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ESERCIZIO DI DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA

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Democrazia partecipativa

 

Care e cari amici del Movimento europeo,

Vi proponiamo un esercizio di democrazia partecipativa avviato in un workshop a chiusura della presidenza rumena a Bucharest.

“Se fossi stato(a) eletto(a) il 26 maggio parlamentare in rappresentanza delle cittadine e dei cittadini europei e avessi scelto la seguente commissione parlamentare:

 

I. AFET - Affari esteri

        DROI - Diritti dell'uomo

        SEDE - Sicurezza e difesa

II. DEVE - Sviluppo

III. INTA - Commercio internazionale

IV. BUDG - Bilanci

V. CONT - Controllo dei bilanci

VI. ECON - Problemi economici e monetari

VII. EMPL - Occupazione e affari sociali

VIII. ENVI - Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare

IX. ITRE - Industria, ricerca e energia

X. IMCO - Mercato interno e protezione dei consumatori

XI. TRAN - Trasporti e turismo

XII. REGI - Sviluppo regionale

XIII. AGRI - Agricoltura e sviluppo rurale

XIV. PECH - Pesca

XV. CULT - Cultura e istruzione

XVI. JURI - Giuridica

XVII. LIBE - Libertà civili, giustizia e affari interni

XVIII. AFCO - Affari costituzionali

XIX. FEMM - Diritti della donna e uguaglianza di genere

XX. PETI - Petizioni

ATTRIBUZIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI PERMANENTI

Quale sarebbe l’iniziativa più urgente che vorresti fosse iscritta all’ordine del giorno in occasione dell’insediamento della commissione?”

Attendiamo le vostre proposte entro il 5 luglio 2019 da inviare all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ripeteremo lo stesso esercizio in occasione delle audizioni dei candidati-commissari in settembre.

 

Per vostra informazione pubblichiamo qui di seguito la dichiarazione approvata il 24 giugno a Roma dalla Assemblea dei membri del Movimento europeo:

 

DOPO LE ELEZIONI EUROPEE DEL 26 MAGGIO 2019
COSA FARE PER COSTRUIRE UN’EUROPA UNITA, SOLIDALE E DEMOCRATICA

 

L’Assemblea dei membri del Movimento europeo in Italia, riunita a Roma il 24 giugno 2019

A. Ha esaminato i risultati delle elezioni europee e ha raggiunto le seguenti conclusioni:

- La partecipazione dei cittadini europei è cresciuta in quasi tutti i ventotto paesi membri – con l’eccezione rilevante dell’Italia – mettendo in luce un maggiore interesse verso la dimensione europea e per il futuro dell’Unione europea.
- Dopo una vasta campagna mediatica sulla crescita potenziale e sull’influenza dei nazionalisti, i pro-Europei hanno conservato una larga maggioranza nel Parlamento europeo e i tre gruppi nazionalisti hanno aumentato solo moderatamente il loro peso. Sono falliti i tentativi di creare un unico gruppo sovranista e, in ogni caso, il peso dei nazionalisti diminuirà considerevolmente dopo il Brexit.
- I Liberali e I Verdi hanno rafforzato in modo sostanziale la loro rappresentanza europea e, per questa ragione, essi dovranno essere coinvolti - insieme ai Popolari e ai Socialdemocratici - in un’ampia maggioranza che esprimerà il voto di fiducia e il programma per la legislatura della nuova Commissione europea.
- Adottando il metodo degli Spitzenkandidaten, i partiti politici europei hanno ignorato il loro dovere di “formare una coscienza politica europea e di esprimere la volontà dei cittadini europei” (Art. 10.4 TUE) attraverso dei veri programmi di governo per la legislatura.
- Il Consiglio europeo deve nominare per i vertici europei i candidati più noti in Europa e per la presidenza della Commissione un candidato che possa ottenere un’ampia maggioranza nel PE. In avvenire, il metodo delle liste transnazionali può contribuire a facilitare la scelta del candidato alla presidenza della Commissione europea.

