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DICHIARAZIONE SULLA RIELEZIONE DI URSULA VON DER LEYEN

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uvdl 2024

L’elemento più rilevante della rielezione di Ursula von der Leyen appare a noi il consolidamento della maggioranza parlamentare europeista che le ha votato la fiducia e che ha compreso nel voto l’universalismo cristiano, l’internazionalismo socialista, il cosmopolitismo liberale e l’ambientalismo transnazionale respingendo l’estremismo euro-ostile dei conservatori guidati da Giorgia Meloni le cui scelte hanno isolato il suo governo e l’Italia nell’Unione europea, dei patrioti guidati da Viktor Orban e dei sovranisti guidati da Alice Weidel.

Per quanto riguarda il ruolo dell’Italia, e anche tenuto conto delle posizioni assunte sia nel Parlamento europeo che dal governo, il Movimento europeo denuncia il rischio di una emarginazione del nostro paese dal nucleo dei Paesi trainante nel processo di riforma dell’Unione europea che comporterà ineludibilmente la messa in atto degli impegni che saranno presi durante i negoziati per l’allargamento ai Paesi candidati che potrebbe aprire la strada a forme innovative di integrazione differenziata.

Il Movimento europeo ha seguito con attenzione le dichiarazioni programmatiche della Presidente Ursula von der Leyen e ha letto le priorità politiche che la Commissione europea intenderebbe attuare in questa legislatura e che dovranno svilupparsi attraverso una visione dinamica del processo di integrazione europea in modo coerente con la maggioranza europeista che si è espressa nel voto del 18 di luglio. Esamineremo con attenzione le une e le altre anche alla luce del nostro Libro verde per tradurre i nostri suggerimenti in specifiche iniziative che saranno iscritte in un Libro Bianco anche al fine di creare nuovi strumenti di carattere politico, finanziario e legislativo.

In attesa del programma della nuova Commissione e dell’esito delle audizioni dei nuovi Commissari in cui auspichiamo che sia confermata la maggioranza europeista che si è espressa nel voto di fiducia alla Presidente Ursula von der Leyen, concentriamo la nostra attenzione in particolare sulle seguenti dieci priorità:

  • Il bilancio europeo, gli investimenti e le risorse proprie
  • La realizzazione dello European Green Deal
  • I beni pubblici europei
  • L’intelligenza artificiale
  • La dimensione sociale
  • I conflitti in Ucraina e in Medio Oriente
  • Le politiche migratorie e il diritto di asilo
  • La difesa europea
  • L’approfondimento e l’allargamento
  • Il futuro dell’Europa e il processo costituente

Prendiamo atto delle dichiarazioni della Presidente Ursula von der Leyen per quanto riguarda il rafforzamento del bilancio al di là della scadenza del Next Generation EU in attesa del progetto del Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2032 che dovrà sostenere investimenti nella politica ambientale, per la transizione digitale e la dimensione sociale, nell’industria e nelle piccole e medie imprese, nell’agricoltura sostenibile - insieme all’impegno per la realizzazione dello European Green Deal con progetti, regole e risorse che non devono abdicare agli obiettivi della conversione ecologica e della lotta al cambiamento climatico usando l’ambiguità della formula della neutralità tecnologica - nell’industria della difesa e nella coesione territoriale affinché nessuno resti indietro.

Consideriamo positivamente la proposta di un Fondo europeo per la competitività – che risponde ai suggerimenti emersi dai rapporti di Enrico Letta e di Mario Draghi - per sostenere con investimenti direttamente europei e con una regia europea politiche efficaci e di maggior impatto con un metodo condiviso di gestione innovativa per modellarli sullo specifico contesto socioeconomico di ogni singolo Stato.

Il Movimento europeo è fortemente impegnato da anni a sostegno di beni pubblici europei – con particolare riferimento alla salute, all’energia, all’intelligenza artificiale, alla sostenibilità ambientale, alle nuove generazioni, alla scienza e alla ricerca - che richiedono un bilancio di natura federale per il periodo 2028-2032, finanziato da vere risorse proprie come sono evidenziate dal rapporto elaborato insieme al Centro Studi sul Federalismo (LINK) e dal debito pubblico europeo. 

