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  UN PATTO COSTITUENTE PER IL FUTURO DELL'EUROPA

L’elemento più rilevante della rielezione di Ursula von der Leyen appare a noi il consolidamento della maggioranza parlamentare europeista che le ha votato la fiducia e che ha compreso nel voto l’universalismo cristiano, l’internazionalismo socialista, il cosmopolitismo liberale e l’ambientalismo transnazionale respingendo l’estremismo euro-ostile dei conservatori guidati da Giorgia Meloni le cui scelte hanno isolato il suo governo e l’Italia nell’Unione europea, dei patrioti guidati da Viktor Orban e dei sovranisti guidati da Alice Weidel.

Per quanto riguarda il ruolo dell’Italia, e anche tenuto conto delle posizioni assunte sia nel Parlamento europeo che dal governo, il Movimento europeo denuncia il rischio di una emarginazione del nostro paese dal nucleo dei Paesi trainante nel processo di riforma dell’Unione europea che comporterà ineludibilmente la messa in atto degli impegni che saranno presi durante i negoziati per l’allargamento ai Paesi candidati che potrebbe aprire la strada a forme innovative di integrazione differenziata.

Il Movimento europeo ha seguito con attenzione le dichiarazioni programmatiche della Presidente Ursula von der Leyen e ha letto le priorità politiche che la Commissione europea intenderebbe attuare in questa legislatura e che dovranno svilupparsi attraverso una visione dinamica del processo di integrazione europea in modo coerente con la maggioranza europeista che si è espressa nel voto del 18 di luglio. Esamineremo con attenzione le une e le altre anche alla luce del nostro Libro verde per tradurre i nostri suggerimenti in specifiche iniziative che saranno iscritte in un Libro Bianco anche al fine di creare nuovi strumenti di carattere politico, finanziario e legislativo.

In attesa del programma della nuova Commissione e dell’esito delle audizioni dei nuovi Commissari in cui auspichiamo che sia confermata la maggioranza europeista che si è espressa nel voto di fiducia alla Presidente Ursula von der Leyen, concentriamo la nostra attenzione in particolare sulle seguenti dieci priorità:

  • Il bilancio europeo, gli investimenti e le risorse proprie
  • La realizzazione dello European Green Deal
  • I beni pubblici europei
  • L’intelligenza artificiale
  • La dimensione sociale
  • I conflitti in Ucraina e in Medio Oriente
  • Le politiche migratorie e il diritto di asilo
  • La difesa europea
  • L’approfondimento e l’allargamento
  • Il futuro dell’Europa e il processo costituente

Prendiamo atto delle dichiarazioni della Presidente Ursula von der Leyen per quanto riguarda il rafforzamento del bilancio al di là della scadenza del Next Generation EU in attesa del progetto del Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2032 che dovrà sostenere investimenti nella politica ambientale, per la transizione digitale e la dimensione sociale, nell’industria e nelle piccole e medie imprese, nell’agricoltura sostenibile - insieme all’impegno per la realizzazione dello European Green Deal con progetti, regole e risorse che non devono abdicare agli obiettivi della conversione ecologica e della lotta al cambiamento climatico usando l’ambiguità della formula della neutralità tecnologica - nell’industria della difesa e nella coesione territoriale affinché nessuno resti indietro.

Consideriamo positivamente la proposta di un Fondo europeo per la competitività – che risponde ai suggerimenti emersi dai rapporti di Enrico Letta e di Mario Draghi - per sostenere con investimenti direttamente europei e con una regia europea politiche efficaci e di maggior impatto con un metodo condiviso di gestione innovativa per modellarli sullo specifico contesto socioeconomico di ogni singolo Stato.

Il Movimento europeo è fortemente impegnato da anni a sostegno di beni pubblici europei – con particolare riferimento alla salute, all’energia, all’intelligenza artificiale, alla sostenibilità ambientale, alle nuove generazioni, alla scienza e alla ricerca - che richiedono un bilancio di natura federale per il periodo 2028-2032, finanziato da vere risorse proprie come sono evidenziate dal rapporto elaborato insieme al Centro Studi sul Federalismo (LINK) e dal debito pubblico europeo. 

In questo spirito, il Movimento europeo ricorda e condivide le stime della Banca Centrale Europea secondo cui l’Unione europea avrà bisogno di mille miliardi di euro all’anno di risorse pubbliche per la transizione verde, la digitalizzazione, la dimensione sociale, la ricerca, l’innovazione e l’industria della difesa che devono fare leva anche sul capitale privato in stretta collaborazione con la BEI.

Salutiamo gli annunciati investimenti sull’intelligenza artificiale riguardanti in particolare l’accesso a risorse di calcolo, costituzione di enti di ricerca o implementazione dell’uso di dati. Per evitare che l’estesa regolamentazione danneggi le imprese europee, questi investimenti devono espandersi ad una specifica istruzione sull’intelligenza artificiale a tutti i livelli nonché alla creazione di un ecosistema industriale che possa far emergere una o più aziende europee di interesse mondiale nel rispetto delle normative europee sulla protezione dei dati. 

