Sia il CIME, che diverse personalità italiane, hanno, recentemente, ritenuto urgente inviare delle lettere al Presidente del Consiglio, Mario Monti, ribadendo come, anche i recenti effetti che hanno avuto le dichiarazioni del Presidente BCE, Mario Draghi, non sono che l’ennesima prova di come, il dimostrare chiaramente la volontà dell'Unione europea di operare come una vera e propria entità federale, sia l’unica vera e duratura soluzione all’attuale crisi europea.
Nella Lettera del CIME (64.96 kB) indirizzata al Presidente del Consiglio Monti, si è preso atto del fatto che la piattaforma politica che il CIME stesso aveva lanciato nel gennaio 2011, - seguito poi da tante successive dichiarazioni e iniziative - sulla necessità di operare per dar vita ad un'unione politica, comincia a farsi faticosamente strada.
Nel chiedere un incontro urgente con il capo del governo, il CIME ha ricordato la necessità di accelerare il progetto di Unione politica, per tutta l’Unione e non solo per gli Stati dell’Eurozona, come risposta alla crisi.
Il Presidente del CIME, Pier Virgilio Dastoli e il Vice-Presidente Amb. Rocco Cangelosi, sottolineano che “per ritrovare legittimità e valore agli occhi dei cittadini, l’unione politica non si potrà limitare all’Unione economica e monetaria ma dovrà comprendere anche la dimensione sociale, la partecipazione democratica, la politica della società, lo spazio di libertà-sicurezza interna-giustizia e la politica estera e di sicurezza ivi compresa la dimensione della difesa, il controllo e la riduzione degli armamenti. Essa dovrà comprendere anche una strategia innovativa sul tema delle sue frontiere esterne e nelle relazioni con i paesi della cosiddetta primavera araba”. Tale linea viene anche ribadita in un recente articolo di Pier Virgilio Dastoli, apparso sull’Unità.
Il Movimento Europeo è convinto che la grande maggioranza dei cittadini europei condividerebbe l'opinione secondo cui la sostenibilità dell'intero progetto europeo sarebbe garantita solo attraverso il passaggio dalla governance economica dell'eurozona – richiamata ancora di recente dal Presidente del Consiglio - ad un sistema di governo politico europeo democraticamente legittimato.
Più in generale e nonostante gli appelli affinché si torni al primato della politica, si constata, però, che è nel mondo della politica che prevale ancora un silenzio assordante. Il Consiglio europeo ha dato solo un timido e ambiguo segnale sulla necessità di dotare l'Unione europea di istituzioni adeguate al fine di assicurare il governo democratico della politica e superare le difficoltà decisionali necessarie per sottrarre stabilmente l'euro alla mercé dei mercati.
Si è quindi ricordato al Presidente del Consiglio quel che sottolineava Tommaso Padoa Schioppa, secondo cui il problema di fondo del sistema europeo risiede nella schizofrenia fra una "European economic constituency" e ventisette "national political constituencies”.
Il Movimento europeo, che ha recentemente lanciato l’idea di un fronte democratico europeo, intende proporre una forte iniziativa costituente in vista delle elezioni del Parlamento europeo del 2014. L'Italia, che con Spinelli e De Gasperi e dalla conferenza di Messina del 1955 in poi ha svolto un ruolo determinante nell'accelerare il progresso di integrazione europea, può essere oggi protagonista di una visione politica alternativa in Europa.
Tale ultima iniziativa è stata, inoltre, preceduta di qualche giorno da una lettera aperta, sempre indirizzata al Presidente Mario Monti, sostenuta anche dal CIME, e pubblicato il 25 luglio dal Corriere della Sera, su iniziativa principale del Prof. Antonio Padoa Schioppa, che sollecita a prendere rapidamente la strada della costruzione del consenso per arrivare a un solenne annuncio comune di una road map prestabilita che porterà all’Unione politica.
In un'altra recente lettera, diretta invece al Ministro degli Esteri spagnolo, D.J.M. Garcìa-Margallo y Marfil, si dichiara, anche il pieno appoggio del CIME alle sue recenti dichiarazioni, proprio in favore del salto federale per l’UE.