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LA TRANSIZIONE ECOLOGICA FRA DEVASTAZIONE E INNOVAZIONE

L’attuale legislatura europea è iniziata alla fine del 2019  con lo European Green Deal avendo come obiettivo principale la realizzazione di un’economia fondata sulla transizione verso una società libera dal carbonio entro il 2050 avendo come obiettivo intermedio il 2030 per combattere il cambiamento climatico, ridurre drasticamente la dipendenza energetica e contribuire ad un pianeta in cui “nessuno fosse lasciato indietro”.

All’inizio del 2020 eravamo a distanza di dieci anni dalla realizzazione della Agenda 2030 e cioè dei diciassette obiettivi dello sviluppo sostenibile adottati dalle Nazioni Unite nel settembre 2015 a cui si lega anche l’ispirazione della enciclica di Bergoglio “Laudato Si” – aggiornata ora con l’esortazione “Laudato Deum” – e che furono seguiti tre mesi dopo dagli accordi di Parigi.

Lo European Green Deal e cioè il Patto Verde Europeo fu salutato alla fine del 2019 come un indispensabile ed urgente passo in avanti, coerente con il modello europeo e  - se si scorrono i commenti di quei mesi - non si trova traccia dell’aggressività con cui quella scelta viene oggi giudicata una “folle ideologia” da un numero crescente di movimenti conservatori (e cioè di movimenti che vogliono conservare il pianeta nello stato di  attuale degrado ambientale) che rispondono alle sollecitazioni delle lobbies industriali che traggono profitti dall’ordine esistente.

Nonostante tutto quello che è avvenuto dal 2020 in poi (la pandemia, l’aumento dei flussi migratori, la guerra in Ucraina, l’inflazione, il nuovo multipolarismo) o, meglio, a causa di tutto quel che è avvenuto dal 2020 in poi il Patto Verde Europeo è apparso ancora più urgente e indispensabile ad una parte maggioritaria delle opinioni pubbliche, agli scienziati ed alla società civile.

A questi orientamenti favorevoli al Patto Verde Europeo si è aggiunta più recentemente una petizione promossa dalla sindaca di Parigi Anna Hidalgo (Petizione Eur 7) e firmata fra gli altri dai sindaci di Roma, Bruxelles, Zagabria, Krizevci, Bordeaux, Montpellier, Besançon e Lione che denunciano il fatto che la posizione del Consiglio per rendere meno vincolante la proposta della Commissione europea del novembre 2022 sulle emissioni di ossido d’azoto è uno scandalo ed una negazione democratica e che la rinuncia a rendere più rigide le norme in materia di emissioni ci condannerebbe a subirle fino al 2050 e sarebbe contraria alle norme della Organizzazione Mondiale della Salute secondo cui l’inquinamento dell’aria provoca nell’Unione europea settantamila morti ogni anno.

In questi anni la lotta al cambiamento climatico è stata largamente coerente con gli orientamenti iniziali del Patto Verde Europeo se si pensa nel settore agricolo ai prodotti fitosanitari e nel settore industriali alle plastiche, basta scorrere i siti della Commissione e del Parlamento europeo per rendersi conto dei passi in avanti fatti dall’Unione europea comunque insufficienti rispetto al degrado ambientali e leggere il discorso sullo stato dell’Unione dello scorso settembre di Ursula von der Leyen e le proposte di revisione dei trattati di Lisbona per rendersi conto che resta ferma la volontà non ideologica ma concreta di continuare questa lotta.

Essendo più vicini al rumore sempre più tumultuoso della campagna elettorale europea, si sono uniti ai conservatori che hanno scelto la via di un pianeta degradato anche i deputati del PPE insieme ad una maggioranza di Renew Europe (il gruppo che ha riunito i macroniani con i liberali), che pur avevano sostenuto all’inizio della legislatura il programma della cosiddetta “maggioranza Ursula”, nel tentativo o nell’illusione di far uscire dalle urne delle elezioni europee una coalizione di centrodestra che metta fine alla “grande alleanza” fra popolari, socialisti e liberali a cui si erano uniti anche i Verdi.

