L’11 febbraio a Roma, presso la sede del Centro italiano di Formazione Europea (CIFE), si è costituito pubblicamente il Comitato promotore italiano dell’iniziativa europea dei cittadini (ICE) “Per un Piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e per l’occupazione” che intende servirsi del nuovo strumento di democrazia partecipativa previsto dall’art 11 del Trattato di Lisbona. Anche il CIME farà parte di tale comitato.
A sostenere tale iniziativa in Italia, ideata in origine dal Movimento Federalista Europeo (MFE), saranno tutta una serie di organizzazioni. Di queste sono intervenute durante la conferenza stampa, rappresentanti delle ARCI, della CISL, della UIL, della CGIL, delle ACLI, di LIBERA-FLARE, dell’AICCRE e di European Alternatives e di LEGAMBIENTE.
Il moderatore dell’incontro, Paolo Ponzano, presidente dell’MFE ROMA, ha sottolineato come lo strumento ICE, anche alla luce degli ultimi sviluppi politici legati al bilancio UE, sia, probabilmente, quello più adatto per far emergere la richiesta forte da parte dei cittadini Europei per un vero rilancio dello sviluppo e dell’occupazione basato su fondi europei, in contrasto all’atteggiamento dimostrato invece dai governi degli Stati membri. Ha salutato quindi con soddisfazione l’appena raggiunto traguardo del milione di firme, ottenuto dall’ICE sull’acqua come bene comune europeo.
Il presidente nazionale dell’MFE, Lucio Levi, ha ricordato che l’azione si sta sviluppando a livello europeo. Stanno nascendo analoghi Comitati promotori in Grecia, Spagna, Belgio, Francia, Romania, Lussemburgo. Si sta costituendo una rete di città europee per promuovere l’iniziativa. E anche il segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati, Bernadette Ségol ha già dichiarato di condividerne gli obiettivi.
Considerati i limiti delle politiche di austerità finora sperimentate, un Piano di sviluppo basato su azioni che concorrano al miglioramento della qualità della vita e alla creazione di occupazione piuttosto che sull’aumento dei consumi, sembra essere la via maestra per uscire dalla crisi. L’aspetto innovativo della proposta sta nell’aver indicato i mezzi di finanziamento: nuove “risorse proprie” del bilancio europeo, provenienti da una tassa sulle transazioni finanziarie - necessaria a penalizzare la speculazione finanziaria - una carbon tax - per combattere i cambiamenti climatici e favorire la transizione verso le energie rinnovabili - e da euro-obbligazioni, in particolare euro project bonds.
Questa proposta vuole anche contribuire a riconquistare il consenso dei cittadini verso il progetto europeo, oggi screditato dalle politiche di austerità, dai tagli alla spesa sociale e dalla crescente disoccupazione.
Il Segretario generale del CIME, Stefano Milia, ha sottolineato nel suo intervento, come una partenza rapida di questa iniziativa potrebbe fungere anche da importante sostegno alla resistenza annunciata dal Parlamento Europeo nei confronti delle decisioni non adeguate, raggiunte durante l’ultimo vertice europeo (7-8 febbraio 2013) e proporre anche un tema politico forte, intorno al quale attrarre l’attenzione dei cittadini e mobilitare le forze politiche, in vista delle elezioni europee del 2014.