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CARE LETTRICI E CARI LETTORI

La nostra newsletter settimanale Noi e il futuro dell'Europa è stata concepita per contribuire ad una corretta informazione sull’Unione europea e partecipare al dibattito sulla riforma dell’Unione, così come abbiamo fatto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa e come continueremo a fare in vista delle elezioni europee del maggio 2024.

Il Movimento europeo Italia seguirà con particolare attenzione la politica europea dell'Italia dopo le elezioni del 25 settembre 2022 anche attraverso i suoi social Facebook, Instagram, Twitter e infografiche oltre che sulla newsletter.

Ecco l’indice della nostra newsletter di oggi:

Editoriale, che esprime l’opinione del Movimento europeo su un tema di attualità

- PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

- La settimana del Movimento europeo

- Eventi principali, sull’Europa in Italia e Testi in evidenza

- Attiriamo la vostra attenzione

Siamo come sempre a vostra disposizione per migliorare il nostro servizio di comunicazione e di informazione e per aggiungere vostri eventi di interesse europeo nella speranza di poter contare su un vostro volontario contributo finanziario.

 

 


 L'EDITORIALE

SULLA STRAGE DI CUTRO LA RESPONSABILITA’ È DEL GOVERNO

Come sappiamo, l’Italia è il paese con il più gran numero di corpi militari di tutta Europa. Essi dipendono istituzionalmente da almeno otto ministri e ministeri ma le Forze Armate nel loro insieme dipendono dal ministero della Difesa e sono costituite da Esercito, Marina militare, Aeronautica Militare, e Arma dei Carabinieri, quest’ultima elevata al rango di Forza Armata con il decreto legislativo 297/2000.

In questo quadro l’art. 132 del codice di ordinamento militare precisa che il Corpo delle Capitanerie di Porto dipende dalla Marina Militare esercitando  in concorso con gli altri Corpi competenze di difesa marittima, di leva marittima, di supporto della Forza Armata, di protezione della unità navali, di pattugliamento, di presidio militare, di addestramento e di applicazione del diritto internazionale marittimo.

Nella drammatica vicenda del naufragio di Steccato di Cutro, che rientra nelle competenze territoriali del porto di Crotone, sono stati coinvolti molti soggetti e l’indagine della magistratura e cioè della Procura ma poi del Tribunale dovrà accertare le responsabilità di tutti questi soggetti a tutti i livelli per le conseguenze del naufragio e il mancato rispetto delle convenzioni internazionali, delle norme europee e della Costituzione italiana.

Questi soggetti avrebbero dovuto – ciascuno per sé e collettivamente – agire con l’obiettivo principale di salvare la vita di bambini, donne e uomini che, partendo da Istanbul, erano stati imbarcati inizialmente il 21 febbraio da tre scafisti sulla Luxury 2 e poi trasbordati, dopo tre ore di navigazione ed un’avaria al motore, sul caicco di legno Summer Love (più grande della Luxury 2) giunta con un viaggio di quattro giorni davanti alle coste della Calabria avendo superato le inospitali acque della Grecia, due nomi di imbarcazioni tragicamente grotteschi.

Il caicco Summer Love fu avvistato la sera del 25 febbraio a 40 miglia marine dalla costa calabrese da un aereo della Agenzia Frontex – che non dispone ancora di mezzi per il salvataggio in mare – che ha avvertito il centro operativo di Roma IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Centre) la cui attività si estende anche al di fuori delle acque territoriali italiane.

Poiché l’orientamento del governo italiano – di questo governo ma anche dei governi precedenti a cominciare dall’attività svolta dall’allora ministro degli interni Marco Minniti – è di considerare l’arrivo sulle coste italiane di imbarcazioni frutto di “viaggi della disperazione” organizzati da trafficanti di essere umani principalmente come un problema di polizia, l’avvertimento della Agenzia Frontex è stato trasmesso dal Centro di Roma alla Guardia di Finanza che dispone di motovedette veloci ma instabili per catturare in mare i responsabili della violazione dell’art. 601  del Codice Penale.

Vogliamo inserire qui due prime domande che rivolgiamo in modo pressante alle autorità italiane, alle istituzioni europee a cominciare da Ursula von der Leyen e a Margaritis Schinas e, molto sommessamente, al Sommo Pontefice che ha detto all’Angelus del 5 marzo “i trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti”.