Prendiamo atto della dichiarazione sul Pilastro sociale sottolineando tuttavia che la sua realizzazione deve porre le basi di una democrazia economica ancora largamente incompiuta e di un dialogo sociale rafforzato così come ribadiamo la necessità di un vero welfare europeo, riteniamo che debba essere introdotto uno strumento europeo di indennità di disoccupazione sul modello del programma SURE insieme a regole europee per la sicurezza sul lavoro e attendiamo proposte precise di una strategia europea di lotta alla povertà e alle discriminazioni.

Siamo convinti che la politica della casa – resa a nostro avviso necessaria dalla frammentazione dei nuclei famigliari, dalla mobilità sociale e dai fenomeni migratori generati dalle nuove esigenze dell’economia - che potrebbe essere affidata ad uno dei membri della Commissione, dovrebbe essere inserita nel quadro di una nuova coesione sociale e territoriale.

Chiediamo che sia nominato un Commissario europeo per l’economia sociale che lavori insieme all’intergruppo parlamentare sull’economia sociale includendo il sostegno a questa dimensione economica tra gli orientamenti della decima legislatura e nei programmi annuali.

Sosteniamo con vigore la necessità di una immediata cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza, la liberazione degli ostaggi e l’obiettivo dei due Stati israeliano e palestinese che dovrà essere inserito in una più ampia riflessione sulla cooperazione e la sicurezza nel Mediterraneo su iniziativa dell’Unione europea.

Sosteniamo l’idea di rilanciare la nomina di un Commissario alle politiche verso il Mediterraneo come avvenne nel quadro del Partenariato euro-mediterraneo richiamando l'esigenza del rispetto delle competenze dell’Alto Rappresentante della politica estera, così come deve avvenire per quanto riguarda l’eventuale Commissario alla difesa.

Reiteriamo la nostra domanda di un Commissario responsabile delle politiche migratorie con un mandato distinto da quello per il Mediterraneo e confermiamo la nostra convinzione sulla necessità di una politica di accoglienza e non di respingimenti esprimendo forti perplessità sulla proposta di rafforzare gli effettivi dell’Agenzia Frontex.

Deploriamo che nulla si dica sulle politiche di integrazione nell’Unione europea dei migranti e dei richiedenti asilo, che vanno invece rafforzate, e su come l’Unione europea possa contribuire al rispetto dei diritti fondamentali nei Paesi terzi (come la Libia e la Tunisia) a cui l’Unione europea ha chiesto di fermare i flussi migratori sapendo che essi non potranno essere fermati a causa delle insostenibili condizioni di vita nei paesi di provenienza. Condanniamo anche il fatto che si dia invece spazio all’esternalizzazione in Paesi terzi delle domande di asilo che comprime il fondamentale diritto ad un’equa valutazione delle domande di protezione internazionale e viola i principi del diritto internazionale. Reiteriamo la nostra proposta di sottrarre le politiche migratorie alla competenza dei ministri degli interni e della giustizia affidandole ad un Consiglio “jumbo” occupazione, educazione, salute e sviluppo.

Sosteniamo l’impegno per l’inviolabilità e l’integrità dell’Ucraina aggredita dalla Federazione Russa nella prospettiva di una pace giusta e del rilancio di un progetto di cooperazione e sicurezza nel continente europeo sul modello degli Accordi di Helsinki che avvii un’iniziativa dell’Unione europea per una Conferenza internazionale di pace.

In questo quadro siamo convinti che il tema della difesa europea non possa essere limitato alla dimensione dell’industria e delle nuove tecnologie ma debba essere parte integrante della politica estera e di sicurezza dell’Unione europea agendo sulla interoperabilità delle forze armate piuttosto che sull’aumento delle spese nazionali, sul controllo della vendita delle armi a paesi terzi, su un sistema di intelligence europea e sull’affermazione di una equal partnership fra UE e USA nel quadro dell’Alleanza Atlantica.

Chiediamo che la Commissione europea prenda tutte le misure necessarie affinché i rapporti transatlantici continuino a svolgersi nel quadro delle regole della Organizzazione Mondiale del Commercio evitando guerre tariffarie che ci danneggerebbero gravemente colpendo le fasce più deboli delle nostre popolazioni.

Condividiamo la forte censura della Presidente von der Leyen contro il Primo Ministro ungherese Orban che ha violato il principio della cooperazione leale, l’impegno a difesa dello stato di diritto e reiteriamo la nostra convinzione della necessità di sottrarre al governo ungherese la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea.

Sottolineiamo che l’allargamento dell’Unione europea ai Balcani e all’Europa Orientale deve essere fondato sul merito - ed in particolare sui criteri decisi a Copenaghen e ribaditi nel Trattato di Lisbona - e sulla necessità che le riforme interne di quei paesi siano accompagnate da riforme dell’Unione europea nelle sue politiche, nel suo bilancio e nel rafforzamento della sua dimensione democratica. In questo spirito il superamento del Trattato di Lisbona, firmato nel 2007, sarà una condizione indispensabile – e non solo possibile come vagamente prefigurato sia nelle dichiarazioni della Presidente Ursula von der Leyen che nelle linee guida - prima dell’allargamento per rendere l’Unione europea più forte e capace di decidere pianificando il proprio futuro.

