La scomparsa di Gerardo Mombelli, nato a Milano nel 1936 e deceduto a Roma il 13 agosto 2017, dopo avere strenuamente combattuto un male inesorabile, è stata ricordata dai media nazionali ed è unanimemente pianta da quanti gli sono stati vicini, la famiglia, gli amici, i colleghi, tutti quanti hanno condiviso il suo impegno civile italiano ed europeo.
Mombelli è stato un protagonista della vita intellettuale e politica italiana ed europea fin dagli anni dell’Università – studiò Giurisprudenza a Pavia dal 1955 al ’59 -, come presidente dal 1956 dell’Unione goliardica italiana. Da sempre impegnato nel mondo della comunicazione – è stato giovane redattore del Corriere dell’Adda e del Ticino – e dell’analisi di politica internazionale, dopo una breve esperienza all’ufficio stampa Pirelli nel 1963/’64, iniziò il suo percorso politico e professionale a fianco di Altiero Spinelli nel Movimento federalista e fu poi segretario generale dell’Istituto Affari Internazionali dal 1966 al 1969.
Portavoce della Commissione europea a Bruxelles dal 1969 al 1972, in un gruppo costruito intorno a Bino Olivi, fu responsabile dei rapporti con la politica e la stampa nella Rappresentanza in Italia della Commissione europea dal 1972 al 1984. Rientrò a Bruxelles negli anni di Ripa di Meana e, poi, tornò a Roma, a dirigere la Rappresentanza in Italia della Commissione dal 1990 al 2001.
Ha fondato nel 1990 e presieduto dal 1996 l’Associazione dei comunicatori pubblici e istituzionali, è stato direttore del Cide dal 2005/’06 ed è stato presidente di Infocivica dal 2010 al 2013 – succedendo proprio a Bino Olivi.
Per tutta la vita, da federalista spinelliano, Mombelli è stato un intellettuale laico-riformista nell’area radicale e socialista. Commendatore al merito della Repubblica, dei tanti lavori e saggi il più recente, scritto con l’ambasciatore Antonio Armellini è “Né centauro né chimera”, edito da Aracne, dove offre la sua visione sul futuro dell’Europa e dell’integrazione.
Gerardo Mombelli sarà ricordato il 5 ottobre nella sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea a Roma, in via IV Novembre 149. Il cordoglio per la sua morte, sentito in tutti i circoli italiani europeisti e federalisti, è stato condiviso dalla Farnesina, che, in una nota, ne ha ricordato “il convinto impegno e la profonda passione di italiano al servizio del progetto di costruzione europea”.