Dove, come e con quali mezzi in Europa e nei rapporti con i paesi terzi  - verso cui vorremmo rinviare chi fugge dalle guerre, dalle persecuzioni e dai disastri ambientali - devono essere fermati i trafficanti di esseri umani?  Ritenete che il cosiddetto pull factor sia provocato dalla “mancanza di educazione alla responsabilità” (come ha detto a Crotone Matteo Piantedosi) o piuttosto dal fatto che in quelle terre non esistono condizioni per il riscatto democratico, economico e sociale e per il rispetto della dignità umana?

Le due motovedette della Guardia di Finanza di Crotone non sono state in grado di portare a compimento la loro missione per un peggioramento delle condizioni del mare che le hanno costrette a rientrare in porto avvertendo tuttavia la Guardia costiera del fallimento del loro compito di polizia.

In alcuni porti italiani e in particolare a Crotone, la Guardia Costiera dispone di imbarcazioni di classe 300 (“Ammiraglio francese”) preposte alla ricerca ed al soccorso d’altura, inaffondabili ed auto-raddrizzanti, che possono operare in condizioni meteomarine proibitive, con propulsione ad idrogetto, autonomia di 500 miglia marine ed una velocità superiore a 30 nodi e mezzi di soccorso come zattere di salvataggio indispensabili per salvare naufraghi nelle acque gelate del mare dove un bambino o una bambina muoiono dopo venti minuti per ipotermia.

Il Summer Love viaggiava invece a 6 nodi all’ora e, giunto a  poche centinaia di metri della costa calabrese, si  è spezzato in due rovesciando in mare centottanta bambini, donne e uomini con l’eccezione dei tre scafisti che si sono salvati sull’unica zattera di salvataggio del caicco.

Per quale ragione l’imbarcazione classe 300 della Guardia Costiera è uscita in mare solo varie ore dopo il ritorno a terra delle motovedette della Guardia di Finanza? Chi ha dato l’ordine alla Guardia Costiera di uscire in mare quando è stata constatata la tragedia e non prima che essa si compisse?

Poiché le funzioni operative della Guardia Costiera sono svolte dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ma il Corpo delle Capitanerie di Porto dipende dalla Marina Militare vogliamo sapere quali decisioni sono state prese dal governo nel suo insieme e le istruzioni ministeriali che hanno condotto la Guardia Costiera ad intervenire solo a naufragio avvenuto.

Roma, 8 marzo 2023

coccodrillo

 

 

 

 


PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO

 SUL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE, DEI VALORI DELL’UNIONE E DEI DIRITTI FONDAMENTALI
CON CARATTERE DI URGENZA

Noi cittadine e cittadini dell’Unione europea, associazioni, persone fisiche di paesi terzi residenti nell’Unione europea