Ribadiamo la nostra convinzione che, di fronte all’immobilismo dei governi e all’ostilità della maggioranza del Consiglio europeo di superare il Trattato di Lisbona nella logica secondo cui i governi sono “i padroni dei Trattati”, la strada da percorrere sia quella di un processo costituente che abbia al suo centro la democrazia rappresentativa e la democrazia partecipativa. Per queste ragioni noi riteniamo – e ci rivolgiamo alla maggioranza europeista dell’Assemblea – che il Parlamento europeo debba prendere atto della proposta di Ursula von der Leyen di un lavoro comune sulla riforma dei Trattati andando al di là dei limiti ristretti di una apparente apertura che vincola la revisione ai tempi dell’allargamento proponendo la sottoscrizione di un accordo interistituzionale che abbia la sostanza di un Patto costituente.

Il Parlamento europeo ha il potere di parlare a nome delle cittadine e dei cittadini che lo hanno eletto e la Commissione europea ha gli strumenti per contribuire alla creazione di uno spazio pubblico necessario allo sviluppo di un dialogo costante con la società civile al fine di superare l’idea ormai inaccettabile che la riforma dei Trattati sia un cantiere aperto solo agli addetti ai lavori. La Commissione europea ha inoltre gli strumenti per avviare un’ampia campagna di informazione sul futuro dell’Europa che è apparsa totalmente inadeguata durante i lavori della Conferenza che si è conclusa il 9 maggio 2023.

Roma, 23 luglio 2024coccodrillo

 

  

 

 

 

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La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare per la nuova legislatura europea.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

- Attiriamo la vostra attenzione

- Il Libro verde del Movimento europeo

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 

 

 

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CARE LETTRICI E CARI LETTORI

La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare per la nuova legislatura europea.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- Relazione sullo Stato di diritto 2024

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

- Attiriamo la vostra attenzione

- Il Libro verde del Movimento europeo

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 


 L'EDITORIALE

 UN PATTO COSTITUENTE PER IL FUTURO DELL'EUROPA

L’elemento più rilevante della rielezione di Ursula von der Leyen appare a noi il consolidamento della maggioranza parlamentare europeista che le ha votato la fiducia e che ha compreso nel voto l’universalismo cristiano, l’internazionalismo socialista, il cosmopolitismo liberale e l’ambientalismo transnazionale respingendo l’estremismo euro-ostile dei conservatori guidati da Giorgia Meloni le cui scelte hanno isolato il suo governo e l’Italia nell’Unione europea, dei patrioti guidati da Viktor Orban e dei sovranisti guidati da Alice Weidel.

Per quanto riguarda il ruolo dell’Italia, e anche tenuto conto delle posizioni assunte sia nel Parlamento europeo che dal governo, il Movimento europeo denuncia il rischio di una emarginazione del nostro paese dal nucleo dei Paesi trainante nel processo di riforma dell’Unione europea che comporterà ineludibilmente la messa in atto degli impegni che saranno presi durante i negoziati per l’allargamento ai Paesi candidati che potrebbe aprire la strada a forme innovative di integrazione differenziata.

Il Movimento europeo ha seguito con attenzione le dichiarazioni programmatiche della Presidente Ursula von der Leyen e ha letto le priorità politiche che la Commissione europea intenderebbe attuare in questa legislatura e che dovranno svilupparsi attraverso una visione dinamica del processo di integrazione europea in modo coerente con la maggioranza europeista che si è espressa nel voto del 18 di luglio. Esamineremo con attenzione le une e le altre anche alla luce del nostro Libro verde per tradurre i nostri suggerimenti in specifiche iniziative che saranno iscritte in un Libro Bianco anche al fine di creare nuovi strumenti di carattere politico, finanziario e legislativo.

In attesa del programma della nuova Commissione e dell’esito delle audizioni dei nuovi Commissari in cui auspichiamo che sia confermata la maggioranza europeista che si è espressa nel voto di fiducia alla Presidente Ursula von der Leyen, concentriamo la nostra attenzione in particolare sulle seguenti dieci priorità:

  • Il bilancio europeo, gli investimenti e le risorse proprie
  • La realizzazione dello European Green Deal
  • I beni pubblici europei
  • L’intelligenza artificiale
  • La dimensione sociale
  • I conflitti in Ucraina e in Medio Oriente
  • Le politiche migratorie e il diritto di asilo
  • La difesa europea
  • L’approfondimento e l’allargamento
  • Il futuro dell’Europa e il processo costituente

Prendiamo atto delle dichiarazioni della Presidente Ursula von der Leyen per quanto riguarda il rafforzamento del bilancio al di là della scadenza del Next Generation EU in attesa del progetto del Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2032 che dovrà sostenere investimenti nella politica ambientale, per la transizione digitale e la dimensione sociale, nell’industria e nelle piccole e medie imprese, nell’agricoltura sostenibile - insieme all’impegno per la realizzazione dello European Green Deal con progetti, regole e risorse che non devono abdicare agli obiettivi della conversione ecologica e della lotta al cambiamento climatico usando l’ambiguità della formula della neutralità tecnologica - nell’industria della difesa e nella coesione territoriale affinché nessuno resti indietro.

Consideriamo positivamente la proposta di un Fondo europeo per la competitività – che risponde ai suggerimenti emersi dai rapporti di Enrico Letta e di Mario Draghi - per sostenere con investimenti direttamente europei e con una regia europea politiche efficaci e di maggior impatto con un metodo condiviso di gestione innovativa per modellarli sullo specifico contesto socioeconomico di ogni singolo Stato.

Il Movimento europeo è fortemente impegnato da anni a sostegno di beni pubblici europei – con particolare riferimento alla salute, all’energia, all’intelligenza artificiale, alla sostenibilità ambientale, alle nuove generazioni, alla scienza e alla ricerca - che richiedono un bilancio di natura federale per il periodo 2028-2032, finanziato da vere risorse proprie come sono evidenziate dal rapporto elaborato insieme al Centro Studi sul Federalismo (LINK) e dal debito pubblico europeo. 

In questo spirito, il Movimento europeo ricorda e condivide le stime della Banca Centrale Europea secondo cui l’Unione europea avrà bisogno di mille miliardi di euro all’anno di risorse pubbliche per la transizione verde, la digitalizzazione, la dimensione sociale, la ricerca, l’innovazione e l’industria della difesa che devono fare leva anche sul capitale privato in stretta collaborazione con la BEI.

Salutiamo gli annunciati investimenti sull’intelligenza artificiale riguardanti in particolare l’accesso a risorse di calcolo, costituzione di enti di ricerca o implementazione dell’uso di dati. Per evitare che l’estesa regolamentazione danneggi le imprese europee, questi investimenti devono espandersi ad una specifica istruzione sull’intelligenza artificiale a tutti i livelli nonché alla creazione di un ecosistema industriale che possa far emergere una o più aziende europee di interesse mondiale nel rispetto delle normative europee sulla protezione dei dati. 

Prendiamo atto della dichiarazione sul Pilastro sociale sottolineando tuttavia che la sua realizzazione deve porre le basi di una democrazia economica ancora largamente incompiuta e di un dialogo sociale rafforzato così come ribadiamo la necessità di un vero welfare europeo, riteniamo che debba essere introdotto uno strumento europeo di indennità di disoccupazione sul modello del programma SURE insieme a regole europee per la sicurezza sul lavoro e attendiamo proposte precise di una strategia europea di lotta alla povertà e alle discriminazioni.

Siamo convinti che la politica della casa – resa a nostro avviso necessaria dalla frammentazione dei nuclei famigliari, dalla mobilità sociale e dai fenomeni migratori generati dalle nuove esigenze dell’economia - che potrebbe essere affidata ad uno dei membri della Commissione, dovrebbe essere inserita nel quadro di una nuova coesione sociale e territoriale.

Chiediamo che sia nominato un Commissario europeo per l’economia sociale che lavori insieme all’intergruppo parlamentare sull’economia sociale includendo il sostegno a questa dimensione economica tra gli orientamenti della decima legislatura e nei programmi annuali.

Sosteniamo con vigore la necessità di una immediata cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza, la liberazione degli ostaggi e l’obiettivo dei due Stati israeliano e palestinese che dovrà essere inserito in una più ampia riflessione sulla cooperazione e la sicurezza nel Mediterraneo su iniziativa dell’Unione europea.

Sosteniamo l’idea di rilanciare la nomina di un Commissario alle politiche verso il Mediterraneo come avvenne nel quadro del Partenariato euro-mediterraneo richiamando l'esigenza del rispetto delle competenze dell’Alto Rappresentante della politica estera, così come deve avvenire per quanto riguarda l’eventuale Commissario alla difesa.

Reiteriamo la nostra domanda di un Commissario responsabile delle politiche migratorie con un mandato distinto da quello per il Mediterraneo e confermiamo la nostra convinzione sulla necessità di una politica di accoglienza e non di respingimenti esprimendo forti perplessità sulla proposta di rafforzare gli effettivi dell’Agenzia Frontex.

Deploriamo che nulla si dica sulle politiche di integrazione nell’Unione europea dei migranti e dei richiedenti asilo, che vanno invece rafforzate, e su come l’Unione europea possa contribuire al rispetto dei diritti fondamentali nei Paesi terzi (come la Libia e la Tunisia) a cui l’Unione europea ha chiesto di fermare i flussi migratori sapendo che essi non potranno essere fermati a causa delle insostenibili condizioni di vita nei paesi di provenienza. Condanniamo anche il fatto che si dia invece spazio all’esternalizzazione in Paesi terzi delle domande di asilo che comprime il fondamentale diritto ad un’equa valutazione delle domande di protezione internazionale e viola i principi del diritto internazionale. Reiteriamo la nostra proposta di sottrarre le politiche migratorie alla competenza dei ministri degli interni e della giustizia affidandole ad un Consiglio “jumbo” occupazione, educazione, salute e sviluppo.

Sosteniamo l’impegno per l’inviolabilità e l’integrità dell’Ucraina aggredita dalla Federazione Russa nella prospettiva di una pace giusta e del rilancio di un progetto di cooperazione e sicurezza nel continente europeo sul modello degli Accordi di Helsinki che avvii un’iniziativa dell’Unione europea per una Conferenza internazionale di pace.

In questo quadro siamo convinti che il tema della difesa europea non possa essere limitato alla dimensione dell’industria e delle nuove tecnologie ma debba essere parte integrante della politica estera e di sicurezza dell’Unione europea agendo sulla interoperabilità delle forze armate piuttosto che sull’aumento delle spese nazionali, sul controllo della vendita delle armi a paesi terzi, su un sistema di intelligence europea e sull’affermazione di una equal partnership fra UE e USA nel quadro dell’Alleanza Atlantica.

Chiediamo che la Commissione europea prenda tutte le misure necessarie affinché i rapporti transatlantici continuino a svolgersi nel quadro delle regole della Organizzazione Mondiale del Commercio evitando guerre tariffarie che ci danneggerebbero gravemente colpendo le fasce più deboli delle nostre popolazioni.

Condividiamo la forte censura della Presidente von der Leyen contro il Primo Ministro ungherese Orban che ha violato il principio della cooperazione leale, l’impegno a difesa dello stato di diritto e reiteriamo la nostra convinzione della necessità di sottrarre al governo ungherese la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea.

Sottolineiamo che l’allargamento dell’Unione europea ai Balcani e all’Europa Orientale deve essere fondato sul merito - ed in particolare sui criteri decisi a Copenaghen e ribaditi nel Trattato di Lisbona - e sulla necessità che le riforme interne di quei paesi siano accompagnate da riforme dell’Unione europea nelle sue politiche, nel suo bilancio e nel rafforzamento della sua dimensione democratica. In questo spirito il superamento del Trattato di Lisbona, firmato nel 2007, sarà una condizione indispensabile – e non solo possibile come vagamente prefigurato sia nelle dichiarazioni della Presidente Ursula von der Leyen che nelle linee guida - prima dell’allargamento per rendere l’Unione europea più forte e capace di decidere pianificando il proprio futuro.

Ribadiamo la nostra convinzione che, di fronte all’immobilismo dei governi e all’ostilità della maggioranza del Consiglio europeo di superare il Trattato di Lisbona nella logica secondo cui i governi sono “i padroni dei Trattati”, la strada da percorrere sia quella di un processo costituente che abbia al suo centro la democrazia rappresentativa e la democrazia partecipativa. Per queste ragioni noi riteniamo – e ci rivolgiamo alla maggioranza europeista dell’Assemblea – che il Parlamento europeo debba prendere atto della proposta di Ursula von der Leyen di un lavoro comune sulla riforma dei Trattati andando al di là dei limiti ristretti di una apparente apertura che vincola la revisione ai tempi dell’allargamento proponendo la sottoscrizione di un accordo interistituzionale che abbia la sostanza di un Patto costituente.

Il Parlamento europeo ha il potere di parlare a nome delle cittadine e dei cittadini che lo hanno eletto e la Commissione europea ha gli strumenti per contribuire alla creazione di uno spazio pubblico necessario allo sviluppo di un dialogo costante con la società civile al fine di superare l’idea ormai inaccettabile che la riforma dei Trattati sia un cantiere aperto solo agli addetti ai lavori. La Commissione europea ha inoltre gli strumenti per avviare un’ampia campagna di informazione sul futuro dell’Europa che è apparsa totalmente inadeguata durante i lavori della Conferenza che si è conclusa il 9 maggio 2023.

Roma, 23 luglio 2024coccodrillo

 

  


RELAZIONE SULLO STATO DI DIRITTO 2024

STATO DI DIRITTO E FUNZIONAMENTO DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE:

L’UNIONE EUROPEA CONTINUA PERVICACEMENTE AD OCCUPARSENE

E MELONI SI ADONTA CON LA «CARA URSULA»

Al tempo dell’apparente paradosso mondiale dell’involuzione delle democrazie liberali, da una parte, e dell’aumento delle prove elettorali, da un’altra parte, l’Unione europea resta luogo di importanti esperienze e di visioni di futuro. Così, lascio ad altra occasione (se tempo ci verrà dato) il ragionamento su autocrazie montanti e democrazie recessive, su democrazie liberali o meramente elettorali (v. fra gli altri G. Ottaviano, Riglobalizzazione, Egea, Milano, 2022), al tempo delle guerre alle porte tanto terrestri quanto marittime dell’Europa istituzionale nata a metà del secolo scorso e dell’uso – per ora solo verbale – dell’arma nucleare. Piuttosto, mi sembra in questi giorni significativo ricordare almeno tre delle articolate modalità di principale controllo periodico - da parte della Commissione europea - circa la condizione degli Stati membri e la loro evoluzione in determinati campi ai fini della miglior loro partecipazione all’Unione.

Si tratta anzitutto del consolidato esercizio annuale di verifica denominato «semestre europeo». Grazie ad esso gli Stati membri ricevono consulenza da parte della Commissione (sotto forma di "orientamenti") e raccomandazioni individuali (cioè raccomandazioni specifiche per ognuno di essi) in relazione alle proprie politiche di bilancio e alle strategie di carattere economico, occupazionale e in materia di istruzione, nonché sulla correzione di eventuali squilibri macroeconomici.

In secondo luogo viene prodotto, sempre da parte della Commissione, anche il «quadro di valutazione della giustizia». Esso presenta una panoramica annuale di indicatori riguardanti  la qualità e l'indipendenza dei sistemi giudiziari degli Stati membri, con lo scopo di aiutare questi ultimi a migliorarne l’efficienza e l'efficacia fornendo dati oggettivi, affidabili e comparabili.

Una terza attività cade, come noto, nel perimetro dell’art. 2 del Trattato sull’Unione europea, secondo cui «L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini». Si tratta dell’annuale «relazione sullo Stato di diritto» dove si esaminano tutti gli Stati membri e, da ultimo, anche alcuni Paesi candidati all’adesione all’UE (Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia) da quattro punti di vista: 1. il funzionamento del sistema giudiziario nazionale; 2. il sistema di contrasto alla corruzione; 3. la libertà e il pluralismo dei mezzi di comunicazione; 4. certi aspetti istituzionali relativi al bilanciamento fra poteri dello Stato e alla partecipazione dei cittadini all’attività pubblica.

Il 24 luglio è stata resa pubblica dalla Commissione europea la quinta relazione in materia, facendo taluno notare un avvenuto rinvio rispetto alla data dell’8 luglio originariamente prevista, attribuendo il fatto all’intenzione di Ursula von der Leyen di non urtare suscettibilità governative italiane (e non solo) per non pregiudicarne l’appoggio alla propria rielezione come Presidente della Commissione UE, avvenuta il 18 luglio. Il «Capitolo sulla situazione dello Stato di diritto in Italia» ammonta a 48 pagine, che accompagnano il documento «Relazione sullo Stato di diritto 2024. La situazione dello Stato di diritto nell’Unione europea», e vi si sottolineano non poche criticità nell’attuale evoluzione del nostro ordinamento.

Le si possono brevemente riassumere, almeno con riferimento alle raccomandazioni indirizzate al nostro Paese da parte della Commissione, e omettendo riferimenti a questioni - come quelle della riforma concernente il “premierato” o della disciplina dell’abuso d’ufficio - che non sono oggetto di specifiche raccomandazioni pur emergendo preoccupazioni della Commissione stessa per l’evoluzione dell’ordinamento italiano al riguardo.

Quanto al “sistema giustizia”, anzitutto, si avverte la necessità indilazionabile di completare rapidamente un’efficiente digitalizzazione delle corti penali e degli uffici del pubblico ministero, specie ai fini della contrazione dei tempi processuali.

Quanto poi al contrasto alla corruzione ci si duole che non si sia potuta ancora adottare una legislazione adeguata sui conflitti di interesse, sul lobbying, sul finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali nonché sulle relative donazioni da parte di privati.

Quanto al sistema dell’informazione, inoltre, si sottolinea l’esigenza di completare il processo legislativo di riforma della diffamazione, del regime di protezione della riservatezza delle fonti giornalistiche, evitando impatti negativi sulla libertà dei giornalisti e garantendo i necessari finanziamenti pubblici per assicurare l’indipendenza dei mezzi di comunicazione.

Quanto infine agli aspetti istituzionali si ribadisce quanto in passato già stigmatizzato circa il mancato adempimento da parte dell’Italia dei “Principi di Parigi delle Nazioni Unite”, non avendo il Paese ancora istituito l’agenzia nazionale indipendente per i diritti umani da essi richiesta. Questi principi - adottati dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con risoluzione del 20 dicembre 1993 - definiscono gli standard minimi che una siffatta agenzia deve possedere (anche ai fini del suo accreditamento presso le NU stesse) per garantire indipendenza ed efficacia nella promozione e protezione interna dei diritti umani. L’istituzione dell’agenzia è reputata talmente importante da essere divenuta un indicatore (il numero 16.A.1) nell’Agenda 2030 delle NU per lo sviluppo sostenibile.

E in particolare ritornando sulla libertà dell’informazione pare estremamente significativo ricordare conclusivamente quanto Sergio Mattarella ha detto al Quirinale proprio il 24 luglio, nella tradizionale cerimonia cosiddetta del ventaglio, quando ha rammentato «che i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra Carta fondamentale» e che «ogni atto contro la libera informazione è eversivo». Eversivo!

Cosicché la nostra Presidente del Consiglio dei ministri, Meloni, ne ricava l’obbligo di risentirsi con la Presidente della Commissione europea indirizzandole il 28 luglio una lunga lettera di precisazioni che esordisce con «Cara Ursula» e continua lamentando che il contenuto del documento della Commissione sia «stato distorto a uso politico da alcuni nel tentativo di attaccare il Governo italiano». Si dispiace perciò del fatto «che neppure la Relazione della Commissione sullo stato di diritto e in particolare sulla libertà di informazione sul servizio pubblico radiotelevisivo sia stata risparmiata dai professionisti della disinformazione e della mistificazione», confermando «da parte del Governo italiano … ogni sforzo per assicurare in Italia e in Europa il pieno rispetto dei valori fondanti alla base dell'Unione europea e l'assiduo impegno a far progredire l'Italia nell'ambito della libera informazione, del contrasto alle fake news e del pluralismo del servizio pubblico radio televisivo dopo decenni di sfacciata lottizzazione politica". Meno male!

