Il 7 marzo è morto John Pinder, il più illustre dei federalisti inglesi, il continuatore della prestigiosa scuola federalista britannica, che negli anni Trenta del secolo scorso gettò le basi teoriche del federalismo europeo del secondo dopoguerra.
Il CIME partecipa al dolore dei federalisti europei per la sua scomparsa.
Pubblichiamo una sintesi della sua attività, redatta dal Prof. Lucio Levi:
Pinder ha raccontato che il suo incontro con il federalismo avvenne nel 1950, l'anno in cui fu istituita la prima Comunità europea, la CECA, ma anche l'anno in cui egli fu ricoverato in sanatorio perché malato di tubercolosi, alla fine del servizio militare in Africa. Egli ha descritto quella circostanza come un'occasione per dedicarsi alla lettura. Il libro che gli rivelò il federalismo come veicolo della pace in Europa e nel mondo fu The Price of Peace di William Beveridge, una delle figure di spicco del Movimento federalista britannico, Federal Union (1938-1940), tra le quali sono da ricordare Lionel Robbins, Lord Lothian, Barbara Wootton e Lionel Curtis.
Federal Union rappresenta una pietra miliare nella storia del federalismo, il primo esempio di un movimento composto da militanti capaci di esercitare un'influenza sulla classe politica e sull'opinione pubblica e organizzato sul territorio con sezioni locali (nel 1940 ne esistevano 253) e un giornale a diffusione nazionale. Questo Movimento influenzò la proposta di una Unione tra Gran Bretagna e Francia basata su un governo, un parlamento e un esercito comuni, che Churchill formulò il 16 giugno 1940, quando la Francia stava per capitolare di fronte all'esercito di Hitler.
Pinder ha lavorato dal 1952 al 1964 presso l'Economist Intelligence Unit, un istituto di ricerca e analisi della rivista The Economist. Incaricato di studiare la CECA, si recò a Lussemburgo, dove conobbe Monnet e frequentò Étienne Hirsh, Pierre Uri e Robert Triffin. Nel 1964 è diventato direttore del istituto di ricerca PEP (Political and Economic Planning). E' stato Presidente di Federal Trust, Presidente dell'UEF e visiting professor al Collegio d'Europa di Bruges.
Lo stesso Pinder ha pubblicato in collaborazione con Richard Mayne un libro (Federal Union: The Pioneers. A History of Federal Union) sulla storia del Movimento federalista britannico fino al 1990, nel quale è rievocato il momento in cui l'influenza politica dei federalisti britannici si espresse con il massimo vigore. In un convegno promosso da Federal Trust nel 1968 John Pinder aveva presentato un piano ambizioso nel quale chiedeva la convocazione di una seconda conferenza di Messina per creare una Comunità politica europea – di cui il Regno Unito avrebbe fatto parte, una volta che fosse caduto il veto francese, e avrebbe operato a fianco della CEE – dotata di competenze nei settori della politica estera, di sicurezza, di difesa, della moneta e della tecnologia, destinate a evolvere in senso federale dopo un periodo transitorio. Il piano ottenne il sostegno di George Brown, ex Ministro degli esteri britannico e del partito laburista.
Quando si stava preparando una dichiarazione anglo-italiana sulla Comunità politica europea, il 28 aprile 1969 de Gaulle rassegnò le proprie dimissioni, aprendo così la strada all'adesione della Gran Bretagna alla Comunità europea. Quello stesso giorno i ministri degli esteri italiano Nenni e britannico Stewart sottoscrissero una dichiarazione congiunta, ispirata da Spinelli e sostenuta dai federalisti britannici, in cui si chiedeva l'elezione diretta del Parlamento europeo. Questo tema divenne l'obiettivo centrale della strategia federalista. E i federalisti inglesi si impegnarono in una grande campagna per l'ingresso della Gran Bretagna nella Comunità europea, che ebbe un successo spettacolare.
Il progetto di Comunità politica europea divenne il punto di partenza per una riflessione teorica che permise ai federalisti inglesi di elaborare una strategia gradualistica per l'unificazione europea, che combinava gli approcci di Monnet e di Spinelli. Come disse Pinder nel discorso pronunciato a Milano nel 1993, in occasione del 50° anniversario della fondazione del MFE, “il federalismo costituzionale di Spinelli e il federalismo funzionalistico di Monnet possono essere considerati complementari”.
Tra i suoi libri sono da ricordare "Britian and the Common Market" (1961); "Europe against de Gaulle" (1963); "Europe after de Gaulle" (coautore Roy Pryce, 1969); "The Economics of Europe" (1971); "Altiero Spineli and the British Federalists: Writings by Beveridge, Robbins and Spinelli 1937-1943" (1999); "Foundations of Democracy in the European Union: From the Genesis of Parliamentary Democracy to the European Parliament" (1999).