco degli articoli violati del Trattato e della Carta a cominciare dalla cooperazione leale e dal contenuto di un ricorso in carenza. Ma la società civile deve chiedere al PE e alla Commissione di intervenire ad adiuvandum. Chiediamo l'aiuto e la consulenza di MEDEL la rete dei magistrati democratici in Europa e alle reti dei giudici di pace.

 

 

Al riguardo, si segnala inoltre l'intervento del Vicepresidente CIME, Rocco Cangelosi, sul blog Inpiù:

 

EMERGENZA PROFUGHI, INDIETRO TUTTA
A rischio i principi fondanti dell'Unione europea


Si stanno spegnendo i facili entusiasmi suscitati dall'apertura fatta dalla Merkel ai profughi siriani.

 

Quello che doveva essere un nuovo inizio per una Unione più solidale e più giusta, attenta ai problemi delle popolazioni in preda a guerra e privazioni,si sta trasformando in un passo indietro gigantesco, la cui portata politica rischia di mettere a repentaglio le maggiori acquisizioni di 60 anni di integrazione comunitaria. Il Consiglio dei ministri degli interni si è di fatto limitato a constatare il profondo disaccordo esistente tra i paesi membri, rinviando ogni decisione al vertice dei Capi di Stato e di Governo a ottobre. Nel frattempo tutti gli Stati membri, con l'eccezione di Italia, Spagna e Grecia, in quanto paesi di transito, hanno sospeso il trattato di Schengen e reintrodotto il controllo alle frontiere. Non solo, ma l'Ungheria annuncia la costruzione di un muro divisorio con la Romania, all'interno della stessa Unione europea, facendo rivivere fantasmi del passato che sembravano essere stati definitivamente debellati.

 

Angela Merkel, che aveva dato l'impressione di voler assumere la leadership nella gestione del problema profughi, ha dovuto rassegnarsi e fare marcia indietro. Berlino come il resto dei Paesi europei non è attrezzata materialmente e politicamente per far fronte a una emergenza di tali dimensioni e come gli altri ha dovuto ricorrere alla sospensione di Schengen e al controllo delle frontiere. D'altra parte l'Europa non c'è, né come soggetto di politica estera, né più semplicemente come entità territoriale in grado di badare congiuntamente alle proprie frontiere.

 

Quando il gioco si fa duro le popolazioni affidano la loro sicurezza agli Stati nazionali. L'Europa non è abbastanza solida per calmare le paure dei propri cittadini e rischia di avviarsi su una china pericolosa che può condurla indietro nel passato alimentando nazionalismi e sentimenti di xenofobia. Se i leader europei non riusciranno a dare risposte convincenti alla emergenza profughi e al problema migratorio in genere, mettendo a punto un programma organico di interventi economici, umanitari e soprattutto una linea comune di politica estera, rimarrà ben poco delle quattro libertà dei Trattati di Roma. Il Consiglio europeo di ottobre è l'ultima opportunità che resta all'Unione europea di preservare la propria credibilità internazionale e nei confronti dei propri cittadini.

 

 

 

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