  • Viste le conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio ed in particolare il punto 23.e
  • Vista la lettera della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen del 26 gennaio 2023 ai Capi di Stato e di governo, una lettera che sembrerebbe rappresentare un mutamento di approccio della Commissione europea rispetto al Migration Pact del settembre 2020 passando dalla priorità del diritto internazionale, dei principi e dei valori dell’Unione europea e della tutela dei diritti fondamentali ad un’Europa che respinge e che esclude
  • Viste le richieste al Consiglio europeo dei governi di Austria, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta e Slovacchia
  • Considerando gli articoli 20, 24 e 227 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
  • Considerando gli articoli 77, 78, 79 e 80 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
  • Considerando la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ed in particolate gli articoli 1, 2, 4, 5, 15, 18, 19
  • Considerando la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951
  • Considerando la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo del 1985
  • Considerando la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali del 1950
  • Considerando che i Capi di Stato e di governo dei Ventisette hanno deciso di concentrarsi sul rafforzamento dell’azione esterna, sulla cooperazione in materia di rimpatrio e di riammissione, sul controllo delle frontiere esterne, sulla lotta alla strumentalizzazione dei migranti a fini politici e sulla cooperazione con Europol, Frontex e Eurojust confermando il principio secondo cui il controllo dei flussi di migranti è essenzialmente un problema di sicurezza
  • Considerando che nulla è stato detto dal Consiglio europeo sulle ragioni dei movimenti di popolazioni, che avvengono in larga parte all’interno dei paesi di origine, fra paesi dell’Africa sub-sahariana e verso paesi in via di sviluppo, sul fatto che il cosiddetto pull factor non deriva dalla mancanza di respingimenti e di rimpatri dei migranti irregolari ma dalla fuga inarrestabile dai conflitti interni, dalle guerre fra Stati, dalla fame, dai disastri ambientali e dall’espropriazione delle terre, che i rimpatri in molti casi non sono realizzabili per l’impossibilità di sottoscrivere accordi bilaterali con paesi terzi, che molti rimpatri avranno come conseguenza la morte o la schiavitù dei migranti definiti irregolari e che l’Unione europea avrebbe dovuto adottare da tempo un piano per lo sviluppo dell’Africa
  • Considerando che nulla è stato detto dal Consiglio europeo sul valore aggiunto per le economie europee e per la ricchezza delle nostre culture dall’accoglienza dei migranti economici e sulla necessità di mobilitare risorse umane e finanziarie da mettere a disposizione in particolare dei poteri locali per garantire politiche di inclusione considerandole come gli unici strumenti efficaci per garantire la sicurezza di chi arriva e la sicurezza di chi accoglie
  • Considerando che il prossimo Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni che dovrà dare seguito alle conclusioni del Consiglio europeo si terrà il 9 marzo sotto presidenza svedese.

Riteniamo che il Parlamento europeo debba respingere  le conclusioni del Consiglio europeo - usando tutti gli strumenti istituzionali di cui l’assemblea dispone - in particolare il paragrafo 23.e in cui si afferma:

chiede alla Commissione europea di mobilitare immediatamente ingenti fondi e mezzi dell’Unione europea per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza – compresa la sorveglianza aerea – e delle attrezzature. In tale contesto, il Consiglio europeo invita la Commissione a mettere a punto rapidamente la strategia di gestione europea integrata delle frontiere”.

Chiediamo di sapere – in quanto movimento di cittadine, cittadini e persone contribuenti – se saranno esclusi finanziamenti per la costruzione di muri e fili spinati, su quale linea di bilancio saranno prelevati questi fondi, se sarà necessario un bilancio suppletivo e rettificativo su cui l’assemblea avrà l’ultima parola, come si verificherà la pertinenza e la necessità delle spese effettuate, poiché tali ingenti fondi dovrebbero essere prelevati dal bilancio dell’Unione europea, che è finanziato dalle cittadine e dai cittadini europei nonché da tutte le persone che risiedono nell’Unione europea.

Roma, 28 febbraio 2023

 

Vedi la lista completa degli attuali firmatari

 

Il 28 febbraio la Petizione è stata presentata al Parlamento europeo con il sostegno dei Movimenti europei di Italia, Francia, Polonia e Spagna, di Emergency, Eumans, Medel, la rete The Last20, Concord Italia, Legambiente e Open Arms e con il sostegno di mille cittadine e cittadini europei e oltre cento soggetti collettivi.

In data 2 marzo, una analoga Petizione è stata presentata anche alla Camera dei Deputati.

 

LA PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E' ANCORA APERTA AD EVENTUALI SOTTOSCRIZIONI

INVIANDO UN’EMAIL ALL'INDIRIZZO  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

o direttamente su CHANGE.ORG

 

 


LA SETTIMANA DEL MOVIMENTO EUROPEO

7 marzo

  • Roma, GIORNATA EUROPEA DEI GIUSTI 2023 Cerimonia presso il Giardino di Roma: un albero d’ulivo in onore di Vasilij Semënovič

 

9 marzo

  • Roma, Convegno Internazionale “Il peso del passato. Il fascismo e il nazismo nel racconto televisivo Rai e Mediaset” (Centro italo-tedesco per il dialogo europeo Villa Vigoni)
  • Roma, Convegno COSTRUIRE DEMOCRAZIA NEL NOSTRO TEMPO, CONTRASTARE DISCRIMINAZIONI, PERSECUZIONI E DISCORSI D’ODIO in occasione della Giornata dei Giusti dell‘Umanità 2023 (Fondazione Gariwo)

 

 

 


IN EVIDENZA

VI SEGNALIAMO

  • 9 marzo, Roma, ore 9:30-13:30. Convegno Internazionale “Il peso del passato. Il fascismo e il nazismo nel racconto televisivo Rai e Mediaset” promosso dal Centro italo-tedesco per il dialogo europeo Villa Vigoni. PROGRAMMA. INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI. Per informazioni e preregistrazione: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • 11 marzo, Crotone. “BASTA MORTI NEL MEDITERRANEO” La Rete 26 Febbraio promuove una manifestazione nazionale per chiedere che sia fatta giustizia per le vittime e garantire supporto ai familiari e ai superstiti del naufragio di Steccato di Cutro. COMUNICATO STAMPA. Per informazioni e aggiornamenti seguire le pagine della Rete 26 febbraio https://www.facebook.com/rete26febbraio/ e https://instagram.com/rete_26febbraio Per adesioni alla Rete 26 febbraio comunicare via mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. LISTA ADESIONI ALLA RETE (in aggiornamento).
  • 15 marzo, Roma, ore 15:00. Presso la Corte di cassazione in Piazza Cavour a Roma, si terrà l'evento dal titolo "Verso una tutela universalistica dei diritti sociali fondamentali? Dopo la sentenza della Corte di giustizia, 12 gennaio 2023, JK, C-356/2021". Nel corso dell’incontro verrà presentato il recente volume di Adalberto Perulli e Tiziano Treu “In tutte le sue forme e applicazioni. Per un nuovo Statuto del lavoro”. Saranno presenti gli autori. PROGRAMMA.
  • SAVE THE DATE - 30 marzo - Ore 17:00-19:00. Torna un nuovo appuntamento con il ciclo di incontri “DIALOGHI EUROPEI” promossi dal Movimento europeo e dedicati alle priorità dell’Unione europea nel 2023. Il quarto Webinar dal titolo “Futuro del welfare in Europa: riflessioni a partire dal rapporto del Gruppo di esperti della Commissione europea” si svolgerà sulla Piattaforma Zoom del Movimento europeo e in diretta streaming giovedì 30 marzo. PROGRAMMA. Registrazione obbligatoria entro il 28 marzo inviando un'email a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 


ATTIRIAMO LA VOSTRA ATTENZIONE

Dal 24 al 26 febbraio si è svolto a Roma il 3° Congresso Nazionale di +Europa che ha visto l’elezione del nuovo Segretario, Presidente, Tesoriere nazionale e degli altri organi statutari.

Questo l’esito del Congresso: Riccardo Magi Segretario nazionale, Carla Taibi Tesoriera e Federico Pizzarotti Presidente.

Il nuovo Presidente e Segretario hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Federico Pizzarotti:

"Il mio obiettivo per far crescere +Europa sarà quello di portare la nostra visione di Europa nei Comuni e dunque sui territori. Molte delle politiche europee hanno delle ricadute sulle nostre città, spesso chiamate a svolgere ruoli da protagonista. E molte città hanno ormai sinergie con altre città europee. Per questo sono convinto che la crescita dell'Europa e di un sentimento su riforme europeiste passino dalla consapevolezza e dallo sviluppo territoriale, senza dimenticare le tante periferie spesso trascurate od oggetto di politiche inefficaci".

 

Riccardo Magi:

"Quando abbiamo fondato +Europa, con Emma Bonino, l’uscita dall’euro era un’opzione sostenuta da entrambi i partiti che costituivano la maggioranza di Governo. Dopo i successi dell'UE in tempi di crisi (Next Generation EU anzitutto) risulta ancor più necessario riaffermare le ragioni di fondo, di ispirazione liberaldemocratica, per sostenere l’integrazione europea e rivendicare "più" Europa in Italia di fronte ai mutamenti geopolitici e all'esigenza di rafforzare una concreta sovranità continentale più che quella, illusoria, nazionale. C'è ancora molto da fare per noi che sogniamo gli Stati Uniti d'Europa".

 

 

 

 

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VI SEGNALIAMO

  • 3-4 marzo, Roma. Venerdì 3 marzo prenderà il via a Roma, presso l’Auditorium Parco della musica, il 41° Congresso di Legacoop Nazionale sotto il titolo “L’impresa del futuro: cooperativa per tuttə”. ULTERIORI INFORMAZIONI E PROGRAMMA.

