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21-27 February 2022

Monday 21 February

Tuesday 22 February

Wednesday 23 February

Thursday 24 February

Friday 25 February

 

 

 

 

 

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NASCE LA SEZIONE GIOVANILE DEL MOVIMENTO EUROPEO ITALIA

Durante l’ultima Assemblea Nazionale tenutasi il 27 gennaio il Movimento europeo ha votato in favore dell’inserimento di un regolamento all’interno del suo statuto che prevede la creazione della sezione giovanile. 

Votata all’unanimità, la proposta della creazione della sezione giovanile, Il Movimento Europeo Italia Giovani, è ora realtà.

Dotato di autonomia propria e guidato dai principi europeisti e federalisti che ispirano il Movimento Europeo Italia nelle sue attività quotidiane, la sezione giovanile sarà coordinata dal Dr. Stefano Ingallina, già coordinatore regionale per la Sicilia.

“L’iniziativa – dichiara il coordinatore Ingallina - nasce con l’intento di contribuire a rafforzare le reti europee giovanili partendo dall’Italia ma con una formula replicabile in tutti gli altri Paesi dell’Unione, la cui azione integrata servirà a colmare il gap esistente ancora oggi, non ultimo quello comunicativo, tra le associazioni, la società civile, le istituzioni e i rappresentanti dei cittadini.”

Questa proposta si integra perfettamente con l'idea presentata nelle scorse settimane in Parlamento, legata alla creazione di un gruppo pan-europeo degli Intergruppi Federalisti Europei presenti in tutti i parlamenti d’Europa da cui si evince la voglia di fare rete ma soprattutto di voler portare le istanze di tutti all'attenzione dei decisori.

La Conferenza sul Futuro dell’Europa è già una prima dimostrazione di cosa voglia dire far sedere allo stesso tavolo decisori e società civile. Questo progetto punta a rendere questo tipo di partecipazione uno strumento permanente, facendo sì che i giovani siano maggiormente coinvolti nel processo di integrazione europea e che la consultazione dei giovani diventi parte attiva nella definizione delle politiche nazionali ed europee, diventando sempre più obbligatoria e non soltanto opzionale.

Come sottolineato da Ingallina, i giovani devono diventare rappresentanti e rappresentati al fine di promuovere un nuovo modello di governance e di modificare l'attuale modus operandi delle Istituzioni nazionali ed europee nei processi decisionali.

I temi trattati ricopriranno settori come le Politiche ambientali e lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza attiva e i rapporti con la società civile, così come i diritti dell’uomo, la legalità e le politiche di genere e generazionali. Ulteriori informazioni seguiranno durante la presentazione ufficiale che avverrà il 25 marzo presso l’Università di Roma La Sapienza durante l’evento sul futuro dell’Europa.

Si invitano tutte le associazioni italiane interessate all’iniziativa a mettersi in contatto con noi al seguente indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

 

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VI SEGNALIAMO

  • 23 febbraio 2022, ore 15:30, Webinar "Next Generation EU - l'impegno dell'Europa per le pari opportunità", organizzato da EURACTIV Italia e dal CesUE con la collaborazione dell'Ufficio per l'Italia del Parlamento Europeo. Interverranno Simona Baldassarri, Elena Bonetti Anna Loretoni, Alessandra Moretti, Azzurra Rinaldi e Marco Zullo. Modera Roberto Castaldi, direttore di EURACTIV Italia e del CesUE. L’evento sarà trasmesso in diretta sul sito web e sulle pagine Facebook e Twitter di EURACTIV Italia, sul sito web e sul canale Youtube del CesUE.
  • 24 febbraio 2022, ore 10:00-13:00, Web conference “IL PNRR DALLA PARTE DEI CONSUMATORI: CONSUMERS' FORUM NE DISCUTE CON BANCA D'ITALIA, CONSOB E IVASS”. L’Associazione Consumers’ Forum organizza un confronto pubblico con le Authority finanziarie per analizzare la situazione riguardante il mercato, le imprese e i consumatori, a partire da una ricerca svolta in collaborazione con l’Università Roma Tre. PROGRAMMA. La diretta sarà trasmessa sulle pagine Facebook, Linkedin e Youtube del Consumers’ Forum.
  • 25 febbraio 2022, ore 14:00-15:00, Conferenza sul futuro dell’Europa: Panel 1: Economia più forte, giustizia sociale, posti di lavoro, educazione, cultura, sport, trasformazione digitale - Sessione 3.
  • 25 e 28 febbraio 2022. Nell’ambito del progetto University 4EU, il Dipartimento di Giurisprudenza Economia e Scienze Umane dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria in collaborazione con la Scuola di Dottorato della predetta Università e i partenrs Movimento europeo e Isesp Cde di Reggio Calabria, promuove due dibattiti pubblici per offrire ai cittadini europei un'occasione unica di confronto tra generazioni ed esperienze differenti: ragionare su alcune sfide e priorità dell'Unione europea mettendo a frutto le competenze dei giovani dottorandi e dei giovani studiosi della Mediterranea dando spazio alle loro idee, ai loro progetti e all'impatto della loro ricerca dottorale sul futuro dell'Europa. Il primo dibattito si terrà venerdì 25 febbraio, alle ore 17:00, e avrà come titolo “Trasformazione digitale, cambiamento climatico e ambiente”. LOCANDINA. Il secondo dibattito si svolgerà lunedì 28 febbraio, alle ore 16:00, e sarà dedicato a “Un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione”. LOCANDINA. Gli incontri saranno trasmessi in diretta sulle pagine Facebook e Youtube dell’Isesp.
  • 25-27 febbraio 2022, “Anche questa è politica”, XX Congresso di Radicali Italiani, che si terrà a Roma presso l’Eurostars Roma Aeterna. Per partecipare al Congresso – in presenza oppure in collegamento – è necessario registrarsi entro il 22 febbraio. ULTERIORI INFORMAZIONI.

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 

 

 

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La sentenza di Lussemburgo, la democrazia
e il destino europeo di Budapest e Varsavia

In due sentenze separate la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha respinto il 16 febbraio 2022 i ricorsi dei governi polacco e ungherese contro i meccanismi adottati dal Consiglio dell’Unione e dal Parlamento europeo nel dicembre 2020 - che legano l’attribuzione dei fondi europei e in particolare il NGEU al rispetto dello stato di diritto – con decisioni che rappresentano per molti versi un punto di non-ritorno (COMUNICATO DELLA CORTE).

L’elenco delle violazioni dello stato di diritto da parte dei due governi si è ampliato nel corso degli anni e non si limita più al solo rispetto dell’indipendenza della magistratura ma coinvolge ormai aspetti fondamentali della vita democratica in Ungheria e Polonia creando una evidente discriminazione fra i cittadini di quei paesi e l’insieme dell’Unione europea e minando il principio della cooperazione leale che sta alla base dell’appartenenza ad una “comunità di destino” sulla base dell’art. 4 TUE.

Appare molto difficile che i governi polacco e ungherese possano proporre alle istituzioni europee un compromesso che consenta loro di continuare a rivendicare la loro “sovranità” e ottenere contemporaneamente l’attribuzione dei molti miliardi (36 per la Polonia e 7.2 per l’Ungheria) che sono vitali per la ripresa delle loro economie.

Le sentenze giungono mentre le posizioni dei governi polacco e ungherese appaiono divergenti sulla gestione della crisi fra Ucraina e Russia poiché la Polonia, che confina con la Russia, lega la sua sicurezza alla sua fedele appartenenza alla NATO e indirettamente all’Unione europea e conferma nello stesso tempo una rigida opposizione all’apertura delle sue frontiere alla collocazione o alla ricollocazione di richiedenti asilo come è stato drammaticamente dimostrato al confine con la Bielorussia (alleata e complice di Mosca) mentre il governo ungherese ha più volte mostrato la sua vicinanza con Mosca, ha dichiarato la sua distanza dal sistema di sicurezza della NATO ma ha contemporaneamente affermato che le sue frontiere sarebbero aperte a richiedenti asilo provenienti dall’Ucraina.

L’aggravarsi della crisi fra Ucraina e Russia potrebbe allontanare ancora di più Budapest da Varsavia incrinando l’apparente solidità della loro alleanza contro il “potere illegittimo di Bruxelles”.

La sentenza ha messo in evidenza inoltre la rottura dell’alleanza del quartetto di Visegrad perché il nuovo governo ceco e quello slovacco non hanno nessuna intenzione di seguire i governi polacco e ungherese sulla via del conflitto con l’Unione europea rendendo più facile la costruzione della necessaria maggioranza all’interno del Consiglio dell’Unione.

Come sappiamo - oltre al Consiglio e al Parlamento europeo convenuti nella causa intentata da Polonia e Ungheria contro il Regolamento del dicembre 2020 - i governi belga, danese, tedesco, irlandese, spagnolo, francese, lussemburghese, olandese e finlandese sono intervenuti collettivamente davanti alla Corte di Giustizia insieme alla Commissione europea a sostegno del Regolamento mentre il Parlamento europeo ha chiesto una procedura accelerata e Polonia e Ungheria si sono sostenute vicendevolmente.

E’ prevedibile che la richiesta della Commissione europea di confermare il blocco dei pagamenti ai governi polacco e ungherese, i cui piani di ripresa e resilienza non sono stati ancora approvati da Bruxelles, otterrà in Consiglio l’accordo della maggioranza degli Stati.

La sentenza rappresenta un punto di non-ritorno per la Commissione presieduta da Ursula Von der Leyen che è stata accusata dal Parlamento europeo e in particolare da David Sassoli e poi da Roberta Metsola di ambiguità e arrendevolezza nei confronti di Budapest e Varsavia con una linea di eccessiva disponibilità al dialogo e al compromesso molto simile a quella adottata a suo tempo dal governo della cancelliera Merkel.

La Germania è intervenuta ad adiuvandum davanti alla Corte, a Berlino c’è un nuovo governo che non intende fare sconti sul rispetto dello stato di diritto e le decisioni di Lussemburgo non giustificano più alcuna tergiversazione e rinvio nel tempo per “l’adozione di linee guida relative all’applicazione dei regolamenti sulla condizionalità”, un rinvio che potrebbe essere legato all’inaccettabile idea di non interferire nelle elezioni legislative in Ungheria il 3 aprile.

Le sentenze di Lussemburgo sono un punto di non ritorno nel dibattito sul futuro della democrazia europea che è apparso come una delle priorità nelle discussioni della Conferenza sul futuro dell’Europa attraverso i panel dei cittadini, i gruppi di lavoro, le sessioni plenarie e la piattaforma digitale dove contributi importanti sono stati offerti in Italia dalle idee e dagli eventi del Movimento Europeo e del Movimento Federalista Europeo, idee che vi invitiamo a condividere anche al di à della scadenza del 20 febbraio.

In questo quadro, noi reiteriamo la domanda che abbiamo rivolto al Comitato esecutivo della Conferenza di invitare il Presidente della Corte di Giustizia dell’Unione europea Koen Lenaerts ad esprimersi davanti ad una delle prossime sessioni plenarie del 25-26 marzo, 8-9 e 28-29 aprile o a prendere la parola nella sessione conclusiva del 9 maggio a Strasburgo sulla base di una proposta che potrebbe giungere dalla presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea e dalla presidenza del Parlamento europeo e dal copresidente della Conferenza Guy Verhofstadt.

Nel frattempo, un giudice della Corte o un avvocato generale potrebbero essere invitati da Manfred Weber ad esprimersi davanti al Gruppo di lavoro sulla democrazia presieduto dal capo gruppo del PPE al Parlamento europeo.

Last but not least, le decisioni di Lussemburgo rappresentano un punto di non-ritorno per i partiti politici europei a cui il Trattato assegna il compito di contribuire a “formare la coscienza europea” delle cittadine e dei cittadini dell’Unione europea (art. 10 TUE).

Le elezioni del 3 aprile in Ungheria – a cui il governo ha associato un referendum che ha lo scopo di confermare le discriminazioni in materia di orientamento sessuale – hanno un significato che va al di là delle frontiere ungheresi e che determinerà il destino dell’Ungheria nell’Unione europea così come lo saranno le elezioni prima presidenziali nel 2022 e poi legislative in Polonia nel 2023 (che il governo potrebbe anticipare al 2022).

I partiti europei che difendono il rispetto dello stato di diritto e che intendono sostenere la causa di un destino europeo della Polonia e dell’Ungheria devono impegnarsi in quelle campagne elettorali così come si stanno impegnando per la difesa dello stato di diritto molte reti europee della società civile.

 

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