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SETTANT’ANNI DI DEMOCRAZIA PARLAMENTARE: E POI ?

Il Parlamento europeo celebra domani i settanta anni dalla sua nascita con una cerimonia a Strasburgo a cui parteciperanno i primi ministri di Belgio, Francia e Lussemburgo e cioè i tre paesi che ospitano l’assemblea oltre alla presidente Roberta Metsòla.

In effetti la prima sessione dell’assemblea si svolse a Lussemburgo il 10 settembre 1952 ed in quella occasione i Sei – su proposta di Alcide De Gasperi e su ispirazione di Altiero Spinelli – incaricarono i deputati europei di redigere lo statuto di una “comunità politica europea” (da non confondere con quella suggerita da Emmanuel Macron settanta anni dopo come risposta alla guerra in Ucraina) che avrebbe dovuto costituire il quadro democratico e istituzionale indispensabile per dare vita alla “Comunità europea di Difesa”.

Già dalla sua nascita l’assemblea della CECA aveva deciso di adottare alcune decisioni che confermavano il carattere innovativo dell’istituzione parlamentare rispetto ad altre assemblee:

  • Innanzitutto il nome, che in tedesco e olandese sarebbe stato fin dall’inizio Parlamento europeo” per diventare il nome ufficiale in tutte le lingue dei Sei a partire dal 1962
  • In secondo luogo la suddivisione dei deputati in gruppi politici (democristiani, socialisti e liberali) invece che in delegazioni nazionali
  • In terzo luogo l’organizzazione dei lavori in periodi della sessione plenaria annuale ma soprattutto in commissioni permanenti che corrispondevano inizialmente alle attività della CECA e poi a quelle dei trattati di Roma (Mercato Comune e Energia Atomica) per assicurare la continuità del controllo parlamentare sulle attività delle Comunità
  • In quarto luogo il fatto di essere, nonostante la designazione dei membri da parte delle assemblee legislative nazionali fino al 1979, la rappresentante dei popoli degli Stati riuniti nelle Comunità e non dei parlamenti nazionali.

Dal 1952, il Parlamento europeo è stato – per usare un’espressione di Altiero Spinelli – la cittadella della democrazia europea in statu nascendi rivendicando con continuità il suo diritto a diventare un vero parlamento al contrario delle altre assemblee interparlamentari che hanno sempre accettato la loro condizione di organi solo consultivi e il punto di riferimento della difesa dei diritti fondamentali nelle Comunità, in Europa e nel mondo.

La prospettiva sovranazionale è stata periodicamente evocata dalla maggioranza dei membri del Parlamento europeo legandola innanzitutto alla sua elezione a suffragio universale e diretto affermata già nell’articolo 21 del Trattato della CECA e poi nell’evoluzione delle Comunità verso una “unione sempre più stretta” che fu la formula proposta dal negoziatore francese Jean-François Deniau nei trattati di Roma come compromesso fra la finalità federale indicata nella Dichiarazione Schuman del 1950 e l’Europa delle patrie o confederale rivendicata dal generale De Gaulle.

L’obiettivo sovranazionale o, per essere più precisi nella sua sostanza più che nella forma, ha trovato nel 1984 una realizzazione di carattere costituzionale nel progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea meglio conosciuto come “progetto Spinelli”.

Nella logica della continuità dell’azione della assemblea per settanta anni, noi riteniamo che il nono Parlamento europeo eletto nel 2019 debba rivendicare la necessità e l’urgenza di andare al di là del trattato di Lisbona firmato quindici anni fa superando l’ostilità dei governi nazionali affidandosi alla sua legittimità di rappresentante delle cittadine e dei cittadini europei che lo hanno eletto in un ruolo che potremmo definire “precostituente”.

Non si tratta cioè di affidare il futuro dell’Europa alla proposta di una parziale revisione del trattato di Lisbona – che la logica del minimo comun denominatore fra i gruppi politici ha ridotto a due articoli del trattato legati all’idea illusoria che il passaggio dalla confederazione alla federazione possa avvenire con una formale eliminazione del diritto di veto – ma di elaborare un progetto politico che contenga la visione di un sistema efficace e democratico valido oggi per l’Unione a ventisette ma in un futuro certo per l’unificazione in una sola comunità di tutti i paesi democratici del continente.

A nostro avviso questo progetto dovrebbe essere periodicamente sottoposto in itinere agli strumenti della democrazia partecipativa che hanno caratterizzato la Conferenza sul futuro dell’Europa e ad un confronto delle democrazie rappresentative in “assise interparlamentari” che dovrebbero svolgersi nell’autunno 2023 durante il semestre di presidenza spagnola del Consiglio al fine da far adottare a maggioranza dal Parlamento europeo un rapporto definitivo prima dei congressi dei partiti europei che dovranno preparare i loro programmi in vista delle elezioni nel maggio 2024.

A partire da quella data si dovrà aprire una forte azione politica sul decimo Parlamento europeo eletto affinché assuma su di sé un ruolo sostanzialmente costituente come avvenne nella prima legislatura sotto impulso di Altiero Spinelli.

Così facendo possiamo sperare ed agire per realizzare la finalità federale del processo di integrazione europea e completare l’architettura di un’Europa unita che metta fine alle divisioni del continente per promuovere la pace, il progresso, la sicurezza e la cooperazione internazionale.

Roma, 21 novembre 2022

coccodrillo

 

 

 

 

 

 

 

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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee del maggio 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- 70° anniversario della nascita del Parlamento europeo

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia

- Attiriamo la vostra attenzione

- L'ABC dell'Europa di Ventotene

- Documenti tematici (Novembre 2022)

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 

 

 

 

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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee del maggio 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

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- 70° anniversario della nascita del Parlamento europeo

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- Eventi principali, sull’Europa in Italia

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 L'EDITORIALE

SETTANT’ANNI DI DEMOCRAZIA PARLAMENTARE: E POI ?

Il Parlamento europeo celebra domani i settanta anni dalla sua nascita con una cerimonia a Strasburgo a cui parteciperanno i primi ministri di Belgio, Francia e Lussemburgo e cioè i tre paesi che ospitano l’assemblea oltre alla presidente Roberta Metsòla.

In effetti la prima sessione dell’assemblea si svolse a Lussemburgo il 10 settembre 1952 ed in quella occasione i Sei – su proposta di Alcide De Gasperi e su ispirazione di Altiero Spinelli – incaricarono i deputati europei di redigere lo statuto di una “comunità politica europea” (da non confondere con quella suggerita da Emmanuel Macron settanta anni dopo come risposta alla guerra in Ucraina) che avrebbe dovuto costituire il quadro democratico e istituzionale indispensabile per dare vita alla “Comunità europea di Difesa”.

Già dalla sua nascita l’assemblea della CECA aveva deciso di adottare alcune decisioni che confermavano il carattere innovativo dell’istituzione parlamentare rispetto ad altre assemblee:

  • Innanzitutto il nome, che in tedesco e olandese sarebbe stato fin dall’inizio Parlamento europeo” per diventare il nome ufficiale in tutte le lingue dei Sei a partire dal 1962
  • In secondo luogo la suddivisione dei deputati in gruppi politici (democristiani, socialisti e liberali) invece che in delegazioni nazionali
  • In terzo luogo l’organizzazione dei lavori in periodi della sessione plenaria annuale ma soprattutto in commissioni permanenti che corrispondevano inizialmente alle attività della CECA e poi a quelle dei trattati di Roma (Mercato Comune e Energia Atomica) per assicurare la continuità del controllo parlamentare sulle attività delle Comunità
  • In quarto luogo il fatto di essere, nonostante la designazione dei membri da parte delle assemblee legislative nazionali fino al 1979, la rappresentante dei popoli degli Stati riuniti nelle Comunità e non dei parlamenti nazionali.

Dal 1952, il Parlamento europeo è stato – per usare un’espressione di Altiero Spinelli – la cittadella della democrazia europea in statu nascendi rivendicando con continuità il suo diritto a diventare un vero parlamento al contrario delle altre assemblee interparlamentari che hanno sempre accettato la loro condizione di organi solo consultivi e il punto di riferimento della difesa dei diritti fondamentali nelle Comunità, in Europa e nel mondo.

La prospettiva sovranazionale è stata periodicamente evocata dalla maggioranza dei membri del Parlamento europeo legandola innanzitutto alla sua elezione a suffragio universale e diretto affermata già nell’articolo 21 del Trattato della CECA e poi nell’evoluzione delle Comunità verso una “unione sempre più stretta” che fu la formula proposta dal negoziatore francese Jean-François Deniau nei trattati di Roma come compromesso fra la finalità federale indicata nella Dichiarazione Schuman del 1950 e l’Europa delle patrie o confederale rivendicata dal generale De Gaulle.

L’obiettivo sovranazionale o, per essere più precisi nella sua sostanza più che nella forma, ha trovato nel 1984 una realizzazione di carattere costituzionale nel progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea meglio conosciuto come “progetto Spinelli”.

Nella logica della continuità dell’azione della assemblea per settanta anni, noi riteniamo che il nono Parlamento europeo eletto nel 2019 debba rivendicare la necessità e l’urgenza di andare al di là del trattato di Lisbona firmato quindici anni fa superando l’ostilità dei governi nazionali affidandosi alla sua legittimità di rappresentante delle cittadine e dei cittadini europei che lo hanno eletto in un ruolo che potremmo definire “precostituente”.

Non si tratta cioè di affidare il futuro dell’Europa alla proposta di una parziale revisione del trattato di Lisbona – che la logica del minimo comun denominatore fra i gruppi politici ha ridotto a due articoli del trattato legati all’idea illusoria che il passaggio dalla confederazione alla federazione possa avvenire con una formale eliminazione del diritto di veto – ma di elaborare un progetto politico che contenga la visione di un sistema efficace e democratico valido oggi per l’Unione a ventisette ma in un futuro certo per l’unificazione in una sola comunità di tutti i paesi democratici del continente.

A nostro avviso questo progetto dovrebbe essere periodicamente sottoposto in itinere agli strumenti della democrazia partecipativa che hanno caratterizzato la Conferenza sul futuro dell’Europa e ad un confronto delle democrazie rappresentative in “assise interparlamentari” che dovrebbero svolgersi nell’autunno 2023 durante il semestre di presidenza spagnola del Consiglio al fine da far adottare a maggioranza dal Parlamento europeo un rapporto definitivo prima dei congressi dei partiti europei che dovranno preparare i loro programmi in vista delle elezioni nel maggio 2024.

A partire da quella data si dovrà aprire una forte azione politica sul decimo Parlamento europeo eletto affinché assuma su di sé un ruolo sostanzialmente costituente come avvenne nella prima legislatura sotto impulso di Altiero Spinelli.

Così facendo possiamo sperare ed agire per realizzare la finalità federale del processo di integrazione europea e completare l’architettura di un’Europa unita che metta fine alle divisioni del continente per promuovere la pace, il progresso, la sicurezza e la cooperazione internazionale.

Roma, 21 novembre 2022

coccodrillo

 

 

 


70° ANNIVERSARIO DEL PARLAMENTO EUROPEO

Appello a completare l'obiettivo federale dell'integrazione europea

Dal 1952, il Parlamento europeo è la cittadella della democrazia europea, uno spazio pubblico per la difesa dei diritti fondamentali e per la costruzione di un'Europa unita e solidale.

Luogo di incontro delle grandi culture politiche europee, il Parlamento europeo ha acquisito negli ultimi settant'anni una crescente influenza e legittimità in Europa e nel mondo.

Già nel 1952, l'Assemblea ad hoc nata dal Parlamento europeo della CECA fu esplicitamente incaricata dai governi dei Sei di scrivere la Legge fondamentale della Comunità politica europea. Essa avrebbe dovuto creare il quadro democratico necessario per l'istituzione della Comunità europea di difesa.

Dalla sua elezione a suffragio universale diretto nel 1979, il Parlamento europeo si è assunto il compito di aprire la strada a un'integrazione sempre più stretta tra i popoli europei, adottando il progetto di Trattato che istituisce l'Unione europea nel 1984.

Alla vigilia di un processo destinato a unire tutti i Paesi democratici del continente, il Parlamento europeo eletto per la decima volta nel 2024 deve assumersi la missione di completare la finalità federale dell'integrazione comunitaria con la stesura di un progetto di Costituzione da sottoporre ai popoli sovrani nel quadro di un referendum paneuropeo.

L'architettura di un'Europa unita che metta fine alla divisione del continente sarà così completata da un percorso realmente democratico per promuovere la pace, la prosperità, la sicurezza e la cooperazione internazionale.

Berlin-Bruxelles-Den Haag-Luxembourg-Parigi-Roma, 22 novembre 2022

 
 
 

 LA SETTIMANA DEL MOVIMENTO EUROPEO
 

22 novembre

  • Movimento europeo Italia – riunione di coordinamento sui progetti europei

 

23 novembre

  • Citizens Take Over Europe meeting

 

24 novembre

  • [Venezia] CLUB OF VENICE - Plenary meeting
  • [Bruxelles] Evento pubblico “The War Within: The war in Ukraine and the assault on European democracy” (EM International in partnership with NATO)

 

25 novembre

  • [Venezia] CLUB OF VENICE - Plenary meeting
  • [Bruxelles] European Movement International Federal Assembly

 

26 novembre

  • [Roma] Cosa possono fare i giovani per il futuro dell'Europa? Presentazione della sezione giovanile del Movimento europeo in Italia

 

 

 


IN EVIDENZA
 

VI SEGNALIAMO

  • Martedì 22 novembre. Cerimonia speciale promossa dal Parlamento europeo in occasione del 70° anniversario della sua nascita. ULTERIORI INFORMAZIONI.
  • Venerdì 25 novembre, ore 18:00. I DIALOGHI DI ORIZZONTI - L’ABC DELL’EUROPA DI VENTOTENE in diretta streaming sulla pagina Facebook “Storia&Memoria”, sul canale YouTube “Radio Balcani” e sul canale Twitch “Orizzonti Chioggia” presentazione del libro “L’ABC dell’Europa di Ventotene”. Ospiti dell’incontro Nicola Vallinoto (curatore del volume) Monica Frassoni (presidente European Alliance to Save Energy), prof. Piero Graglia (docente Relazioni Internazionali Università degli Studi di Milano). Personaggi, idee e scelte politiche che hanno fatto la storia dell’integrazione europea. LOCANDINA. Segui su FB: https://www.facebook.com/storiamemo/ Segui su YouTube: https://youtube.com/user/RadioBalcaniTV Segui su Twitch: https://twitch.tv/orizzontichioggia
  • Sabato 26 novembre, Roma, ore 14:30-18:00.  Cosa possono fare i giovani per il futuro dell'Europa? Presentazione della sezione giovanile del Movimento europeo in Italia. PROGRAMMA. Per informazioni sulle modalità di partecipazione scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • SAVE THE DATE ! Mercoledì 30 novembre, ore 18:30. Webinar "Il Brasile di Lula: fra multilateralismo e integrazione regionale" promosso dal Movimento europeo Italia sulle elezioni presidenziali in Brasile nel quadro del rilancio del multilateralismo e di un partenariato politico tra Unione europea e Brasile. L’incontro si svolgerà sulla piattaforma Zoom del Movimento europeo. PROGRAMMA E ISCRIZIONI.

 

 

 


ATTIRIAMO LA VOSTRA ATTENZIONE

"Nel segno della Libertà. Occupo un piccolo spazio di mondo, ma non l'ho delimitato" (Altiero Spinelli)

Dal 12 novembre al 10 dicembre 2022 l'ICR ospiterà, negli spazi dell'ex Carcere Femminile, questa mostra dedicata a loro, alla libertà vista dal carcere e alla luce dell’arte.

L’iniziativa nasce per dare voce attraverso l’arte ai sogni di giovani detenuti minorenni collegando i loro pensieri alle riflessioni sulla libertà e sulla dignità della pena dei padri fondatori dell’Europa.

Un progetto espositivo nato nel contesto del Progetto di recupero del carcere borbonico di Santo Stefano/Ventotene, coordinato dalla Commissaria straordinaria di governo Silvia Costa ideato e organizzato dagli Istituti di Cultura dei Paesi UE in Italia (EUNIC-Cluster Roma) e dall’ICR, con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione europea e in collaborazione con gli Archivi Storici dell’Unione Europea e il Ministero della Giustizia.

Orari di apertura: dal 12 novembre al 10 dicembre - giovedì e venerdì dalle 15:00 alle 18:00. Sabato dalle 11:00 alle 18:00.

Biglietto gratuito con prenotazione obbligatoria su EventBrite https://www.eventbrite.it/e/biglietti-nel-segno-della-liberta-459954796177

Ingressi contingentati per un massimo di 30 persone ogni ora.

 

 


L'ABC DELL'EUROPA DI VENTOTENE
PICCOLO DIZIONARIO ILLUSTRATO

Unità nella diversità - L'ABC dell'Europa di Ventotene

Continua la pubblicazione a puntate del dizionario illustrato "L'ABC dell'Europa di Ventotene" a cura di Nicola Vallinoto e illustrazioni di Giulia Del Vecchio (Ultima Spiaggia, Genova-Ventotene 2022, seconda edizione, licenza Creative Commons).

Unità nella diversità, di Diletta Alese

Un motto importante

“Unità nella diversità” è il motto ufficiale dell’Unione europea (UE). In tre parole si spiega in modo molto chiaro un aspetto determinante del progetto di integrazione: nella ricchezza e nel riconoscimento delle nostre differenze culturali, linguistiche, religiose scegliamo dei valori comuni e ci impegniamo per realizzarli insieme. Quali sono questi valori? La → PACE, la → LIBERTA', la giustizia sociale, i diritti umani, la sostenibilità, il dialogo e molti altri. Siamo una comunità di persone, diverse e libere di esserlo, che si riconoscono però in un insieme condiviso di idee fondamentali.

Continua su:  https://www.peacelink.it/europace/a/49127.html

 

  • A proposito dell'ABC dell'Europa di Ventotene, ci fa piacere segnalarvi la presentazione avvenuta lo scorso 18 novembre con Nicola Vallinoto e Mario Leone Podcast "Listen to UE" di Roma Tre Radio, trasmissione a cura dell'Europe Direct dell'Università di Roma 3. (Puntata di venerdì 18 novembre 2022 - ore 15).

 

 


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