Più di 250 studenti di vari istituti superiori di Roma (Cavour, Gullace Talotta, Pasteur, Peano, Tacito) e di Minturno (Alberti) hanno riempito l’aula A di Scienze Politiche di Roma Tre per assistere all’incontro inaugurale del “Laboratorio Europa” una delle iniziative pilota sostenute dal CIME per inserire “l’educazione civica europea” all’interno del percorso educativo dei giovani in Italia.
L’iniziativa, nata su proposta dal Circolo di Roma “Giustizia e Libertà” si inserisce anche nel quadro della settima edizione del progetto “LA REPUBBLICA SIAMO NOI - La Costituzione nella vita e la vita nella Costituzione”.
Il convegno di lancio, introdotto dal Prof. Fabio Masini, docente dell’Università Roma Tre e Segretario Generale CIME e coordinato da Maurizio Olivieri di Giustizia e Libertà, ha avuto tra i suoi protagonisti: il Giudice costituzionale, Giovanni Maria Flick e il Presidente del CIME, Pier Virgilio Dastoli. Essi hanno ripercorso il cammino dell’Europa ricordando come essa sia stata sia un continente dilaniato da guerre che uno spazio dove si sono affermati principi e valori che ne hanno fatto un modello e una calamita fortissima per il resto del mondo. Hanno ricordato come a Ventotene, piccola isola del Tirreno, nasce attraverso l’iniziativa di Altiero Spinelli, l’idea di costruire un unità politica in cui due visioni si confrontarono fin dall’inizio: quella federalista che avrebbe voluto la costruzione degli Stati Uniti d’Europa seguendo l’esempio degli Stati Uniti d’America e quella funzionalista che pensava che una progressiva integrazione economica fra gli stati europei avrebbe messo in moto un ingranaggio lento ma inarrestabile, il cui funzionamento avrebbe automaticamente prodotto, in un futuro indefinito ma certo, la loro integrazione politica.
Quanto il prevalere della visione funzionalista stia mostrando ora diversi limiti è stato poi il centro della relazione del giornalista Roberto Sommella. Egli ha sottolineato come in realtà ci siano due processi in corso, intrecciati tra loro: divisione e conflitto, certamente, ma anche un’integrazione di fatto. Spinta proprio dalla gravità della crisi l’Ue va forse scoprendosi comunità di destino quale non è stata mai sentita da molti paesi ancora troppo preoccupati per la difesa di un concetto di sovranità ormai superato dall’evidenza e dalle conseguenze della globalizzazione. Collaborando sempre meglio, gli stati membri acquisterebbero una maggiore influenza reale nel mondo di quanto potrebbero fare come singoli attori. In altre parole, ciascuno di essi registra un guadagno netto.
Interviene poi per sottolineare l’importanza e gli obiettivi del Semestre italiano di presidenza del Consiglio UE, Francesco Tufarelli, che porta la propria testimonianza di anni di partecipazione diretta al processo di costruzione della Ue raccontando delle difficoltà di conciliare interessi di tanti paesi diversi e di arrivare a decisioni condivise. Percorso difficile ma inevitabile finchè non si trova il modo di passare da un modello di Ue basato sui Trattati ad un modello di leadership istituzionalizzato con un mandato democratico.
L’incontro si conclude con l’annuncio dell’avvio delle attività laboratoriali delle varie scuole:
1) creazione di un questionario, unico per tutte le scuole, per poter svolgere un lavoro di indagine sulla percezione di Europa nel territorio della propria scuola;
2) analisi dei risultati dell’indagine arricchita con le riflessioni degli studenti il tutto volto alla redazione di “Piccoli Manifesti per l’Europa” (uno per ogni scuola);
3) l’incontro finale in cui saranno gli studenti a raccontare i risultati del loro lavoro agli esperti e rappresentanti istituzionali.