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IL CIME RITORNA SUI TEMI DELL’ANTICORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA NELL’UE

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Ieri, 17 novembre, presso la Rappresentanza in Italia della Commissione europea si è svolto un seminario organizzato da Transparency International Italia insieme al CIME dal titolo “Presidenza Italiana dell’UE: quale ruolo per i temi anticorruzione”. In esso è emerso, in generale, un forte impegno da parte della Presidenza Italiana su alcuni temi cruciali per la lotta alla corruzione e la promozione della trasparenza ma anche l’esigenza di far pesare ancora maggiormente la voce della società civile organizzata.


Il seminario riprende alcuni dei temi che il CIME aveva già sollevato durante lo svolgimento del suo progetto di preparazione partecipata del semestre italiano di Presidenza del Consiglio UE “Officina 2014: L’Italia in Europa” in particolare durante i seminari promossi il 12 ottobre 2012 e il 18 giugno 2014.

Durante questo incontro ci si è concentrati in particolare su tre dossier di attualità: la Quarta Direttiva antiriciclaggio, la Procura Europea (EPPO) ed il Trattato Transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP).


Anche Transparency International Italia ha infatti rivolto al governo italiano alcune raccomandazioni all’inizio del mandato di Presidenza dell’UE su alcune materie su cui l’Italia è chiamata a negoziare: un registro pubblico dei titolari effettivi delle società e dei trust (all’interno delle negoziazioni sull’antiriciclaggio), l’istituzione di una Procura Europea indipendente ed efficace, e maggiore trasparenza nelle negoziazioni del Trattato commerciale tra UE e USA.


E’ promettente che questa conferenza sia organizzata all’ interno di un progetto che mira a monitorare un’istituzione dell’UE (la Presidenza del Consiglio UE) e che tale progetto sia finanziato anche dalla stessa Unione Europea” ha esordito Vittorio Calaprice, portavoce della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, che ha ospitato l’evento.

 

L’Italia si sta dimostrando molto dinamica”, ha dichiarato Nicoletta Parisi, membro del Board di Transparency International Italia.


Per quanto riguarda il primo tema affrontato, la Quarta direttiva Antiricilaggio, attualmente sotto l’esame del Consiglio dell’UE, “La Presidenza Italiana sta conducendo una vera battaglia” ha riconosciuto Antonio Tricarico (Re:common), che punta invece il dito sulla Germania, la quale si oppone ad un registro pubblico dei beneficiari effettivi.


Un registro pubblico dei titolari effettivi sarebbe molto utile per le imprese” ha dichiarato Agostino Nuzzolo, rappresentante di ITALCEMENTI e del Global Compact Network Italia.


Anche da parte di Unioncamere “c’è l’esigenza di un registro centrale a livello europeo”, come ha dichiarato Pierluigi Sodini, responsabile del registro Imprese di Uniocamere.


La rappresentante del Ministero dell’Economia, che sta seguendo i negoziati, Cristina Collura, ha sottolineato che “l’obbligo per l’impresa di sapere chi la controlla, e l’istituzione di un registro sono due “acquis” innovativi. Rimane tuttavia la questione aperta dell’accessibilità al registro, su cui la differenza di posizioni tra i Paesi fa propendere per un compromesso” .

“Che il compromesso sia al rialzo” auspica Tricarico.


Sul tema della Procura Europea, “L’Italia è dovuta partire da una situazione non favorevole” ha informato Lorenzo Salazar del Ministero della Giustizia “con un ritorno ad una proposta di un sistema di Procura collegiale invece che verticale, con una diminuzione del numero di Stati coinvolti nella materia della protezione degli interessi finanziari dell’UE e sull’esclusione degli organi delle istituzioni europee dagli obblighi di incriminazione”.


Anche riguardo alla base giuridica del Trattato che alla fine è stata scelta per portare avanti queste riforme (diversa da quella originariamente proposta dalla Commissione europea) è emerso un forte scetticismo sulla sua reale adeguatezza e quindi si auspica che anche su questo possano esservi ancora dei ripensamenti.


A questo proposito la Prof.ssa Daniela Savy ha sottolineato che “C’è una stranezza nel comportamento del Parlamento, che dovrebbe tendere verso la democratizzazione” e così anche l’ex funzionario del Parlamento Europeo Emilio De Capitani intravede due tendenze opposte: “Da una parte c’è una maggiore integrazione, dall’altra si ripropone la sfiducia”.


In ultimo, la discussione sul trattato TTIP ha visto l’emergere di posizioni contrapposte. Da una parte ci sono stati alcuni sforzi per la trasparenza, come la desecretazione del mandato, come ricordato dal Presidente del CIME Pier Virgilio Dastoli, e la pubblicazione dei report delle riunioni, come ci ha informato la rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico, Maria Teresa Bastiani.


Dall’altra parte, è emersa la “necessità di una maggiore trasparenza”, come ha auspicato il Prof. Paganetto, che mette in guardia sulla rimozione delle barriere non tariffarie e sugli interessi delle multinazionali.


Noi chiediamo maggiori consultazioni pubbliche, in particolare delle PMI, l’ esclusione degli organismi terzi nelle controversie tra investitori e Stati e standard positivi a rialzo” ha rilanciato Silvia Benedetti, deputato del Movimento Cinque Stelle, che ha depositato una mozione in Parlamento sul TTIP.


Il trattato offre una possibilità per USA e UE di mostrarsi come standard setter” ribatte Maria Teresa Bastiani.


Il ruolo della società civile è stata trasversale a tutto il convegno. “L’accesso pubblico al registro dei titolari effettivi darebbe un potere di controllo e scrutinio anche ai cittadini” dichiara Chiara Putaturo, project officer di Transparency International Italia, e “avrebbe un effetto deterrente” secondo Tricarico, mentre sulle negoziazioni sull’EPPO “la società civile si deve far sentire e deve far pressione” secondo De Capitani.

 

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