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Newsletter n.11/2021 - ULTIME DA BRUXELLES

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Strategia finanziaria e comunicazione per ricostruire la fiducia

La scorsa settimana si sono tenute a Bruxelles due riunioni importanti del Consiglio: quella dell’Eurogruppo e quella del Consiglio Ecofin.

Al centro dell’attenzione di entrambe, la ripresa economica dell’Unione europea, anche attraverso politiche fiscali eque e adeguate nonché innovative per fronteggiare una pandemia che ha aggravato gli squilibri economico- sociali già presenti in Europa.

Nel corso delle riunioni, è stato confermato l’impegno dei ministri ad intervenire per arginare ulteriori peggioramenti e l’accordo comune nel contenere gli oneri fiscali per proteggere posti di lavoro, imprese e cittadini. 

La disoccupazione in tutta l’Unione europea – in particolare giovanile e femminile, infatti, è ancora molto alta. 

Pertanto, le misure di sostegno potranno essere tolte solo gradualmente, dopo l’avvio reale della ripresa. Successivamente alla pubblicazione delle previsioni macroeconomiche di primavera diffuse dalla Commissione europea, i ministri decideranno quando riattivare il Patto di stabilità (attualmente sospeso).

L’orientamento emerso è quello di mantenere la sua sospensione almeno fino al 2022 quando, auspicabilmente e grazie ai vaccini e alle misure introdotte, si potrà ritornare ad una situazione di normalità e quindi di ripresa economica.

Non appena questo sarà possibile, gli Stati membri dovranno affrontare strategie di bilancio sostenibili per ridurre nel tempo il proprio debito pubblico.

Grazie alle riforme che promuoveranno la transizione economica e digitale dell’economia reale, si potrà contare sul miglioramento delle finanze pubbliche. Sino ad allora gli strumenti introdotti oltre quelli finanziari dovranno necessariamente essere confermati.

Tra i temi trattati dal Consiglio Ecofin, due meritano una particolare attenzione. Si tratta della tassazione digitale e della ripresa economica. La prima sarà anche uno dei punti in agenda al Consiglio europeo del 25 e 26 marzo e del Parlamento europeo, il 24 e 25 marzo, un tema su cui il Movimento europeo ha elaborato precise proposte in collaborazione con il Centro Studi sul Federalismo e il Centro Studi Economia Reale.

La discussione ha toccato due questioni principali: la necessità di risorse aggiuntive per garantire la ripresa e la resilienza degli Stati membri nel contrasto alle conseguenze (tutt’ora in atto) del Covid-19 e il fatto che le politiche fiscali devono essere eque ed efficaci e prevedere la partecipazione di ogni soggetto economico (comprese le società digitali) al pagamento delle tasse. Entrambi questi due fattori supporterebbero – anche in futuro - quelle azioni di sussidiarietà necessarie per la ripresa ed il rilancio dell’economia europea.

Un sistema, dunque che se governato attraverso una soluzione multilaterale, assicurerebbe anche una concorrenza equa tra imprese che operano in un contesto globale. Il Consiglio Ecofin, infatti, ha avuto uno scambio di opinioni sullo stato di avanzamento dei lavori e sulle prospettive fiscali derivanti da una digitalizzazione dell’economia, anche alla luce di un aggiornamento sullo stato dei negoziati sulla tassazione delle società, in corso a livello OCSE e sui quali si auspica il raggiungimento di un consenso globale entro la prima metà del 2021.

La Commissione europea sta preparando una proposta in tal senso attraverso il lavoro del commissario Paolo Gentiloni e dei suoi servizi.

I Ministri Ecofin si sono quindi soffermati sulla necessità di favorire un ulteriore sviluppo dei pagamenti al dettaglio digitali, sottolineando la necessità di garantire la sicurezza dei consumatori, dei loro dati e contrastare possibili azioni di riciclaggio.

Equità, trasparenza, giustizia, partecipazione sono alcuni degli elementi assolutamente indispensabili per riacquistare la fiducia del mercato, delle cittadine e dei cittadini (e sui quali la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte).

Questi ultimi hanno attraversato due crisi (finanziaria/debiti sovrani e sanitaria) molto dure e vicine tra loro nel tempo, che ne hanno messo a dura prova la resilienza e la fiducia nelle istituzioni.