Del pacchetto legislativo presentato all’inizio della legislatura europea dalla Commissione europea con il consenso non solo di tutto il collegio ma anche di un’ampia maggioranza del Parlamento europeo che, anno dopo anno, ha approvato il programma di lavoro dell’esecutivo europeo sono state approvate norme in tutte le sue componenti essenziali dai due rami dell’autorità legislativa in testi che non si sono discostati di molto da quelli proposti dalla Commissione europea.

Sono rimaste sui tavoli del Consiglio e del Parlamento europeo due proposte di direttiva concernenti – se vogliamo usare il linguaggio semplificato della stampa – le auto elettriche e le case verdi.

Nei due casi sono in corso dei negoziati nel quadro dei cosiddetti tri-dialoghi (i governi, il Parlamento europeo e la Commissione) su cui si è concentrata la campagna delle lobbies che difendono l’idea di un’Europa e di un pianeta degradati dagli effetti devastanti del cambiamento climatico e che si basano sull’aggressione alla cosiddetta “follia ideologica ambientalista”.

Nelle dichiarazioni dei conservatori e dei sovranisti prevale in queste settimane una campagna di disinformazione secondo cui il ritorno di Frans Timmermans (il vicepresidente della Commissione europea con il “portafoglio” della transizione ecologica) nei Paesi Bassi per partecipare alle elezioni legislative del 22 novembre avrebbe privato gli ambientalisti del loro ideologo bloccando il negoziato sulle due proposte di direttiva o introducendo delle modifiche che ne avrebbero snaturato gli obiettivi iniziali.

Per quanto riguarda le cosiddette auto elettriche, che comprendono anche i bus e i veicoli pesanti, i conservatori sono riusciti in commissione ambiente nel Parlamento europeo a rinviare soltanto di due anni l’entrata in vigore della direttiva essendo rimasto invariato l’obiettivo del passaggio ai motori elettrici ed essendo state inserite delle regole più rigide per il monitoraggio del rispetto degli obiettivi.

Bisogna attendere il voto dell’aula per capire se la vittoria di Pirro dei conservatori sarà confermata dalla maggioranza dei parlamentari europei o se l’aula – come è avvenuto per il Nature Restauration Act rovescerà il temporaneo voto in commissione sapendo che la posizione adottata dal Parlamento europeo dovrà essere negoziata nel tri-dialogo con il Consiglio dove i conservatori del pianeta degradato sono in minoranza a cominciare dal governo italiano.

Francesco Giubilei, che scrive i suoi articoli su Il Giornale fondando le sue informazioni sulle dichiarazioni dei deputati europei di Fratelli d’Italia e della Lega, sostiene che il centro destra al Parlamento europeo avrebbe “bloccato la follia green” dell’auto elettrica.

Le cose non stanno esattamente come vengono descritte da Giubilei perché il negoziato è ancora tutto aperto sulle case green e sull’auto verde siamo ancora al livello della posizione adottata in commissione ambiente dove molte norme proposte dalla Commissione europea sono state rese più stringenti per autobus e veicoli più pesanti mentre il “successo” a maggioranza del centro destra (con il voto determinante dei deputati di Renew che così avevano votato in commissione sul Nature Restauration Act salvo poi essere smentiti dal loro gruppo nel voto in aula) si è limitato al rinvio della entrata in vigore della direttiva al 2030 per le auto e al 2031 per gli altri veicoli non essendovi stato nessun blocco della “follia verde”.

Vedremo se in aula prevarrà la proposta della commissione ambiente del rinvio al 2030 e al 2031 o se l’aula rovescerà il voto della commissione e come andrà poi il negoziato con il Consiglio.

È tuttavia chiaro che il negoziato si concluderà prima della fine della legislatura interrompendo il tentativo dei conservatori di paralizzarlo e di rinviarne le conclusioni alla nuova legislatura sfruttando la campagna elettorale per far prevalere un orientamento in cui la devastazione della natura possa avere la meglio.

Apparentemente più complicato appare il negoziato sulle case verdi dove nel Consiglio e nel Parlamento europeo sono state introdotti degli emendamenti alla proposta di direttiva della Commissione europea che rischiano di indebolirne il carattere innovatore.

Vale tuttavia la pena di precisare che:

- i borghi, gli edifici storici e le case popolari non sono mai stati presi in considerazione dalla proposta di direttiva europea e questa esclusione non è il frutto dell’azione del centro destra

- contrariamente alla direttiva sull’auto elettrica in cui il governo italiano è in minoranza nel negoziato sulle case green l’Italia è sostanzialmente allineata sulle posizioni della maggioranza così come lo è la Associazione italiana dei costruttori edili (Ance) che non ha nulla a che fare con la Confedilizia sbandierata dal centrodestra

- il tri-dialogo fra Parlamento europeo e Consiglio si concluderà quasi certamente a dicembre perché c’è l’impegno di tutte le istituzioni europee di chiudere tutti i negoziati legislativi sul pacchetto dello European Green Deal, che è una delle priorità di questa legislatura, entro il prossimo mese di marzo e cioè prima delle elezioni europee.

Dedicheremo una parte essenziale del nostro “Libro Verde” al tema della transizione ecologica fra devastazione e innovazione.

Roma, 17 ottobre 2023

coccodrillo

 

 

 

 

 

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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee dal 6 al 9 giugno 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre 2022 anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 

 

 

 

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CARE LETTRICI E CARI LETTORI

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Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre 2022 anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

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Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 


 L'EDITORIALE

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA FRA DEVASTAZIONE E INNOVAZIONE

L’attuale legislatura europea è iniziata alla fine del 2019  con lo European Green Deal avendo come obiettivo principale la realizzazione di un’economia fondata sulla transizione verso una società libera dal carbonio entro il 2050 avendo come obiettivo intermedio il 2030 per combattere il cambiamento climatico, ridurre drasticamente la dipendenza energetica e contribuire ad un pianeta in cui “nessuno fosse lasciato indietro”.

All’inizio del 2020 eravamo a distanza di dieci anni dalla realizzazione della Agenda 2030 e cioè dei diciassette obiettivi dello sviluppo sostenibile adottati dalle Nazioni Unite nel settembre 2015 a cui si lega anche l’ispirazione della enciclica di Bergoglio “Laudato Si” – aggiornata ora con l’esortazione “Laudato Deum” – e che furono seguiti tre mesi dopo dagli accordi di Parigi.

Lo European Green Deal e cioè il Patto Verde Europeo fu salutato alla fine del 2019 come un indispensabile ed urgente passo in avanti, coerente con il modello europeo e  - se si scorrono i commenti di quei mesi - non si trova traccia dell’aggressività con cui quella scelta viene oggi giudicata una “folle ideologia” da un numero crescente di movimenti conservatori (e cioè di movimenti che vogliono conservare il pianeta nello stato di  attuale degrado ambientale) che rispondono alle sollecitazioni delle lobbies industriali che traggono profitti dall’ordine esistente.

Nonostante tutto quello che è avvenuto dal 2020 in poi (la pandemia, l’aumento dei flussi migratori, la guerra in Ucraina, l’inflazione, il nuovo multipolarismo) o, meglio, a causa di tutto quel che è avvenuto dal 2020 in poi il Patto Verde Europeo è apparso ancora più urgente e indispensabile ad una parte maggioritaria delle opinioni pubbliche, agli scienziati ed alla società civile.

A questi orientamenti favorevoli al Patto Verde Europeo si è aggiunta più recentemente una petizione promossa dalla sindaca di Parigi Anna Hidalgo (Petizione Eur 7) e firmata fra gli altri dai sindaci di Roma, Bruxelles, Zagabria, Krizevci, Bordeaux, Montpellier, Besançon e Lione che denunciano il fatto che la posizione del Consiglio per rendere meno vincolante la proposta della Commissione europea del novembre 2022 sulle emissioni di ossido d’azoto è uno scandalo ed una negazione democratica e che la rinuncia a rendere più rigide le norme in materia di emissioni ci condannerebbe a subirle fino al 2050 e sarebbe contraria alle norme della Organizzazione Mondiale della Salute secondo cui l’inquinamento dell’aria provoca nell’Unione europea settantamila morti ogni anno.

In questi anni la lotta al cambiamento climatico è stata largamente coerente con gli orientamenti iniziali del Patto Verde Europeo se si pensa nel settore agricolo ai prodotti fitosanitari e nel settore industriali alle plastiche, basta scorrere i siti della Commissione e del Parlamento europeo per rendersi conto dei passi in avanti fatti dall’Unione europea comunque insufficienti rispetto al degrado ambientali e leggere il discorso sullo stato dell’Unione dello scorso settembre di Ursula von der Leyen e le proposte di revisione dei trattati di Lisbona per rendersi conto che resta ferma la volontà non ideologica ma concreta di continuare questa lotta.

Essendo più vicini al rumore sempre più tumultuoso della campagna elettorale europea, si sono uniti ai conservatori che hanno scelto la via di un pianeta degradato anche i deputati del PPE insieme ad una maggioranza di Renew Europe (il gruppo che ha riunito i macroniani con i liberali), che pur avevano sostenuto all’inizio della legislatura il programma della cosiddetta “maggioranza Ursula”, nel tentativo o nell’illusione di far uscire dalle urne delle elezioni europee una coalizione di centrodestra che metta fine alla “grande alleanza” fra popolari, socialisti e liberali a cui si erano uniti anche i Verdi.

Del pacchetto legislativo presentato all’inizio della legislatura europea dalla Commissione europea con il consenso non solo di tutto il collegio ma anche di un’ampia maggioranza del Parlamento europeo che, anno dopo anno, ha approvato il programma di lavoro dell’esecutivo europeo sono state approvate norme in tutte le sue componenti essenziali dai due rami dell’autorità legislativa in testi che non si sono discostati di molto da quelli proposti dalla Commissione europea.

Sono rimaste sui tavoli del Consiglio e del Parlamento europeo due proposte di direttiva concernenti – se vogliamo usare il linguaggio semplificato della stampa – le auto elettriche e le case verdi.

Nei due casi sono in corso dei negoziati nel quadro dei cosiddetti tri-dialoghi (i governi, il Parlamento europeo e la Commissione) su cui si è concentrata la campagna delle lobbies che difendono l’idea di un’Europa e di un pianeta degradati dagli effetti devastanti del cambiamento climatico e che si basano sull’aggressione alla cosiddetta “follia ideologica ambientalista”.

Nelle dichiarazioni dei conservatori e dei sovranisti prevale in queste settimane una campagna di disinformazione secondo cui il ritorno di Frans Timmermans (il vicepresidente della Commissione europea con il “portafoglio” della transizione ecologica) nei Paesi Bassi per partecipare alle elezioni legislative del 22 novembre avrebbe privato gli ambientalisti del loro ideologo bloccando il negoziato sulle due proposte di direttiva o introducendo delle modifiche che ne avrebbero snaturato gli obiettivi iniziali.

Per quanto riguarda le cosiddette auto elettriche, che comprendono anche i bus e i veicoli pesanti, i conservatori sono riusciti in commissione ambiente nel Parlamento europeo a rinviare soltanto di due anni l’entrata in vigore della direttiva essendo rimasto invariato l’obiettivo del passaggio ai motori elettrici ed essendo state inserite delle regole più rigide per il monitoraggio del rispetto degli obiettivi.

Bisogna attendere il voto dell’aula per capire se la vittoria di Pirro dei conservatori sarà confermata dalla maggioranza dei parlamentari europei o se l’aula – come è avvenuto per il Nature Restauration Act rovescerà il temporaneo voto in commissione sapendo che la posizione adottata dal Parlamento europeo dovrà essere negoziata nel tri-dialogo con il Consiglio dove i conservatori del pianeta degradato sono in minoranza a cominciare dal governo italiano.

Francesco Giubilei, che scrive i suoi articoli su Il Giornale fondando le sue informazioni sulle dichiarazioni dei deputati europei di Fratelli d’Italia e della Lega, sostiene che il centro destra al Parlamento europeo avrebbe “bloccato la follia green” dell’auto elettrica.

Le cose non stanno esattamente come vengono descritte da Giubilei perché il negoziato è ancora tutto aperto sulle case green e sull’auto verde siamo ancora al livello della posizione adottata in commissione ambiente dove molte norme proposte dalla Commissione europea sono state rese più stringenti per autobus e veicoli più pesanti mentre il “successo” a maggioranza del centro destra (con il voto determinante dei deputati di Renew che così avevano votato in commissione sul Nature Restauration Act salvo poi essere smentiti dal loro gruppo nel voto in aula) si è limitato al rinvio della entrata in vigore della direttiva al 2030 per le auto e al 2031 per gli altri veicoli non essendovi stato nessun blocco della “follia verde”.

Vedremo se in aula prevarrà la proposta della commissione ambiente del rinvio al 2030 e al 2031 o se l’aula rovescerà il voto della commissione e come andrà poi il negoziato con il Consiglio.

È tuttavia chiaro che il negoziato si concluderà prima della fine della legislatura interrompendo il tentativo dei conservatori di paralizzarlo e di rinviarne le conclusioni alla nuova legislatura sfruttando la campagna elettorale per far prevalere un orientamento in cui la devastazione della natura possa avere la meglio.

Apparentemente più complicato appare il negoziato sulle case verdi dove nel Consiglio e nel Parlamento europeo sono state introdotti degli emendamenti alla proposta di direttiva della Commissione europea che rischiano di indebolirne il carattere innovatore.

Vale tuttavia la pena di precisare che:

- i borghi, gli edifici storici e le case popolari non sono mai stati presi in considerazione dalla proposta di direttiva europea e questa esclusione non è il frutto dell’azione del centro destra

- contrariamente alla direttiva sull’auto elettrica in cui il governo italiano è in minoranza nel negoziato sulle case green l’Italia è sostanzialmente allineata sulle posizioni della maggioranza così come lo è la Associazione italiana dei costruttori edili (Ance) che non ha nulla a che fare con la Confedilizia sbandierata dal centrodestra

- il tri-dialogo fra Parlamento europeo e Consiglio si concluderà quasi certamente a dicembre perché c’è l’impegno di tutte le istituzioni europee di chiudere tutti i negoziati legislativi sul pacchetto dello European Green Deal, che è una delle priorità di questa legislatura, entro il prossimo mese di marzo e cioè prima delle elezioni europee.

Dedicheremo una parte essenziale del nostro “Libro Verde” al tema della transizione ecologica fra devastazione e innovazione.

Roma, 17 ottobre 2023

coccodrillo

 

 

 

 

 


LA SETTIMANA DEL MOVIMENTO EUROPEO

17 ottobre

  • Lezione-evento “DAL MANIFESTO DI VENTOTENE ALL’EUROPA DEI DIRITTI DIGITALI. QUALE RUOLO PER I MEDIA UNIVERSITARI?” (Cattedre di Teorie e Tecniche della Televisione, Innovazione e Analisi dei Modelli di Giornalismo, RadUni, Modulo BEJOUR)
  • Presentazione Rapporto ASviS 2023 sullo sviluppo sostenibile

 

18 ottobre

  • Dibattito “The future of Europe: comparing reform proposals” nell’ambito della XV riunione della Piattaforma italiana per la Conferenza sul futuro dell’Europa (Movimento europeo Italia)

 

19 ottobre

  • Consiglio di Presidenza e Assemblea Movimento europeo Italia

 

 

  


IN EVIDENZA

VI SEGNALIAMO

  • 18 ottobre, ore 15:30-18:30. Nel quadro delle iniziative legate alla "Piattaforma italiana sul futuro dell'Europa", creata dal Movimento Europeo in Italia nel settembre 2019 in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL), si svolgerà un dibattito pubblico dal titolo "The future of Europe: comparing reform proposals" sulle tre principali proposte di riforma dell'Unione: il progetto di revisione del Trattato di Lisbona preparato da 5 relatori della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo, il Rapporto di un gruppo di esperti franco-tedesco ed il "Manifesto dell'Europa" promosso da una serie di personalità europee. Si tratta del primo evento organizzato a livello europeo per stabilire un dialogo aperto tra i rappresentanti di queste tre principali proposte. L'evento si terrà all'inizio della quindicesima riunione della Piattaforma, in lingua inglese, dalle 15:30 alle 16:30. L'eurodeputato Guy Verhofstadt, il Prof. Olivier Costa (CNRS, CEVIPOF, Sciences Po, Paris, and Director of European Political and Governance Studies, College of Europe, Bruges), la Prof.ssa Funda Tekin dell'Institut für Europäische Politik (IEP) e il Prof. Marco Buti (EUI) hanno accettato di discuterne. Al termine dell’incontro con i relatori, proseguirà la riunione della Piattaforma, in lingua italiana, durante la quale verranno presentante delle proposte di emendamento per il rapporto di revisione dei Trattati UE del Parlamento europeo (PE) in vista del dibattito in Aula, attualmente calendarizzato per il 9 novembre, e si faranno anche delle prime riflessioni riguardo la discussione della Commissione AFCO del PE programmata per il 12 ottobre. Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • 19 ottobre, ore 11:00-13:00, Roma. Si svolgerà a Roma l'evento di lancio dell'ottavo Rapporto "L'Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile" dell'ASviS. Il Rapporto rappresenta lo strumento con cui l'Alleanza analizza annualmente l’avanzamento del Paese verso la realizzazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite e avanza una serie di proposte per trasformare l'attuale modello di sviluppo al fine di assicurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Grazie al contributo dei Gruppi di lavoro dell'ASviS e di mille esperte ed esperti che ne fanno parte, provenienti dalle oltre 320 organizzazioni aderenti all'Alleanza, il Rapporto 2023 fornisce un quadro delle iniziative introdotte finora nel mondo, in Europa e in Italia a favore dello sviluppo sostenibile, permettendo di fare una valutazione ragionata sullo stato di progressione verso i 17 Obiettivi a metà del percorso dell'Agenda 2030 e di individuare gli ambiti che richiedono azioni decise ed immediate. Le registrazioni per partecipare in presenza sono chiuse causa esaurimento posti. L'evento potrà essere seguito da tutte e tutti tramite la diretta streaming sul sito dell'ASviS e sui canali social dell'Alleanza, oltre che sui siti di Ansa, Green&Blue di Repubblica, Quotidiano Nazionale, Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione, Rainews, Teleborsa e sulla pagina Facebook Ansa. PROGRAMMA.
  • 20 ottobre, ore 16:00, Roma. Presentazione del volume “L’Europa senza retorica. Percorsi per l’integrazione europea in Miriam Camps, Rosi Braidotti, Zadie Smith”, di Barbara Curli. Presso la Sala delle Bandiere dell’Ufficio di Informazione in Itali del Parlamento europeo. LOCANDINA.

 

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 

 

 

 

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VI SEGNALIAMO

  • 6-13 ottobre, Arma di Taggia (IM). Il Movimento Europeo in Italia, insieme ad altre tre organizzazioni giovanili, Europiamo ETS, Giovani delle ACLI e Gioventù Federalista Europea, sta portando avanti un progetto Erasmus Plus di partecipazione giovanile intitolato "RescEU2.0 - Road to European elections 2024", in collaborazione con l'Agenzia Italiana per la Gioventù, su finanziamento della Commissione europea. Nell’ambito di questo progetto, si terrà l’incontro “Training for RescEUrs”, un evento di formazione e partecipazione giovanile in cui 24 cittadini under 30 si prepareranno a diventare "ambasciatori" delle prossime elezioni europee del 2024 acquisendo le competenze necessarie a promuovere la partecipazione dei giovani a questo importante appuntamento elettorale, in Italia e in Europa. Ciò avverrà attraverso l'applicazione di una metodologia di educazione non formale che sfrutterà la dimensione ludica (in particolare quella dell'escape room) per raggiungere gli obiettivi formativi e di team building attraverso un percorso condiviso, orizzontale e coinvolgente. PROGRAMMA.
  • 9 ottobre, Roma. Convegno L’ITALIA E L’EUROPA DI FRONTE AI PROBLEMI DEL MEDITERRANEO. Dal sistema bipolare della guerra fredda al disordine internazionale del post-guerra fredda. Promosso da Fondazione Socialismo e dalla rivista storica dei socialisti italiani Mondoperaio, con il contributo del prof. Antonio Varsori. Per accrediti scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro giovedì 4 ottobre. MAGGIORI INFORMAZIONI E PROGRAMMA.
  • 13 ottobre, ore 16:00, Roma. Presso il Roma Meeting Center avrà luogo l’incontro promosso da Fondazione Critica liberale “STATI GENERALI DEL LIBERALISMO 2023”. Quarta edizione del “Premio Critica liberale sulla Libertà”. Il premio sulla Libertà di quest’anno è assegnato al MOVIMENTO DELLE DONNE IRANIANE “DONNA, VITA, LIBERTÀ”. PROGRAMMA.
  • SAVE THE DATE !  16 ottobre, ore 10:00-14:00/15:00-18:30, Roma. Il Movimento europeo in Italia è impegnato da tempo sui temi delle politiche migratorie nel quadro dello spazio europeo di libertà, giustizia e sicurezza con particolare riferimento alle questioni dell’accoglienza, dell’ospitalità e dell’integrazione delle persone provenienti da paesi terzi nell’Unione europea. Abbiamo così deciso di promuovere per la metà di ottobre un brainstorming di riflessione sui problemi delle politiche migratorie, problemi che si sono ulteriormente aggravati in queste ultime settimane e di fronte ai quali non appaiono soluzioni adeguate al rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali né da parte delle Istituzioni europee né da parte dei governi nazionali. L’incontro si svolgerà a Roma lunedì 16 ottobre, diviso in quattro sessioni, dalle 10:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 18:30, con collegamento a distanza. Per ulteriori informazioni e iscrizioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • SAVE THE DATE !  18 ottobre, ore 15:30-18:30. XV riunione della Piattaforma Italiana per la Conferenza sul futuro dell’Europa. La riunione sarà introdotta nella prima parte, dalle 15:30 alle 16:30, dall'eurodeputato Guy Verhofstadt che presenterà il Rapporto sulla revisione del Trattato di Lisbona. Seguiranno poi le relazioni del Prof. Olivier Costa e della Prof.ssa Funda Tekin dell'Institut für Europäische Politik (IEP) per presentare il rapporto del gruppo di lavoro franco-tedesco sulla riforma istituzionale dell'Unione Europea e infine il Prof. Marco Buti (EUI) che presenterà il Manifesto dell'Europa. Dopo queste introduzioni, saranno discussi eventuali emendamenti della Piattaforma da sottoporre al Parlamento europeo. La prima parte dell’incontro si terrà in lingua inglese, senza traduzione simultanea in italiano. La "Piattaforma" è stata creata dal Movimento europeo nel settembre del 2019, dopo la proposta del Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron nella sua lettera ai cittadini europei del 4 marzo 2019 e sostenuta dalla Presidente Ursula von der Leyen. L’incontro si terrà online. Per iscrizioni, inviare un’email all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

  • ATTIVITÀ DELLA CAMERA DEI DEPUTATI IN MATERIA DI UNIONE EUROPEA (SETTIMANA 9-15 OTTOBRE 2023). Ufficio Rapporti con l’Unione europea Camera dei Deputati
  • INTERVENTI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI NELLA FORMAZIONE DELLE POLITICHE UE (13.10.2022-30.09.2023)

 

 

 

 

 

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6-13 ottobre

  • Arma di Taggia (IM), “Training for RescEUrs” (Movimento europeo Italia)

 

9 ottobre

  • Roma, Convegno L’ITALIA E L’EUROPA DI FRONTE AI PROBLEMI DEL MEDITERRANEO. Dal sistema bipolare della guerra fredda al disordine internazionale del post-guerra fredda (Fondazione Socialismo e Mondoperaio)

 

13 ottobre

  • Roma, STATI GENERALI DEL LIBERALISMO 2023 (Fondazione Critica Liberale)

 

 

  

 

 

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