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PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI MARIO SEPI E ANNA MARIA DARMANIN

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La Fondazione Bruno Buozzi e la UIL Pubblica Amministrazione di Milano organizzano venerdì 13 febbraio 2015 alle ore 10 presso l'Hotel Four Points by Sheraton di Milano, la presentazione del libro di Mario Sepi e Anna Maria Darmanin "La nuova fattoria degli animali e l'attuale crisi economica". Il Presidente del CIME, Pier Virgilio Dastoli interviene con una riflessione in proposito.


"Nel pieno della bufera economica e politica che scuote l’Europa, quanto buon ossigeno possiamo respirare rileggendo quel che ci ha lasciato Mario con la sua “Fabbrica degli animali” scritta a quattro mani con Anna!

Proprio in questi giorni è partito, su iniziativa della Commissione e del Parlamento europeo con la collaborazione del governo, un progetto pilota “L’Europa nelle scuole” e il Movimento europeo si prepara a dare il suo contributo di idee e di esperienza nell’ipotesi in cui dalla fase sperimentale si passi ad un’iniziativa rivolta all’insieme del mondo scolastico italiano.

Quale miglior strumento di lettura per i ragazzi delle scuole della “Fabbrica degli animali”?

Permettetemi di cogliere l’occasione di questo messaggio, rivolto ad amici e compagni impegnati in una difficile azione europea e italiana, di svolgere alcune considerazioni legate all’attualità che richiamano tuttavia il lavoro fatto dai sindacati e dal CESE quando negli uni e nell’altro ha militato Mario Sepi.

Noi sappiamo – e lo sapeva bene Mario nel 2007 - che una grave crisi politica e sociale potrebbe travolgere i paesi che hanno adottato l'Euro se essi non decideranno di rafforzare la loro integrazione.

La bufera non è partita dalla Grecia ma è esplosa molto prima, quando è stata creata un'unione monetaria senza unione economica e fiscale nel contesto di un settore finanziario drogato dai debiti e dalla speculazione.

Certo, i debiti pubblici sono esplosi in questi ultimi anni ma l'origine dei nostri problemi non è questa. Sono gli squilibri fra paesi che hanno determinato la situazione attuale.

L’esplosione della crisi greca ha messo in luce questi difetti strutturali, creando una crisi di fiducia nella sostenibilità dei debiti pubblici.

La mancanza di coordinamento e i deboli piani di salvataggio non hanno permesso di rendere compatibili le esigenze del risanamento finanziario e della crescita economica. Peggio ancora i tagli alle spese, hanno colpito soprattutto le spese sociali e gli investimenti, condizionando negativamente il futuro.

Se lo scenario attuale si perpetuasse nel tempo, l'Euro non potrà più disporre dei mezzi per resistere alle tendenze centrifughe ed alla crescita dei populismi. La fine dell'Euro sarà allora solo questione di tempo.

L'Unione europea nel suo insieme non può uscire da questa crisi senza un cambio di paradigma.

Una via di uscita è possibile. Essa consiste in primo luogo nell’accordare al nuovo governo greco quella fiducia che in altri tempi Germania e Francia hanno preteso dai partner europei.

Essa consiste in secondo luogo nel correggere gli squilibri del progetto iniziale dell'Unione economica e monetaria e nel cambiare i trattati, superando le loro insufficienze.
Essa consiste nel denunciare, ridurre e progressivamente annullare i costi della non-Europa.

Occorre rilanciare la produttività attraverso investimenti in progetti generatori di crescita.

Per questa ragione è urgente creare dei project bonds, cioè del debito buono, finanziando esclusivamente progetti generatori di futuri redditi come hanno proposto, proprio qui a Milano tempo fa Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio.

Ma gli investitori acquisteranno i project bonds solo se i mezzi per rimborsarli non proverranno dal contributo volontario dei paesi della zona Euro.

Soltanto un'imposta europea, nel quadro di un bilancio federale, potrà dare la credibilità adeguata a questo nuovo strumento di crescita.

Nessuna imposta potrà essere tuttavia decisa senza legittimità democratica e senza risolvere la crisi di fiducia fra l'Unione europea e i suoi cittadini, offrendo agli Europei una nuova prospettiva.

L'Euro non potrà sopravvivere senza un progresso politico decisivo.

Il federalismo è la sola via per evitare una crisi drammatica che sacrificherebbe un'intera generazione.

Questo federalismo – che potremmo chiamare “di necessità” - darà vita ad una vera Europa politica e sociale, le cui istituzioni garantiranno un giusto equilibrio fra le politiche monetarie e di bilancio, la stimolazione dell’attività economica e la coesione sociale rafforzata.

La sopravvivenza dell'Euro passa attraverso un governo economico europeo ed un bilancio europeo di crescita.

Solo il federalismo sarà capace di evitare il fallimento dell'Euro e le sue conseguenze disastrose sulla vita di tutta l'Unione europea. Esso aprirà agli Europei la via verso un'Europa giusta, solidale e democratica in grado di garantire il suo spazio centrale nel mondo."


Alla presentazione interverranno, ricordando l'intensa attività del sindacalista e Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) dal 2008 al 2010, Giorgio Benvenuto, Raffaele Morese, Claudio Cappellini, Pier Giorgio Caprioli, Eloisa Dacquino, Danilo Margaritella.
Modererà l'iniziativa Alessia Potecchi.

Programma (icon Programma 13 febbraio 2015 (345.96 kB))

 

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