Valerio Zanone si è spento giovedì 7 gennaio all’età di 79 anni, vinto da una malattia che lo aveva colpito solo un anno fa. Già segretario storico del PLI, deputato per cinque legislature, più volte ministro e sindaco di Torino, egli era stato anche presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo dal 2006 al 2010. Un periodo complesso e ricco di sfide per la storia dell’integrazione europea in cui, per dirla con le sue parole, “il mondo stava correndo e l’Europa zoppicava”.
Valerio Zanone aveva tuttavia continuato a guardare con ottimismo al futuro dell’Europa, ben conscio che dalla crisi recessiva l’Unione avrebbe potuto trovare la forza per riattivare i processi di rinnovamento e rimettere in moto la difficile costruzione europea. Secondo Zanone erano proprio quelli gli anni in cui si stava realizzando la consapevolezza che l’Unione non fosse più una scelta, ma una necessità per gli Stati membri.
Tra le priorità della sua presidenza vi fu la ricerca di una maggiore interazione tra le istituzioni dell’Unione e i suoi cittadini, ancora troppo distanti nelle reciproche interazioni. Per questo motivo sotto la sua presidenza il Movimento Europeo si era dedicato sia alla riforma delle legge elettorale europea in discussione all’epoca presso i due rami del Parlamento, sia alla formazione di quel nucleo di demos europeo che, proprio secondo Zanone, stava nascendo soprattutto nelle università e nelle scuole. Zanone cercò inoltre di riportare l’interesse sulla dimensione politica della costruzione europea, affinché non si pensasse a un’Europa unita con l’unico fine di proteggersi dagli attacchi degli speculatori. In quest’ottica va visto il suo interesse verso il pilastro della costruzione europea ritenuto più debole, ovvero quello della politica estera e di difesa comune.
Il CIME lo ha anche ricordato brevemente già ieri pomeriggio durante uno dei suoi convegni, ma intende promuovere al più presto anche un’ulteriore iniziativa che ne ricordi la figura di grande europeista.
Ripubblichiamo qui il suo editoriale apparso sul bollettino del CIME “Unieuropa” alla vigilia delle elezioni europee del 2009 e che, ancora oggi, risulta di grande attualità: