Venerdì pomeriggio, 21 settembre, presso la sede del CIME, si è svolto un incontro-dibattito, in cooperazione con il Circolo Carlo Cattaneo di Roma, a cui hanno partecipato l’On. Roberto Gualtieri, membro del Parlamento europeo, il Presidente del CIME, Pier Virgilio Dastoli, e il Prof. Cesare Pinelli, docente di diritto costituzionale alla Università la Sapienza di Roma.
Il focus del dibattito è stato tracciato dal Prof. Pinelli, sottolineando come l'attuale situazione di crisi economica è causa dell’emergere di due diverse tendenze. Da una parte, la formazione di governi con forti elementi tecnocratici, là dove i precedenti governi hanno dovuto abbandonare per le difficoltà di bilancio incontrate e a causa delle conseguenti pesanti misure da imporre ai cittadini per riacquistare credibilità di fronte all’UE e sui mercati internazionali. D’altra il pericolo del rafforzamento dei movimenti populisti di segno anti-europeo, alimentati dal contesto dei tagli e dalla recessione, che intendono utilizzare il malcontento popolare anche per varie finalità elettorali.
Appare così che l’UE al momento finisca per produrre prevalentemente: tecnocrazia e populismo. L'austerità, la quale la tecnocrazia deve applicare e il populismo, che di essa si nutre.
Il Presidente del CIME, Pier Virgilio Dastoli, ha posto un accento particolare su come attualmente le decisioni più rilevanti siano diventate quasi esclusiva del Consiglio europeo guidato da Van Rompuy, che parte dall’obiettivo dichiarato di voler rafforzare il sentimento europeo, ma rischia così piuttosto di ottenere un effetto boomerang, mentre, citando a Habermas, oggi sarebbe necessario lavorare per introdurre più democrazia nei processi decisionali interni dell'Unione europea stessa.
L'articolato intervento del europarlamentare, Roberto Gualtieri, ha cercato di analizzare un po’ tutte le questioni emerse. In particolare si è soffermato anche sul ruolo che sta assumendo la BCE, che ha preso recentemente il timone dell’UE contro la lentezza delle altre istituzioni, rafforzando però ancor di più il problema della mancanza di legittimità democratica.
Egli propone quindi una road map, basata su quattro pilastri: un coordinamento maggiore europeo del settore finanziario, un bilancio europeo adeguato, l’unione delle politiche economico-fiscali e la ricerca di maggiore legittimazione democratica attraverso la realizzazione dell’unione politica.
Quest’ultimo obiettivo, non potrà che passare attraverso il rafforzamento del Parlamento Europeo.
Egli ricorda che qualcosa si sta tentando già di fare, anche attraverso un ritrovato ruolo di questa istituzione nella attuale fase di riflessione più generale sul futuro dell’unione economica, ma specialmente, le elezioni del 2014 sono destinate a divenire un momento di passaggio fondamentale, sia per il destino delle riforme europee, sia per lo sviluppo di un vera cittadinanza europea.
Una grande responsabilità nel riuscire in questo obiettivo grava però anche sui partiti europei che dovranno impegnarsi , come mai prima, a introdurre forti elementi di politicizzazione europea nelle rispettive campagne elettorali e in particolare proporre delle riforme precise ed un metodo per realizzarle.
Molti dei presenti hanno poi preso la parola nel corso del successivo dibattito.