Piacenza, 28 luglio 2024

Dino G. Rinoldi

 

 


LA SETTIMANA DEL MOVIMENTO EUROPEO

 22 luglio

  • Riunione Consiglio di Presidenza del Movimento europeo allargato ai rappresentanti dei Centri di coordinamento territoriale

25 luglio

  • Vibo Valentia (VV), presentazione del libro “A che ci serve l’Europa”, di Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli (edito da Marsilio NODI) (GFE-MFE Sezione Vibo Valentia)

27 luglio

  • Jelsi (CB), piantumazione ALBERO DELLE RADICI (Associazione Patriarchi della Natura in Italia, Italea, Comune di Jelsi e Comitato Sant’Anna)

 

 


IN EVIDENZA

VI SEGNALIAMO 

  • 25 luglio, ore 18:30, Vibo Valentia (VV). La Libreria Cuori d’inchiostro di Vibo Valentia ospita la presentazione del libro “A che ci serve l’Europa”, di Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli (edito da Marsilio NODI). Insieme a giovani rappresentanti locali del Movimento Federalista Europeo, Daniele Armellino e Francesco Pacilè, uno dei co-autori, Pier Virgilio Dastoli, discuterà delle importanti e quanto mai attuali tematiche contenute nel libro. LOCANDINA.
  • 27 luglio, ore 12:00, Jelsi (CB). In occasione della 219ma edizione della Festa del Grano 2024, l’associazione Patriarchi della Natura, in collaborazione con Italea, il Comune di Jelsi e il Comitato Sant’Anna, organizza la piantumazione della figlia della grande Matriarca del Macchione, una delle più grandi e vecchie querce del Molise al fine della conservazione genetica di questo straordinario patriarca della natura. L’iniziativa è dedicata alla memoria del Presidente del Parlamento europeo David Sassoli il quale sosteneva che doveva essere piantato “un albero per l’Europa in ogni comune" recuperando e mettendo a dimora gli alberi monumentali più significativi per le future generazioni.  
  • 30-31 luglio, Caulonia (RC). Visioni, azioni, economie, per un futuro condiviso di pace e convivenza tra i popoli del mondo. Il Teatro a Mare di Caulonia ospita per due giorni workshop di incontro e riflessione per trattare i temi fondamentali alla costruzione di un domani che sia futuro per vecchie e nuove generazioni accoglienti. Musica, danza, cibo etnico e dibattiti caratterizzeranno le serate insieme a prestigiosi ospiti programmati nei dibattiti. Saranno inoltre presenti in platea e presentate al pubblico persone ed enti quotidianamente attivi nel sociale e nell'accoglienza. Per info e dettagli visitare il sito della Società Cooperativa Sociale Pathos. PROGRAMMA COMPLETO.
  • 7-8 agosto, Marcinelle (Belgio). In occasione dell'anniversario del disastro di Marcinelle, avvenuto l'8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, la Cgil, insieme all’Inca Nazionale e del Belgio, la Federazione generale del lavoro belga FGTB  e il Movimento europeo Italia, organizza presso il sito Bois du Cazier, a Bruxelles, due giorni di iniziative sotto il titolo “Marcinelle simbolo dell’Europa ieri, oggi e domani…” a cui saranno presenti delegate e delegati dall’Italia e dal Belgio. L’intera delegazione parteciperà alla cerimonia istituzionale presso la Miniera del Bois du Cazier. E’ stata inoltre organizzata una cena solidale contro tutte le guerre e i fondi saranno destinati alle popolazioni in guerra. Ulteriori informazioni.
  • | SAVE THE DATE | 1-6 settembre, Ventotene (LT). L’isola pontina torna ad ospitare la quarantatreesima edizione del Seminario nazionale di formazione federalista, sotto il titolo "IL FEDERALISMO IN EUROPA E NEL MONDO - Verso gli Stati Uniti d’Europa e un nuovo ordine mondiale", promosso dall'Istituto di Studi Federalisti "Altiero Spinelli". Nato nel 1982 su proposta di Altiero Spinelli che in quell’isola scrisse assieme ad Ernesto Rossi il “Manifesto di Ventotene”, il Seminario è diventato uno dei più importanti momenti di riflessione sul futuro dell’Europa e del mondo al quale hanno partecipato importanti personalità europee del panorama politico e culturale. Ogni anno 150 giovani europei. 60 ore di formazione e dibattito. 30 relatori. Per restare sempre aggiornati visitare il sito: https://www.istitutospinelli.it/ . PROGRAMMA provvisorio Seminario Nazionale di Ventotene 2024.

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 


ATTIRIAMO LA VOSTRA ATTENZIONE

Garantire uno spazio civico vivace nell'Unione europea: le aspettative della società civile per i prossimi cinque anni

   Civil Society Europe invita tutte le organizzazioni della società civile ad approvare una lettera aperta indirizzata alle principali istituzioni dell'UE, esortandole a dare priorità alle azioni che promuovano uno spazio civico vivace, sostengano la democrazia e salvaguardino i diritti fondamentali nei prossimi cinque anni.

     Leggi la lettera (sotto embargo) qui o scaricala QUI

    Per aggiungere la firma della tua organizzazione, compila il breve modulo QUI

       Scadenza per firme: 31 luglio 2024

     La lettera è attualmente sotto embargo e sarà resa pubblica a settembre insieme all'elenco dei firmatari.

Per ulteriori informazioni visitare il sito:

  https://civilsocietyeurope.eu/call-for-signatures-ensuring-a-vibrant-civic-space-in-the-european-union/

 

 


LIBRO VERDE

SCRIVIAMO INSIEME IL FUTURO DELL'EUROPA

Il “LIBRO VERDE - Scriviamo insieme il futuro dell’Europa. Un progetto, un metodo e un’agenda costituente per la decima legislatura 2024-2029” è finalizzato ad aprire una discussione pubblica per tradursi poi in un “Libro bianco” con proposte ancora puntuali rivolte al nuovo Parlamento europeo ed iniziative di cittadine e di cittadini indirizzate alla nuova Commissione europea nel quadro delle azioni e delle priorità del Movimento Europeo Internazionale.