Entrambe hanno avuto pesanti incidenze sull’economia reale e la seconda anche sulle libertà personali. Rispetto alla crisi finanziaria del 2008-2009, l’attuale crisi sanitaria vede un profondo cambio di atteggiamento delle istituzioni europee: non più solo rigore, ma anche sostegno tramite risorse aggiuntive, assistenza e sussidiarietà per far sì che l’Unione europea possa tornare ad essere un leader mondiale nell’assicurare alle sue cittadine e ai suoi cittadini elevati gradi di benessere economico-sociale e della qualità della vita.

Ma le risorse finanziarie e i cambi normativi sono sufficienti a ricreare quel clima di fiducia che è essenziale per riprendere la corsa al benessere diffuso?

Occorre qualcos’altro? E in questo caso, cosa è necessario fare e con quali modalità intervenire per ‘lavorare’ di nuovo tutti insieme nella stessa direzione contribuendo alla realizzazione di politiche pubbliche sostenibili, un servizio pubblico più efficace che non tradisca le attese dei cittadini, rispetti le loro necessità e risponda alle loro priorità in modo esauriente?

Come poter facilitare la messa in atto delle politiche più consone a sviluppare interventi incisivi e decisivi per il benessere comune non solo locale o settoriale ma quanto più ampio e sostenibile possibile?

I comunicatori pubblici governativi e istituzionali hanno discusso queste tematiche assieme a rappresentanti della società civile e del mondo accademico in un workshop on line organizzato dal Club di Venezia (Club informale dei comunicatori pubblici delle istituzioni europee e degli Stati membri) in collaborazione con la Democratic Society, l'Herbert Simon Society, l'Open Government Partnership e l’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (OCSE), al quale sono intervenuti oltre al Segretario generale del Club di Venezia, Vincenzo Le Voci e al Presidente  del Movimento Europeo Pier Virgilio Dastoli, responsabili per la comunicazione governativa, analisti ed esperti in politiche europee e territoriali  e specialisti in strategie di partecipazione pubblica.

Si è discusso sul ruolo della comunicazione in un contesto di mobilitazione collettiva in tempo di crisi, della necessità di sviluppare adeguati meccanismi di interazione con i cittadini e dinamiche che garantiscano un'informazione chiara, concreta, coerente e tempestiva a beneficio di tutte le fasce della popolazione e una collaborazione più tangibile al processo decisionale.

L'incontro di Giovedì 18 marzo ha anche affrontato il tema attualissimo del contrasto alla disinformazione durante la crisi pandemica, sottolineando la necessità di investire nel settore educativo (formazione continua dei comunicatori pubblici che tenga conto della rapida evoluzione del mondo digitale, collaborazione rafforzata tra autorità pubbliche e comunità scientifica, sviluppo e monitoraggio della cultura comportamentale e necessità di investimenti nei confronti del settore giovanile, con particolare riguardo verso la media literacy), in un quadro di attuazione di politiche che consentano una rapida soluzione delle crisi e un piano di recupero che potrà realizzarsi solo attraverso la fiducia e il consenso delle cittadine e dei cittadini nelle autorità pubbliche.

La comunicazione è più che mai un elemento imprescindibile per la realizzazione di strategie condivise di trasformazione "verde e digitale" dell’economia europea, inderogabili e indispensabili per uscire nel minor tempo possibile da una crisi che sta soffocando l’Unione europea.

La comunicazione, al pari della capacità professionale di chi deve attuare le riforme e delle necessarie risorse finanziarie - ingenti ma non illimitate - messe a disposizione a livello europeo e nazionale, costituisce dunque un elemento essenziale e complementare nella realizzazione delle azioni dei vari PNRR e delle politiche europee.

Nel workshop del Club è stata pertanto sottolineata la necessità di attivare subito e nella migliore modalità possibile un costante dialogo sociale per ascoltare le esigenze delle cittadine e dei cittadini e spiegare le ragioni profonde delle politiche dell’Unione e i loro benefici. Un dialogo che si auspica possa trovare concretezza e pieno riconoscimento nei lavori dell'imminente Conferenza sul Futuro dell'Europa.

Anna Maria Villa

 

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