 

ARTICOLI E TESTI DELLA SETTIMANA

 

 

 

 

 

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28 febbraio

  • Roma, conferenza di presentazione del Dossier 2017-2022 del Laboratorio Europa dell'Eurispes coordinato da Carmelo Cedrone dal titolo “Riflessioni sulla prospettiva europea”

 

1 marzo

  • Roma, Lezione Liceo Ginnasio Augusto nell’ambito del progetto “Processo all’Europa” in regime di "Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento" (PCTO)

 

3 marzo

  • Roma, riunione della sezione giovanile del Movimento europeo Italia

 

3-4 marzo

  • Roma, 41° Congresso Legacoop Nazionale “L’impresa del futuro: cooperativa per tuttə”

 

4 marzo

  • Roma, mostra "Facciamo Pace?! La voce dei bambini sulla guerra" al Palazzo delle Esposizioni (Comunità di Sant’Egidio)

 

 

 

 

 

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PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO SUL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE, DEI VALORI DELL’UNIONE E DEI DIRITTI FONDAMENTALI
CON CARATTERE DI URGENZA

Noi cittadine e cittadini dell’Unione europea, associazioni, persone fisiche di paesi terzi residenti nell’Unione europea

  • Viste le conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio ed in particolare il punto 23.e
  • Vista la lettera della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen del 26 gennaio 2023 ai Capi di Stato e di governo, una lettera che sembrerebbe rappresentare un mutamento di approccio della Commissione europea rispetto al Migration Pact del settembre 2020 passando dalla priorità del diritto internazionale, dei principi e dei valori dell’Unione europea e della tutela dei diritti fondamentali ad un’Europa che respinge e che esclude
  • Viste le richieste al Consiglio europeo dei governi di Austria, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta e Slovacchia
  • Considerando gli articoli 20, 24 e 227 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
  • Considerando gli articoli 77, 78, 79 e 80 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
  • Considerando la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ed in particolate gli articoli 1, 2, 4, 5, 15, 18, 19
  • Considerando la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951
  • Considerando la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo del 1985
  • Considerando la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali del 1950
  • Considerando che i Capi di Stato e di governo dei Ventisette hanno deciso di concentrarsi sul rafforzamento dell’azione esterna, sulla cooperazione in materia di rimpatrio e di riammissione, sul controllo delle frontiere esterne, sulla lotta alla strumentalizzazione dei migranti a fini politici e sulla cooperazione con Europol, Frontex e Eurojust confermando il principio secondo cui il controllo dei flussi di migranti è essenzialmente un problema di sicurezza
  • Considerando che nulla è stato detto dal Consiglio europeo sulle ragioni dei movimenti di popolazioni, che avvengono in larga parte all’interno dei paesi di origine, fra paesi dell’Africa sub-sahariana e verso paesi in via di sviluppo, sul fatto che il cosiddetto pull factor non deriva dalla mancanza di respingimenti e di rimpatri dei migranti irregolari ma dalla fuga inarrestabile dai conflitti interni, dalle guerre fra Stati, dalla fame, dai disastri ambientali e dall’espropriazione delle terre, che i rimpatri in molti casi non sono realizzabili per l’impossibilità di sottoscrivere accordi bilaterali con paesi terzi, che molti rimpatri avranno come conseguenza la morte o la schiavitù dei migranti definiti irregolari e che l’Unione europea avrebbe dovuto adottare da tempo un piano per lo sviluppo dell’Africa
  • Considerando che nulla è stato detto dal Consiglio europeo sul valore aggiunto per le economie europee e per la ricchezza delle nostre culture dall’accoglienza dei migranti economici e sulla necessità di mobilitare risorse umane e finanziarie da mettere a disposizione in particolare dei poteri locali per garantire politiche di inclusione considerandole come gli unici strumenti efficaci per garantire la sicurezza di chi arriva e la sicurezza di chi accoglie
  • Considerando che il prossimo Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni che dovrà dare seguito alle conclusioni del Consiglio europeo si terrà il 9 marzo sotto presidenza svedese.

