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 3 luglio

  • Roma, Conferenza "A new balance of power in Europe? How the European elections will shape Italy and the EU" (Istituto Affari Internazionali)
  • Roma, riunione Infocivica

6 luglio

  • Roma, incontro-dibattito “L’Europa e la transizione energetica” (Sapienza Università di Roma e Movimento europeo Italia)

 

 

 

 

 

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Il Movimento europeo in Italia ha sottoposto alla firma delle candidate e dei candidate il testo di una dichiarazione relativa alle “Dieci priorità della decima legislatura europea” che derivano dal lavoro collettivo dei suoi membri contenuto nel Libro verdeScriviamo insieme il futuro dell’Europa: un progetto, un metodo e un’agenda costituente per la decima legislatura europea 2024-2029” edito da Editoriale Scientifica in vista delle elezioni europee con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il Libro verde sarà trasformato entro il prossimo autunno in un Libro Bianco con proposte precise da presentare al nuovo Parlamento europeo, alla nuova Commissione, al CESE e al CdR oltre che al MEI e alle reti europee della società civile.

Pubblichiamo la lista delle candidate e dei candidati che hanno sottoscritto le nostre priorità come impegno per la prossima legislatura.

Un incontro con le elette e gli eletti che hanno condiviso le nostre priorità sarà organizzato il 9 luglio a Bruxelles nel giorno anniversario della costituzione del Club del Coccodrillo che avviò un processo costituente nel1980 al fine di rendere strutturata e permanente la nostra collaborazione con i parlamentari italiani nella futura Assemblea.

 

LISTA CANDIDATI E CANDIDATE CHE HANNO ADERITO ALLE

 DIECI PRIORITA’ DEL MOVIMENTO EUROPEO PER UN’AGENDA COSTITUENTE EUROPEA

(IN ORDINE DI CIRCOSCRIZIONI E ALFABETICO)

 

 

 

 

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DICHIARAZIONE DEL MOVIMENTO EUROPEO RELATIVA ALLA LETTERA DI URSULA VON DER LEYEN

SULLE POLITICHE MIGRATORIE INVIATA AL CONSIGLIO EUROPEO IL 25 GIUGNO 2024

  • Il criterio dominante rimane quello securitario del respingimento che, in base ai Trattati e alla Carta dei diritti, deve essere individuale e non collettivo. Esso dovrebbe riguardare anche le regole per i respingimenti da applicare agli stranieri di Paesi terzi che delinquono e per le riammissioni in tutta l’UE e non Paese per Paese con un approccio che non si limiti alla dimensione esterna delle politiche migratorie e cioè alla gestione degli arrivi ma anche alla sua dimensione interna.
  • Si dà spazio all’idea della esternalizzazione in Paesi terzi delle domande di asilo - pur non citando esplicitamente il “modello” albanese - che, al di là di tante altre implicazioni negative per i diritti di chi è confinato in centri di detenzione in quei Paesi, comprimeil fondamentale diritto ad un’equa valutazione delle domande di protezione internazionale.
  • Si prendono ben poco o per nulla in considerazione le migrazioni legali, di cui abbiamo bisogno sia nell’UE che nei Paesi di origine, come strategia di integrazione dei migranti e unico modo per contrastare efficacemente e in modo strutturaleil traffico di esseri umani.
  • Nulla si scrive sulle politiche di integrazione nell’UE dei migrantiche vanno rafforzate e non smantellate come avviene ora alimentando illegalità, sfruttamento e insicurezza.
  • Nulla o poco è scritto su come l’UE possa contribuire al rispetto dei diritti fondamentali nei Paesi terzi a cui abbiamo chiesto di fermare i flussi migratoricome laLibia e la Si esaltano invece gli aiuti alla Guardia costiera libica per catturare i “fuggiaschi” e riportarli nelle carceri libiche.
  • Si conferma l’impegno agli aiuti ai migranti ucraini secondo il principio della protezione temporanea ma nulla si scrive dei rifugiati afgani, curdi, eritrei, iraniani, sudanesi,del Sahel e di altri Paesi ove vi sono evidenti motivi per cercare rifugio altrove,che avrebbero diritto alla stessa protezione temporanea applicata ai migranti ucraini.
  • Si richiamano le risorse già stanziate per preparare l’attuazione del Migration Act, in particolare delle nuove procedure di gestione delle migrazioni irregolari. Il PE ha chiesto che si realizzino meccanismi efficienti di garanzia dei diritti fondamentali e di monitoraggio imparziale delle stesse procedure ma non è tuttavia chiara la quota di spese che sarà destinata per questi fini né è specificato a quali organi pubblici o associazioni spetteranno i controlli che presuppongono interventi logistici ed operativi anche in Paesi terzi.

Il Consiglio Europeo del 27-28 giugno ha preso soltanto nota della lettera di Ursula von der Leyen del 25 giugno 2024 (LINK), ma alcuni suoi principi sono purtroppo iscritti in modo ambiguo nell'Agenda strategica 2024-2029 allegata alle Conclusioni dello stesso Consiglio europeo.

Noi riteniamo che occorre fare in modo che, quando l'Agenda sarà discussa dal PE insieme al programma per l’intera legislatura della Commissione europea, alcuni aspetti siano meglio definiti nel senso da noi indicato e che comunque ciò avvenga nelle politiche attuative di tale Agenda e del programma legislativo.

