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Scienza e solidarietà come dovere intergenerazionale: è questo l’approccio che, su iniziativa della Commissione europea, guiderà il piano di cooperazione globale per la ricerca di un vaccino contro il coronavirus. Lo hanno annunciato i capi di stato e di governo di Italia, Francia, Germania e Norvegia e il Presidente del Consiglio europeo. Come si è affermato di tratta di “una mossa che coinvolgerà scienziati e autorità di normazione, industria e governi, organizzazioni internazionali, fondazioni e operatori sanitari”. Per lunedì 4 maggio è prevista anche una conferenza di donatori, finalizzata alla raccolta di almeno 7,5 miliardi di euro. Per maggiori informazioni, clicca qui.

 

 

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E veniamo ai diritti degli anziani. La Carta se ne occupa all’articolo 25 e, come si è detto in precedenti newsletter, in questo momento di crisi è il caso di volgere l’attenzione alle categorie che possono risentirne maggiormente. La riflessione di questa settimana tocca aspetti noti ma è anche un’occasione per lanciare delle nuove idee. Partiamo dalla considerazione del cambiamento socio demografico avvenuto nell’ultimo secolo. Oggi si vive mediamente più a lungo e le aspettative di vita sono in aumento. Ciò ha comportato una serie di effetti, primo fra tutti quello sui sistemi previdenziali europei che, per essere sostenibili, hanno previsto un ritardo dell’età di quiescenza. I patti generazionali ne sono usciti un po’ stravolti, ma questo non vuol dire che non siano sostenibili. Anzi. È opinione di chi scrive che siano proprio momenti come questi a comportare, accanto al dramma delle morti verificatesi nelle case di riposo per anziani, la possibilità di cambiamenti sociali in senso positivo. Tutto ciò per assicurare agli anziani, come previsto dalla Carta, di poter “condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita culturale e sociale”. Ebbene: è il momento in cui il lato solidale e collaborativo dell’Unione europea può rappresentare un valore aggiunto. Le proposte di tassazione green, per un’economia sostenibile, vanno in questa direzione.

Promuovere un approccio ecologico al tema della nuova Europa appare un’istanza pienamente coerente con quella di garantire dignità di condizioni per le persone anziane. Un ambiente salubre è infatti quello in cui ci si augura di poter vivere, anche nel momento in cui le energie fisiche si riducono e la lucidità si trova a fare i conti con gli anni che passano. Ciò richiede di allocare investimenti e tecnologie per semplificare lo svolgimento delle azioni di vita quotidiana: da questo punto di vista, anche l’innovazione in ambito informatico può consentire effetti positivi per assicurare all’anziano di sentirsi parte della comunità. E questa è anche un’idea che va incontro all’appello, più volte rilanciato in questi anni da Papa Francesco, per il contrasto ad un’economia dello scarto che marginalizza gli anziani, ma anche in generale le fasce sociali deboli. Un impegno del genere può contribuire senz’altro a rendere tangibili i vantaggi dell’appartenenza ad una Unione che rispetta il principio di solidarietà sancito dal Trattato sull’Ue. Stiamo vivendo tempi in cui sarà molto interessante vedere l’azione concertata dei Commissari Paolo Gentiloni, e Valdis Dombrovskis. Infatti, i risultati delle politiche attuate dalla Commissione Von der Leyen si misureranno in maniera assai sensibile in tale ambito, dove, come si è potuto notare in questi mesi, l’azione istituzionale – di grande impatto, considerati i numeri – dovrà essere in futuro più tempestiva.

 

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Riformare l’Unione: continua ad essere questo l’obiettivo prioritario perseguito a livello istituzionale e riproposto in numerose occasioni. La settimana trascorsa ha rappresentato il momento in cui, da un lato, ragionare su queste priorità, dall’altro, orientare lo sguardo verso la data del 9 maggio, importante perché si celebreranno, seppure in una modalità condizionata dall’emergenza coronavirus, i settanta anni della Dichiarazione Schuman. Rimandando alla sezione “Documenti” per il testo integrale, ne ricordiamo l’incipit: “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”.

Sforzi creativi anzitutto necessari quando si immagini come l’Unione europea possa innovare le sue azioni nella direzione strategica di una maggiore integrazione, che, ricordiamo, attualmente finanzia le sue politiche  con  il contributo del solo 1% del PIL globale europeo. Se ne è parlato in occasione della conferenza “Green Deal e nuove risorse UE senza cambiare i trattati?”, organizzata dagli attivisti del MFE Valpolicella, con la moderazione di Anne Parry. In risposta alle numerose domande  e con gli spunti di Francesca Torre, si sono riscontrate le risposte dei professori Antonio Padoa-Schioppa, giurista e storico, professore emerito di Storia del diritto medievale e moderno nell'Università degli Studi di Milano, autore di numerosi testi tra cui "Storia del diritto in Europa" e Alberto Majocchi, economista, professore emerito di Scienza delle Finanze nell’Università di Pavia e membro del Consiglio di Presidenza del Movimento Europeo – Italia. Le risposte degli esperti sono chiare: per poter raggiungere gli obiettivi, l’Unione deve darsi un bilancio adeguato e, negli accordi per il nuovo Quadro finanziario pluriennale, si ritiene necessario raddoppiare il bilancio portandolo al 2% del PIL e a 2000 miliardi in cinque anni. Numerosi sono del resto gli impegni futuri a cui rispondere, anche tenuto conto dei nuovi assi delle politiche commerciali globali. Il green deal e la digital transition rappresentano due risposte considerate prioritarie dalla Commissione Von der Leyen e per essere portate avanti è necessario uno stanziamento di risorse del bilancio stimato tra i 1500 e i 2000 miliardi di euro. Ecco perché emettere titoli, garantiti dal bilancio stesso, come ha affermato il prof. Majocchi, che si è soffermato anche sulla border carbon tax quale strumento dalla duplice funzione: di incentivo alle energie rinnovabili e di stabilizzazione del prezzo del petrolio. Le ricadute positive in termini economici di queste politiche potranno essere utilizzate per una maggiore equità in ambito fiscale, agevolando le categorie più deboli. È possibile rivedere l’intera conferenza cliccando qui. In merito alle politiche ambientali, è da segnalare che il Presidente Pier Virgilio Dastoli interverrà, mercoledì 6 maggio, alle ore 16.30,  all’interno di una web conference dal titolo “L'Europa, le strategie contro Covid19; Il Green Deal Europeo” organizzata dallo Europe Direct Calabria & Europa, con la partecipazione dello IIS ITG-ITI di Vibo Valentia, all’interno del progetto “A scuola di open coesione”. 

Altro importante momento on line di dibattito, in merito a tali politiche, è quello svoltosi il 30 aprile, organizzato da Alexandra Geese e Sven Giegold (Eurodeputati Verdi/ALE) e Franziska Brantner (Deputata di Bündnis90/Die Grünen nel Bundestag, responsabile per la politica europea), con la presenza del senatore a vita Mario Monti e di Gad Lerner, nell’ambito della “Prima consultazione digitale italo-tedesca per l'Europa”. Lo richiamiamo sia per l’indubbia valenza dei presenti, tra cui anche Francesca Cucchiara (giovani Europeisti Verdi Italiani), Rossella Muroni (attivista per l’ambiente e membro della Camera dei Deputati e del Consiglio di Presidenza del Movimento Europeo - Italia) e il Prof. Dr. Michael Hüther (Direttore dell’Istituto di Economia Tedesca), sia perché si è trattato della prima consultazione a seguito del lancio della petizione “European solidarity now”, sottoscritta dal Movimento Europeo - Italia. Un ulteriore riscontro positivo da segnalare, in tale ambito, è la presentazione della petizione di “Eumans”, anch’essa sottoscritta dal Movimento Europeo – Italia, in Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, il 30 aprile; “Eumans” è stata in tale occasione rappresentata dalla coordinatrice Virginia Fiume. Ricordiamo che con tale azione si è voluto esortare l'Unione europea a rafforzare il proprio ruolo a livello internazionale nella gestione della pandemia e di altre emergenze, come quella climatica, all’interno della Conferenza sul futuro dell'Europa. La commissione PETI ha proposto di dare seguito alla petizione con una breve proposta di risoluzione, sulla quale i coordinatori dei gruppi politici saranno chiamati a votare. In tal modo, il Parlamento europeo ha la possibilità concreta di dare un nuovo impulso all’Ue nell’assumere un ruolo trainante rispetto a questioni globali e strategiche connesse all’uscita dalla crisi. È possibile rivedere la presentazione della petizione, con l’intervento di Virginia Fiume e di altri europarlamentari cliccando qui.

Da ricordare anche, in questa settimana, le numerose iniziative realizzate dal Vicepresidente del Movimento europeo internazionale, Brando Benifei, di cui è possibile seguire l’attività sulla sua pagina Facebook. In particolare, nella sezione “Documenti” è possibile reperire il rapporto “A Federal Europe: the way out of the crisis”, a firma dello Spinelli Group, con alcune proposte per uscire dalla fase di stallo nelle trattative per il Quadro Finanziario Pluriennale.

Il Movimento Europeo – Italia ha poi aderito all’appello per la regolarizzazione degli immigrati irregolari; esso segue alla proposta di legge di questi giorni, limitata ai soli lavoratori immigrati del settore agricolo. Alla base dell’appello non vi sono soltanto ragioni umanitarie, ma più concretamente di carattere sanitario, di sicurezza, economico e sociale; anche in questo caso, si invita a leggere il documento completo, disponibile nella sezione “Documenti”.

Domenica 3 maggio, è uscito sulla rivista “Giustizia Insieme” un interessante confronto al quale è stato invitato anche il Presidente Dastoli, assieme a Giuliano Amato, Massimo Cacciari, Walter Veltroni, in forma di intervista multipla su grandi questioni che interessano la situazione attuale e futura. Si intitola “Sul destino dell’Europa”; si può consultare al link appena indicato.

 

 

Guardando infine alle prossime attività del Movimento Europeo, si anticipa che, in relazione alle celebrazioni del prossimo 9 maggio, è in corso di organizzazione un importante evento che vedrà la presenza di una pluralità di soggetti, tra cui il Movimento Europeo Internazionale e il Movimento Federalista Europeo.

Il Movimento Europeo Internazionale (MEI), in particolare, che da più di dieci anni si fa promotore di eventi di vario tipo per lo “Europe Day” attraverso la rete dei propri Consigli nazionali, quest’anno punta tutto su una campagna “virtuale”, essenzialmente attuata attraverso Facebook. Il MEI, infatti, ha realizzato 4 diversi video con argomentazioni e immagini mirate a sensibilizzare 4 target specifici di utilizzatori dei social (Donne, Uomini, Giovani, Anziani) già sensibili ai temi europei in tutti i paesi dove sarà lanciata la campagna. Tali prodotti, tradotti in diverse lingue, verranno diffusi tra il 7 e il 10 maggio, in 16 paesi dell’UE, inizialmente attraverso lo strumento dei post sponsorizzati e poi contando sull’azione spontanea di condivisione degli utenti raggiunti.

Europe Day

 

- 8 maggio “Europe: Managing the COVID-19 crisis” Special Online Edition (ore 10:00-20:00)
L'Istituto Universitario Europeo ospiterà un'edizione speciale online della sua conferenza annuale sullo stato dell'Unione dedicata alla gestione della crisi COVID-19 da parte dell'Europa.

- 8 maggio Webinar "Plans for Transforming Our Europe" (ore 15:00-17:00)
promosso dall'alleanza Europe Ambition 2030.

- 9 maggio "Citizens Take Over Europe" (ore 11:00-20:00)
promosso dalla piattaforma European Democracy Lab.

- 9 maggio dibattito online "70° anniversario della Dichiarazione Schuman - LA NUOVA SFIDA PER L'EUROPA" (ore 14:30-16:30)
promosso da Movimento Europeo Italia, Movimento Federalista Europeo, Gioventù Federalista Europea.

- 9 maggio dibattito europeo online "Europe's Day: Time to reshape Europe beyond the unthinkable!" (ore 15:15-19:00)
organizzato da UEF e JEF con interventi di parlamentari europei, giornalisti, esperti.


 

 

 

 

 

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Da un anno a questa parte (dopo la caduta della CED nell’agosto 1954, n.d.r.) Monnet ed io stiamo tirando la carretta, come due somari, cocciuti. Lui nella speranza di ottenere dai governi una nuova iniziativa, io nella speranza di ottenere dai movimenti un nuovo slancio. Speranza? È dir troppo. Entrambi convinti in fondo che la situazione mondiale e quella interna dell’Europa non offrono più possibilità ragionevoli di unificazione europea; entrambi pieni di disprezzo per i nostri contemporanei; entrambi convinti che se avessimo il potere potremmo fare grandi cose. Entrambi con disperata prosaicità decisi a non mollare, perché entrambi convinti che, se teniamo duro, i fatti si piegheranno e si adatteranno alla nostra volontà; entrambi circondati da ironico scetticismo, persino tra noi due, poiché in realtà Monnet è scettico su quel che voglio io e io circa quel che vuole lui; ma entrambi convinti che, per una sorta di simpatia reciproca che va al di là del giudizio politico, dobbiamo aiutarci. Eppure, vinceremo noi”.

Così scrisse Altiero Spinelli nel suo diario il 21 giugno 1955 tre settimane dopo la Conferenza di Messina/Taormina da cui scaturirono i Trattati di Roma del 25 marzo 1957.

Su quei trattati sia Jean Monnet che Altiero Spinelli commisero un errore di valutazione.

Jean Monnet ritenne che il Trattato - destinato a dare una svolta al processo di integrazione europea verso la realizzazione della “finalità federale” che egli aveva inserito di suo pugno nella Dichiarazione Schuman sostituendola alla parola “sopranazionalità” – era quello dell’energia atomica civile (EURATOM) e non quello sulla realizzazione del mercato comune (CEE).

Altiero Spinelli trattò con disprezzo i due trattati di Roma scrivendo che si trattava di una “beffa” (“La beffa del mercato comune”) e sostenendo che l’integrazione economica non avrebbe portato automaticamente e volontariamente all’unità politica dell’Europa.

Abbiamo poi appreso dalla storia successiva dell’integrazione europea che i trattati di Roma e il metodo dell’ingranaggio (come lo definì Jacques Delors) hanno prodotto leggi, politiche, risorse e iniziative comuni creando quello che i giuristi hanno definito l’acquis communautaire (il patrimonio delle realizzazioni comunitarie).

Lo stesso Spinelli riconobbe, nella sua lettera del Coccodrillo ai membri del Parlamento europeo (ottobre 1980), che questo patrimonio aveva generato una vera mutazione europea nella coscienza politica di un numero crescente di Europei obbligando i leader europei  a cercare costantemente una soluzione europea a problemi europei.

Aveva però ragione Spinelli quando avvertiva che né il mercato comune nel 1957,  né l’elezione diretta del Parlamento europeo nel 1979, né la moneta unica che fu poi introdotta nel 2002 avrebbero generato automaticamente e volontariamente l’unità politica dell’Europa e che le sfide degli anni ’80 – impreviste e imprevedibili nel 1957 – avrebbero riaperto la questione di  un sistema europeo capace di affrontarle con successo e diverso da quello concepito con i trattati di Roma.

Le sfide su cui ragionava Spinelli nel 1980 - e davanti alle quali il Parlamento europeo decise di proporre nel 1984 un nuovo Trattato assumendo con dignità e determinazione un ruolo che potremmo definire costituente – sono rimaste in buona parte senza risposta e la globalizzazione planetaria ne ha aggiunte altre ancora più devastanti, come la crisi finanziaria del 2007-2008 ed ora la pandemia del coronavirus del 2020.

Di fronte all’atto di dignità e alla determinazione del Parlamento europeo, i governi dei Dieci furono capaci di balbettare nel giugno 1983 solo con l’inconcludente “Dichiarazione di Stoccarda” che non ebbe alcun effetto sul processo di integrazione europea.

A settanta anni dalla Dichiarazione Schuman (9 maggio 1950) e a quaranta anni dall’iniziativa del Coccodrillo (9  luglio 1980) l’incerto destino del progetto europeo dovrebbe spingere il Parlamento europeo ad un nuovo atto di dignità democratica e ad una rinnovata e più forte determinazione per realizzare la finalità federale, immaginata da Jean Monnet, adottando il metodo costituente proposto da Altiero Spinelli.

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