Riteniamo che il Parlamento europeo debba respingere  le conclusioni del Consiglio europeo - usando tutti gli strumenti istituzionali di cui l’assemblea dispone - in particolare il paragrafo 23.e in cui si afferma:

chiede alla Commissione europea di mobilitare immediatamente ingenti fondi e mezzi dell’Unione europea per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza – compresa la sorveglianza aerea – e delle attrezzature. In tale contesto, il Consiglio europeo invita la Commissione a mettere a punto rapidamente la strategia di gestione europea integrata delle frontiere”.

Chiediamo di sapere – in quanto movimento di cittadine, cittadini e persone contribuenti – se saranno esclusi finanziamenti per la costruzione di muri e fili spinati, su quale linea di bilancio saranno prelevati questi fondi, se sarà necessario un bilancio suppletivo e rettificativo su cui l’assemblea avrà l’ultima parola, come si verificherà la pertinenza e la necessità delle spese effettuate, poiché tali ingenti fondi dovrebbero essere prelevati dal bilancio dell’Unione europea, che è finanziato dalle cittadine e dai cittadini europei nonché da tutte le persone che risiedono nell’Unione europea.

Roma, 27 febbraio 2023

 

Vedi la lista completa degli attuali firmatari

 

E' ANCORA POSSIBILE SOTTOSCRIVERE LA PETIZIONE - ENTRO IL 27 FEBBRAIO

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NON BASTA DIRE “BASTA!”

L’ennesima strage nel Mediterraneo al largo delle coste calabresi sulla spiaggia di Cutro - con decine di bambini, donne e uomini in un barcone partito da Izmir carico di migranti provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iraq, dal Pakistan, dalla Somalia e dall’Iran – ha suscitato le ennesime e ipocrite dichiarazioni di cordoglio a cominciare da quelle del capo del governo italiano Giorgia Meloni e quelle vergognose del Ministro degli Interni Matteo Piantedosi.

Per frenare le stragi, il governo italiano propone di “bloccare le partenze” dei migranti dai loro paesi di origine e l’Italia si è mossa in questa direzione approvando il cosiddetto “Decreto contro le ONG” ora trasformato in legge dello Stato che impedisce alle organizzazioni non governative di agire in mare per soccorrere le imbarcazioni in pericolo.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato invece che i migranti fuggono da paesi dove si muore di guerre, di terrorismo, di persecuzioni e di disastri ambientali: queste sono le cause del pull factor e non la presenza delle ONG nel Mediterraneo che applicano e rispettano le convenzioni internazionali.

La petizione al Parlamento europeo

E’ questo lo spirito che ha mosso il Movimento europeo insieme a oltre cento altri soggetti collettivi – fra cui i movimenti europei in Francia, Polonia e Spagna, Emergency, MEDEL, Last Twenty, Open Arms, Concorde, Migrantes - e a mille cittadine e cittadini europei nel lanciare una proposta di petizione urgente al Parlamento europeo  per il  rispetto del diritto internazionale, dei valori dell’Unione europea e dei diritti fondamentali.

Lo strumento della petizione fa parte dei diritti attribuiti dall’Unione europea alle sue  cittadine e ai suoi cittadini ma anche alle associazioni e a tutte le persone provenienti da paesi terzi che risiedono sul territorio dell’Unione ed il Movimento europeo – che lo ha utilizzato con successo in passato per la difesa dello stato di diritto – ha deciso di agire dopo il Consiglio europeo del 9 febbraio 2023 per denunciare davanti al Parlamento europeo il fatto che

  • nulla è stato detto sulle ragioni dei movimenti di popolazioni, che avvengono in larga parte all’interno dei paesi di origine, fra paesi dell’Africa sub-sahariana e verso paesi in via di sviluppo,
  • il cosiddetto pull factor non deriva dalla mancanza di respingimenti e di rimpatri dei migranti irregolari ma dalla fuga inarrestabile dai conflitti interni, dalle guerre fra Stati, dalla fame, dai disastri ambientali e dall’espropriazione delle terre,
  • i rimpatri in molti casi non sono realizzabili per l’impossibilità di sottoscrivere accordi bilaterali con paesi terzi,
  • molti rimpatri avranno come conseguenza la morte o la schiavitù dei migranti definiti irregolari.