In questo spirito, il Movimento europeo ricorda e condivide le stime della Banca Centrale Europea secondo cui l’Unione europea avrà bisogno di mille miliardi di euro all’anno di risorse pubbliche per la transizione verde, la digitalizzazione, la dimensione sociale, la ricerca, l’innovazione e l’industria della difesa che devono fare leva anche sul capitale privato in stretta collaborazione con la BEI.

Salutiamo gli annunciati investimenti sull’intelligenza artificiale riguardanti in particolare l’accesso a risorse di calcolo, costituzione di enti di ricerca o implementazione dell’uso di dati. Per evitare che l’estesa regolamentazione danneggi le imprese europee, questi investimenti devono espandersi ad una specifica istruzione sull’intelligenza artificiale a tutti i livelli nonché alla creazione di un ecosistema industriale che possa far emergere una o più aziende europee di interesse mondiale nel rispetto delle normative europee sulla protezione dei dati. 

Prendiamo atto della dichiarazione sul Pilastro sociale sottolineando tuttavia che la sua realizzazione deve porre le basi di una democrazia economica ancora largamente incompiuta e di un dialogo sociale rafforzato così come ribadiamo la necessità di un vero welfare europeo, riteniamo che debba essere introdotto uno strumento europeo di indennità di disoccupazione sul modello del programma SURE insieme a regole europee per la sicurezza sul lavoro e attendiamo proposte precise di una strategia europea di lotta alla povertà e alle discriminazioni.

Siamo convinti che la politica della casa – resa a nostro avviso necessaria dalla frammentazione dei nuclei famigliari, dalla mobilità sociale e dai fenomeni migratori generati dalle nuove esigenze dell’economia - che potrebbe essere affidata ad uno dei membri della Commissione, dovrebbe essere inserita nel quadro di una nuova coesione sociale e territoriale.

Chiediamo che sia nominato un Commissario europeo per l’economia sociale che lavori insieme all’intergruppo parlamentare sull’economia sociale includendo il sostegno a questa dimensione economica tra gli orientamenti della decima legislatura e nei programmi annuali.

Sosteniamo con vigore la necessità di una immediata cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza, la liberazione degli ostaggi e l’obiettivo dei due Stati israeliano e palestinese che dovrà essere inserito in una più ampia riflessione sulla cooperazione e la sicurezza nel Mediterraneo su iniziativa dell’Unione europea.

Sosteniamo l’idea di rilanciare la nomina di un Commissario alle politiche verso il Mediterraneo come avvenne nel quadro del Partenariato euro-mediterraneo richiamando l'esigenza del rispetto delle competenze dell’Alto Rappresentante della politica estera, così come deve avvenire per quanto riguarda l’eventuale Commissario alla difesa.

Reiteriamo la nostra domanda di un Commissario responsabile delle politiche migratorie con un mandato distinto da quello per il Mediterraneo e confermiamo la nostra convinzione sulla necessità di una politica di accoglienza e non di respingimenti esprimendo forti perplessità sulla proposta di rafforzare gli effettivi dell’Agenzia Frontex.

Deploriamo che nulla si dica sulle politiche di integrazione nell’Unione europea dei migranti e dei richiedenti asilo, che vanno invece rafforzate, e su come l’Unione europea possa contribuire al rispetto dei diritti fondamentali nei Paesi terzi (come la Libia e la Tunisia) a cui l’Unione europea ha chiesto di fermare i flussi migratori sapendo che essi non potranno essere fermati a causa delle insostenibili condizioni di vita nei paesi di provenienza. Condanniamo anche il fatto che si dia invece spazio all’esternalizzazione in Paesi terzi delle domande di asilo che comprime il fondamentale diritto ad un’equa valutazione delle domande di protezione internazionale e viola i principi del diritto internazionale. Reiteriamo la nostra proposta di sottrarre le politiche migratorie alla competenza dei ministri degli interni e della giustizia affidandole ad un Consiglio “jumbo” occupazione, educazione, salute e sviluppo.

