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IL SEMESTRE ITALIANO DI PRESIDENZA DEL CONSIGLIO UE E I TEMI DEL CONTRASTO ALLA CRIMINALITA’, PROTEZIONI DATI PERSONALI E PROCURA EUROPEA

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Lo scorso 18 giugno a Roma, presso la Sala Conferenze della sede del Garante per la protezione dei dati personali, si è tenuta la tavola rotonda promossa dal Consiglio Italiano del Movimento Europeo (CIME), insieme con l’Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio (AIRA), su alcune delle più importanti questioni di competenza del Consiglio Giustizia e Affari Interni in vista del semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea. Essa costituisce anche il completamento di una analisi su tali temi, avviata con il progetto “Officina 2014; l’Italia in Europa”.


Dopo l’indirizzo di saluto di Pier Virgilio Dastoli, Presidente del Movimento Europeo – Italia, ha ceduto la parola al direttore di EurActiv.it, Giampiero Gramaglia, per la moderazione dell’incontro stesso.
Ha quindi svolto la sua relazione, relativa alle strategie europee di contrasto a criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio, il Prof. Roberto Mugavero, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Difesa (CBRNe) presso l’Università Tor Vergata, che si è soffermato sulle caratteristiche delle strutture criminali – flessibilità, mobilità, connettività, transnazionalità – che implicano la necessità di rivedere le strategie di contrasto e prevenzione del fenomeno criminale sulla base di un approccio più integrato.
Il Prof. Ranieri Razzante, Professore a contratto di Intermediazione e legislazione antiriciclaggio presso l’Università di Bologna e Presidente AIRA, ha, invece, sottolineato la necessità di giungere ad una maggiore armonizzazione della disciplina in materia di riciclaggio tra gli Stati membri. La normativa comunitaria in materia appare ancora insoddisfacente per realizzare questo obiettivo: l’eterogeneità delle misure nazionali per contrastare il riciclaggio è tale da permettere dei veri e propri paradisi normativi in taluni Stati membri. La IV direttiva sulla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, proposta dalla Commissione nel febbraio 2013 e in fase di discussione, sembra lasciare irrisolta tale questione, non prevedendo una definizione delle attività di riciclaggio e antiriciclaggio e lasciando a tale riguardo un margine elevato di discrezionalità agli Stati membri.

Ad illustrare le priorità del Semestre riguardanti lo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia è intervenuta l’on.Laura Garavini, Presidente del Comitato Semestre di Presidenza istituito presso la Commissione Parlamentare Antimafia. L’on. Garavini ha presentato i punti salienti della relazione approvata dalla Commissione Parlamentare Antimafia sulla presenza e diffusione delle mafie in Europa e sulle misure da adottare per contrastarle. La relazione pone in evidenza l’urgenza di procedere rapidamente al recepimento della normativa europea riguardante le squadre investigative comuni, il reciproco riconoscimento delle sentenze di confisca su tutto il territorio europeo, il mandato europeo di ricerca delle prove (MER), ecc. Gli Asset recovery office (Aro), inoltre, saranno gli strumenti privilegiati per incrementare lo scambio di informazioni in contrasto ai patrimoni illeciti, mentre le attività del Maritime analysis and operations centre – Narcotics (MAOC-N) dovrebbero occuparsi della lotta al narcotraffico internazionale. Il Comitato chiede, poi, di procedere celermente alla costituzione della Procura europea. Nella relazione, infine, si invita la Commissione europea ad avviare, entro il semestre di presidenza italiana del Consiglio, i passi necessari per l’elaborazione di una proposta legislativa che stabilisca una definizione comune di criminalità organizzata, suggerendo altresì la ricostituzione della Commissione Antimafia valutando l’opportunità di renderla permanente.

L’Avv. Giuseppe Busia, Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali ha affrontato più specificatamente la questione della riforma europea della protezione dei dati personali. La riforma risponde all’esigenza di garantire un livello uniforme di protezione delle persone nell’Unione europea con riguardo al trattamento dei dati personali a fronte della crescente condivisione di informazioni sensibili seguita alla diffusione di nuove tecnologie, e di prevenire le disparità che possono ostacolare la libera circolazione degli stessi nel mercato interno. Tale riforma, presentata dalla Commissione europea agli inizi del 2012, costituisce una revisione del pacchetto legislativo sulla protezione dati e comprende principalmente un regolamento comunitario sul trattamento dei dati gestiti dagli operatori, nonché altri provvedimenti volti a tutelarne alcuni aspetti specifici e ciò al fine di assicurare eguale trattamento in ogni paese.
Pur permanendo delle criticità dovute all’assenza di importanti capitoli in materia, la riforma della protezione dei dati personali costituisce un significativo passo avanti maturato in un contesto più sensibile rispetto a questi temi emersi in modo prorompente con il datagate e con le sentenze della Corte di Giustizia dell’UE sull’illegittimità della direttiva sul data retention e sulla responsabilità dei motori di ricerca del trattamento effettuato dei dati personali che appaiono su pagine web pubblicate da terzi.

Ha concluso l'incontro Dott. Lorenzo Salazar, Direttore dell’Ufficio Affari Legislativi e Internazionali della DG Giustizia Penale presso il Ministero della Giustizia con un intervento sull’istituzione dell’ufficio del procuratore europeo antifrode. “Una sfida immensa”, ha definito Salazar la proposta di creare una procura europea con poteri sovranazionali a tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea. I negoziati sulla proposta di regolamento presentata nel 2013 si sono soffermati finora sulla composizione della procura, per la quale si è privilegiata la forma collegiale. Sul tappeto restano, tuttavia, numerosi nodi da sciogliere riguardanti le misure investigative a disposizione del procuratore europeo; la chiusura dell’azione penale ed il controllo giurisdizionale concernente l'esercizio delle funzioni del procuratore; l’acquisizione e l’ammissibilità della prova presso il tribunale dove si amministra il processo; le garanzie procedurali per gli indagati e altre persone coinvolte nei procedimenti avviati dalla Procura europea.
Salazar ha, infine, ricordato che l’istituzione dell’ufficio del procuratore europeo antifrode è sottoposta alla procedura speciale in base alla quale il Consiglio delibera all’unanimità, previa approvazione del Parlamento europeo. Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda hanno l’opzione, inoltre, di non partecipare ad iniziative di questo tipo. L’obiettivo ambizioso della Presidenza italiana sarà di trovare un compromesso per i punti più controversi della proposta di regolamento. Qualora non si riuscisse nel proposito, non si esclude la possibilità di avviare una cooperazione rafforzata forse già nel semestre di presidenza del Lussemburgo che ha manifestato un particolare interesse verso tale dossier.

 

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