Esso si iscrive nel quadro del dibattito sul futuro dell’integrazione europea sottoposta alle drammatiche sfide che hanno sconvolto il Continente e i Paesi vicini nel secondo decennio del secolo prendendo come punto di partenza le raccomandazioni della Conferenza sul futuro dell’Europa e le reazioni dalle diverse istituzioni europee insieme alle indicazioni emerse dal dibattito italiano e dalle organizzazioni rappresentative della società civile dopo la fine della Conferenza.

Esso rientra, inoltre, nel quadro di attività di due progetti più ampi mirati a rafforzare il ruolo del Movimento Europeo come catalizzatore della società civile organizzata in Italia per quanto riguarda le loro aspettative rispetto all’UE.

Il primo di tali progetti “Beni pubblici europei per una prosperità condivisa: opportunità e sfide del sistema Italia nella decima legislatura europea” è realizzato con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ai sensi dell’art. 23 bis del D.P.R. 18/1967.

La seconda iniziativa è la piattaforma di attività “Insieme per l’Europa” promosse dal Movimento Europeo Internazionale con il cofinanziamento dell’Unione europea.

Il Movimento Europeo intende condividere il Libro verde con altre reti della società civile, confrontarsi con ricerche e proposte come quelle del Forum Diseguaglianze Diversità (FDD) nel libro “Quale Europa: capire, discutere, scegliere” e diffonderlo attraverso i nostri centri di coordinamento territoriale e sottoporlo poi alle candidate e ai candidati alle elezioni europee.

Il Libro verde esiste in un formato pocket a stampa ed in un formato e-book e si conclude con una sintesi delle nostre priorità “per un’Europa unita e democratica in un mondo paralizzato da un disordine globale” e con il “Manifesto per le Elezioni Europee 2024 del Movimento Europeo Internazionale”. Un volume secondo (disponibile solo in forma elettronica) riporta diversi testi rilevanti per il dibattito sulle riforme europee tra cui, in particolare, i contributi pervenuti da parte delle organizzazioni facenti parte del Movimento Europeo – Italia

Vai alla versione e-book del “LIBRO VERDE” del Movimento Europeo – Italia   (versione stampata 58 pagine)

Vai al Volume secondo del LIBRO VERDE - ALLEGATI

Versione stampata Editoriale Scientifica  (178 pagine)

 


 

A TUTTE LE NOSTRE LETTRICI E A TUTTI I NOSTRI LETTORI AUGURIAMO BUONE VACANZE !

VI DIAMO APPUNTAMENTO AL 2 SETTEMBRE PER IL PROSSIMO NUMERO !

 

 

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Il “LIBRO VERDE - Scriviamo insieme il futuro dell’Europa. Un progetto, un metodo e un’agenda costituente per la decima legislatura 2024-2029” è finalizzato ad aprire una discussione pubblica per tradursi poi in un “Libro bianco” con proposte ancora puntuali rivolte al nuovo Parlamento europeo ed iniziative di cittadine e di cittadini indirizzate alla nuova Commissione europea nel quadro delle azioni e delle priorità del Movimento Europeo Internazionale.

Esso si iscrive nel quadro del dibattito sul futuro dell’integrazione europea sottoposta alle drammatiche sfide che hanno sconvolto il Continente e i Paesi vicini nel secondo decennio del secolo prendendo come punto di partenza le raccomandazioni della Conferenza sul futuro dell’Europa e le reazioni dalle diverse istituzioni europee insieme alle indicazioni emerse dal dibattito italiano e dalle organizzazioni rappresentative della società civile dopo la fine della Conferenza.

Esso rientra, inoltre, nel quadro di attività di due progetti più ampi mirati a rafforzare il ruolo del Movimento Europeo come catalizzatore della società civile organizzata in Italia per quanto riguarda le loro aspettative rispetto all’UE.

Il primo di tali progetti “Beni pubblici europei per una prosperità condivisa: opportunità e sfide del sistema Italia nella decima legislatura europea” è realizzato con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ai sensi dell’art. 23 bis del D.P.R. 18/1967.

La seconda iniziativa è la piattaforma di attività “Insieme per l’Europa” promosse dal Movimento Europeo Internazionale con il cofinanziamento dell’Unione europea.

Il Movimento Europeo intende condividere il Libro verde con altre reti della società civile, confrontarsi con ricerche e proposte come quelle del Forum Diseguaglianze Diversità (FDD) nel libro “Quale Europa: capire, discutere, scegliere” e diffonderlo attraverso i nostri centri di coordinamento territoriale e sottoporlo poi alle candidate e ai candidati alle elezioni europee.

Il Libro verde esiste in un formato pocket a stampa ed in un formato e-book e si conclude con una sintesi delle nostre priorità “per un’Europa unita e democratica in un mondo paralizzato da un disordine globale” e con il “Manifesto per le Elezioni Europee 2024 del Movimento Europeo Internazionale”. Un volume secondo (disponibile solo in forma elettronica) riporta diversi testi rilevanti per il dibattito sulle riforme europee tra cui, in particolare, i contributi pervenuti da parte delle organizzazioni facenti parte del Movimento Europeo – Italia

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