B. Ha adottato le seguenti proposte:

- È cosciente del fatto che il sistema europeo debba evolvere verso un governo federale parlamentare come elemento essenziale di un processo costituente, mettendo fine alla deriva intergovernativa, con l’obiettivo di rispettare il principio del Trattato secondo cui “il funzionamento dell’Unione è fondato sulla democrazia rappresentativa” (art. 10.1 TUE).
- Sostiene con forza l’esigenza secondo cui il Parlamento europeo debba essere al centro del processo politico e legislativo in un sistema bicamerale in cui al suo fianco e con pari poteri ci sia una Camera degli Stati. In questo spirito, il Parlamento europeo deve avere un pieno diritti di iniziativa legislativa e un potere di codecisione in tutte le materie riservate attualmente solo al Consiglio che deve agire in modo trasparente quando discute e quando decide, garantendo l’accesso alla documentazione e la pubblicità delle agende, delle date e dei documenti sottoposti al tri-dialogo con il PE e la Commissione.
- Sostiene con forza l’esigenza democratica secondo cui il Presidente della Commissione sia scelto ed eletto da un’ampia maggioranza nel PE rispettando il contenuto della Dichiarazione n. 11 collegata all’art. 17.7 TUE secondo cui “rappresentanti del PE e del Consiglio europeo devono consultarsi, prima della decisione del Consiglio europeo sul profilo del nuovo Presidente per tener conto delle elezioni europee”.
- È convinto che, prima dei nomi, sia importante che un’ampia maggioranza nel PE raggiunga un accordo di legislatura sulle principali priorità dell’Agenda Strategica 2019-2024 che includano in particolare:
I. impegni concreti sull’Agenda 2030, il rispetto degli Accordi di Parigi sulla lotta al cambiamento climatico e la realizzazione degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile;
II. La revisione radicale degli strumenti della governance economica – a partire dal Patto di Stabilità e Crescita del 1997 fino ai successivi accordi adottati dopo il 2011 (Six Pack, Two Pack, Fiscal Compact, Semestre Europeo) alla luce di un’analisi rigorosa e globale dei loro costi sociali insieme agli effetti di vincoli finanziari che riguardano sia le spese correnti che quelle in conto capitale;
III. L’adozione di un Social Compact insieme alla piena e vincolante realizzazione del Pilastro Sociale adottato a Göteborg per creare le condizioni di un dialogo sociale rinnovato e di un coordinamento delle politiche salariali;
IV. Un ambizioso bilancio quinquennale fondato su risorse proprie che garantisca le funzioni di allocazione di beni pubblici europei, efficaci misure redistributive per promuovere la convergenza e la riduzione delle diseguaglianze, e un meccanismo europeo di stabilità;
V. la revisione del Regolamento di Dublino sulle migrazioni e l’asilo secondo la procedura legislativa ordinaria – con programmi di ricollocazione vincolanti sulla base degli emendamenti adottati dal PE su proposta della Commissione – e il cambiamento di rotta nelle relazioni con i paesi terzi fondate sui rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana;
VI. Una rinnovata politica Euro-mediterranea che possa garantire la pace, la sicurezza e la solidarietà nella Regione, rilanciando l’idea dell’ “anello degli amici” insieme ad una più efficace assistenza nell’applicazione degli accordi di associazione con i paesi dell’Est dell’Europa ed il sostegno economico e sociale dei paesi candidati;
VII. Un nuovo strumento giuridico per il rispetto dello stato di diritto ispirato all’iniziativa di cittadini europei (ICE) promossa dal Movimento europeo;
VIII. Il voto a maggioranza qualificata - in particolare nella Politica Estera e di Sicurezza Comune che comprende anche la dimensione della difesa - secondo il metodo della “clausola della passerella”,
IX. un’unica voce dell’Unione europea nelle organizzazioni internazionali e il pieno rispetto dell’art. 36 TUE secondo cui la posizione del PE debba essere presa debitamente in considerazione dall’Alto Rappresentante dell’UE per la PESC nell’esecuzione delle decisioni del Consiglio europeo;
X. Conseguentemente il rafforzamento del ruolo dell’UE in un mondo globalizzato nel quadro di un approccio multilaterale a partire dalla politica commerciale come competenza esclusiva dell’UE.

- Sottolinea il fatto che la composizione della nuova Commissione deve essere coerente con la maggioranza politica che si esprimerà nel PE essendo uno dei due elementi su cui si baserà il voto di fiducia: Agenda Strategica e composizione (art. 17.7 TUE). In questo quadro sostiene l’idea che il Consiglio suggerisca una rosa di nomi (nel rispetto dell’equilibrio di genere) per ogni paese membro lasciando al Presidente della Commissione la scelta dei membri dell’Esecutivo europeo, in previsione delle audizioni davanti alle commissioni del PE, e dei loro “portafogli”. Infine, l’applicazione dell’art. 17.5 TUE, che stabilisce una composizione della Commissione con un numero di membri che corrisponda ai 2/3 degli Stati membri sulla base del sistema di rotazione può contribuire ad aiutare la coerenza fra la maggioranza del PE e la composizione della Commissione.

C. Ha deciso di rinnovare le seguenti richieste:

- Un bilancio per i paesi dell’Eurozona e per i paesi dell’area ERM su base volontaria con funzioni allocative e redistributive ed una capacità fiscale autonoma, che escluda contributi nazionali e una decisione unanime del Consiglio e che garantisca un sostanziale ammontare di risorse pari inizialmente all’1% del PIL dell’intera area, articolato in tre aree principali: I. un piano di risorse pubbliche che garantisca la transizione ecologica e investimenti a lungo termine nella ricerca, nelle tecnologie, nell’energia e nei beni pubblici sociali; II. Uno strumento europeo per la lotta alla disoccupazione; III: una forza europea per il controllo esterno dei flussi migratori sulla base degli articoli 33 e 77 TFUE nel rispetto dei principi e degli standards dei trattati europei, della Carta dei diritti fondamentali e delle convenzioni internazionali.
- L’apertura di un processo costituente ad iniziativa dei deputati europei eletti nei paesi dell’Eurozona per realizzare la finalità federale del processo di integrazione e completare la trasformazione dell’Unione in una Comunità federale. In questo quadro sostiene la proposta della convocazione di “assise interparlamentari sul futuro dell’Europa”, aperte al dialogo con le associazioni rappresentative e la società civile, che potrebbero aver luogo in Francia in occasione del settantesimo anniversario della Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950.

 

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