Il Movimento europeo ha anche deciso di denunciare il fatto che l’Unione europea non ha ancora adottato un piano ambizioso per lo sviluppo del continente africano e che nulla è stato detto sul valore aggiunto per le economie europee e per la ricchezza delle nostre culture dall’ospitalità dei migranti economici e sulla necessità di mobilitare risorse umane e finanziarie da mettere a disposizione in particolare dei poteri locali per garantire politiche di inclusione considerandole come gli unici strumenti efficaci per garantire la sicurezza di chi arriva e la sicurezza di chi accoglie.

E’ evidente che lo strumento della petizione non basta perché la richiesta del Consiglio europeo alla Commissione di “investire immediatamente ingenti risorse finanziarie” per chiudere le frontiere esterne dell’Unione europea si basa su una interpretazione distorta di un regolamento adottato dal Consiglio e da Parlamento europeo nel luglio 2021 che consentirebbe alla Commissione di usare in una logica di respingimenti oltre sei miliardi di euro iscritti nel bilancio europeo dal 2023 al 2027.

Il regolamento non si limitava a fornire una base giuridica per finanziare infrastrutture di protezione delle frontiere esterne ma prevedeva di dedicare risorse alla accelerazione delle procedure per la concessione dei visti e dello status di rifugiato, di aiutare le organizzazioni non governative e di formare risorse umane per l’accoglienza.

Un osservatorio permanente di monitoraggio

Per queste ragioni ed insieme alle organizzazioni che hanno deciso di sostenere la proposta di petizione abbiamo deciso di creare un osservatorio permanente di monitoraggio delle modalità di applicazione della decisione del Consiglio europeo del 9 febbraio e dell’esecuzione del Regolamento 21/1148 sul controllo delle frontiere esterne.

Un fondo per l’accoglienza e l’inclusione

Inoltre intendiamo avviare una riflessione su una proposta di modifica del bilancio dell’Unione europea per l’esercizio 2024 e per la revisione del Quadro Finanziario Pluriennale fino al 2027 per inserire uno strumento finanziario che si ispiri alla operazione “Mare Nostrum” decisa dal governo italiano nel 2013 dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre per il pattugliamento e il soccorso dei migranti utilizzando mezzi aerei e unità navali adeguatamente attrezzati stabilendo a monte le regole di ingaggio e la lista dei porti sicuri più vicini, un sistema di verifica immediata sulle unità navali dello status di rifugiato e un accordo sulla ricollocazione dei richiedenti asilo o dei migranti economici sulla  base del Migration Pact del 2020.

L’operazione Mare Nostrum ebbe un costo globale per tutti i  ministeri italiani coinvolti di una media di dieci milioni di euro al mese ed è possibile immaginare che un’operazione Mare Nostrum europea possa costare per tutto il Mediterraneo duecentocinquanta milioni di euro all’anno per un totale di un miliardo e mezzo di euro in cinque anni pari ad un quinto del bilancio previsto dal Regolamento 21/1148.   

Un’iniziativa di cittadini europei

A proposito del Regolamento 21/1148 noi riteniamo che tutte le organizzazioni che hanno sostenuto e promosso la proposta di petizione al Parlamento europeo dovrebbero riflettere sull’opportunità di lanciare una iniziativa di cittadini europei per invitare la Commissione europea a sottoporre al Consiglio e al Parlamento europeo un progetto di revisione di quel regolamento al fine di renderlo conforme all’idea di un’Unione europea che accoglie e che include e che sia fondato sul rispetto dei valori comuni e della Carta dei diritti.

Un Consiglio Jumbo per le politiche migratorie

Last but not least, Il Movimento europeo sostiene da tempo che le politiche migratorie non fanno parte o non fanno solamente parte degli affari interni e della giustizia e che lo sviluppo di queste politiche richiede un approccio olistico – come è stato sostenuto più volte dalla Commissione europea – che unisca le questioni sociali e dell’occupazione, della cultura e delle relazioni esterne immaginando che le politiche migratorie vengano discusse due volte all’anno in un Consiglio Jumbo al fine di sottrarre il potere di decisioni dalla sola responsabilità dei ministri degli interni come se il governo dei flussi migratori fosse esclusivamente una questione di sicurezza interna.

Roma, 28 febbraio 2023

coccodrillo

 

 

 

 

 

 

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