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IL GOVERNO DELL’EUROPA E LE SUE DEBOLEZZE ATTUALI

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Il tavolo dei relatoriSi è svolta a Roma, il 9 giugno, presso la Sala dello “Spazio Europa”, la presentazione della quarta edizione del volume “Il Governo dell’Europa”, opera dell’on. Sandro Gozi, vicepresidente del CIME.


Una rilevante partecipazione di pubblico ha fatto da cornice ad un confronto tra l’autore stesso e la Sen. Emma Bonino sotto la moderazione del giornalista Antonio Polito, su vari temi dell’attualità politica europea.

 

Dopo le brevi introduzioni del direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Lucio Battistotti e della direttrice dell’Ufficio di informazione per l’Italia del Parlamento europeo, Clara Albani, il dibattito infatti si è aperto a tutto campo tra i tre protagonisti principali ed una decina di interventi spontanei tra il pubblico presente.

 

Tra i principali elementi emersi, vi sono state le generali concordanze sul fatto che ormai il “deficit democratico” dell’Unione non sia solo frutto di imperfezioni strutturali insite al sistema istituzionale dell’UE, ma piuttosto sia da attribuire a miopie politiche, mancanze di leadership e visioni comuni combinate ad arretratezza, differenze culturali e scarse attitudini delle attuali elite al rischio. Tutto ciò, anche per gli europeisti più convinti, non può che far emergere forti elementi di inquietudine ed una visione più pessimista, che in momenti passati, del processo di integrazione.


In particolare, la senatrice Bonino ha anche messo in evidenza come ormai lo schema seguito da anni di preferire da parte dei governi che le scelte necessarie, ma anche più impopolari, siano sempre da attribuire all’Unione, ne ha fortemente minato l’appoggio da parte dei cittadini e ora spinge verso una ri-nazionalizzazione totalmente illusoria. A questo i relatori hanno affiancato un sostanziale stallo, se non arretramento, nella capacità propositiva della Commissione europea per il superamento delle attuali crisi e, conseguentemente, un forte indebolimento del suo ruolo fondamentale.


Tra le principali soluzioni avanzate per uscire da questa pericolosa evoluzione, sono stati menzionati il rafforzamento del bilancio a disposizione delle politiche europee ed una politica estera comune più incisiva.


Si è fatto poi rilevare efficacemente come l’indebolimento dell’UE e conseguentemente del vincolo esterno virtuoso che veniva esercitato sui Paesi che ne fanno parte e di cui, in particolare, in passato ha profittato largamente l’Italia, mette ora in crisi proprio maggiormente queste realtà, e che quindi proprio esse sono le prime che dovrebbero agire per far riconoscere senza ambiguità che, sempre più oggi, l’interesse nazionale non potrà che corrispondere proprio al rafforzamento di tutti gli elementi politici comuni europei.

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