Roma, 2 luglio 2024

 

 

 

 

 

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IL GATTOPARDO EUROPEO E L’INSURREZIONE COSTITUENTE

Se si leggono, con una attenzione degna di una causa migliore, gli atti del Consiglio europeo del 27 giugno (LINK) si è colpiti dalla distanza quasi siderale fra i temi che sono stati affrontati nelle “conclusioni”, nel “rapporto della presidenza belga sul futuro dell’Europa” e nella “agenda strategica 2024-2029” e il tempo in fondo irrisorio che i capi di Stato e di governo hanno dedicato a questi temi che – presi sul serio ed uno dopo l’altro  - avrebbero dovuto riguardare la vita delle cittadine e dei cittadini europei insieme a quelle dei nostri vicini per i prossimi cinque anni.

A nessuno è venuto in mente, qualche mese fa, di celebrare i (primi) cinquanta anni dalla proposta di Valéry Giscard d’Estaing nel febbraio 1974 di riunire regolarmente i capi di Stato e di governo in un “Consiglio europeo” divenuto una delle sette istituzioni dell’Unione europea con il Trattato di Lisbona, che si è riunito inizialmente due volte all’anno, poi quattro ed infine con cadenza quasi bimestrale non considerando gli altri numerosi vertici europei e internazionali come occasioni  di incontro per i leader europei.

Le “conclusioni” delle riunioni del Consiglio europeo sono normalmente scritte vari giorni prima dai “rappresentanti permanenti” e cioè dagli ambasciatori dei ventisette Paesi membri in più o meno stretta collaborazione con i loro ministri o meglio con i loro colleghi direttori generali nelle capitali con l’eccezione del periodo in cui il primo presidente eletto del Consiglio europeo – il poeta e politico belga Herman van Rompuy  - intuì il significato della sostanziale contro-riforma confederale della creazione del Vertice istituzionalizzato e introdusse per cinque anni la “sherpa-crazia” e cioè un metodo di negoziato permanente fra il Presidente e gli sherpa dei capi di Stato e di governo scavalcando rappresentanti permanenti, direttori generali e ministri.

Con la partenza di Herman Van Rompuy è finita la sherpa-crazia ma è rimasta intatta la contro-riforma confederale rafforzata dall’egocentrismo di Charles Michel a cui è mancata la poesia di Van Rompuy sostituita da una mediocre arroganza molto ai limiti della violazione delle regole del Trattato.

Tornando alla “letteratura europea” del Consiglio europeo del 27 giugno, essa è caratterizzata in tutti e tre i testi, licenziati distrattamente e all’unanimità dai capi di Stato e di governo, dalla comune volontà gattopardesca dei leader con la tattica del rinvio permanente vuoi a successive riunioni al Vertice  - come il tema della difesa di cui si parlerà a giugno 2025 nella convinzione che il mondo può attendere che si concretizzi l’autonomia strategica europea – vuoi con perentorie disposizioni ai Consigli specializzati e alla Commissione europea.

In queste perentorie disposizioni alla Commissione europea il Consiglio europeo è evidentemente convinto - e la Commissione con lui - che il “collegio” è chiamato a promuovere “l’interesse generale dell’Unione” e a prendere “le iniziative appropriate a questo scopo” (art. 17 TUE) sapendo che è il Consiglio europeo che “dà all’Unione gli impulsi necessari al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti e le priorità politiche generali” (art. 15 TUE). Con buona pace di quelle pattuglie di europeisti convinti che da Lisbona in poi l’Unione abbia fatto passi sostanziali sulla via della federazione quando il cosiddetto “momento hamiltoniano” del NGEU, che i governi decisero di trasformare in un embrionale bancomat europeo, creò l’illusione che eravamo alla vigilia degli Stati Uniti d’Europa.

Tralasciando le “conclusioni”, che fanno parte di una inutile e inconsistente letteratura diplomatica a cui nessuno dà credito (in molti anni di esperienza parlamentare non ci è mai capitato di sentire un membro del Parlamento europeo che, sventolando le conclusioni del Consiglio europeo come una clava davanti ad un Presidente di turno, gli abbia chiesto conto della mancata realizzazione di un impegno preso in un precedente Consiglio europeo, n.d.r.) attiriamo l’attenzione delle nostre lettrici e dei nostri lettori sul “rapporto della presidenza belga sul futuro dell’Europa” che  - facendo proprio un principio scritto nella “agenda strategica” - ci notifica che le riforme interne dell’Unione europea parallele all’allargamento dovranno essere fatte “salvaguardando l’equilibrio fra le istituzioni” e dunque a trattato costante non dedicando nemmeno una parola al corposo rapporto che sei e poi (dopo la fuga dell’ECR) cinque relatori della Commissione affari costituzionali hanno fatto approvare il 22 novembre 2023 da una esigua maggioranza dell’assemblea nell’illusione che i governi si liberassero del loro gattopardismo.

Speriamo che ci sia nel nuovo Parlamento europeo una minoranza di innovatori con la volontà di scuotere la palude che paralizza tutti i gruppi e vincere le resistenze immobiliste lanciando durante la legislatura una insurrezione costituente per far cambiare rotta all’Europa.

Roma, 2 luglio 2024
coccodrillo

 

  

 

 

 

 

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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare per la nuova legislatura europea.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- Attiriamo la vostra attenzione

- Dieci priorità della decima legislatura europea

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

- Il Libro verde del Movimento europeo

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