Sosteniamo l’impegno per l’inviolabilità e l’integrità dell’Ucraina aggredita dalla Federazione Russa nella prospettiva di una pace giusta e del rilancio di un progetto di cooperazione e sicurezza nel continente europeo sul modello degli Accordi di Helsinki che avvii un’iniziativa dell’Unione europea per una Conferenza internazionale di pace.

In questo quadro siamo convinti che il tema della difesa europea non possa essere limitato alla dimensione dell’industria e delle nuove tecnologie ma debba essere parte integrante della politica estera e di sicurezza dell’Unione europea agendo sulla interoperabilità delle forze armate piuttosto che sull’aumento delle spese nazionali, sul controllo della vendita delle armi a paesi terzi, su un sistema di intelligence europea e sull’affermazione di una equal partnership fra UE e USA nel quadro dell’Alleanza Atlantica.

Chiediamo che la Commissione europea prenda tutte le misure necessarie affinché i rapporti transatlantici continuino a svolgersi nel quadro delle regole della Organizzazione Mondiale del Commercio evitando guerre tariffarie che ci danneggerebbero gravemente colpendo le fasce più deboli delle nostre popolazioni.

Condividiamo la forte censura della Presidente von der Leyen contro il Primo Ministro ungherese Orban che ha violato il principio della cooperazione leale, l’impegno a difesa dello stato di diritto e reiteriamo la nostra convinzione della necessità di sottrarre al governo ungherese la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea.

Sottolineiamo che l’allargamento dell’Unione europea ai Balcani e all’Europa Orientale deve essere fondato sul merito - ed in particolare sui criteri decisi a Copenaghen e ribaditi nel Trattato di Lisbona - e sulla necessità che le riforme interne di quei paesi siano accompagnate da riforme dell’Unione europea nelle sue politiche, nel suo bilancio e nel rafforzamento della sua dimensione democratica. In questo spirito il superamento del Trattato di Lisbona, firmato nel 2007, sarà una condizione indispensabile – e non solo possibile come vagamente prefigurato sia nelle dichiarazioni della Presidente Ursula von der Leyen che nelle linee guida - prima dell’allargamento per rendere l’Unione europea più forte e capace di decidere pianificando il proprio futuro.

Ribadiamo la nostra convinzione che, di fronte all’immobilismo dei governi e all’ostilità della maggioranza del Consiglio europeo di superare il Trattato di Lisbona nella logica secondo cui i governi sono “i padroni dei Trattati”, la strada da percorrere sia quella di un processo costituente che abbia al suo centro la democrazia rappresentativa e la democrazia partecipativa. Per queste ragioni noi riteniamo – e ci rivolgiamo alla maggioranza europeista dell’Assemblea – che il Parlamento europeo debba prendere atto della proposta di Ursula von der Leyen di un lavoro comune sulla riforma dei Trattati andando al di là dei limiti ristretti di una apparente apertura che vincola la revisione ai tempi dell’allargamento proponendo la sottoscrizione di un accordo interistituzionale che abbia la sostanza di un Patto costituente.

Il Parlamento europeo ha il potere di parlare a nome delle cittadine e dei cittadini che lo hanno eletto e la Commissione europea ha gli strumenti per contribuire alla creazione di uno spazio pubblico necessario allo sviluppo di un dialogo costante con la società civile al fine di superare l’idea ormai inaccettabile che la riforma dei Trattati sia un cantiere aperto solo agli addetti ai lavori. La Commissione europea ha inoltre gli strumenti per avviare un’ampia campagna di informazione sul futuro dell’Europa che è apparsa totalmente inadeguata durante i lavori della Conferenza che si è conclusa il 9 maggio 2023.

Roma, 23 luglio 2024

 

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